Vi proponiamo – in nostra traduzione – la la lettera numero 952 pubblicata da Paix Liturgique il 21 agosto 2023, in cui si continua ad aggiornare sulla vicenda di madre Marie Ferréol, la quale contesta le modalità della sua espulsione, avvenuta nel mese di ottobre del 2020, dall’Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo di Pontcallec (una comunità di vita apostolica di diritto pontificio e di sensibilità spirituale e liturgica tradizionale) a seguito di una visita apostolica guidata dal card. Marc Armand Ouellet P.S.S., Prefetto emerito del Dicastero per i Vescovi, e sotto la supervisione di papa Francesco (QUI, QUI e QUI su MiL).
Fallita la via canonica per ottenere la sua riabilitazione, madre Marie Ferréol, dimessa anche allo stato laicale, si è rivolta alla giustizia francese; in vista della prima udienza, fissata dal Presidente del Tribunale di Lorient per il prossimo 4 ottobre, l’articolo approfondisce la situazione con una intervista ad Adeline le Gouvello, avvocato di madre Marie Ferréol.
L.V.
Accusato di violenze sessuali da diverse donne in Canada – alla prima vittima, che il card. Ouellet ha querelato per diffamazione, se ne sono aggiunte almeno altre due, che il Cardinale non ha querelato – il card. Marc Armand Ouellet P.S.S. è anche chiamato dall’inizio del mese di agosto a comparire davanti al Tribunale penale di Lorient per il suo travagliato ruolo nell’estromissione di madre Marie Ferréol dall’Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo di Pontcallec, dove è stata riportata allo stato laicale… ma anche braccata dalle istituzioni ecclesiastiche fino al Texas, dove si era recata.
Abbiamo chiesto ad Adeline le Gouvello, avvocato di madre Marie Ferréol, di fare luce su questa convocazione:
Paix Liturgique - Quali sono stati i retroscena della espulsione della sua cliente? È stato rispettato il giusto processo in questa procedura interna alla Chiesa?
Adeline le Gouvello - Dopo trentaquattro anni nella sua comunità, suor Marie Ferréol è stata rspulsa dal card. Marc Armand Ouellet P.S.S. per tre anni il 21 ottobre 2020, per «cattivo spirito», in seguito a una visita apostolica di dom Jean-Charles Nault e di madre Emmanuelle Desjobert, e poi definitivamente sei mesi dopo.
I termini della espulsione sono stati sconcertanti: ci sono state numerose violazioni del diritto canonico e le condizioni legate all’allontanamento sono state molto dure (notifica orale, partenza immediata, detenzione in isolamento ecc.). Il principio del contraddittorio è una delle regole del diritto canonico (e del diritto universale, direi) che non è stata rispettata. È un principio molto importante nel diritto della Chiesa, non solo in materia penale canonica ma anche in materia amministrativa, che è la strada scelta in questo caso per la sanzione.
Va notato che la scelta della via amministrativa è fondamentalmente criticabile: lascia molto meno spazio al dibattito e al contraddittorio, poiché evita un processo con un esame del caso da parte dei giudici e quindi un dibattito durante il quale tutte le parti possono esprimere le loro opinioni. La via amministrativa, che negli ultimi anni è stata utilizzata troppo spesso per ignoranza del diritto canonico o per paura, è abusiva e può solo portare all’ingiustizia.
Paix Liturgique - Perché avete deciso di adire il tribunale civile?
Adeline le Gouvello - Questo rinvio è in contrasto con le regole del diritto civile: sono stati commessi dei torti civili, che hanno provocato un danno che dà diritto a un risarcimento. La suora non aveva altra scelta che avviare questa azione oggi.
A causa della violenza della punizione subita, molti ritengono che debba aver commesso qualcosa di grave, secondo il vecchio adagio «dove c’è fumo c’è arrosto». È un’inversione completa delle cose: poiché la punizione è violenta, allora devono essere stati commessi atti gravi… mentre un tempo spettava agli autori della punizione dimostrare la gravità degli atti commessi che potevano portare a un simile provvedimento.
Oggi sappiamo solo che è stata espulsa per «cattiva condotta», senza che le sia stato comunicato alcun fatto né prima né dopo la espulsione. I visitatori si sono rifiutati di rivelarli per motivi di «riservatezza». Riuscite a immaginare una cosa del genere nel XXI secolo?
