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giovedì 9 novembre 2023

XII Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum a Roma: la Tradizione di novantacinque Paesi è viva come sempre #sumpont2023 #sumpont2024

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 974 pubblicata da Paix Liturgique il 7 novembre, in cui – in forma di intervista – Christian Marquant, presidente del Cœtus internationalis Summorum Pontificum, racconta la straordinaria esperienza del 12º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum (QUI su MiL), che la Redazione di MiL-Messainlatino.it ha raccontato integralmente ed in diretta (QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI), così come l’8º incontro Pax liturgica che, come da tradizione, lo ha preceduto (QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI).
Anche quest’anno il pellegrinaggio ha riscosso un grande successo tra i «fedeli cattolici di tutto il mondo che sono legati all’usus antiquior, che vengono a pregare, ringraziare e testimoniare questo attaccamento al cuore della Chiesa […] con milleduecento persone (dati della Polizia) in giro per Roma fino all’Arcibasilica patriarcale maggiore di San Pietro in Vaticano», tra due ali di cittadini e turisti «sorpresi tanto dal clero che apre la processione quanto dalla marea di bandiere che sventola sui fedeli che la seguono».
Gli organizzatori confermano che sono «tutti decisi a continuare a manifestare, nella pace e nella preghiera, il nostro attaccamento alla fede cattolica e all’usus antiquior che ne è la più perfetta espressione liturgica».
Quindi ora  dopo questi tre giorni entusiasmanti e ricchi di fede  non è il momento di riposare, «perché sono già in corso i preparativi per il nostro 13º pellegrinaggio, che si svolgerà dal 25 al 27 ottobre 2024» con linvito «a testimoniare una Santa Messa che non solo non sta per scomparire, ma continuerà a diffondersi in tutto il mondo».

L.V.


Paix liturgique: Caro Christian, puoi raccontarci come è nato il tuo pellegrinaggio romano?

Christian Marquant: Il suo vero
nome, «Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum», è illuminante. Sono stati il card. Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, Arcivescovo metropolita di Colombo e già Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, e don Nicola Bux, allora Consultore della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, che, nell’anno 2012, hanno avuto l'idea di organizzare un evento romano per i fedeli cattolici di tutto il mondo, per dimostrare la loro gratitudine a Papa Benedetto XVI per aver promulgato la lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum il 7 luglio 2007, che sembrava aver posto fine a più di quarant’anni di guerre liturgiche. Nell’anno 2012 è stata creata un’organizzazione un po’ informale ma già efficace: il Cœtus internationalis Summorum Pontificum.

Paix liturgique: Il pellegrinaggio è stato un successo?

Christian Marquant: Le difficoltà organizzative erano notevoli, ma il card. Antonio Cañizares Llovera, allora Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, accettò di celebrare la Santa Messa pontificale per questo pellegrinaggio nell’Arcibasilica patriarcale maggiore di San Pietro in Vaticano. Per essere la prima iniziativa di questo tipo, fu chiaramente un successo, tanto che si decise, nonostante qualche esitazione, di ripeterla negli anni successivi.


Paix liturgique: Può dirci qualcosa di più sul pellegrinaggio e su come è stato organizzato?

Christian Marquant: Il pellegrinaggio è ovviamente romano, perché l’obiettivo principale è venire ad Petri Sedem per ringraziare per la pace che è stata ristabilita.
Nei primi anni, il pellegrinaggio ha attraversato un periodo di tentativi ed errori, ma si è presto stabilizzato sull’idea di tre giorni di preghiera che precedono e includono la festa di Cristo Re. Ora, da alcuni anni, le cose vanno così:
  • il venerdì precedente la festa di Cristo Re, i pellegrini si riuniscono nella Basilica collegiata di Santa Maria ad Martyres (conosciuta a Roma come Pantheon), per i Vespri inaugurali che aprono il pellegrinaggio;
  • il sabato, i fedeli si riuniscono per un momento di adorazione nella Basilica minore dei Santi Celso e Giuliano, seguito da una processione per le strade di Roma fino all’Arcibasilica patriarcale maggiore di San Pietro in Vaticano;
  • infine, la domenica, il pellegrinaggio si conclude con la celebrazione di una Santa Messa di chiusura nella Chiesa parrocchiale della Santissima Trinità dei Pellegrini, la cui navata «esplode» per l’occasione, e anche, per poter accogliere il numero sempre crescente di fedeli, con una Santa Messa di ringraziamento nella Basilica minore dei Santi Celso e Giuliano.


Paix liturgique: Questo non ha nulla a che vedere con il Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartes)…

Christian Marquant: È un’altra cosa, come i pellegrinaggi di Covadonga o di Lujan. È un pellegrinaggio di fedeli cattolici di tutto il mondo che sono legati all’usus antiquior, che vengono a pregare, ringraziare e testimoniare questo attaccamento al cuore della Chiesa.


Paix liturgique: Ma chi organizza questo pellegrinaggio?

