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PROMEMORIA Romano di Lombardia (BG), giovedì 3 aprile: anteprima nazionale del film «La Messa di sempre»

Gli amici di  Amicitia Liturgica ci informano che sono ancora disponibili gli ultimi biglietti per l’anteprima nazionale del primo episodio...

venerdì 27 ottobre 2023

Terzo intervento: Joseph Shaw presidente di F.I.Una Voce #sumpont2023

Joseph Shaw, presidente della Foederatio internationalis Una Voce, col suo inglese splendidamente pronunciato (è sempre più raro ascoltare la received pronunciation e riuscire, in tal modo, a comprendere perfettamente in versione originale) ci istruisce con un excursus sulla storia delle prime reazioni alla riforma liturgia seguita al Concilio Vaticano II.

E partiamo proprio dall'Inghilterra, con la celebre petizione contro la sciatteria liturgica e per il mantenimento della liturgia che aveva sostenuto gli innumerevoli candidati al martirio nei secoli di repressione protestante e anglicana. Nella lunga lista di firmatari di intellettuali inglesi, l'allora papa Paolo VI fu colpito in particolare dalla firma di Agatha Christie, e concesse (per la sola Gran Bretagna) quello che venne battezzato l'Agatha Christie indult, ossia il permesso di mantenere a certe condizioni l'antica liturgia.

Fu il primo colpo portato al preteso totalitarismo della nuova messa.

In quegli stessi anni si costituì la Federazione internazionale Una voce, alle cui richieste e petizioni aderirono anche molti non cattolici, preoccupati che con la proibizione dell'antica Messa si perdesse un inestimabile capitale culturale ed artistico, musicale anche.

E proprio uno dei pochi ancora vivi di quella generazione di firmatari è il grande pianista e direttore d'orchestra Vladimir Ashkenazi, ebreo russo e quindi, diremmo, doppiamente non cattolico.

Il nostro relatore liricamente ricorda quel periodo iniziale (1966-1971) in cui i fedeli e il mondo della

cultura insieme reagirono allo choc di essere 'derubati' del tesoro della Messa antica e posero le basi per la resistenza e la successiva resilienza (nel senso etimologico del termine: saltare nuovamente in piedi).

Il seme insomma di quel che poi è avvenuto e che si può riassumere con le parole oraziane che sono il motto di questo nostro sito: multa renascentur quae iam cecidere - molte cose, che un tempo caddero, rinasceranno.

Interessante la risposta che dà il relatore alla brillante domande di un uditore: perché non proporre all'UNESCO l'iscrizione della liturgia tradizionale nel patrimonio immateriale dell'umanità. Sì, ci dice il relatore, probabilmente nella sottocategoria dei beni minacciati... Il problema, però, è che se la baguette francese e la pizza napoletana sono stati riconosciuti dall'UNESCO, è per il lobbying di due governi (rispettivamente francese ed italiano). La Santa Sede farebbe altrettanto? 


Enrico


Il libro del Relatore sull'argomento trattato


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