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mercoledì 25 gennaio 2023

Voci di una delazione nella Diocesi di Versailles? Chi vuole condurre mons. Luc Crepy all’errore?

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 915 pubblicata da Paix Liturgique il 23 gennaio 2023, in cui si aggiorna sulla situazione del coetus fidelium di Saint-Germain-en-Laye, ribattezzato ironicamente «Saint-Germain-Hors-les-Murs», ovvero «fuori-le-mura», perché dal 21 giugno 2020 vi si celebra la Santa Messa tradizionale all’aperto davanti ad una chiesa (per loro) tenuta chiusa (per volontà del Vescovo di Versailles e del Parroco) (ne abbiamo scritto molte volte, da ultimo QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI).
Di fronte alle voci sempre più insistenti secondo le quali la Diocesi di Versailles avrebbe intenzione di porre definitivamente fine alla all’esistenza di questo coetus (attraverso vari sotterfugi), i fedeli continuano a cercare una soluzione condivisa con l’Autorità ecclesiastica, che porti ad una pacificazione «che è a portata di mano, ma solo a una condizione: quella della lealtà e della carità, perché ovviamente tutte le manipolazioni sleali avranno come unico risultato quello di rovinare la Pace».

L.V.


Paix Liturgique: Caro Germain, lei dice che circolano voci tra il clero della Diocesi di Versailles?

Germain de Paris: Assolutamente sì e sempre più fortemente perché, come sapete, la società ecclesiastica è, come tutte le società umane, composta da molte persone che amano ripetere intorno a sé ciò che pensano sia stato un privilegio e che hanno sentito, e trovano molte orecchie attente.

Paix Liturgique: E quali sono queste voci?

Germain de Paris: Che padre Marc Boulle, Vicario generale della Diocesi di Versailles, voglia porre fine alla Santa Messa «fuori-dalle-mura» celebrata a Saint-Germain-en-Laye… senza rinunciare a nulla.

Paix Liturgique: Cosa significa?

Germain de Paris: Una cosa è certa, nessuno può negare oggi l’esistenza di una comunità numerosa e stabile di fedeli a Saint-Germain-en-Laye che chiedono una celebrazione in questa città secondo l’usus antiquior, per cui non resta che una soluzione. O concedete loro ciò che chiedono o cercate, se siete ancora in tempo, di ridurre questo villaggio gallico prima che sia troppo tardi.

Pace liturgica: Ma è possibile?

Germain de Paris: Nulla di azzardato, nulla di guadagnato, come dice il proverbio; così sembra che si stia facendo un nuovo tentativo, secondo le voci che mi sono state comunicate da diversi sacerdoti della Diocesi di Versailles.

Paix Liturgique: Come?

Germain de Paris: Sfruttando quanto accaduto a Natale o senza trattative, il Vescovo ha svolto il ruolo di padre concedendo un riparo ai fedeli senza chiesa per la Messa di mezzanotte e la Messa di giorno.

Paix Liturgique: Ma è stata una cosa molto bella regalarvi una «calda» Messa di Natale…

Germain de Paris: Naturalmente, se questo è un approccio leale… Tuttavia, può darsi che non abbia altro scopo che quello di dislocare la comunità di «fuori-le-mura» senza intraprendere un vero dialogo e quindi senza alcuna garanzia se non quella di seminare zizzania.

Paix Liturgique: Come sarebbe possibile?

Germain de Paris: Molto semplicemente facendo il Raminagrobis [da François Rabelais, Tiers livre des faits et dits Héroïques du noble Pantagruel, 1546; etimologicamente, gatto che fa l’uomo grasso sotto la sua veste di ermellino: N.d.T.] sleale: per esempio dando solo le briciole nel momento che fa loro comodo, cioè cercando di rompere le nostre dinamiche, cercando di dividerci con la chiara intenzione di non concedere mai nulla di stabile, onesto e duraturo.

Paix Liturgique: Può fare un esempio?

Germain de Paris: Molto semplicemente, concedendo la Messa durante le vacanze scolastiche «ad experimentum», per esempio, per vedere…

Paix Liturgique: Non sarebbe una buona cosa?

Germain de Paris: Sarebbe molto sleale se questa proposta fosse fatta per i Francescani, perché significherebbe che padre Marc Boulle e padre Bruno L’Hirondel, Parroco di Saint-Germain, senza prendere alcuna decisione sostanziale – ricordo che la pseudo «Messa gregoriana» non viene celebrata lì durante le vacanze… quindi, oltre a cercare di distruggere la comunità «fuori-dalle-mura», questa proposta non avrebbe futuro, dato che la cappella francescana è ora occupata nei periodi fuori dalle vacanze.

Paix Liturgique: Ma padre Bruno L’Hirondel potrebbe anche eliminare la Messa gregoriana?

Germain de Paris: Non spetta a noi proporre questa soluzione, che potrebbe soddisfare le esigenze di una trentina di parrocchiani, ma non credo che le autorità diocesane abbiano questa intenzione, che è costata loro molto tempo e denaro per essere messa in atto.

Paix Liturgique: Ma se vi venisse offerta la possibilità di celebrare nella cappella dell’ospedale?

