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sabato 22 aprile 2023

Diocesi di Versailles: l’irresistibile domanda tradizionale di Saint-Germain-en-Laye sarà rispettata o trattata come a Rambouillet?

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 931 pubblicata da Paix Liturgique il 18 aprile 2023, in cui si continua a seguire la vicenda dei fedeli del coetus di Saint-Germain-en-Laye (ne abbiamo scritto molte volte, da ultimo QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUIQUI e QUI).
In particolare si ritorna sul grande desiderio espresso dai fedeli (circa un quarto di tutti i praticanti della Diocesi di Versailles) di partecipare «volentieri alla liturgia tradizionale se fosse stata celebrata nella loro parrocchia»: un desiderio che si scontra con i più disparati tentativi di resistenza da parte delle gerarchie ecclesiastiche, di cui l’articolo offre un ampio campionario.

L.V.


Paix Liturgique: Caro Germain, lei ha voluto tornare sull’inchiesta realizzata sui desideri liturgici dei Cattolici di Saint-Germain-en-Laye…

Germain de Paris: Assolutamente sì, perché so che Paix Liturgique fa realizzare da più di vent’anni diversi sondaggi d’opinione sia a livello internazionale che in molte Diocesi francesi, e mi sono sempre stupito che nessuna autorità della Chiesa se ne sia interessata, né tantomeno i cosiddetti ricercatori e sociologi che ogni anno producono «studi rilevanti» sul Cattolicesimo contemporaneo. E anche, rimanendo a livello della nostra Diocesi, né i nostri vescovi né i nostri vicari generali e nemmeno un parroco.

Paix Liturgique: Come spiega questo?

Germain de Paris: Purtroppo, molto semplicemente… Poiché i sondaggi danno un’immagine di una realtà che non corrisponde alle valutazioni immaginarie dei nostri pastori e dei loro sostenitori pseudo-scientifici, o anche dei dhimmis al loro soldo, è logico che non si interessino (almeno ufficialmente) agli studi i cui risultati li contraddicono… È la stessa cosa per un buon numero di giornalisti che sembrano cadere su se stessi quando scoprono che ci sono molti fedeli francesi che vogliono vivere la loro fede cattolica al ritmo della liturgia dei loro padri, mentre loro «pensavano» che non fosse così. Così hanno giocato la sorpresa quando hanno letto su Le Parisien del 9 aprile: «Nel Dipartimento delle Yvelines, i Cattolici “trad” e le Sante Messe in latino stanno guadagnando terreno: la domanda è grande». Questa spinta tradizionale è visibile ovunque. Lo stesso aprile, sul sito della BFM TV, un articolo di Céline Hussonnois-Alaya sviluppava questo tema: «Si insinua a poco a poco. I tradizionalisti stanno guadagnando terreno nella Chiesa?» (QUI). Questo è il senso della storia, che si nota ovunque, ma in particolare nella Diocesi di Versailles.

Paix Liturgique: Ma torniamo al sondaggio del 2018 che riguardava Saint-Germain-en-Laye.

Germain de Paris: Il risultato più importante di questo sondaggio è stato che il 24 per cento degli abitanti di Saint-Germain-en-Laye che si sono identificati come Cattolici praticanti hanno dichiarato che avrebbero partecipato volentieri alla liturgia tradizionale se fosse stata celebrata nella loro parrocchia.

Paix Liturgique: Quasi un quarto dei praticanti.

Germain de Paris: Ciò che era considerato da molti pastori della Diocesi di Versailles come una fantasia esagerata, si sta rivelando una realtà sul campo se osserviamo ciò che sta accadendo oggi a Saint-Germain-en-Laye.

Paix Liturgique: E cosa sta succedendo?

Germain de Paris: D’ora in poi, più di duecentoventi fedeli partecipano alla Santa Messa tradizionale dai Francescani, più di un centinaio di Sangermanesi nella Chiesa di San Luigi di Le Port-Marly e una cinquantina davanti alla cappella dell’ospedale… fate i vostri calcoli! Siamo arrivati alla conferma degli elementi emersi dalla vostra indagine del 2018, il che è di per sé un’ottima notizia.

Paix Liturgique: Ma nonostante questo continuate a non fidarvi dei vostri pastori.

Germain de Paris: Innanzitutto perché credo che non si aspettassero questa rivelazione quando hanno concesso una celebrazione tradizionale a Saint-Germain-en-Laye e che quindi retrocederanno a un certo punto quando non avremo un accordo chiaro per il futuro di questo esperimento.

