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domenica 30 marzo 2025

Badilla. Le ultime ore del ricovero e le prime a S. Marta. Francesco: un Papa dimezzato?

Grazie a Luis Badilla per questa completa analisi delle ultime ore di Francesco al Gemelli e dei primi giorni a S. Marta. 
Con alcune importanti considerazioni sul caos che regna..
Luigi C.

Le ultime ore del ricovero. Francesco: un Papa dimezzato? La decisione è univoca: andare avanti fino a quando sarà la volontà di Dio.

Le ultime 48 ore di Papa Francesco nel Policlinico "Gemelli" sono state piuttosto agitate e per i media è stato difficile capire tutto e tempestivamente. Voci diverse del Vaticano, che garantivano di essere ben informate, provarono a far capire quanto stava per accadere tra sabato 22 e domenica 23. Si parlava di “fatti imminenti” e di “sorpresa”, anche di “personalità unica di Papa Francesco per le sue condotte impreviste”. Ad ogni modo, già nella mattina di venerdì si era capito che o il Papa rientrava a Casa Santa Marta oppure avrebbe presieduto dal “Gemelli” la preghiera mariana dell'Angelus. O le due cose in poche ore. A nessuno è venuto in mente che era possibile anche una visita a Santa Maria Maggiore.

La dinamica dei fatti della domenica ha avuto però uno sviluppo più complesso e diverso, parecchio sorprendente.

Venerdì 21 marzo

Il card. Argentino Fernández anticipa tutto.

          Già nella serata inoltrata di venerdì 21 scorso la stampa dava rilievo alle dichiarazioni del cardinale argentino, Victor Manuel Fernandez, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede che a margine della presentazione di un nuovo libro sul Papa [venerdì 21 marzo], escludeva - secondo l'Agenzia AdnKronos - "che il Pontefice possa rinunciare al Soglio di Pietro. Il cardinale argentino Prefetto dell'ex Sant'Uffizio, come spiega, ha avuto modo di essere in contatto col Pontefice da quando è ricoverato".

Il porporato argentino, a giudicare dalle sue osservazioni sembrava molto ben informato sullo stato di salute del Pontefice e sul percorso terapeutico. Al riguardo ha aggiunto venerdì 21 marzo: "Sono contento perché sapevo che con il suo organismo poteva reagire in un modo o in un altro e alla fine ho avuto ragione perché si trova veramente molto bene fisicamente. Adesso ci vuole la riabilitazione perché con l’ossigeno ad alti flussi si secca tutto e devi re-imparare quasi a parlare".

Il Papa fatica a parlare?

"Sì ma lo stato generale del suo organismo è come prima", - conferma il cardinale all'AdnKronos.

Previsioni di dimissioni dal "Gemelli" ancora non ce ne sono, dice Fernandez: "I medici vogliono essere al cento per cento sicuri, preferiscono aspettare un po'. (…) Lui vuole spendersi tutto, il poco tempo che gli rimane dice che lo vuole usare non per curare se stesso. Poi se torna qua non è facile che segua i consigli" medici." La sua vita - spiega Fernández - "dovrà cambiare certamente ma dettagli non potrei dirli. Lui non voleva andare in ospedale, lo hanno convinto amici molto vicini a lui. Non so che parole hanno usato, lo hanno convinto. Lui è uno di questi gesuiti di altri tempi che hanno una forza immensa e capacità di sacrificio".

Sabato 22 marzo

Conferenza stampa dei medici.

          In una hall del Policlinico “Gemelli”, in serata di sabato 22, i due capi dei team medici che seguono Papa Francesco rispondono ad alcune domande giornalistiche - dr. Sergio Alfieri del Policlinico e quello del Fondo di Assistenza Sanitaria vaticano (FAS) suo vice Responsabile, dr. Luigi Carbone che - per la prima volta è stato definito e presentato come "medico referente" del malato Jorge Mario Bergoglio, e non "medico personale".