In diritto, un ladro viene condannato non perché «è un ladro» ma perché ha commesso una tale azione in una tale data. È quindi essenziale riabilitare suor Marie Ferréol, affinché non sia più oggetto di sospetti, e fare luce sulla verità, il cui obiettivo finale è il ritorno alla vita in comunità. Questo procedimento è destinato a contribuire a ciò. D’altra parte, la sorella deve affrontare delle limitazioni materiali: è perfettamente anormale che, dopo trentaquattro anni di vita all’interno della sua comunità, non abbia ricevuto una pensione o un’indennità compensativa che le permettesse di tornare alla vita civile. È anche perfettamente anormale che sia stata espulsa da tutta la vita religiosa in condizioni così dure. Il pregiudizio morale che ha subito deve essere compensato; è immenso.
Paix Liturgique - Qual è oggi la situazione di madre Marie Ferréol?
Adeline le Gouvello - È appena tornata dagli Stati Uniti, dove è riuscita a trovare una sistemazione con un contratto di lavoro. Ma una visita apostolica nella Diocesi [la Diocesi di Tyler, retta da mons. Joseph Edward Strickland; QUI, QUI e QUI su MiL: N.d.T.] che la ospita ha sollevato polemiche sulla sua presenza. È stata inseguita fin lì.
Paix Liturgique - Si dice che sia andata dall’altra parte del mondo – in Texas – per accompagnare una scuola, e che il Vescovo che l’ha accolta sia stato disciplinato dalla Chiesa per questo?
Adeline le Gouvello - Non conosciamo la sostanza del caso, ma resta il fatto che la controversia che ne è scaturita ha fatto sì che non potesse rimanere, anche se era stato concordato che avrebbe insegnato in una scuola.
Paix Liturgique - Oggi a Pontcallec quasi una suora su sei (circa 17-20 su poco meno di cento) è in procinto di lasciare la congregazione temporaneamente o definitivamente: qualcuna di loro è stata trattata come madre Marie Ferréol o è stata minacciata di un trattamento simile?
Adeline le Gouvello - Secondo le informazioni pubblicate [in particolare da Paix Liturgique], alcune suore hanno chiesto di andarsene. Questi casi sono molto diversi e non hanno nulla a che vedere con la situazione della mia cliente, anche se, in fondo, tutta questa emorragia ha una causa comune, ovvero la crisi che sta lacerando l’Istituto delle Domenicane dello Spirito Santo dagli anni 2010.
Paix Liturgique - Il card. Marc Armand Ouellet P.S.S., uno degli imputati, è oggetto di una denuncia in Québec per molestie: ha aggredito la persona che ha osato sporgere denuncia e ha perso il posto nella sua Diocesi, ma da allora almeno altre due donne hanno mosso accuse contro di lui – è in contatto con i suoi colleghi in Canada che difendono queste vittime?
Adeline le Gouvello - Sono a conoscenza di questi eventi, che sono stati ampiamente riportati, ma non ho ancora avuto contatti con i miei colleghi canadesi.
Paix Liturgique - Due delle vittime del card. Marc Armand Ouellet P.S.S. si sono rivolte alla Chiesa per ottenere giustizia. Invece, l’indagine interna (canonica) è stata affidata a un Gesuita vicino al Cardinale [padre Jacques Servais S.I.: N.d.T.], che lo ha scagionato, e papa Francesco non ha ritenuto opportuno tornare sull’argomento: cosa le ispira questo?
Adeline le Gouvello - C’è un’impressionante somiglianza nei mezzi utilizzati, che si discostano dalla giustizia canonica: gli investigatori, i visitatori e altri sono vicini al Cardinale. La mancanza di imparzialità è evidente. L’obiettivo non è raggiungere un risultato «giusto», ma ottenere una decisione che soddisfi le aspettative di alcune persone.
1. Se la suora ha ragione, ha ragione!
RispondiElimina2. Se però il tribunale civile le darà torto, voi di questo blog dovete promettere di farcelo sapere.
3. Se tante suore vogliono lasciare questo ordine, c è qualcosa che non va nell'ordine: non si può imputare tutto a cause esterne.
Ben 5 francescani dell'Immacolata volevano lasciare.....forse non volevano lasciare ma ...
RispondiEliminaIl solito cliché usato per altri istituti e monasteri femminili che non seguono il nuovo corso di Bergoglio e portaborse. Tra tutte le "malefatte" della Chiesa miserikordiosa, questa violenza su delle consacrate è la più odiosa, perché ci si fa forti con delle donne inermi. E poi blaterano di combattere il clericalismo!
RispondiEliminaI bergogliani leccano i poteri forti e poi si sfogano con i più deboli. Ma davanti a Dio la pagheranno cara.
Elimina