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sabato 12 agosto 2023

Il card. Marc Armand Ouellet P.S.S., i Visitatori Apostolici dom Jean-Charles Nault e madre Emmanuelle Desjobert e l’Associazione Sindacale delle Domenicane dello Spirito Santo sono citati in giudizio

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 950 bis pubblicata da Paix Liturgique il 10 agosto 2023, in cui si ritorna sul caso del Sodalité des Vierges Dominicaines du Saint-Esprit, la florida società di vita apostolica femminile di diritto pontificio con sede a Pontcallec, dedita all’educazione dell’infanzia e legata alla liturgia tradizionale, caratterizzata da abusi di potere ed arbitrio gestiti personalisticamente dal card. Ouellet, Prefetto emerito del Dicastero per i Vescovi, e dalla sua cerchia clientelare e sotto la supervisione di papa Francesco (QUI e QUI su MiL).
In particolare si racconta della decisione di suor Marie Ferréol, cacciata dalla comunità con motivazioni pretestuose, di opporsi agli arbitrii del card. Ouellet in sede civile, dopo che si sono rivelati vani gli strumenti canonistici.
QUI il commento del giornalista Nico Spuntoni, pubblicato sul sito La Nuova Bussola Quotidiana il 14 agosto.

L.V.


Quando il diritto ecclesiastico non esiste più, è bene che esista ancora il diritto civile

Dopo numerosi tentativi di trovare una soluzione, sia canonica che materiale, suor Marie Ferréol non ha altra scelta che intraprendere un’azione legale contro il card. Marc Armand Ouellet P.S.S., Prefetto emerito del Dicastero per i Vescovi, dom Jean-Charles Nault e madre Emmanuelle Desjobert, Visitatori apostolici che si sono adoperati per il suo allontanamento, nonché contro l’Associazione sindacale delle Suore Domenicane dello Spirito Santo.

Con ordinanza del giorno 3 agosto 2023, il Presidente del Tribunale di Lorient ha accolto la richiesta di fissazione di una data e l’udienza è stata fissata per il giorno 4 ottobre.

Una cacciata senza giusta causa…

Dopo 34 anni di attività nella sua comunità, suor Marie Ferréol è stata cacciata dal card. Marc Armand Ouellet P.S.S. tre anni fa, il 21 ottobre 2020, a causa di «cattivo spirito», dopo una visita apostolica di una settimana da parte di dom Jean-Charles Nault e di madre Emmanuelle Desjobert, e poi definitivamente sei mesi dopo. La suora non ha mai conosciuto i fatti di cui era presunta colpevole, nonostante le sue ripetute richieste e quelle del suo avvocato. La comunicazione è stata rifiutata per motivi di «riservatezza».

Condizioni illegittime, dure e vessatorie

Oltre a non essere noto alcun motivo valido per la cacciata, questa è stata effettuata in spregio alle regole fondamentali applicabili a qualsiasi sanzione: il rispetto del contraddittorio e il diritto di difendersi.

Inoltre, la cacciata è stata sottoposta a condizioni particolarmente dure e vessatorie.

Danno materiale sostanziale

Oltre alla perdita della vita nella sua comunità, che era la cosa più importante per lei, la suora si è trovata di fronte a difficoltà materiali: non aveva diritto all’indennità di disoccupazione e non riceveva più il reddito di solidarietà attiva [prestazione di protezione sociale francese , che integra il reddito di una persona indigente o con scarse risorse, al fine di garantirgli un reddito minimo: N.d.T.], era senza lavoro né alloggio, nonostante i suoi numerosi sforzi, e viveva della carità altrui. Né i responsabili del suo licenziamento né la sua comunità si preoccupavano di come avrebbe potuto vivere. Peggio ancora, il Sindacato delle Suore domenicane dello Spirito Santo non si è preoccupato di fare alcuna offerta economica alla membro che l’aveva servita fedelmente per 34 anni.

Questa durezza fa seguito alla decisione di licenziamento, che non ha lasciato spazio a discussioni, difese, chiarezza e verità.

Ma soprattutto un danno morale immenso

La perdita più importante è il danno morale subito da suor Marie Ferréol. Nulla può riparare il dolore di essere stata brutalmente privata, senza motivo, della sua vita religiosa, del suo ambiente di vita, di aver visto distrutto il suo onore e la sua reputazione, di aver subito la violenza del trattamento che le è stato inflitto.

Un passo verso l'obiettivo finale e prioritario

In considerazione delle colpe commesse e dei danni subiti, un’azione di risarcimento è giustificata. Questa azione legale, avviata a malincuore da suor Marie Ferréol, è legittima. Il riconoscimento del danno materiale e morale, che è essenziale, è solo il primo passo verso l’obiettivo principale: l’ammissione dell’ingiustizia, la riabilitazione morale e il ritorno in una comunità religiosa.

Questa azione dovrebbe essere un’opportunità per ottenere risposte e scoprire la verità su questa vicenda. Dovrebbe anche contribuire a una migliore giustizia, affinché in futuro gli uomini e le donne di Chiesa rispettino meglio le regole del diritto sia civile che canonico: non è concepibile che si possa disporre delle persone in modo arbitrario e senza assumersi le conseguenze materiali.

5 commenti:

  1. A la guerre comme a la guerre.

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  2. Queste cose succedono sempre più spesso anche nel mondo del lavoro. Sono violenze a tutti gli effetti criminali che distruggono la tua dignità e identità. Chi fa queste cose dovrebbe essere punito e rimossa da qualsiasi incarico di gestione di persone.

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