Il Papa dopo 30 mesi ha un suo “medico referente”. Il dr. Carbone dovrà continuare a lavorare a stretto contatto, come fatto ad oggi, con il team di Alfieri e con l’infermiere Massimiliano Strappetti, nominato Assistente sanitario del Papa il 4 agosto 2022. Presentare il dr. Carbone “medico referente” del Papa è una sorpresa da non far passare inavvertita. Il Pontefice era senza medico da quasi 30 mesi. L’ultimo medico personale del Santo Padre, il terzo, è stato il prestigioso geriatra del “Gemelli” dr. Roberto Bernabei che si eclissò discretamente senza che venisse mai data una spiegazione del suo allentamento.

Nota. Il dr. Carbone è membro del Dipartimento Scienze dell'emergenza, anestesiologiche e della rianimazione e della Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso del medesimo Policlinico "Gemelli", del quale è dirigente medico dal 2010. II professionista è pugliese originario di Miggiano, centro dell’entroterra del sud Salento leccese, classe 1972.

Dieci notizie della conferenza stampa.

1) Per noi medici la situazione clinica del Papa è quella che è, dopo essere stato due volte in fin di vita. (Riferimento alle due crisi in cui ha avuto bisogno di due broncoscopie in un arco di otto ore son sedazione profonda - 28 febbraio).

2) Il Papa, se torna a casa, lo farà in “regime (di degenza) protetto”, ma l’evoluzione del quadro tutto dipende anche da lui e dai suoi collaboratori e assistenti sanitari.

3) Francesco dovrebbe continuare a vivere il più isolato possibile da pericoli e rischi infettivi. (Si sconsigliano udienze, gruppi e eventi di massa).

4) Ovviamente deve continuare con molta fisioterapia motoria e respiratoria anche per recuperare la parola.

5) La cautela obbliga a mandarlo a casa anche perché negli ospedali girano più infezioni che altrove.

6) La dimissioni l’hanno decisa i medici, ma è stata assunta con una decisione condivisa.

7)  Non possiamo anticipare quando tornerà alla totale normalità.

8) Ci sono ancora infezioni in corso da monitorare (da funghi, batteri e virus), 9) In Vaticano è tutto pronto per accoglierlo e sostenerlo.

9) Altre infezioni e infiammazioni critiche all’origine della polmonite sono state sconfitte o fatte regredire in modo consistente.

10) Per la eventuale presenza del Santo Padre nei riti della Settimana Santa si deciderà più avanti

Domenica 23 marzo

Dopo l’Angelus il Papa si affascia sul balcone

e si palesa una situazione grandemente fragile e insidiosa

Subito dopo mezzogiorno il Santo Padre in sedia a rotelle è stato portato ad un balcone del quinto piano. Accanto c’era il suo Assistente sanitario, infermiere Massimiliano Strappetti con un microfono che il Papa ha voluto usare per dire che vedeva una signora con un mazzo di fiori gialli. (Dopo si è saputo che era una amica di Papa Francesco di nome Carmela, 78 anni).

Dopo un breve saluto con la mano destra, il Pontefice è stato fatto rientrare rapidamente perché sembrava avere qualche difficoltà respiratoria.

Allora è apparsa chiaramente la situazione di Francesco: molto pesante per l’uso della voce (forza, tonalità e modulazione) e al tempo stesso, ancora severa nel caso della dispnea. Nonostante il sorriso Francesco è stato visto sofferente e nervoso,

In 38 giorni, dall’ultima volta che si era fatto vedere in pubblico (14 febbraio), non era stato mai così lampante che il Santo Padre nonostante di essere fuori dalla parte peggiore delle sue malattie, vive comunque un periodo di grande fragilità.

Parole dell’Angelus (diffuso in versione scritta).

In questo lungo tempo di ricovero, ho avuto modo di sperimentare la pazienza del Signore, che vedo anche riflessa nella premura instancabile dei medici e degli operatori sanitari, così come nelle attenzioni e nelle speranze dei familiari degli ammalati.