Paix Liturgique: Cosa teme?

Germain de Paris: Ho una lunga esperienza, durante la quale ho notato che ci viene concesso solo ciò che non possiamo davvero rifiutare e che, anche quello, viene ridotto appena possibile. Che ne è della sostenibilità della celebrazione che è stata concessa così rapidamente e dei miglioramenti che comporterà?

Paix Liturgique: Può fare qualche esempio dei suoi timori?

Germain de Paris: Cosa succederebbe se un giorno, all’ultimo momento, un celebrante non fosse disponibile? Nel caso attuale, la Santa Messa rischierebbe di non essere celebrata e se questo accadesse di nuovo – come i negoziatori avevano lasciato intendere come possibilità – la Santa Messa diventerebbe irregolare e scoraggerebbe alcuni fedeli e potrebbe vedere il suo futuro in pericolo.

Paix Liturgique: Pensa che questo sia possibile?

Germain de Paris: Questo è anche il mio timore riguardo all’interruzione delle celebrazioni durante l’estate. Potrebbe essere un’ottima occasione per loro – dopo averci riflettuto – per non riprendere le celebrazioni a settembre per i motivi più disparati, ad esempio perché non ci sarebbero sacerdoti disponibili all’inizio del nuovo anno, e quelli che sono disponibili ora verrebbero trasferiti altrove durante l’estate.

Paix Liturgique: Ma è impensabile!

Germain de Paris: È già successo molte volte. E in questo caso cosa succederà? Niente, credo, perché la natura del silenzio è quella di tacere. È probabile che tacciano. Per questo avevo espresso una forte richiesta di garanzia di sostenibilità.

Paix Liturgique: Ma come?

Germain de Paris: Inserendo nell’accordo – fin dall’inizio delle cosiddette «trattative» ci hanno parlato di un «accordo» – una clausola che specificava che se in una occasione o nell’altra la Diocesi non avesse potuto provvedere alla celebrazione, ai fedeli sarebbe stato automaticamente concesso il diritto di rivolgersi a un sacerdote loro amico: per esempio, perché vicino, a sacerdoti dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote o, naturalmente, ad altri ecclesiastici in regola.

Paix Liturgique: Ma questo non è stato concesso?

Germain de Paris: L’imprudente desiderio di andare più veloce del vento sembra averci impedito di discutere e riflettere su questa questione fondamentale.

Paix Liturgique: Lei ha parlato anche della questione dell’orario delle Sante Messe.

Germain de Paris: Sì, perché credo che le ore 11:30 siano troppo tardi, tanto più che è giustificato solo dai successivi colpi di scena che le autorità della Diocesi hanno intrapreso negli ultimi cinque anni per fare tutto il possibile per impedire qualsiasi soluzione.

Paix Liturgique: Ma di quali colpi di scena sta parlando?

Germain de Paris: Prima di tutto, aver installato la fantomatica comunità ucraina solo per giustificare l’impossibilità di accogliere una liturgia tradizionale nella cappella francescana, e poi, quando è diventato chiaro che gli Ucraini non esistevano davvero, i nostri benevoli pastori ebbero la splendida idea di allestire, con grandi spese, una Messa cosiddetta «gregoriana», prima alle ore 9:30 e poi, per impedire ogni possibilità di allestire una Santa Messa secondo lusus antiquior in un orario familiare, di posticiparla alle ore 10:00, vietando quindi di celebrare la liturgia tradizionale prima delle ore 11:30. Ma in un momento in cui la Messa gregoriana sta vivendo i suoi ultimi istanti, a meno che non sia già morta, si tirano fuori di nuovo gli Ucraini… Da parte mia, non trovo benevole tutte queste manipolazioni? Ecco perché sono piuttosto sospettoso della buona volontà dei nostri interlocutori.

Paix Liturgique: Ma alla fine hanno concesso una Santa Messa tradizionale a Saint-Germain-en-Laye?

Germain de Paris: Sì, finalmente… Non è stato con gioia che hanno concesso questa celebrazione tradizionale a Saint-Germain-en-Laye. Infatti, dobbiamo ricordare che per arrivare a questo punto, cioè a una semplice e normale applicazione della richiesta dei fedeli di Saint-Germain-en-Laye di partecipare alla Messa secondo l’usus antiquior, ci sono voluti più di trent’anni di suppliche e richieste, di procrastinazioni, di infedeltà e di ripetuti rifiuti fino al recentissimo passato.

