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martedì 30 luglio 2024

Lettera di genitori, amici ed ex studenti arrabbiati alla Priora e alla Vicepriora dell’Institut des Dominicaines du Saint-Esprit

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1071 bis pubblicata da Paix Liturgique il 25 luglio, in cui si riporta la lettera aperta di genitori, amici ed ex studenti alla Priora dell’Institut des Dominicaines du Saint-Esprit di Pontcallec – la florida società di vita apostolica femminile, dedita all’educazione dell’infanzia e legata alla liturgia tradizionale (ne abbiamo già scritto QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI su MiL) – a seguito dell’annuncio secondo il quale «durante il loro ritiro annuale, dal 27 luglio al 2 agosto, la Messa sarà celebrata secondo il Novus Ordo» (QUI; QUI su MiL).

L.V.


Riferendosi alla situazione della Chiesa di oggi, il Santo Padre afferma di avere la sensazione che «da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio». C’è il dubbio, l’incertezza, la problematica, l’inquietudine, l’insoddisfazione, il confronto (San Paolo VI, 29 giugno 1972, omelia della Santa Messa per il 9º anniversario dell’incoronazione).

Reverendissime Madri,
domenica 7 luglio scorso avete fatto annunciare all’ambone dal celebrante che, durante il vostro ritiro comunitario dal 27 luglio al 2 agosto, la Messa comunitaria sarebbe stata celebrata secondo il Novus Ordo Missae dal sacerdote domenicano che predica il vostro ritiro, «su richiesta di Roma».

Noi, semplici fedeli che da molti anni partecipano regolarmente alla Santa Messa a Pontcallec, per amore della liturgia tradizionale, le famiglie che hanno scelto di stabilirsi nelle vicinanze per beneficiare di questa stessa liturgia tradizionale, ma anche i genitori, i nonni dei chierichetti, gli assistenti al cerimoniale, i sacerdoti e i religiosi che hanno beneficiato o beneficiano tuttora di questa bella liturgia, genitori, nonni, bisnonni degli alunni delle scuole dell’Istituto, ex alunni, genitori, insegnanti delle vostre scuole e, infine, fratelli e sorelle di alcune delle vostre suore domenicane, non possiamo tacere e non possiamo più nascondere il turbamento e l’angoscia in cui questo annuncio ci ha gettato.

È con una vivissima consapevolezza dei benefici che la vostra comunità ha diffuso intorno a sé fin dalla sua fondazione da parte di padre Victor-Alain Berto, benefici di cui tutti abbiamo beneficiato in vario modo e a vario titolo, e che oggi ci obbligano a essere grati e ad avere questa difficile carità della Verità, che ci rivolgiamo a voi.

Infatti, con questo annuncio, e con questa misura presa «su richiesta di Roma» – ci permetta qui di fare una domanda solo apparentemente impertinente, perché molto dipende dalla sua risposta: chi è «Roma»? – state creando un precedente che quasi inevitabilmente si ripeterà. In questo modo lei legittima la nostra preoccupazione che l’Institut des Dominicaines du  Saint-Esprit possa un giorno abbandonare del tutto la liturgia tradizionale, e ci offre l’opportunità di esprimere apertamente questa preoccupazione – e la nostra vigile sollecitudine.

Prima di proseguire, riteniamo opportuno chiarire due aspetti.

La prima è che siamo indefettibilmente attaccati alla liturgia tradizionale, conosciuta come quella di San Pio V. Questo punto è ben stabilito e non verrà discusso o giustificato in questa sede. Altri lo hanno fatto molto meglio di noi e non lo ripeteremo. Voi stesse dovreste capirlo bene, visto che sul vostro sito si legge ancora: «le sorelle […] danno grande importanza alla dignità, alla pietà e alla bellezza del servizio liturgico celebrato secondo il rito romano, in forma straordinaria» [QUI: N.d.T.].

E questo fa eco al decreto emesso nella festa della Cattedra di Pietro, il 22 febbraio 1990, da Sua Eminenza il card. Paul Augustin Mayer O.S.B., allora Presidente della Pontificia Commissione «Ecclesia Dei», che erigeva il vostro sodalizio in società apostolica di diritto pontificio, e che affermava: «Questo sodalizio si sente certamente legato ad alcune forme precedenti della liturgia e della disciplina della tradizione latina, ma non ha mai rotto il legame di comunione con colui al quale Cristo ha affidato il ministero dell'unità della Chiesa».

In secondo luogo, siamo pienamente consapevoli che Pontcallec non è una Parrocchia.

Non pretendiamo di partecipare al processo decisionale interno dell’Istituto né di interferire nella gestione dei suoi affari.

Prese queste precauzioni, dobbiamo ora esprimere con franchezza ciò che il precedente creato dal vostro annuncio ci ispira. Abbandonare il Vetus Ordo, per passare al Novus Ordo dell’Institut des Dominicaines du  Saint-Esprit, sarebbe:
  • tradire la volontà del padre fondatore e delle sue prime suore, che affermarono di voler coniugare la fedeltà a Roma con l’incrollabile attaccamento alla liturgia tradizionale; un impegno coronato da successo, come sottolineato dal decreto di erezione di cui sopra; in questo è una colpa oggettiva contro il Quarto Comandamento;
  • abusare di un potere che non appartiene agli eredi e agli amministratori che siete, se non distogliendo l’opera dal suo scopo, almeno smantellando la sua roccaforte più potente; sarebbe molto più onesto lasciare l’Institut des Dominicaines du Saint-Esprit e fondare una nuova casa;
  • ridurre la fedeltà alla liturgia cattolica romana a una questione di gestione del proprio patrimonio, dimenticando che essa contribuisce al bene comune di tutta la Chiesa, come ci ha ricordato Papa Benedetto XVI: «Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto» [QUI: N.d.T.];
  • dare ai più giovani tra noi, cresciuti con l’idea che la lealtà e la fedeltà sono tra i valori più alti, uno spiacevole esempio di tradimento, o quanto meno di resa senza combattere o resistere, tradimento di persone consacrate, quindi a priori degne del loro rispetto; misuriamo abbastanza l’impatto sulle loro anime?;
  • far sprofondare le madri anziane nell’angoscia al pensiero di dover scegliere tra il loro attaccamento a questa liturgia, che hanno scelto insieme a quella dell’Istituto, e la minaccia di perdere l’ambiente in cui immaginavano di poter concludere serenamente i loro giorni, in un’età in cui è difficile ricominciare;
  • privare i fedeli, le famiglie che hanno scelto di stabilirsi nella zona di Pontcallec, in modo permanente o per le vacanze, della possibilità di godere della liturgia tradizionale ogni giorno della settimana, proprio perché l’hanno trovata lì;
  • aggiungere crisi a crisi, con il rischio di inaridire le vocazioni, di vedere le famiglie allontanarsi dalle vostre scuole e, infine, di indebolire ulteriormente la vostra comunità.

Giunti a questo punto, e senza voler in alcun modo attenuare l’espressione dura dei nostri timori, desideriamo assicurarvi che sono proprio la tristezza e la compassione per le crisi che l’Istituto sta attraversando da troppi anni, oltre che la ragione, a spingerci a scrivervi oggi.

Le assicuriamo le nostre preghiere per lei e per l’intera comunità.

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