Questa pazienza fiduciosa, ancorata all’amore di Dio che non viene meno, è davvero necessaria alla nostra vita, soprattutto per affrontare le situazioni più difficili e dolorose.

Mi ha addolorato la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, con tanti morti e feriti. Chiedo che tacciano subito le armi; e si abbia il coraggio di riprendere il dialogo, perché siano liberati tutti gli ostaggi e si arrivi a un cessate il fuoco definitivo.

Nella Striscia la situazione umanitaria è di nuovo gravissima ed esige l’impegno urgente delle parti belligeranti e della comunità internazionale.

Sono lieto invece che l’Armenia e l’Azerbaigian abbiano concordato il testo definitivo dell’Accordo di pace. Auspico che esso sia firmato quanto prima e possa così contribuire a stabilire una pace duratura nel Caucaso meridionale.

Con tanta pazienza e perseveranza state continuando a pregare per me: vi ringrazio tanto! Anch’io prego per voi. E insieme imploriamo che si ponga fine alle guerre e si faccia pace, specialmente nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo. (Fonte)

Francesco rientra a Santa Marta in modo caotico.

Papa Francesco è uscito dal "Gemelli" domenica 23 marzo dopo l’Angelus, alle 12.20 circa. Dunque le dimissione ospedaliere sono avvenute dopo 38 giorni dal ricovero. L’uscita è stata una sorpresa. L’idea del piano era farlo tornare a casa dopo pranzo, al primo pomeriggio.

L’operazione delle 12.20 colse di sorpresa tutti, inclusi le alte autorità del Vaticano e del Governo italiano. Sembrerebbe certo che i tempi sono stati anticipati parecchio rispetto a quanto previsto.

La sorpresa e il caos. Dall’entourage del Papa si era detto e confermato, con tanto di pianificazione, che dal “Gemelli” si trasferiva in macchina fino al Vaticano per entrare dalla Porta del Perugino. A quasi 200 metri da questo ingresso, quando il corteo della macchina papale era ancora su Via Porta Cavalleggeri, di fronte al famoso bar romano “Bondolfi” dal veicolo di Francesco si è fatto sapere che non si girava a sinistra – verso la Porta del Perugino accanto alla Domus Santa Marta - poiché Francesco manifestava il desidero di continuare subito verso la Basilica Santa Maria Maggiore.

Il fermo del corteo papale, davanti al Bar “Bondolfi”, durò parecchi minuti creando confusione, disorientamento e perplessità tra la Polizia che scortava il Pontefice, il corteo papale stesso, i giornalisti che attendevano all’ingresso del Vaticano e le autorità del Comune di Roma e del Ministero degli Interni.

Fino a quel momento non si era mai parlato di una tappa a Santa Maria Maggiore, anzi si era scartato e la decisione era chiara: dal Gemelli al Vaticano in una ventina di minuti.

All’ultimo momento. Andare a Santa Maria Maggiore è stata una decisione inattesa. Sulla questione trova conferma definitiva il fatto  che a Santa Maria Maggiore nessuno aspettava il Pontefice. Non c’era nessuna preparazione soprattutto nel caso delle barriere architettoniche. Infatti, quando arrivò la macchina con Francesco a bordo, per lunghissimi minuti, regnò solo confusione e perplessità e tutti gli addetti ai lavori non sapevano cosa fare.

Per minuti sembrò che il Papa scendeva, con le cannule dell’ossigeno sul naso per salire i gradini e andare fino all’icona mariana. A tutti appariva sconcertante. A chiunque una simile situazione sembrava folle.

Una visita avventata. Alla fine si è rinunciato a questa insensatezza e la macchina papale si spostò all’interno del recinto del tempio passando da un ingresso laterale. In molti pensarono che era per agevolare l’avvicinamento della carrozzella all’icona. Ma neanche questo è stato possibile non solo per le barriere architettoniche ma anche perché il Santo Padre, chiaramente, non era in condizioni di camminare collegato ad un contenitore di ossigeno.

