Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 926 bis pubblicata da Paix Liturgique il 17 marzo 2023, in cui si raccoglie l’amaro sfogo dei fedeli di Saint-Germain-en-Laye, ribattezzato ironicamente «Saint-Germain-Hors-les-Murs», ovvero «fuori-le-mura», perché da due anni rendono la loro testimonianza partecipando alla Santa Messa tradizionale celebrata all’aperto davanti ad una chiesa (per loro) tenuta chiusa (per volontà del Vescovo e del Parroco), sotto il sole e sotto l’acqua, con il caldo torrido e con il gelo (ne abbiamo scritto molte volte, da ultimo QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI).
Il riferimento nel titolo è all’ormai noto articolo 49, terzo comma, della Costituzione del 4 ottobre 1958, recentemente applicato in occasione dell’approvazione della riforma del sistema pensionistico e secondo il quale «il Primo ministro può, dietro deliberazione del Consiglio dei ministri, impegnare la responsabilità del Governo dinanzi all’Assemblea nazionale sul voto di un progetto di legge finanziaria o di finanziamento della previdenza sociale. In tal caso, detto progetto è considerato adottato, salvo il caso in cui una mozione di sfiducia, presentata nel termine di ventiquattro ore, venga votata alle condizioni previste dal comma precedente. Il Primo ministro può, inoltre, ricorrere a tale procedura per un altro disegno o per una proposta di legge a sessione».
L.V.
E sì, cari amici, l’articolo 49/3 esiste anche nella Chiesa, vale a dire decisioni prese con l’inganno… anche i chierici che non sanno dialogare o fare sinodo hanno il loro articolo 49/3.
Con i nostri politici è per legge che si applica questa negazione della democrazia, ma con gli ecclesiastici è a colpi di bacchettate, bugie e combinazioni che viene praticata: patetico, ma comunque un atteggiamento molto ordinario dopo mezzo secolo di negazionismo (sapete il loro tradizionale «Non esistono»...).
Da mons. Lucien Jacques Marie Joseph Crepy C.I.M., Vescovo di Versailles, ci aspettavamo di meglio di questo vecchio metodo clericale a cui padre Marc Boulle, Vicario generale, è perfettamente abituato.
Ma mi perdoni, monsignore, non creda nemmeno per un momento che una tale mancanza di lealtà, diciamo pure di onestà, possa servire lei o soprattutto la causa della pace e della riconciliazione.
Quindi, monsignore, ci vedremo presto affinché si possa finalmente instaurare un vero dialogo per raggiungere una soluzione reale a Saint-Germain-en-Laye e non questa ridicola farsa.
Per il momento, se ho capito bene, si celebreranno tre Sante Messe gregoriane o tradizionali in una città dove ieri qualcuno ha affermato a gran voce che «i fedeli che lo chiedevano non esistevano»!
Ma per quanto ci riguarda, continueremo a partecipare alla Santa Messa davanti alla cappella dell’ospedale tutte le domeniche e i giorni festivi, e per tutto l’anno, con i sacerdoti che ci hanno aiutato a loro rischio per quasi tre anni e che non possiamo abbandonare come fazzoletti usati.
In unione di amicizia e di preghiera.
Germain de Paris
germaindeparis@germaindeparis.org
Che la diocesi non ceda!
RispondiEliminaUn appunto sul 49-3: non è una negazione della democrazia, ma un istituto simile al porre la fiducia da parte del Governo italiano; anzi, rispetto al suo omologo italiano, è soggetto a più limitazioni.
RispondiEliminaNiente da dire, invece, sul resto dell'intervento: se la proposta del Vescovo è una farsa, è giusto non darle seguito.