Germain de Paris: Sono d’accordo che sembrerebbe più leale e onesto, ma secondo i miei contatti non sarebbe all’ordine del giorno, soprattutto perché esistono altri problemi.

Paix Liturgique: Quali problemi?

Germain de Paris: Quello dei sacerdoti che avrebbero celebrato questa Messa.

Paix Liturgique: Ma dov’è la difficoltà?

Germain de Paris: Con molte difficoltà, la Diocesi di Versailles e la Parrocchia di Saint-Germain hanno finito per liberare un sacerdote per la loro Messa gregoriana; se la Messa sperimentale venisse celebrata – come a Natale – durante i periodi di non-celebrazione presso i Francescani, la situazione sarebbe quasi sostenibile, ma se la nuova celebrazione secondo l’usus antiquior avvenisse contemporaneamente alla Messa gregoriana, ciò costituirebbe effettivamente un problema per la Diocesi.

Paix Liturgique: Non ci sarebbe allora una soluzione?

Germain de Paris: Ma ci sono molte soluzioni per coloro che sono buoni, caritatevoli e leali, ma lo sono?

Paix Liturgique: Potrebbe dirmi quali potrebbero essere queste soluzioni?

Germain de Paris: Innanzitutto facendo appello alle comunità tradizionali, che non mancano e che senza dubbio accetterebbero di partecipare se il Vescovo chiedesse il loro aiuto per «tappare i buchi».

Paix Liturgique: Perché ci sarebbero dei buchi da tappare?

Germain de Paris: Certo! Quello di tutte le domeniche e le feste dell’anno in cui mancherebbero i sacerdoti diocesani per garantire il servizio, perché questo servizio è pesante: si pensi a 52 domeniche all’anno più il giovedì dell’Ascensione, l’Assunzione, Ognissanti, la commemorazione dei defunti e il Natale; fanno un sacco di celebrazioni, quasi sessanta all’anno…

Paix Liturgique: Ma cosa succede se le comunità tradizionali rifiutano di unirsi a questa impresa di pace e riconciliazione?

Germain de Paris: Ci sono molti sacerdoti in regola che accetterebbero di partecipare a questa avventura di pace.

Paix Liturgique: La pace è possibile?

Germain de Paris: Certo che è possibile, direi addirittura che è a portata di mano, ma solo a una condizione: quella della lealtà e della carità, perché ovviamente tutte le manipolazioni sleali avranno come unico risultato quello di rovinare la Pace.

Paix Liturgique: Come vede la pace?

Germain de Paris: Può venire solo dal padre comune, cioè dal nostro Vescovo e non da un subalterno che finirà schiacciato nelle contraddizioni e nelle bugie in cui si troverà impantanato.

Paix Liturgique: Quindi rifiutate in anticipo la ripetizione del colpo di Stato di Natale?

Germain de Paris: Certo, perché se l’offerta natalizia poteva essere spiegata in circostanze eccezionali, ora è arrivato il momento per chi vuole davvero la pace di passare alla lealtà e alla carità autentica.

Paix Liturgique: Rifiuterebbe l’introduzione di un periodo di prova?

Germain de Paris: Perché rifiutarlo? È legittimo per tutti coloro che sono coinvolti in questa possibile riconciliazione, sia per il nostro Vescovo che per i fedeli e i sacerdoti che parteciperanno a questa impresa.

Paix Liturgique: Ma se si accetta un periodo di sperimentazione, qual è il problema?

Germain de Paris: La durata di questo esperimento, se dovesse durare un anno intero, diciamo fino alla Pasqua del 2024, avrebbe senso e permetterebbe a tutte le parti in causa di misurare la fedeltà di tutti nel tempo. D’altra parte, un esperimento di un mese, o anche di un trimestre, non permetterebbe di aggirare la domanda e apparirebbe quindi, come mi è stato detto, un trucco contorto, anche se proveniente da una vittima piuttosto che da un manipolatore.

Paix Liturgique: Quindi, nonostante tutto, lei crede che una soluzione sia possibile?

Germain de Paris: Certo, e lo aspettiamo, ma sappiamo che può venire solo dal nostro Vescovo, che è l’unico con l’autorità reale, necessaria e sufficiente per guidare questa impresa di pace.

8 commenti:

  1. Se sono cattolici, che queste persone si sottomettano all’autorità del loro vescovo.

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    1. L'autorità non può basarsi sull'abuso. Il Codice di Diritico e le altre leggi della Chiesa servono anche a questo, a proteggere i sottoposti dagli abusi dei superiori.

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  2. Ma disturba così tanto che dei cristiani cattolici chiedano di pregare con un rito venerabile e santo? Io personalmente vedo come malefica la situazione creatasi dopo Traditionis Custodes, generata marcia da uomini di Chiesa ideologizzati. Mi pare che la cosiddetta teologia inclusiva vada bene solo per alcune “categorie” o gruppi, mentre altri vengono considerati peggio di appestati. Peccato.

    Un prete che non ha mai celebrato in Rito tridentino, ma che nutre massima venerazione per il medesimo.