Christian Marquant: Dall’anno 2013, il Cœtus internationalis Summorum Pontificum, di cui ho parlato, ha assunto una forma più formale: è un’associazione composta non da singoli individui ma da associazioni di tutto il mondo, che lavorano insieme per garantire il successo e l’influenza di questo pellegrinaggio.

Paix liturgique: Quali sono queste associazioni?

Christian Marquant: Attualmente sono diciannove le associazioni che compongono il Cœtus internationalis Summorum Pontificum (CISP). Un elenco dettagliato si trova sul sito web del CISP site.summorum-pontificum.org. Ogni anno il CISP cresce e spero che presto includa altre associazioni dall’Asia e dall’Africa.

Paix liturgique: Com’è stato il suo 12º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum dal 27 al 29 ottobre 2023?

Christian Marquant: In tutti i modi possibili. Per quanto riguarda l’affluenza, abbiamo iniziato con più di cinquecentocinquanta fedeli nella Basilica collegiata di Santa Maria ad Martyres per i Vespri di apertura e, grazie a un rapido rinforzo, ci siamo ritrovati con milleduecento persone (dati della Polizia) in giro per Roma fino all’Arcibasilica patriarcale maggiore di San Pietro in Vaticano. Il nostro numero ha fatto sì che la Polizia italiana, che effettuava i controlli di sicurezza sotto il colonnato del Bernini mentre noi venivamo presi in consegna dal Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, fosse sopraffatta.


Paix liturgique: E nell’Arcibasilica patriarcale maggiore di San Pietro in Vaticano?

Christian Marquant: Una situazione più complessa, perché siamo stati accolti, come sempre, con grande gentilezza dai gendarmi, dai sanpietrini e dal personale della sacrestia, ma per il primo anno non abbiamo potuto celebrarvi la Santa Messa tradizionale.

Paix liturgique: Vi è stato negato il diritto di celebrare l’usus antiquior nell’Arcibasilica patriarcale maggiore di San Pietro in Vaticano?

Christian Marquant: Vorrei ricordare che è stata promulgata una lettera apostolica intitolata Traditionis custodes… La cosa sorprendente non è il rifiuto di quest’anno, ma l’autorizzazione per i due anni precedenti… Il rifiuto – molto imbarazzante – ci è stato comunicato, dopo un lungo periodo di procrastinazione, dal card. Mauro Gambetti O.F.M.Conv., Arciprete della Basilica, sentito il Santo Padre.

Paix liturgique: Ma forse avreste potuto rinunciare al pellegrinaggio?

Christian Marquant: Forse è quello che alcuni speravano, ma non se ne parlava. Il pellegrinaggio dell’anno 2023 è stato il dodicesimo e siamo tutti decisi a continuare a manifestare, nella pace e nella preghiera, il nostro attaccamento alla fede cattolica e all’usus antiquior che ne è la più perfetta espressione liturgica.

Paix liturgique: Quindi, in un certo senso, l’obiettivo del pellegrinaggio è cambiato…

Christian Marquant: Perché è cambiata la situazione della Chiesa cattolica. All’inizio abbiamo ringraziato la Santa Sede per aver ripristinato la pace liturgica. Oggi insistiamo sul fatto che la Chiesa è aperta a tutti («todos, todos, todos!») e anche ai fedeli legati all’usus antiquior.

Paix liturgique: Quindi siete andati in processione come sempre verso l’Arcibasilica patriarcale maggiore di San Pietro in Vaticano.

Christian Marquant: E siamo entrati nell’Arcibasilica di San Pietro in Vaticano cantando con grande emozione di poterci avvicinare alla tomba dell’Apostolo e al cuore della Chiesa.


Paix liturgique: Ma è una processione autorizzata?

Christian Marquant: Dall’inizio alla fine, e in particolare nelle strade della città, dalla Prefettura di Roma, con la Polizia che supervisiona la processione e gestisce gli inevitabili ingorghi.

Paix liturgique: E cosa dicono i curiosi e i pellegrini che vi vedranno?

Christian Marquant: Non solo pellegrini e turisti, ma anche membri della Curia romana, perché la nostra processione passa per il centro di piazza Pio XII, attorno alla quale sono raggruppate le principali Congregazioni.

Paix liturgique: Così chi vi vede rimane sorpreso e meravigliato.

Christian Marquant: Sì, sono sorpresi tanto dal clero che apre la processione quanto dalla marea di bandiere che sventola sui fedeli che la seguono.


Paix liturgique: Una marea di bandiere?

Christian Marquant: Vi ho detto che questo pellegrinaggio è quello dei popoli legati alla liturgia tradizionale: da diversi anni, tutti i Paesi del mondo in cui si celebra la liturgia tradizionale sono rappresentati dalle loro bandiere.

Paix liturgique: E sono molti?

