Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 967 pubblicata da Paix Liturgique il 13 ottobre, in cui si aggiorna sulla vicenda di madre Marie Ferréol, la suora espulsa nel mese di ottobre 2020 dall’Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo di Pontcallec (una comunità di vita apostolica di diritto pontificio e di sensibilità spirituale e liturgica tradizionale) a seguito di una visita apostolica guidata dal card. Ouellet e sotto la supervisione di papa Francesco (QUI, QUI, QUI e QUI su MiL).
In particolare l’articolo rende conto dello svolgimento del procedimento civile promosso dalla suora nei confronti del suo ex Istituto innanzi al Tribunale di Lorient, in cui emergono molti elementi di abusi canonico da parte dei visitatori apostolici (e non solo…) che hanno disposto la riduzione allo stato laicale di madre Marie Ferréol.
L.V.
Lo scorso 4 ottobre, a Lorient, sono comparsi davanti alla giustizia degli uomini le persone e gli enti responsabili della destituzione dallo stato religioso di madre Marie Ferréol, lasciata dalla sua comunità religiosa senza risorse e senza il diritto di trovare un riparo per la sua vecchiaia. L’unica eccezione è stata il card. Marc Armand Ouellet P.S.S., che non era presente né rappresentato da un avvocato – il che significa che non ha potuto prendere parte al procedimento e potrebbe essere condannato senza potersi difendere. La sentenza è prevista per il 29 novembre.
D’altra parte, i visitatori canonici il cui rapporto ha portato alla sanzione contro madre Marie Ferréol erano rappresentati da Bertrand Ollivier, uno degli avvocati della Conférence des évêques de France, che era anche l’avvocato di mons. Ettore Luigi Venura, Nunzio apostolico all’inizio del procedimento contro di lui [il quotidiano Libération del 19 giugno 2019 ed il quotidiano Le Monde del 7 giugno 2019 lo citano come avvocato del Nunzio apostolico]. C’è stato un momento divertente durante l’udienza, mentre rispondeva a una domanda posta all’avvocato Agathe Martin dell’Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo, e il presidente le ha chiesto: «Lei è l’avvocato di tutti o cosa?».
A madre Marie Ferréol – il suo nome civile è Sabine Baudin de la Valette – non sono mai stati comunicati i motivi della sua espulsione dall’Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo di Pontcallec. Come ha sottolineato il suo avvocato, Adeline le Gouvello, nel corso dell’udienza, «durante la sua precedente reclusione, non ha avuto accesso a una difesa, e nemmeno a un avvocato». Oggi non ha un lavoro né un alloggio né un sussidio di disoccupazione: una situazione che non commuove la sua ex comunità, che ha chiesto di respingere le sue richieste di risarcimento e ritiene di non avere nulla da pagare dopo trentaquattro anni di vita consacrata e di lavoro per la comunità…».
Le mancanze dell’Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo
Durante l’udienza, l’avvocato di madre Marie Ferréol ha sottolineato diverse mancanze da parte della dell’Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo, rappresentata giuridicamente da un’associazione ai sensi della legge del 1901, che ha degli statuti – le costituzioni servono, secondo la giurisprudenza, come regolamenti interni. Queste ultime regolano, in particolare, la procedura di esclusione di una suora e le sanzioni disciplinari. Tuttavia, in questo caso, la congregazione di Pontcallec non ha rispettato le proprie regole.
La parte avversa, in tutta la sua arroganza, ha voluto far credere che il card. Marc Armand Ouellet P.S.S. abbia agito in nome di papa Francesco e quest’ultimo in nome di Dio – salvo che, per quanto si creda potente, papa Francesco non ha il potere di interferire nella gestione di un’associazione regolata dalla legge francese del 1901.
Si vuole anche far credere che il diritto canonico si imponga su quello civile e non possa essere messo in discussione – l’avvocato di madre Marie Ferréol ha spiegato che, al contrario, le norme del diritto civile e del diritto canonico, lungi dall’opporsi, si illuminano a vicenda e si completano a vicenda (il che è logico dal punto di vista storico). Entrambe prevedono che una persona sottoposta a sanzioni disciplinari debba poter conoscere le accuse a suo carico.
