
York Minster è la sede dell’arcivescovo di York, la seconda carica più alta della Chiesa d’Inghilterra; fu consacrata come edificio cattolico nel 1472, prima della Riforma inglese. (foto: Di MatzeTrier - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7305844)
"La nuova fase sinodale annunciata inizierà a livello locale nel 2026, poi passerà alle conferenze episcopali nazionali e internazionali nel 2027, prima di proseguire con una valutazione continentale nella prima metà del 2028 e concludersi con l’assemblea ecclesiale".
Luigi C.
di Edward Pentin, TFP
CITTÀ DEL VATICANO — Mentre il Vaticano dà il via a una fase triennale di attuazione del Sinodo sulla Sinodalità, il processo — già criticato perché flirterebbe con l’ecclesiologia protestante — si sta forse spingendo sempre di più verso un modello di governo estraneo alla Chiesa cattolica?
Il 15 marzo, il cardinale Mario Grech, segretario generale del Segretariato Generale del Sinodo, ha annunciato che il “Processo di Accompagnamento della Fase di Attuazione del Sinodo sulla Sinodalità” culminerà nell’ottobre 2028 non con un sinodo dei vescovi, ma con qualcosa di nuovo nel governo della Chiesa cattolica: un’“assemblea ecclesiale” in cui il “Popolo di Dio”, composto da un numero pressoché uguale di vescovi, clero, religiosi e laici, proporrà prospettive “per l’intera Chiesa”.
Si tratta di una notevole deviazione rispetto alle precedenti assemblee del Sinodo sulla Sinodalità, dove la maggioranza dei voti era espressa dai vescovi.
Il cardinale Grech ha confermato in un’intervista con Vatican Media che, poiché l’assemblea ecclesiale sarà un raduno di tutta la Chiesa, essa sarà diversa “per natura e funzione” da un tradizionale Sinodo dei Vescovi, “che è e rimane essenzialmente un’assemblea di vescovi”.
L’obiettivo di questo “cammino” di attuazione, ha affermato, è “aiutare le chiese a camminare in stile sinodale” e garantire che “una vera ‘conversione’, un cambiamento di mentalità” abbia “il tempo di mettere radici nella prassi della Chiesa”. Il processo mira anche a rafforzare “i legami tra le Chiese a livello nazionale, regionale e continentale”.
Il Register ha contattato il cardinale Grech per un commento su queste preoccupazioni, ma il suo portavoce ha detto che al momento il porporato non rilascia interviste.
La nuova fase annunciata, che inizierà quest’estate, è stata “definitivamente approvata” da Papa Francesco dal letto d’ospedale l’11 marzo. Essa comprenderà tre “assemblee di valutazione” scaglionate lungo tre anni: a livello locale nel 2026, poi a livello delle conferenze episcopali nazionali e internazionali nel 2027, quindi una valutazione a livello continentale nella prima metà del 2028 e, infine, l’assemblea ecclesiale, con l’approvazione finale lasciata al Papa.
Autorità episcopale indebolita
Ma padre Gerald Murray, commentatore di EWTN, canonista e sacerdote dell’arcidiocesi di New York, ha individuato quello che ritiene essere un grave problema dell’assemblea ecclesiale: i vescovi che parteciperanno a questo storico evento non saranno la maggioranza, e l’assemblea ecclesiale avrà l’ultima parola su cosa significhi la sinodalità e su ciò che il resto della Chiesa dovrà adottare per essere sinodale.
“L’autorità del collegio episcopale, sotto e in unione con il Papa, di insegnare, santificare e governare il Popolo di Dio, viene da Cristo e non può legittimamente essere subordinata a un accordo che suddivida tale autorità esclusiva a un’assemblea composta da sacerdoti, diaconi, religiosi e laici”, ha dichiarato padre Murray al Register.
In quanto tale, egli ritiene che l’assemblea ecclesiale non possa esercitare il ruolo di un’assemblea sinodale, ma solo quello di un “pseudo-sinodo illegittimo che rivendica poteri che non può in alcun modo detenere”.
“I pastori governano il gregge; il gregge non governa i pastori”, ha sottolineato padre Murray.