Paix Liturgique: Allora perché hanno finito per accettare questa celebrazione secondo l’usus antiquior?

Germain de Paris: Semplicemente perché se non fossero state intraprese azioni eccezionali, saremmo ancora al punto di partenza. Ricordiamo tutti i predecessori di padre Bruno L’Hirondelle, Parroco di Saint-Germain-en-Laye, che hanno negato qualsiasi realtà alle nostre richieste e hanno persino lasciato che alcuni complici applaudissero al loro rifiuto di concedere anche solo una briciola: ma che visione avevano della realtà dei loro parrocchiani? Quale cecità o doppiezza…

Paix Liturgique: Perché lei pensa che se non ci fosse stata questa bella resistenza di cui lei parla, non avrebbero concesso nulla?

Germain de Paris: Penso che non avrebbero concesso nulla se non ci fosse stata la paura di vedere moltiplicarsi sui social network e sulla stampa le immagini e i reportage su questo tema. Vi darò, se non una prova, almeno una forte presunzione. Ricorderà che nel 2009, due anni dopo la promulgazione del motu proprio Summorum Pontificum, lei ha commissionato un sondaggio sui desideri dei Cattolici di tutta la Diocesi di Versailles, i cui risultati ha pubblicato nella sua Lettera 212 (QUI)… risultati abbastanza incredibili.

Paix Liturgique: Ce li può ricordare?

Germain de Paris: I risultati dell’indagine condotta a Saint-Germain-en-Laye sono stati i seguenti: il 26 per cento dei frequentatori della Diocesi (quindi più della media di Saint-Germain-en-Laye) ha dichiarato che sceglierebbe di partecipare alle celebrazioni tradizionali se si tenessero nelle loro parrocchie. Ma sappiamo che i risultati di questi sondaggi non hanno avuto quasi alcun impatto.

Paix Liturgique: Cosa intende dire?

Germain de Paris: Che all’epoca, cioè negli anni successivi al motu proprio di Papa Benedetto XVI, avevate identificato, credo, più di trenta gruppi di persone che chiedevano la liturgia tradizionale nella Diocesi di Versailles.

Paix Liturgique: Esattamente, gruppi in tutti i decanati e in molte parrocchie.

Germain de Paris: L’indagine ha rivelato, insisto, che più di un quarto dei Cattolici praticanti della Diocesi desidera vivere la propria fede cattolica al ritmo dell’usus antiquior. Ma qual è stata la risposta ai fedeli di Montfort-l’Amaury? A quelli di Poissy? A quelli di Louveciennes? A quelli di Viroflay? A quelli di Croissy? A quelli di Saint-Nom-la-Bretèche? A quelli di Houdan? A quelli di Plaisir? A quelli di Mantes? E in molte altre parrocchie? Niente o quasi, con il pretesto che non esistevano e che erano solo agitatori, secondo le parole di mons. Éric Marie Pierre Henri Aumonier, il Vescovo dell’epoca.

Paix Liturgique: E non dimentichi il gruppo di Notre-Dame de Versailles.

Germain de Paris: Ha ragione. È un esempio importante, perché più di mille fedeli di questa parrocchia si sono impegnati in questa richiesta sia per chiedere di beneficiare di una liturgia tradizionale sia per accoglierla, eppure il risultato è stato assolutamente negativo.

Paix Liturgique: Ma ci fu una piccola risposta favorevole da parte di padre Marc Boulle, allora Parroco di Le Vésinet.

Germain de Paris: Sì, un vero e proprio modello di slealtà, dove si concedevano solo briciole senza futuro (a titolo di promemoria, era stata concessa una messa ad experimentum il primo venerdì del mese alle… ore 20:00 – ho detto ORE VENTI – con l’ovvia speranza che questa proposta non avrebbe funzionato… eppure ha funzionato per anni nonostante il suo orario totalmente anti-familiare, fino a scomparire, anche se doveva essere un esperimento per prevedere «una continuazione»).

Paix Liturgique: Ma c’era ancora Rambouillet.

Germain de Paris: In effetti… c’è una dichiarazione dilatoria: «Proviamo un esperimento e poi vediamo…».

