La situazione della musica sacra è tragica e del declino inesorabile dei canti sacri durante le celebrazioni si sa e molto già si è scritto (si veda ad esempio qui: "perchè la musica sacra è in crisi, di p. Lang, 2010) e detto (Il M° Muti ha deplorato più volte la decadenza e la sciatteria dei canti di chiesa, si veda qui e qui)
E' pur vero che se da un lato i preti sessantottini, "strenui" sostenitori di canzonette lottano con unghie e coi denti per difendere le schitarrate e i bonghi bisogna pur ammettere che da qualche tempo qualche pur timido segnale di maggior diffusione del bel canto sacro si è visto. Soprattutto a partire dal Pontificato di Benedetto XVI.
Papa Ratzinger aveva spiegato i "tre sublimi fini della musica sacra" e aveva confermato (che sofferenza dover usare l'imperfetto...) a chiare lettere che non si può invocare un perfetto compimento del CVII senza considerare il vero ed inequivoco volere dei padri conciliari sulla conservazione del canto gregoriano a cui deve rimanere riconosciuto un posto di preminenza durante le celebrazioni.
Anche il Card. Bartolucci, in un'intervista postuma, aveva assicurato che la riforma liturgica, e con essa quella musicale, così come voluta dal pessimo Bugnini, non era minimamente quella che che avevano auspicato i Padri Conciliari (si veda anche qui, su come la riforma liturgica fu un'ideologia ad uso di Bugnini e seguaci, di E. Fagiolo)
A tal proposito pubblichiamo una bella lettera di un giovane organista che, motu proprio, e pur scontrandosi con il parroco, sta difendendo la tradizione gregoriana dei canti liturgici.
La sua è una delle tante che ci sono arrivate del medesimo tenore, ma è stata una delle poche che ci è stato permesso pubblicare (oltre a quella di Stefano Copranese). Inoltre l'autore ci ha detto di scrivere anche il proprio nome, perchè non ha alcun problema a palesarsi, stante la buona battaglia. E perchè, ci ha detto, la sua è una scelta matura e consapevole (e coraggiosa, aggiungiamo noi) e si augura che mettendoci la faccia, la sua lettera s
La sua è una delle tante che ci sono arrivate del medesimo tenore, ma è stata una delle poche che ci è stato permesso pubblicare (oltre a quella di Stefano Copranese). Inoltre l'autore ci ha detto di scrivere anche il proprio nome, perchè non ha alcun problema a palesarsi, stante la buona battaglia. E perchè, ci ha detto, la sua è una scelta matura e consapevole (e coraggiosa, aggiungiamo noi) e si augura che mettendoci la faccia, la sua lettera s
ia da incoraggiamento a molti altri organisti o fedeli che vorrebbero, come lui, opporsi agli scempi liturgici/musicali propinati ormai da troppo tempo da catechiste o da preti, ma che non trovano coraggio.
Complimenti Dario. Abbiamo bisogno di giovani come Te. E Grazie!
Roberto
Gentilissima Redazione,mi chiamo Dario Scopesi,ho 27 anni e sono un lettore assiduo del vostro blog.Vi scrivo per rendervi partecipi della mia esperienza di organista nella mia parrocchia.Io vivo a Levanto e suono ormai da più di dieci anni l'organo alla Messa domenicale.Ho infatti iniziato la mia esperienza con l'organista precedente che aveva formato un coretto di bambini che eseguivano canti terribilemente vuoti ed esteticamente ridicoli(gen verde,gen rosso e chi più ne ha più ne metta).La providenza ha voluto che negli anni successivi,quelli decisivi per l'adesione ad un pensiero in materia liturgico-musicale,si formasse a Levanto una piccola corale di repertorio Gregoriano.Io ne sono stato da subito organista.E questa esperienza della prima sconosciuta musica gregoriana(per colpa del parroco che l'aveva definitivamente messa a taciere in parrocchia),mi ha davvero fatto crescere nell'amore più profondo per la musica della Chiesa di sempre.Nel magistero e nella forma straordinaria concessa da Benedetto XVI ho trovato la Chiesa che pensavo fosse scomparsa per sempre e che invece era solo stata messa a tacere con operazioni vili.Così pur dovendo per forza di cose servire la mia parrocchia come organista in liturgie post-conciliari,ho però introdotto cantando assieme ad alcune persone,l'uso di cantare soprattuto le parti fisse della Messa in gregoriano (Cum Iubilo,Orbis Factor,Cunctipotens Genitor Deus).Ora però da qualche tempo il gruppetto di catechiste tutte ex sessantottine(capeggiato dalla onnipresente sorella del Parroco ; purtroppo da noi non è valido il detto Nemo Propheta infatti il Parroco è levantese)ha iniziato a osteggiarmi platelmente montando una scusa sul fatto che il latino fa annoiare i pochissimi bambini che oltre al catechismo,vengono ad assistere alla Messa. i bambini si annoiano e allora non si deve più cantare gregoriano!!! Io evidentemente ho spiegato loro come anche il mio fosse una sorta di catechismo pratico,fondato sulla convinzione profonda che sia la tradizione liturgica a dover essere insegnata ai bambini;infatti ho detto loro ancora come il mio servizio sia quello di cantare la Messa non di animare un gruppetto sgangherato e annoiato di bambini.Purtroppo per ora non ci sono state ragioni tantopiù che come era prevedibile anche il parroco stesso si è schierato contro di noi;Parroco che fino a qualche tempo fa ci teneva profondamente che ci fosse sempre qualcuno a cantare tutta la Messa.Dunque con la speranza di Cristo io persevero nei limiti concessimi ogni tanto a infilare nel piattume anche un po di gregoriano.Ho voluto condividere questa situazione con voi perch anche voi avete a cuore la denuncia di certe situazioni nelle quali la Chiesa è imbrigliata da ideologie liturgiche da primo postconcilio che ormai dovrebbero sparire completamente ma che invece sono con sispotismo imposte anche ai giovani di pensiero opposto.Dario Scopesi
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