Grazie a Marco Tosatti per questa analisi sul Sinodo di Mons. Eleganti. "La chiarezza è una cosa rara sotto questo pontificato. Quando finirà la tragedia di slegare ripetutamente pacchi già legati? Solo Dio lo sa. Io non me lo aspetto nel prossimo futuro".
Monday Vatican – Andrea Gagliarducci: "Le contraddizioni del Sinodo: Il documento, che Papa Francesco ha deciso di adottare nella sua interezza, non menziona più la Chiesa universale, se non in un caso… P. Giacomo Costa, segretario speciale del Sinodo, ha spiegato il significato di questo cambiamento. “Non vogliamo che ci sia la percezione”, ha detto Costa, ”che la Chiesa universale sia al vertice di un sistema di Chiese locali. La Chiesa è tutta la Chiesa, nell'insieme delle Chiese”.(...) È un dettaglio, forse, ma mette in evidenza quello che sembra essere uno degli obiettivi chiave del pontificato di Francesco: trattare le Conferenze episcopali come una sorta di federazione e dare loro compiti dottrinali. Si permette così uno stile di vita che non crea conflitti o scismi ma che, alla fine, non crea nemmeno un grande mondo cattolico, come si pensava fin dall'inizio. L'idea è quella di raggiungere quelle Chiese che si sentono “sottomesse” a Roma e restituire loro dignità modificando il loro linguaggio.(...) Se la Chiesa non è più universale, se l'inculturazione viene prima delle verità di fede, allora perché il Sinodo della Chiesa tedesca, nonostante gli avvertimenti del Papa, non dovrebbe continuare il suo cammino? Dopotutto, è espressione di una cultura; risponde alla domanda che si trova nell'opinione pubblica locale, che è - almeno secondo quanto viene detto - quella di una Chiesa più trasparente e rispondente alle esigenze della società. Non una Chiesa eretica, non una Chiesa diversa, ma una Chiesa che risponde alla sua cultura".
Life Site News – Michael Haynes: "La “sinodalità” non è un marchio della Chiesa. Le proposte finali sono “pericolose"
Luigi C.
4 Novembre 2024
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mons. Marian Eleganti, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul Sinodo da poco concluso. Buona lettura e condivisione.
Non è la grande svolta.
Commento del Vescovo ausiliare emerito Dr. Marian Eleganti osb al documento finale del Sinodo sulla sinodalità.
Finché la diga che i frenatori (gli “indietristi”) cercano di difendere continua a scorrere (i cosiddetti processi irreversibili), la speranza dei riformatori rimane intatta. Questa speranza comprende il diaconato per le donne, forse un giorno i sacerdoti sposati, e anche ora la codecisione in nuovi comitati misti (e i corrispondenti adeguamenti del diritto canonico). Questi sono destinati a vincolare la gerarchia ai voti della maggioranza. Inoltre, si auspica una regionalizzazione culturale della dottrina e della disciplina (ad esempio per quanto riguarda l’attuazione dell’agenda LGBT, che ha difficoltà in Africa ma non qui), perché i relativi postulati non possono essere applicati dalla Chiesa universale. Un prerequisito per questo è un aggiornamento magisteriale delle conferenze episcopali (Dio ci salvi!). Sarebbe quindi la fine della cattolicità della Chiesa, se in Polonia si applica qualcosa di diverso rispetto alla Germania o all’Africa. Gli anglicani ci stanno già mostrando come fare.