Le preoccupazioni di padre Murray riecheggiano quelle del cardinale Gerhard Müller, che ha spiegato al Register che nella Chiesa cattolica “i vescovi sono tali perché hanno autorità e diritto divino; essi possiedono il magistero. I laici hanno la missione apostolica, ma non la stessa autorità dei vescovi”. Il Papa, ha aggiunto l’ex prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, “non può assorbire tutta l’autorità dei vescovi e trasferirla ai laici. Non ha l’autorità per cambiare l’ordine sacramentale della Chiesa”.
Ha raccomandato a coloro che sono coinvolti nel sinodo di studiare i primi tre capitoli della Lumen Gentium, che trattano della natura, missione e struttura della Chiesa, oltre a approfondire la dogmatica del papato e il ruolo del pontefice nei primi concili ecumenici.
Sia lui che padre Murray hanno affermato che il modello dell’assemblea ecclesiale assomiglia molto al Sinodo Generale della Chiesa d’Inghilterra.
La Chiesa d’Inghilterra è caratterizzata dall’“essere guidata dai vescovi ed essere governata in modo sinodale”, il che significa che è guidata dai vescovi, ma le sue prassi e le sue leggi sono stabilite tramite sinodi diocesani, in primo luogo il Sinodo Generale, comunemente noto come “parlamento” della Chiesa d’Inghilterra. Sia i sinodi diocesani sia il Sinodo Generale sono composti da clero, vescovi e laici.
Il Sinodo Generale risale al 1970, ma la Chiesa d’Inghilterra adotta un metodo di governo sinodale almeno dal 1919, anno di istituzione del suo precursore, la Church Assembly, un organo che godeva di poteri più ristretti e di minor rilievo giuridico rispetto al Sinodo Generale nel governo della Chiesa d’Inghilterra.
In quanto assemblea nazionale permanente e organo legislativo della Chiesa d’Inghilterra, il Sinodo Generale e l’assemblea ecclesiale del Sinodo sulla Sinodalità hanno diverse somiglianze: entrambi godono di un’ampia partecipazione decisionale, che include vescovi, clero e, soprattutto, laici; hanno il potere di esaminare e approvare proposte attraverso votazioni; e in entrambi i casi hanno un ruolo nel valutare e attuare cambiamenti nelle prassi e nelle politiche ecclesiali, sebbene per quanto riguarda l’assemblea ecclesiale la decisione finale spetti al Papa.
Le due realtà condividono anche lo stesso obiettivo di influenzare le rispettive strutture ecclesiali più ampie: l’assemblea ecclesiale sintetizzerà le intuizioni per un’applicazione globale all’interno della Chiesa cattolica, mentre le decisioni del Sinodo Generale spesso hanno ripercussioni sulle leggi nazionali grazie al carattere statutario di quest’organo nella Chiesa d’Inghilterra.
La permanenza del Sinodo Generale rispecchia inoltre le speranze di coloro che guidano i processi sinodali nella Chiesa cattolica di dotarsi di una struttura sinodale duratura — speranza che risale almeno al “sogno” del compianto cardinale Carlo Maria Martini, considerato di tendenza eterodossa, che immaginava una struttura sinodale permanente come strumento per introdurre l’eterodossia nella Chiesa e come alternativa alla convocazione di un Concilio Vaticano III.
In un articolo pubblicato il 20 marzo sul settimanale cattolico progressista inglese The Tablet, intitolato “Papa Francesco e la rivoluzione permanente”, il partecipante al sinodo nonché biografo papale Austen Ivereigh ha affermato che il Sinodo sulla Sinodalità sarà “almeno” un “evento di riforma della durata di sei anni” e “decisamente più lungo del Concilio Vaticano II (1962-65)”.
A differenza del Concilio, ha precisato, esso “darà voce non solo ai vescovi di tutto il mondo, ma anche al Popolo di Dio in generale, completando così ciò che il Concilio ha iniziato ma non ha mai portato a termine”.
I suoi poteri non si spingeranno fino a includere quelli esercitati dal Sinodo Generale, dal momento che quest’ultimo può influire sulla legislazione nazionale, mentre l’assemblea ecclesiale avrà un ruolo più di valutazione e consultazione, offrendo raccomandazioni per il discernimento pontificio piuttosto che promulgare norme legislative, con il Papa che ha l’ultima parola.
