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venerdì 5 aprile 2024

NEWS: MiL pubblica la lettera di Becciu al Cardinal Re e al Collegio Cardinalizio #becciu #vaticano #cardinali #processovaticano #sloaneavenue

foto Sky news
Riceviamo dalla nostra fonte romana, che ringraziamo, il testo della lettera che il Card. Angelo Becciu ha inviato al Decano del Collegio Cardinnalizio Card. Giovanni Battista Re e, per conoscenza ai membri del Collegio stesso. (Stiamo attendendo foto della lettera). Pochi giorni fa lo stesso Becciu aveva scritto una lettera al Vescovo di Ozieri (qui F. Giansoldati Il Messaggero, qui, Sardegna Line; , 16.3.2024).
Non entriamo nel merito della vicenda giudiziaria di cui non abbiamo sufficiente conoscenza; rileviamo solo che la celebrazione del processo da parte del Tribunale vaticano, si è svolta su input del Santo Padre Francesco, con dei cambi di procedura penale degni della Corea del Nord (circostanza anche rilevata dallo stesso Becciu nella presente lettera). Si veda qui MiL con S. Magister, N. Winfield e F. Giansoldati su questa questione.
 Rileviamo infine che il Card. Becciu è coinvolto in altre vicende assieme al fratello Antonio (ANSA, AGI
qui Vivi la Sardegnamarzo, 2024). 
Qualcuno si fa poi delle domande sul coinvolgimento nell'affare di Sloane Avenue da parte dell'Arciv. Peña Parra e del Papa stesso (qui F. Giansoldati Il Messaggero; qui Acistampa). 
Ai posteri l'ardua sentenza. 
La Redazione 

Lettera del Cardinale Angelo Becciu al Cardinal Giovanni Battista Re, Decano del collegio Cardinalizio e ai Membri dello stesso

Confidenziale 

26 marzo 2024

      Eminentissimo e caro Confratello,

                                                     Ti scrivo alla vigilia del Giovedì Santo per parteciparTi una decisione che mi costa tanto ma che sento in coscienza di dovere assumere: non verrò in Basilica per la messa Crismale e festeggiare insieme, come sempre è stato, il nostro giorno sacerdotale! È la prima volta che ciò mi capita nei miei quasi 52 anni di sacerdozio, ma le condizioni esterne che si sono create mi inducono a questa sofferta decisione.

   Nell'incontro avuto qualche giorno fa con il Santo Padre, nel congedarmi mi ha chiesto se avevo intenzione di essere presente alla Messa. Gli ho risposto che non avevo il coraggio di parteciparvi. È con sofferenza che così farò perché non vorrei oscurare lo splendore delle vostre porpore con la mia, macchiata da una pesante quanto ingiusta condanna: cinque anni e sei mesi di carcere! L'etichetta di condannato, pur non condizionando la serenità propria di chi si sente totalmente innocente, non mi fa sentire a mio agio nelle Vostre celebrazioni.

   Caro Confratello, dopo il Giovedì Santo arriva il Venerdì Santo ed è alla luce di quel giorno che leggo la mia vicenda. Solo guardando alla Croce posso dare significato e valore alla mia sofferenza. Mi sento quasi un privilegiato nel ritrovarmi unito al Signore, il quale anche Lui sperimentò l'umiliazione dell'irrisione, del fallimento, della condanna senza vere motivazioni, l'annientamento totale della sua dignità di persona.

   Guardando a Lui e con la consapevolezza della mia coscienza pulita ho la forza di gridare che sono INNOCENTE, NON SONO UN CORROTTO. Finché avrò un alito di vita lo griderò a tutto il mondo, in tutte le sedi e con tutti i mezzi.

   Sono stato condannato per peculato e truffa, ma non è stata prodotta alcuna prova. Nei quasi quarant'anni in cui ho servito la Santa Sede - non solo da Sostituto - mai mi sono appropriato di un centesimo.

   Devo riconoscere che il Processo a cui sono stato sottoposto è stata una esperienza tremenda. Se poi aggiungo il peso della insistente gogna mediatica di dimensioni planetarie alla quale sono stato esposto con la mia famiglia ed ultimamente anche con il Vescovo della mia diocesi, la sofferenza è stata indicibile.

   Lo confesso, avrei desiderato la consolazione da parte di qualcuno dei Confratelli che a voce alta dicesse una semplice parola: basta! Purtroppo essa non c'è stata. Ho sempre però confidato sulla vostra preghiera silenziosa!

   Come ho detto al Papa nel recente incontro, la vicenda processuale ha rischiato di destabilizzarmi umanamente e moralmente. Apprendere nel Tribunale che taluni avevano tramato contro di me mi ha ferito profondamente!

   Alla luce di quanto accaduto nell'Aula giudiziaria devo amaramente ammettere che il Processo è stato la fossa del Vangelo. Come ben sappiamo, il Vangelo esige la ricerca della verità, il rispetto dell'altro, bandisce le falsità, lo spergiuro, la contrapposizione cieca e faziosa per prevalere a qualunque costo.

   Così invece non è stato. Sono stato investito in maniera cruda e violenta da accuse senza fondamento, malvage e intrise di odio, di pregiudizio, si sono riversati contro di me accusatori senza scrupoli che hanno giurato il falso sul Vangelo, in malafede mi sono stati attribuiti comportamenti poco consoni alla mia vita sacerdotale.

   L'accusa che più mi ha ferito è stata quella di aver disonorato la Santa Sede. No, non accetto un'accusa così falsa e ingiusta! lo ho dato la mia vita per la Santa Sede e ovunque sono stato ho ricevuto generosi riconoscimenti per il mio servizio disinteressato.

   Mi spiace dirlo, ma nel Processo a mio carico di tutto si è visto fuorché l'attuazione della frase paolina "veritatem facientes in caritate" (Ef 4,15)! Soffro per tutto il danno che, mio malgrado, è stato fatto alla Chiesa, ma non ne ho la responsabilità.

   Non so come questa vicenda processuale si concluderà, ma sono sicuro che la verità prima o poi trionferà, può darsi anche dopo la mia morte, ma irromperà con tutta la sua forza. La Storia mi darà ragione: essa è dalla parte degli innocenti!

   Non voglio qui entrare nel merito della questione se sia stato un processo giusto o no, ma devo prendere atto che in questi giorni autorevoli esperti di diritto canonico ed ecclesiastico hanno rilevato una serie di gravi violazioni anche di tipo procedurale.

   Ringrazio il Signore che finora mi ha dato la forza di resistere all'uragano di accuse false ed insolenti e di impietosi attacchi mediatici protrattisi per tre anni e mezzo. Non mi resta che continuare, con umiltà e fiducia, la battaglia per l'affermazione della verità!

   Piegato, ma non distrutto, ho la forza di augurarTi Buon Giovedì Santo e con Te guardare serenamente alla Pasqua che con la sua luce dà valore ai nostri piccoli o grandi venerdì santi che affliggono il nostro cuore!

   Sarò con Voi nella preghiera e continuerò a sopportare questa ingiustizia e questo lacerante dolore come il Signore ci insegna a fare.

   Buona Festa!


Foto screen shot da Il Messaggero



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