Un'indiscrezione indica Vilnius, vicino al confine bellico, come destinazione a cui il Papa ha pensato per l'ex segretario di Benedetto XVI.
QUI Franca Giansoldati su Il Messaggero: "Vaticano, per Padre Georg futuro nei Paesi Baltici come nunzio (ma i dubbi restano)".
Luigi C.
13 Aprile 2024, Il Giornale, Nico Spuntoni
Dopo l'indiscrezione lanciata da Elisabetta Piquè su La Nación, viene data come altamente probabile una futura nomina di monsignor Georg Gänswein, già storico segretario particolare di Benedetto XVI, come nunzio apostolico. Una voce confermata dal vaticanista de Il Corriere della Sera Gian Guido Vecchi che oggi, sulla base di voci raccolte Oltretevere, riporta anche una possibile destinazione: Vilnius.
Si tratta di una nunziatura "giovane" dal momento che relazioni tra la Santa Sede e le Repubbliche baltiche sono riprese nel 1991, dopo mezzo secolo di interruzione causata dall'occupazione sovietica. Il nunzio a Vilnius è lo stesso di Lettonia ed Estonia. La storia della diplomazia pontificia in quest'area, però, ha un capitolo importante del periodo pre-sovietico: dopo la Prima guerra mondiale, con la nascita degli Stati nazionali, la Santa Sede stabilì relazioni diplomatiche nominando come delegato apostolico nei Paesi Baltici il gesuita monsignor Antonino Zecchini. Il prelato divenne poi nunzio apostolico a Riga, dove morì nel 1935. Nel 1940 la Lituania ebbe un nunzio apostolico esclusivo con la nomina di monsignor Luigi Centoz che si stabilì a Kaunas in quanto Vilnius era città contesa con la Polonia. Con l'occupazione sovietica, però, il nunzio fu espulso e il concordato firmato nel 1927 abolito.
Posto vacante
Il posto di nunzio a Vilnius è vacante dallo scorso marzo dopo che monsignor Petar Rajič, l'ultimo a ricoprirlo, è stato nominato da Francesco nunzio apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino. La destinazione ipotizzata per monsignor Gänswein non sarebbe certamente delle più tranquille: la vicinanza con la guerra in Ucraina e con lo "scomodo" dirimpettaio russo ha dato più di una gatta da pelare a Rajič in questi due anni. Ad agosto scorso, dopo le parole del Papa ai giovani cattolici russi riuniti a San Pietroburgo che tanto avevano fatto discutere per il riferimento alla "Grande madre Russia", il ministro degli esteri della Lituania aveva convocato il nunzio per un chiarimento. La collocazione geografica e l'esperienza storica rende la Lituania uno dei Paesi più sensibili all'espansionismo russo. Il governo di Vilnius ha mostrato in questi anni di non gradire l'atteggiamento evidentemente ritenuto troppo neutralista della Santa Sede di fronte alla guerra in Ucraina. Non è un mistero che il confine coi Paesi Baltici sia tra i più caldi e che da quelle parti non si escludono in futuro gli scenari peggiori. Se dovesse essere effetivamente inviato a Vilnius, monsignor Gänswein potrebbe essere chiamato spesso a chiarire le posizioni tradizionalmente pacifiste e multilaterali della Santa Sede che ha anche la preoccupazione di preservare il dialogo ecumenico con il Patriarcato di Mosca.
L'esperienza
All'indomani della morte di Benedetto XVI, prima che scoppiasse la polemica per l'uscita del suo libro Nient'altro che la verità, la carriera diplomatica veniva considerata come la più probabile per il futuro di monsignor Gänswein.
L'ex segretario particolare di Benedetto XVI ha maturato una significativa esperienza nelle relazioni con i potenti di tutto il mondo negli anni da prefetto della casa pontificia avendo avuto il compito di preparare le udienze del Papa con capi di Stato, di governo e i ministri.
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