Tuttavia, quando si tratta di questioni di rilievo sia per i responsabili del sinodo cattolico sia per coloro che prendono decisioni nel Sinodo Generale, vi sono sovrapposizioni. Entrambi danno grande importanza all’inclusività, con il Sinodo Generale che compie passi verso una maggiore inclusione LGBTQ, la piena integrazione delle donne nei ruoli di leadership e nel processo decisionale, ponendo in cima alle priorità la giustizia razziale e riforme volte a garantire che i laici costituiscano la maggioranza nei consigli parrocchiali.
Tali questioni sono state fortemente politicizzate e divisive all’interno della Chiesa d’Inghilterra, causando scismi interni, e gran parte della colpa è stata attribuita alla governance sinodale, aggravata da quella che la dichiarazione vaticana Dominus Iesus (2000) ha definito la sua “condizione gravemente deficitaria” rispetto alla Chiesa cattolica.
Gavin Ashenden, convertito al cattolicesimo dalla Chiesa d’Inghilterra, in cui è stato membro del Sinodo Generale per 20 anni in rappresentanza della circoscrizione dei teologi universitari, ha dichiarato al Register che, nell’insieme, l’esperienza sinodale nella Chiesa d’Inghilterra è stata tale per cui “i laici, in particolare, vi hanno introdotto un gusto per l’esercizio della politica e del potere, espresso attraverso il ricorso ai muscoli della democrazia, a scapito della spiritualità biblica o tradizionale”.
“In assenza dell’autorità di un magistero anglicano o della leadership episcopale, la riflessione teologica ha ceduto il passo allo Zeitgeist secolare”, ha affermato. “Lo spirito del tempo ha trionfato in ogni confronto. La sinodalità e la democrazia si sono rivelate semplicemente un mezzo per sostituire la saggezza della santità con la politicizzazione dell’etica relativistica e della lotta per il potere”.
Frazionismo e punti di conflitto
Il Sinodo Generale è spesso stato oggetto di critiche da parte sia dell’ala progressista sia di quella tradizionale della comunità ecclesiale. L’organo è stato accusato di frazionismo e di logiche di punteggio piuttosto che di dialogo costruttivo, e si ritiene che la sua atmosfera politica pregiudichi un processo decisionale efficace, contribuendo a generare disillusione tra i suoi membri. I critici hanno spesso indicato l’abbandono della fedeltà alla Scrittura e alla tradizione anglicana come ragione principale. Diverse questioni controverse all’interno della Chiesa d’Inghilterra, approvate dal Sinodo Generale — dall’ordinazione delle donne al sacerdozio (1992) alla benedizione delle coppie omosessuali (2024) — sono state imputate a ciò.
Dunque, l’assemblea ecclesiale potrebbe portare gli stessi esiti problematici? Padre Murray ne è convinto e ritiene che servirà come strumento per coloro che sono “insoddisfatti” di come “sono state affrontate finora l’ordinazione delle donne al diaconato e al sacerdozio, l’immoralità degli atti omosessuali e altri insegnamenti controversi”. Chiunque sia al potere ora, a suo dire, “ripone le speranze di vittoria in un’assemblea che non sia composta principalmente da vescovi”.
Padre Murray ritiene che l’assemblea ecclesiale e l’intera nuova fase del Sinodo sulla Sinodalità siano “chiaramente un tentativo di strappare il potere all’episcopato e trasferirlo nelle mani di laici selezionati, i quali finalmente metteranno a posto quello che vescovi ostinati non sono riusciti a cambiare”.
Si tratta, ha aggiunto, di “un’innovazione rivoluzionaria che contraddice la dottrina cattolica e rappresenta una grave minaccia per l’unità della Chiesa e il bene spirituale dei fedeli”.
Il cardinale Müller ha affermato che gli organizzatori del sinodo si basano soltanto su una “sensazione di essere autorizzati dallo Spirito Santo,” ma ha sottolineato che lo Spirito Santo “è lo spirito del Figlio e del Padre. Non è un’assemblea. Qui c’è un atteggiamento assembleare in senso romantico, un sentimento romantico del popolo. Dobbiamo però guardare a ciò che dice la parola di Dio, non al sentire soggettivo di chi richiama lo Spirito Santo senza fondarsi sulla realtà. Queste persone promuovono soltanto le proprie idee, e tali idee attingono più dalla sociologia e dalla psicologia che dalla vera dottrina.”
“Quello che vedo oggettivamente è che ci stiamo muovendo nella direzione sbagliata”, ha detto. “Deve essere corretto in base all’ecclesiologia cattolica”.
Fonte: National Catholic Register, 31 Marzo 2025. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.