Paix Liturgique: Ma l’esperimento è stato effettivamente tentato…

Germain de Paris: Assolutamente sì, con il successo che conosciamo, cioè diverse centinaia di fedeli alla prima Santa Messa e poi sempre più di cento, anche se la Messa veniva celebrata lì solo una volta al mese… Quello che è meno noto è che quasi quindici anni dopo, a Rambouillet si celebra ancora una sola Messa domenicale al mese, il che ci dice che è inutile sperare «di poter migliorare la situazione». Questo dovrebbe essere normale con i veri interlocutori, ma non lo è con i nostri parroci che non ci amano… È per questo che non posso avere fiducia immediata e spontanea in parroci sleali che non ci amano e che, se non ci fosse stata una resistenza molto importante a Saint-Germain-en-Laye, direi addirittura eccezionale negli ultimi cinque anni, non avrebbero mai concesso nulla, ed è anche per questo che rimango in uno stato di vigilanza, se mi permette l’espressione

Paix Liturgique: Come vede il futuro?

Germain de Paris: Siamo chiari: Da cinquant’anni ci troviamo in una situazione in cui chi vuole rimanere pienamente cattolico è perseguitato, ghettizzato, e gli viene concesso qualcosa solo sotto costrizione. Niente che si basi sull’a priori favorevole che dovrebbe essere la regola, sulla carità e sul rispetto. Per uscire da questa situazione anomala e terribile, dobbiamo sperare di vedere nel clero una generazione di «uomini nuovi» che siano prima di tutto leali e franchi e che accettino di considerare almeno che ciò che viene riconosciuto liturgicamente agli amazzonici, ai congolesi e ai maya del Messico, debba essere concesso agli indigeni d’Europa. Questi uomini nuovi, questi «preti nuovi» stanno arrivando. Capiscono che l’attaccamento alla liturgia del passato è una forza di cui la Chiesa non può fare a meno.

Paix Liturgique: Quindi per il momento continuate a riunirvi ogni domenica alle ore 11:00 per la vostra messa davanti alla cappella dell’ospedale?

Germain de Paris: Assolutamente sì, e almeno fino all’inizio dell’anno scolastico a settembre, dato che quest’estate non ci saranno messe ai Francescani. Fino ad allora, osserviamo, preghiamo. E prendiamo le nostre precauzioni…

7 commenti:

  1. In un’intervista, il vescovo di Versailles rivelò che la comunità che frequenta la messa tradizionalista non ha nessun contatto con la comunità parrocchiale su cui insiste la chiesa.
    Auspicava una collaborazione tra le due comunità per, per esempio, opere di carità.
    Costoro cosa ne pensano di queste idee? Si rendono conto che sono, di fatto, una chiesa nella chiesa? Completamente chiusa in se stessa e impermeabile a tutto ciò che la circonda per paura di chissà quale “contaminazione”?

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    1. Non da tutte le parti é così. E comunque si potrebbe dire che anche i gruppi di CL o Neocatecumenali si estraniano dalla vita della parrocchia …

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    2. Non da tutte le parti è così, ma qui è così.

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    3. In teoria potrebbe essere così, ma è anche vero che se mi trovo nella mia chiesa con una Messa di CL non trovo un altro rito, con un altro calendario, altre letture e, banalmente, se andassi a prendere la comunione sulla mano, non mi sarà concesso.
      Quindi non è proprio la stessa cosa.

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    4. In realtà , quelli di CL in molte parrocchie, hanno la loro Messa in una chiesa diversa da quella parrocchiale. Nelle messe dei neo catecumenali che pure loro fanno i loro riti in teatri o palestre (quasi mai in chiesa) la comunione si dà in un modo molto diverso da qllo
      “Nostro”. : seduti e passandosi il calice (enorme). E quindi direi che è la stessa cosa, sotto il profilo
      Che lei diceva nel suo primo
      Commento (la non coabitazione con la parrocchia).

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    5. Non conosco per niente i neocatecumenali, le uniche notizie che ho sentito erano di disprezzo perché venivano da tradizionalisti e lefebvriani, ma ho avuto diversi compagni di liceo ciellini e so che erano pienamente inseriti nella loro parrocchia.

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  2. @ 22 aprile 2023 alle ore 07:20 Forse un po' più di "comunione" di intenti soprattutto per la carità diocesana non sarebbe stata male anche per la comunità orante nell'antica forma liturgica che altrimenti possono risultare, non a torto, "chiusa in se stessa e impermeabile a tutto ciò che la circonda per paura di chissà quale “contaminazione”?". La "colpa", non saprei, chissà è addossabile ai fedeli oppure ai pastori negligenti.

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