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Il Santo Padre Francesco è morto: tutti gli aggiornamenti e nostra rassegna stampa

Alle ore 7:35 di questa mattina, 21 aprile 2025, Sua Santità il Santo Padre Francesco è morto. Requiescat in pace . * * * Aggiornamenti su M...

sabato 12 aprile 2025

Porfiri. Messe domenicali. La bruttezza, la Bellezza e la devozione

Novus Ordo, Messa di Sempre e riti orientali tradizionali.
Guardare la differenza.
Luigi C.


Mi sembra interessante raccontare l’esperienza delle chiese in cui ho girovagato oggi, 6 aprile, quinta domenica di Quaresima, al centro di Roma. Evito di menzionare, nel bene e nel male, il nome delle chiese perché non è quello il punto.
Sono andato a Messa in una chiesa poco conosciuta dove il rito di Paolo VI viene celebrato con dignità e senza troppi fronzoli. Soprattutto, cosa per me da lodare, non si canta perché non ci sono le possibilità per questo. Vi assicuro che fra il cantare male e il non cantare è molto meglio il non cantare, perché il cantare male o cantare cose sbagliate non aiuta di certo la preghiera.

Dopo la Messa ho un po’ girovagato per il centro di Roma. Prima sono entrato in una chiesa dove si celebrava con il Messale pre conciliare, al momento in cui un coro polifonico cantava l’Agnus Dei e tutti erano inginocchiati per l’elevazione dell’Ostia consacrata. C’era, evidentemente, una atmosfera molto spirituale.
Successivamente sono entrato in un’altra bella e spaziosa chiesa non lontano da Largo Argentina. Purtroppo qui il canto eseguito durante la liturgia strideva completamente con la maestà della chiesa. Una persona al pianoforte elettronico (?!?) con sottofondo di un tappeto di archi (prodotti dalla stessa tastiera) cantava un canto che parlava della gioia e lo cantava proprio al modo di un cantante pop degli anni ‘80. C’era una atmosfera melensa e sdolcinata, proprio creando un contrasto netto con la liturgia e con la bellezza della chiesa. Sembrava un piano bar. Il sentimentalismo è una delle pesti dell’epoca contemporanea nella musica liturgica, una infezione di sentimentalismo, almeno qui a Roma, a cui non sono totalmente estranee le istituzioni ufficiali della Chiesa cattolica.

Poi sono andato nel quartiere ebraico di Roma, in una chiesa che per tanto tempo desideravo visitare e che sempre avevo trovato chiusa. La chiesa era piena di fedeli di origine africana. Entrando sono rimasto favorevolmente colpito che un coro, anche composto da africani, cantava il Credo in canto gregoriano e tutta la chiesa rispondeva. Inoltre, alla preghiera dei fedeli in inglese si rispondeva con un ritornello in latino con una armonizzazione da parte del coro. Cantavano in latino e tutti cantavano.

Credo che ognuno può fare le sue valutazioni.