Un lettore di Radio Spada ha ipotizzato le eventuali opzioni che potrebbe scegliere Papa Francesco dopo l'Epifania, termine oltre il quale i cardinali dei dubia avevano rinviato una decisione circa l'atto di formale correzione.
L'analisi è precisa e obiettiva, libera da polemiche e da impliciti auspici, e presenta in maniera accademica le eventuali conseguenze sia di un prolungato silenzio del Papa sia di una eventuale risposta.
Il lettore immagina in che modo potrebbe essere formalizzata la correzione, e si interroga su quali conseguenze ne seguirebbero; in che modo il Papa potrebbe rispondere ai dubia senza sconffessare Amoris Laetitia e se si potrebbe davvero realizzare uno scisma.
Al termine della propria ottima esposizione in cui presenta gli eventuali scenari possibili ma pur sempre ipotetici, Di Janni ci fredda tutti riportandoci alla cruda realtà con una doccia gelata, ricordandoci lo strumento potentissimo che di fatto, comunque vadano le cose, resta nelle mani del Papa: la creazione di nuovi cardinali.
La composizione di un (non più Sacro) Collegio Cardinalizio troppo sbilanciato verso il bergoglionismo sarebbe il punto di non ritorno. Quindi, parrebbe da dire che se ci fosse da prendere (Dio non voglia!) una grave e urgente decisione, sarebbe da prenderla in tempo, prima del prossimo concistoro.
Roberto
Il cardinal Burke ha annunciato che, in caso di mancata risposta del papa ai dubia sollevati su Amoris laetitia, lui e alcuni altri cardinali procederanno, dopo l’Epifania, a un atto formale di correzione di un errore grave.
Che Francesco non risponda sembra scontato, e questo per almeno due
buoni motivi, anche a prescindere dal suo già prolungato silenzio:
- non sa cosa rispondere, dato che si trova nella condizione o di
sconfessare il suo stesso operato, o di ammettere apertamente che il suo
insegnamento contraddice la tradizione della Chiesa;
- vuol mostrare la sua noncuranza e il suo disprezzo per i quesiti e per coloro che li hanno proposti, ignorandoli ostentatamente.
Cosa succederà dopo l’Epifania? Non prendo qui in considerazione l’ipotesi di un’ammonizione privata, in camera caritatis,
del pontefice, semplicemente perché di questa eventuale azione
preliminare noi fedeli non verremmo probabilmente a sapere nulla.
Inoltre ritengo poco plausibile che Bergoglio conceda un’udienza ai suoi
contestatori, e se l’ammonizione avvenisse tramite lettera riceverebbe
la stessa accoglienza dei dubia.
Cosa succederà dunque passata l’Epifania? A mio avviso Burke e gli
altri cardinali non daranno immediatamente luogo a una correzione
formale del papa, azione che porterebbe pressoché inevitabilmente a una
scisma, equivalendo di fatto a formulare un’accusa di eresia nei
confronti di Bergoglio; e non enunceranno neppure una correzione formale
del solo testo dell’esortazione, cosa questa lievemente diversa nella
forma, ma praticamente identica nella sostanza. Daranno invece a
Francesco un’ultima possibilità di ripensamento.
Come? Limitandosi a dare un’interpretazione autorevole di Amoris laetitia,
nel solco dell’ortodossia e della tradizione. In fondo finora hanno
accusato il documento papale di contenere ambiguità, ma non errori
espliciti. In mancanza dell’auspicato chiarimento di Francesco,
interverrebbero loro, lasciando così al papa una scappatoia.
Come reagirà Francesco in questo caso?
Una prima possibilità, decisamente remota, anche se non si può mai
escludere un intervento dello Spirito volto a illuminare le coscienze
brancolanti nel buio, sarebbe un’adesione