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lunedì 17 luglio 2023

Pontcallec in attesa della fine…

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 946 pubblicata da Paix Liturgique il 13 luglio 2023, in cui si racconta dell’imposizione della celebrazione della Messa in rito moderno nell’Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo, una florida società di vita apostolica femminile con sede a Pontcallec, dedita all’educazione dell’infanzia e legata alla liturgia tradizionale.
La prima consegno evidente è stato l’immediata riduzione di alunni e di nuove suore (oltre all’esclaustrazione coatta di molte suore, compiuta con metodi arbitrari), fino alla paventata chiusura di alcune scuole, finora in ottima salute (che si definisce «insolente» dal punto di vista della gerarchia romana).
L’obiettivo non nascosto è quello di normalizzare» le suore di Pontcallec, imponendo loro gradualmente la nuova Messa e sbarazzandosi di tutte le suore veramente tradizionali, per creare una cosiddetta «terza via», soluzione fallimentare in tutte le precedenti esperienze.
Il tutto sotto l’attenta regia di papa Francesco, che «ha seguito personalmente il caso in ogni sua fase».

L.V.


Questa volta è certo: la nuova Messa – degnamente celebrata! – farà il suo ingresso, in modo discreto ma sicuro, a settembre in tutte le case del Sodalité des Vierges Dominicaines du Saint-Esprit [Sodalizio delle Vergini Domenicane dello Spirito Santo: N.d.T.], cioè a Pontcallec la casa madre (Diocesi di Vannes), la Ecole primaire publique Paul Fort a Nantes, di La Baffe nella Diocesi di Épinal e di Saint-Cloud nella Diocesi di Nanterre. È stato infatti richiesto che, in futuro, vengano utilizzati sacerdoti disposti a celebrare nel Novus Ordo Missae, con due conseguenze: da un lato, il progressivo emarginamento dei sacerdoti appartenenti alla Fraternità sacerdotale San Pietro, all’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote ecc. a favore dei soli sacerdoti diocesani, in secondo luogo, l’introduzione della Messa nella forma ordinaria nelle varie case dell’Istituto, che all’inizio è destinata a essere eccezionale, ma che si diffonderà sempre di più.

All’interno dell’Istituto, che era già in cattive acque e non aveva quasi nessun nuovo membro, c’è stata un’emorragia. Oltre alla ventina di suore, novizie o professe, che hanno lasciato l’Istituto o sono state in esclaustrazione negli ultimi dieci anni, in una comunità di appena cento persone, recentemente ci sono state altre quattro suore esclaustrate. In altre parole, quasi un quinto delle suore se ne è andato e altre stanno per farlo. Per altri motivi, tra le ultime arrivate, una suora ha chiesto di rompere i suoi voti temporanei.

«Il voto di obbedienza è completamente dirottato»

In un Istituto in cui la Santa Messa tradizionale era una parte importante della sua specificità, gli sconvolgimenti degli ultimi anni – tra cui la vicenda di madre Marie Ferréol, allontanata dallo stato religioso da Roma senza ulteriori spiegazioni – hanno avuto ripercussioni sulle suore. La pentola a pressione bolle, ma il vapore non riesce a fuoriuscire.

«Il voto di obbedienza è completamente dirottato», confida una persona vicina a una suora. «Con il pretesto di obbedire, accettano il cambiamento liturgico e non sanno più da che parte stare».

Si è parlato di abusi spirituali e di dominazione all’interno delle monache Bénédictines du Sacré-Cœur de Montmartre [Benedettine del Sacro Cuore di Montmartre: N.d.T.]. A Pontcallec sembra essere la stessa cosa. Una ventina di suore se ne va, assenti o esclamate, le allieve ne risentono e le suore all’interno dell’Istituto vengono mantenute perché troppo tradizionali, con il minor contatto possibile con le allieve o ex allieve. E l’illusione del consenso unanime delle suore imbavagliate.

Per giustificare il licenziamento di madre Marie Ferréol, dom Jean-Charles Nault O.S.B., Abate di Saint-Wandrille de Fontenelle e visitatore apostolico, ha parlato di «dissimulazione e menzogna alla base di un clima di sospetto e paura», ma questo rimprovero può essere rivolto all’attuale leadership della congregazione e ai suoi sostenitori romani.

Inoltre, le condizioni per l’esclaustrazione sono contrarie a ogni giustizia: non ci deve essere più di una suora per Diocesi, solo una in tutta la regione dell’Ile-de-France, e nessuna suora esclaustrata nelle Diocesi dove ci sono case dell’Istituto. Queste condizioni sono al di fuori della legge, sia civile che canonica. E mostrano l’arroganza dell’attuale gestione. Ma c’è anche la preoccupazione, poco velata, che le suore possano ricostituire scuole o ricostruire congregazioni femminili.

Il sogno di creare una «terza via», una Communauté Saint-Martin [Comunità di San Martino: N.d.T.] al femminile

Gli sconvolgimenti sono ora visibili nel numero degli alunni e delle suore. A Saint-Cloud non c’è più una lista d’attesa e cominciano a esserci posti vacanti. Certo, anche il covid ha avuto un impatto, così come l’evoluzione della società: ci sono più scuole e molte famiglie si sono trasferite dalle periferie interne a quelle esterne, mentre altre non possono più permettersi il costo della scuola a causa dell’inflazione.