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    1. No, disturba che dei sedicenti fedeli usino un rito venerabile e santo per squalificare un concilio ecumenico della Chiesa ed ignorare gli ultimi decenni di riflessione teologica, liturgica e pastorale, nonché attaccare i pastori costituiti e lanciarsi in deplorevoli insulti contro il Santo Padre, come ampiamente testimoniato da questo sito e altri simili.
      Da costoro, il rito in forma straordinaria viene usato per fomentare atteggiamenti settari, separatisti, divisivi e non caritatevoli. Papa Francesco, con il motu proprio Traditionis custodes, sembra aver capito perfettamente l’andazzo e sta cercando di riportare ordine, ma ai “perfetti” della messa in latino pare non vada a genio quando si dice loro la verità in faccia, allora fanno le vittime e si atteggiano a poveri fedeli che chiedono solo rispetto per la loro sensibilità. Giocano in questo modo da decenni e finalmente a Roma hanno iniziato a prendere provvedimenti.

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    2. Papa Francesco, nella chiarissima lettera di accompagnamento al Motu Proprio Traditionis custodes, ha affrontato con coraggio il convitato di pietra di tutta questa vicenda: l’utilizzo strumentale del messale del 1962 come grimaldello per scardinare il Concilio Vaticano II creando spaccature incresciose tra sacerdoti e fedeli.
      Essendo stato per tanti anni invischiato in ambiente tradizionalista, posso testimoniare che le parole del S. Padre fotografano con esattezza il clima che si respira in quegli ambienti e che va ben al di là della richiesta di “pregare con un rito venerabile e santo”.

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    3. A me pare che la fotografia della situazione da Lei citata non sia completa. Indubbiamente ci saranno taluni che come osserva sono anti-Concilio, ma credo siano una sparuta minoranza. Continuo a rimarcare che mi sembra sia soprattutto una battaglia ideologica da parte di chi vuole cancellare il rito antico.

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  3. Tanto rumore per niente;come la pensa Francesco ,da sempre ,riguardo alla messa in latino lo sanno anche i sassi.Che alla sua età possa affrontare un problema tanto complesso e sperare di risolverlo mi sembra una pia illusione.Non sarà lui quello che spianta la messa in latino ......

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  4. Un personaggio che negli ultimi decenni si è ben messo in mostra occupando cattedre in di discipline teologiche in diverse sedi italiane, andava attaccando con insolenza Benedetto XVI dai tempi di SP (2007), non solo al di fuori ma, che è molto male, dentro gli Istituti teologici cattolici, arrivando più e più volte a vere e proprie espressioni offensive. Il nostro, con baldanza e sicumera, dotato di ottima dialettica unita a egocentrismo assai fastidioso, prosopopea e convinzione di essere lui e solo lui il depositario di ogni scienza teologica e pastorale, ha costretto schiere di discenti - ministri ordinati o no - a imparare se non altro per i suoi esami teorie al limite dell’ortodossia cattolica se non anche chiaramente protestanti. E la misericordia di Benedetto XVI lo lasciò continuare ad ammorbare gli Istituti di cui sopra, forse sapendo bene che anche le cicale finita l’estate smettono di cantare. Avendo ben conosciuto il nostro, posso dire che gli ultimi colpi di coda della sua velenosa cattiveria verso chi ha una sensibilità diversa dalla sua non devono spaventare: fortunatamente molti teologi più giovani non sono imbevuti a differenza sua e di suoi sodali di cattocomunismo, ma amano la Chiesa di Cristo, che è Una, immersa nella continuità del tempo e della storia, dove i 21 concili ecumenici vivono l’uno a radice dell’altro, tenendo ben presente, a mio avviso, che il Vaticano II - il quale può certamente vantare preziosi frutti e meriti - fu un Concilio eminentemente pastorale e non dogmatico per volontà dei Papi che lo presiedettero, e dunque ciò che non ha carattere strettamente dogmatico può essere certamente interpretato meglio o addirittura cambiato o tralasciato o trascurato.
    So molto bene che queste parole attireranno molte critiche da parte di certuni, ma credo che occorra raccontare le cose secondo il loro essersi svolte, anche con esempi puntuali.
    In questa luce, confermando la mia adesione ai 21 Concili, guardo con paterno e fraterno affetto agli amici - fratelli in Cristo è nella Chiesa - che non rinnegano alcun Concilio ma cercano una lex orandi più affine alla propria sensibilità, senza acredine e con spirito di comunione col Papa e i Vescovi, profondamente sicuro che la bellezza e la
    Santità che promana dal Rito Romano antico o moderno plasma la santità della Chiesa e di tutti i cristiani. Il fatto che ci siano Comunità piccole o più numerose e case religiose o Ordini che celebrano per indulto col Rito antico testimonia che tale Rito non è abrogato all’interno della Chiesa Cattolica e che, anche solo per indulto, è vigente e santo.
    La battaglia ideologica non la fa chi chiede la celebrazione in rito antico, bensì chi a tutti i costi vuole cancellarlo. E questo è inconfutabile, altrimenti non si lèggerebbero interventi veementi e malvagi contro tale Rito.

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