In conclusione, il corteo riprese la strada verso il Vaticano mentre la Sala stampa faceva sapere con un comunicato delle ore 13 circa che Francesco, “prima di rientrare a Casa Santa Marta, dopo la sua uscita dall’ospedale, Papa Francesco è andato a Santa Maria Maggiore e ha consegnato a Sua Eminenza il Cardinale Makrickas dei fiori da porre davanti all’icona della Vergine Salus Populi Romani.” Secondo alcune versioni si tratterebbe del mazzo di fiori gialli della signora Carmela Mancuso (78 anni), persona conosciuta dal Santo Padre da parecchio tempo, che lui aveva salutato dal balcone del Gemelli.

Un dettaglio micidiale. Sia nel “Gemelli”, quando il Papa salutava i massimi responsabili del Policlinico e ringraziava le cure e attenzioni prima di andare via, nessuno - ed erano oltre 15 – aveva la mascherina sanitaria come poi, durante il percorso verso il Vaticano, in seguito verso Santa Maria Maggiore e infine al rientro verso la Porta del Perugino, portava questo presidio sanitario indispensabile quando si ha a che fare con malati come Papa Francesco, severamente immuno depressi. Basta rivedere i filmati per verificare questo dettaglio incredibile che conferma un rientro nel caos e maldestro.

Lunedì 24 alcune testate hanno molto sottolineato il fatto che all’interno della Domus Santa Marta circolano meno ospite esterni e che sarebbe stato imposto l’obbligo della mascherina sanitaria.

Attorno al Papa un campagna mediatica disgustosa

Il mondo intero ha visto la situazione di Papa Bergoglio. Le persone buone e serie, non cattoliche e neanche credente, hanno accolto le notizia con affetto e vicinanza e, certamente, a nessuno in giro per il mondo è venuto l’idea di usare la realtà illustrata dai filmati e dalle foto per montare campagne di qualsiasi tipo.

Curiosamente però, in ambienti cattolicissimi, che circondano diversi vertici vaticani, hanno nutrito e incoraggiato vere campagne mediatiche per offrire al Pontefice cose di cui non ha nessuno bisogno, e che poi danneggiano la sua immagine. Membri della nomenklatura del Vaticano, cardinali Prefetti e non, esponenti conosciuti e autorevoli, senza nessun bisogno, hanno proposte nelle loro interviste e analisi acrobazie di ogni tipo per assicurare che il Papa è al comando, che governa, che tiene strette tutte le leve del potere, ecc. Insomma, si è provato a montare una pura mistificazione affabulando un Pontefice guarito da uno stato influenzale.

          Leggendo questi testi sembrerebbe che per queste persone il ricovero e la malattia del Santo Padre possono ritenersi una pausa (ospedaliera) e che, dopo le dimissioni cliniche, la Chiesa è pronta per l’avvio di una seconda fase del pontificato. Si è trattato di un’ostinazione irragionevole, quasi crudele, che il mondo cattolico fedele al vero e autentico senso della devozione del Vicario di Cristo, non può accettare perché strumentale e utilitaristica.

Sarà il Papa a decidere cosa fare, come e quando

Quando si senti dire o dichiarare che il Papa in tutti questi giorni, prima al "Gemelli" e poi a Santa Marta, "ha sempre continuato a lavorare anche durante la degenza", che "ha scritto e firmato numerosi documenti importanti" e che sta dimostrando "come l’età e le difficoltà fisiche non siano un impedimento, ma una condizione evangelica del governare nella Chiesa?", si dice cose poche serie, senza fondamento e soprattutto non necessarie.

          Chi dice queste cose pensa che l'opinione pubblica sia un insieme di persone sprovvedute. L’ossessione sul controllo del governo della Chiesa da parte del Pontefice è un interrogativo che ha avuto origine in ambienti vaticani e tuttora sono questi medesimi ambienti quelli che insistono. Nel cosiddetto “cattolico medio”, uomo comune equilibrato e alieno al potere, non pone questa questione fortemente amplificata dalla stampa.