Christian Marquant: Novantacinque è il numero di Paesi in cui si celebra attualmente la liturgia tradizionale nell’anno 2023. Alcuni pensano che si tratti di un pellegrinaggio prevalentemente francese, ma in realtà i fedeli francesi non rappresentano nemmeno il 5 per cento dei pellegrini.

Paix liturgique: Lei dice che i pellegrini provengono da tutto il mondo…

Christian Marquant: La processione era presieduta da padre Antonius Maria Mamsery M.S.C., Superiore dei Missionari della Santa Croce (in Tanzania). Ma ho incontrato anche fedeli provenienti dalla Cina continentale, dal Sudafrica, dalla Norvegia, dalla Corea del Sud, dall’Argentina, dalla Slovacchia, dal Brasile…

Paix liturgique: Da tutto il mondo, dunque.

Christian Marquant: Sì, da tutto il mondo, e non solo dai Paesi europei, che ovviamente sono tutti solidamente rappresentati, l’Italia naturalmente, l’Inghilterra, i Paesi Bassi, la Polonia, il Portogallo ecc. Sì, «todos, todos, todos!», per usare le parole di papa Francesco e applicarle all’universalità di coloro che vogliono continuare a vivere la loro fede cattolica al ritmo dell’usus antiquior.


Paix Liturgique: Lei ha appena citato padre Antonius Maria Mamsery M.S.C., Superiore dei Missionari della Santa Croce, che ha presieduto la processione. Altri prelati hanno partecipato al pellegrinaggio?

Christian Marquant: I Vespri del venerdì sono stati presieduti da mons. Athanasius Schneider O.R.C., Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Maria Santissima in Astana, che ha tenuto un’omelia molto ricca sull’indistruttibilità della fede cattolica. La domenica sono stati mons. Guido Pozzo nella Chiesa parrocchiale della Santissima Trinità dei Pellegrini e mons. Athanasius Schneider O.R.C. di nuovo nella Basilica minore dei Santi Celso e Giuliano a celebrare rispettivamente la Santa Messa pontificale di chiusura e la Santa Messa prelatizia di ringraziamento in chiese gremite.

Paix liturgique: Ma avete anche organizzato una giornata di incontri al Pontificio Istituto Patristico Augustinianum, prima dell’inizio del pellegrinaggio?

Christian Marquant: È una tradizione di lunga data organizzare incontri a Roma in occasione del pellegrinaggio. Nell’anno 2016, ad esempio, si è celebrato qui il decimo anniversario dell’Istituto del Buon Pastore e l’assemblea generale biennale dell’associazione Fœderatio internationalis Una Voce.


Paix liturgique: E l’incontro Pax liturgica.

Christian Marquant: È stato l’ottavo incontro di questo tipo; un incontro di amicizia e di lavoro al Pontificio Istituto Patristico Augustinianum, a due passi dal Vaticano, sotto la guida esperta del prof. Rubén Peretó Rivas, che è anche il direttore dell’associazione Centre international d’Études liturgiques.


Paix liturgique: E come è andato l’incontro?

Christian Marquant: Gli oltre duecento partecipanti sono stati entusiasti delle relazioni di mons. Athanasius Scheinder O.R.C., di Jean-Pierre Maugendre, presidente dell’associazione Renaissance Catholique, e di Joseph Shaw, presidente dell’associazione Fœderatio internationalis Una Voce, nonché della fantastica testimonianza della storica Michela Di Mieri su Storia di un ritorno a casa (un viaggio dalla militanza di estrema sinistra alla liturgia tradizionale) e di padre João Silveira M.S.C., missionario che ha parlato a lungo dell’Africa, concludendo che sarà la grande opportunità della Tradizione.


Paix liturgique: È arrivato il momento di riposare…

Christian Marquant: Niente affatto, perché sono già in corso i preparativi per il nostro 13º pellegrinaggio, che si svolgerà dal 25 al 27 ottobre 2024.

Paix liturgique: Ma non è un po’ troppo presto per parlarne?

Christian Marquant: Quando vedo che molti dei nostri amici stanno scoprendo troppo tardi le nostre tre giornate romane, non credo proprio. Tanto più che i prossimi due anni saranno per noi occasioni per celebrare importanti anniversari.

Paix liturgique: Quali sono?

Christian Marquant: Nell’anno 2024 il sessantesimo anniversario dell’associazione Fœderatio internationalis Una Voce e nell’anno 2025 sia il Giubileo che il centenario della lettera enciclica Quas primas sulla regalità di Cristo, che istituì la festa di Cristo Re, proprio nel momento in cui si svolge il nostro pellegrinaggio annuale a Roma.

Paix liturgique: Quindi sta invitando i suoi amici a organizzarsi per incontrarsi a Roma nell’anno 2024?

Christian Marquant: Li invito a farlo con la massima energia: a pregare con la Santa Messa tradizionale, per la Santa Messa tradizionale, e a testimoniare una Santa Messa che non solo non sta per scomparire, ma continuerà a diffondersi in tutto il mondo. La prova è a Roma e nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
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