Neanche un centesimo dopo trentaquattro anni di vita consacrata: la comunità religiosa dimentica il suo dovere di aiutare
L’avvocato di madre Marie Ferréol ha anche spiegato in udienza che l’associazione che ha trasposto in legge l’esistenza dell’Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo ha anche un dovere di assistenza e deve risarcire il membro estromesso per il ritorno forzato alla vita civile, in considerazione dei molti anni trascorsi nella vita religiosa e delle condizioni di vita che d’ora in poi gli spetterebbero.
La giurisprudenza ha riconosciuto questo obbligo di aiutare un membro di una comunità religiosa che l’ha lasciata. Non è mai stato proposto un risarcimento per madre Marie Ferréol, se non un pagamento una tantum di 5.000 euro, un anno dopo la sua espulsione e l’attenzione dei media sull’ingiustizia subita.
Al processo, i difensori della congregazione hanno chiesto che madre Marie Ferréol fosse espulsa senza indennizzo dopo trentaquattro anni di vita consacrata, sostenendo che non avevano soldi da darle e che spettava ad altri assumersi i propri obblighi: la sua famiglia, lo Stato per il revenu de solidarité active [prestazione sociale francese che integra il reddito delle persone indigenti o con risorse limitate: N.d.T.] e la pensione minima di vecchiaia ecc.
La difesa di madre Marie Ferréol chiede un risarcimento di 800.000 euro. Questa cifra ha fatto il giro dei media, ma si giustifica sulla base della sua aspettativa di vita e delle tabelle statistiche ufficiali dei redditi necessari ora e per la vecchiaia.
Come ha spiegato il suo avvocato durante l’udienza, oggi Marie Ferréol ha 57 anni, pochi anni di vita attiva e deve mantenersi da sola. Per trentaquattro anni ha lavorato per la sua congregazione senza mettere da parte nulla. Una volta andata in pensione, la sua congregazione avrebbe dovuto prendersi cura di lei – ma il card. Marc Armand Ouellet P.S.S. si è spinto fino a proibirle di tornare alla vita religiosa, e quindi a qualsiasi assistenza per la sua vecchiaia. L’assegno doveva garantire il suo futuro e la sua pensione.
Madre Marie Ferréol perseguitata in tutto il mondo mentre cerca di trovare un lavoro
La sua difesa chiede anche un risarcimento di 70.000 euro per danni morali, sia per l’esclusione che per i danni che continua a subire quando cerca di trovare lavoro, anche lontano dalla Francia continentale. In Texas, in Martinica, ovunque abbia provato, i «benefattori» hanno scritto alle direzioni scolastiche e ai Vescovi, cercando di dividere i genitori sostenendo che se è stata espulsa è per qualcosa di grave. Di fronte al clamore e alle divisioni, i datori di lavoro si sono arresi e non l’hanno trattenuta. Tuttavia, madre Marie Ferréol non si è arresa e ha continuato a cercare.
La difesa dei visitatori canonici mantiene l’indeterminatezza
D’altra parte, Bernard Ollivier, l’avvocato dei visitatori canonici, presenta il volto di una Chiesa decisa a giustificare l’ingiustificabile e ad alzare un muro contro le vittime: «Il fascicolo [canonico] [che incrimina madre Marie Ferréol] è in Vaticano e può essere consultato solo lì. Questo è il diritto canonico. Non può quindi essere trasmesso al Tribunale di Lorient, nemmeno in forma anonima».
Un canonista che lavora in una diocesi del sud della Francia contesta questa affermazione: «Il diritto canonico non è dare libero sfogo a chi ha il potere. L’avvocato ecclesiastico deve sempre avere accesso al fascicolo della persona accusata, che deve potersi difendere».
Durante l’udienza, l’avvocato si è persino rifiutato di comunicare via e-mail, confermando che il rispetto del contraddittorio – un principio fondamentale del diritto civile e canonico – è stato calpestato quando madre Marie Ferréol è stata espulsa. Oggi, invece, l’intera procedura è dematerializzata e si svolge via e-mail. Allo stesso modo, la difesa ha scritto al Vaticano per chiedere il mandato del card. Marc Armand Ouellet P.S.S. riguardo a questa congregazione… e non ha ricevuto nulla. E per una buona ragione: un mandato ha dei limiti. Di fronte a queste legittime domande, la difesa dei visitatori canonici non ha risposto, se non con una cortina di fumo.