          Il vero e unico modo che un buon cattolico ha per amare il Papa, Vicario di Cristo e Successore di Pietro, è la verità che non lascia spazio alla papolatria e all'utilizzo dell'immagine del Pontefice per sottoporre la Chiesa ai propri interessi.

          Sarà il Papa a decidere cosa fare, come e quando: se vuole continuare alla guida della Chiesa Cattolica fino alla morte o se invece preferisce rinunciare perché ritiene che questa sia una decisione di governo necessaria. Non ci sono altre alternative. Non c'è la terza via in assoluto. Il card. Parolin ha voluto sottolineare che a Francesco si sottoporranno soltanto le situazioni più rilevanti, "questioni che richiedono decisioni da parte sua, anche per non affaticarlo troppo. Poi man mano che riprenderà, si tornerà alla programmazione normale”.

Santa Marta: diario clinico della convalescenza (e dintorni) di Papa Francesco.

Lunedì 24 marzo.

Non circolano indiscrezione sulle condizioni del Santo Padre. Tutto al più si sottolinea che ha passato una buona notte, detto così genericamente, senza particolari.

Interessante invece è stata l’osservazione di lunedì che assicurava un “cambiamento di regime nella Domus Santa Marta”, che, come noto, è sostanzialmente un albergo per ecclesiastici (massimo 120 ospiti). In questo luogo, al secondo piano c’è l’abitazione di Papa Francesco dal marzo 2013. Ora si dice che cominciano a diminuire gli ospiti per liberare spazi e diminuire le conseguenze di molte presenze: traffico, rumori, confusione. Si aggiunge che diventato obbligo l’utilizzo delle mascherina sanitarie usate al tempo della pandemia del Covid/19.

Parolin: “Il lavoro in ufficio del Papa continuerà”. Il card. Segretario di stato Pietro Parolin a margine di un convegno - lunedì 24 - interpellato sulla prima giornata di Francesco a Santa Marta ha spiegato che il Pontefice “adesso avrà bisogno di convalescenza” e “di stare tranquillo”. Ha aggiunto che è prematuro prevedere come sarà organizzata l’agenda del Pontefice e il calendario delle diverse udienze e celebrazioni. “Il lavoro di ufficio continuerà e per il momento si sottoporranno al Papa soltanto le situazioni più importanti, questioni che richiedono decisioni da parte sua, anche per non affaticarlo troppo. Poi man mano che riprenderà, si tornerà alla programmazione normale”.

Martedì 25 marzo

La Sala stampa della Santa Sede conferma che le condizioni di salute sono quelle conosciute, stabili, e centrate nelle diverse terapie che deve affrontare. Intanto si aggiunge che ha concelebrato la messa nella cappella della sua abitazione. Si ribadisce che Francesco è contento di essere tornato a Santa Marta. Inoltre si specifica che mercoledì 26 non è previsto che riceva in udienza il Presidente della Polonia, Andrzej Duda.

          In serata sia a Londra sia in Vaticano si conferma che il re Carlo e la Regina Camilla durante la loro visita in Italia non andranno in Vaticano il giorno aprile come previsto. Si tratta di un accordo consensuale che rimodella l’impegno diplomatico dopo l’impossibilità di un incontro tra Francesco i reali del Regno Unito.

Mercoledì 26 marzo

La Sala stampa vaticana distribuisce il testo preparato dal Papa per la Catechesi del mercoledì 6 marzo. (Testo). Da ambienti vaticani filtrano poche notizie. Una racconta di un Papa che comincia a camminare con il deambulatore.

Giovedì 27 marzo

Non ci notizie e neanche indiscrezioni autorevoli.

Venerdì 28 marzo

Ai team che si occupano della riabilitazione motoria e respiratoria vengono attribuiti indiscrezioni secondo le quali si registrano “piccoli miglioramenti” soprattutto nel “recupero della voce”. Vatican News precisa: "Continua la riduzione graduale dell’ossigenazione e concelebra ogni giorno la Messa nella cappellina. Nessuna visita al momento, proseguono riposo, terapie e "un po'" di attività lavorativa".