A La Baffe, vicino a Épinal, all’inizio del nuovo anno scolastico, quattro suore se ne andranno e due arriveranno, mentre un’altra si ritirerà del tutto. Si fa sempre più insistente la voce che le due scuole in cui la cappellania è tradizionale e non può essere sostituita senza una protesta dei genitori – La Baffe e l’Ecole primaire publique Paul Fort di Nantes – potrebbero essere chiuse o, come a Draguignan, rilevate dai genitori.

L’Institut des Dominicaines du Saint-Esprit sembra essere morto nel nulla. A Roma non interessa, si potrebbe dire: al contrario. Di conseguenza, l’Istituto dovrà dimezzare il numero di sedi e ripiegare su Pontcallec e Saint-Cloud. Con un futuro in bilico, visto che non ci sono più vere vocazioni. La congregazione completerebbe la sua trasformazione in un’altra.

Padre Henry Donneaud O.P., frate domenicano e teologo dell’Institut catholique de Toulouse, già Commissario pontificio per la Communauté des Béatitudes [Comunità delle Beatitudini: N.d.T.] (2010-15), vuole chiaramente «normalizzare» le suore di Pontcallec, imponendo loro gradualmente la nuova Messa e sbarazzandosi di tutte le suore veramente tradizionali, per trasformarle in una «Communauté Saint-Martin femminile». La Communauté Saint-Martin, che per il momento funziona, è una «terza via», così intesa dal suo fondatore, mons. Jean-François Guérin, fin dall’inizio. Le Comunità che sono passate dalla tradizione alla «terza via» (i Petits Frères de Marie nel Priorato della Cotellerie, per esempio) hanno meno successo.

Inoltre, il monopolio di fatto di Pontcallec sull’educazione non contrattuale delle ragazze nel mondo tradizionale «ufficiale» si è sgretolato. Inoltre, la «concorrenza» delle Suore Domenicane, di obbedienza completamente tradizionale, sta mostrando una salute insolente. Un conoscitore di questo mondo in Bretagna commenta: «Ci sono molte strutture, tutti sono coinvolti e ci sono molti indipendenti. Per quanto riguarda le suore insegnanti domenicane, le suore di Fanjeaux e Brignoles sono molto più importanti, con una dinamica e un flusso di vocazioni. Anche in Bretagna, Pontcallec è ormai solo una delle tante scuole, Kernabat [vicino a Guingamp] e il Cours du Rafflay [vicino a Nantes] sono ormai fucine per le Madri e le Figlie della Tradizione, il cui numero cresce in Bretagna, più che altrove».

Pontcallec, un altro «successo» del Pontificato bergogliano: il sale nella brughiera


Affinché la loro esclaustrazione fosse concessa, le suore dovettero sottostare a condizioni esorbitanti, tanto dittatoriali quanto discrezionali, come indicato sopra. Pena la dimissione in tronco dallo stato religioso! Anche se non sappiamo, una volta scomparso il card. Marc Armand Ouellet P.S.S. – che si è nominato custode a vita dell’Istituto – cosa succederà alla fine, se l’attuale Superiora e l’onnipotente madre Mère Marie de l’Assomption d’Arvieu, attraverso la quale la volpe Ouellet è entrata nel pollaio, per così dire, godranno dello stesso potere.

Gli interventi romani si sono distinti per la loro arbitrarietà, culminando nella dimissione di madre Marie Ferréol dallo stato religioso, con decreto del 22 aprile 2021, su relazione preliminare del Visitatore apostolico, dom Jean-Charles Nault O.S.B.

Papa Francesco ha seguito con rara attenzione la vicenda di Pontcallec, una vicenda che rimane, nella scala del mondo cattolico, un granello di sabbia – appena cento suore, cinque scuole al massimo in un solo Paese. «Il Papa», ha detto il card. Marc Armand Ouellet P.S.S. al quotidiano La Croix nel giugno 2021, «ha seguito personalmente il caso in ogni sua fase».

Ma Dio permette il male solo perché ne può derivare un bene più grande. Questo bene potrebbe essere la rinascita, in forma modesta ma indipendente, di un’organizzazione veramente cattolica per l’educazione delle ragazze da parte di donne consacrate. Una nuova Pontcallec, fuori dalle mura.

5 commenti:

  1. Allucinante. Ma questi "uomini di chiesa" hanno perduto il santo timor di Dio? Uno degli aspetti più gravi e maligni di questo pontificato è la persecuzione degli istituti di vita consacrata femminili. E poi blaterano di comportamento immorale dell'ex Sant'Ufficio..

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  2. Quanto deve aver sofferto quest'uomo in tutti questi anni .

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  3. Che tristezza vedere i gioielli della Chiesa frantumati!

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  4. Sapendo da chi arriva l'imposizione iniqua basta rispondere: "NO grazie".

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  5. Mi pare necessario ricorrere all'autonomia dei beni e il supporto dei laici cattolici, cioè una forma di autarchia. In tal modo si può disobbedire agli uomini per obbedire a Dio.
    Mons. Carlo Maria Viganò ha fondato exsurgedomine.org per aiutare sacerdoti e religiosi perseguitati a causa della loro fedeltà alla Tradizione.
    https://youtu.be/jz2snUwrlRE

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