E dove c’è fumo, c’è lupo: accuse meschine e tardive contro madre Marie Ferréol
Questo non ha impedito all’avv. Ollivier di arrivare con ben trenta certificati firmati dalle suore – non anonimizzate, in realtà, ma con le loro vere identità, come ha confermato la stupita presidente in udienza – e di affermare che «questi certificati arrivano in ritardo, perché le persone si esprimono in ritardo, come nelle indagini sui rischi psicosociali». Lo stupore della presidente si spiega: quando madre Marie Ferréol fu espulsa, durante la procedura canonica, le furono rifiutati i fatti precisi di cui era accusata, perché avrebbe potuto riconoscere le suore che li avevano denunciati!
Tutti gli attestati sono stati scritti nel settembre 2023, e quattordici provengono da suore che non hanno mai vissuto in comunità con Madre Marie Ferréol… mentre le trentacinque suore che hanno vissuto in comunità con madre Marie Ferréol non hanno scritto attestati contro di lei, nonostante le ripetute richieste delle autorità della congregazione, e mesi di varie pressioni psicologiche…
D’altra parte, diverse attestazioni provengono da suore responsabili delle aberrazioni spirituali degli anni 2010-2015 (esorcismi selvaggi praticati da un cappellano tuttora in servizio in una diocesi francese, agapismi, un osteopata che giudicava le vocazioni) e che madre Marie Ferréol aveva denunciato all’epoca… c’è un’atmosfera di regolamento di conti.
Quando abbiamo letto le attestazioni, abbiamo potuto constatare che alcune suore lo avevano fatto a malincuore, per difendere il loro istituto, che era stato presentato loro come sotto attacco – c’è un vero problema con la nozione di obbedienza, che è stata completamente abusata all’interno dell’Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo per diversi anni.
Anche le memorie, inviate alla controparte nel tardo pomeriggio di lunedì per l’udienza del 4 ottobre, erano in ritardo: 50 pagine per un avvocato, 25 per l’altro e 100 documenti.
Le dichiarazioni giurate sono piene di sciocchezze, la storia di una sciarpa persa e ritrovata nella sua stanza, un caso che riguarda un peluche, un lettino che madre Marie Ferréol avrebbe tirato giù dalla soffitta dove prendeva polvere e messo nella sua aula, generalità, dicerie, sentito dire… in una delle dichiarazioni giurate si legge: «Ho sentito una sorella dire a un’allieva che…» (sic!).
I visitatori canonici chiedono un euro simbolico
All’udienza, il card. Marc Armand Ouellet P.S.S. non ha ritenuto opportuno disturbare – è forse inopportuno che un Cardinale che si comporta come un principe della Chiesa, e che non fa mistero delle sue ambizioni papabili, si preoccupi della giustizia francese. La difesa dei visitatori canonici e della congregazione ha chiesto un rigetto totale delle pretese di madre Marie Ferréol e, per i visitatori canonici, un euro simbolico per i procedimenti abusivi.
Un altro fatto che ha colpito l’opinione pubblica è stata la cattiveria gratuita che trasudava da alcuni degli affidavit e persino dalle memorie. Alla fine della sua arringa, l’avvocato dell’Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo ha citato il Salmo 54: «Ha un volto sorridente, ma il suo cuore è come un pugnale affilato». Madre Marie Ferréol ha lasciato il tribunale in lacrime, molto addolorata.
Il pubblico presente all’udienza e i giudici hanno potuto constatare che i persecutori di madre Marie Ferréol avevano perso il contatto con la realtà, interpretato male il diritto canonico e ignorato il diritto civile, così come il card. Marc Armand Ouellet P.S.S. aveva semplicemente ignorato la giustizia francese – e canadese…
Eppure c’è una pletora di discorsi dell’attuale papa Francesco e dei Papi precedenti sul rispetto dei diritti della difesa e sulla necessità che il diritto canonico protegga i piccoli e i deboli. Ma i persecutori di madre Marie Ferréol hanno stravolto le regole del diritto canonico a proprio vantaggio, dimenticando le parole del Signore: «Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me».
Quando Bergoglio o il suo portaborse Tucho parlano di clericalismo nella Chiesa, intendono questa persecuzione nei confronti di suore singole come in questo caso, e di monasteri femminili che non seguono il nuovo corso?
RispondiEliminaCertamente posso dire che come suora da 35 anni arrivare a chiedere la pensione e il risarcimento di 200.000 euro, alla faccia del voto di povertà!!!!! domani controllerò se verrà pubblicato il mio commento
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