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Schola Palatina. Tutti gli appuntamenti del mese di APRILE

Riceviamo e pubblichiamo. Luigi C. APPUNTAMENTI DEL MESE DI APRILE Oggi è ultimo giorno del mese di marzo ed eccoci con il nostro consueto ...

giovedì 20 febbraio 2025

Un Papa che scrive, scrive, scrive… per chi? Per i posteri? Per nessuno?

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1164 pubblicata da Paix Liturgique il 19 febbraio, in cui si commenta l’abnorme produzione «scritturistica» di papa Francesco.
Già un anno fa su MiL-Messainlatino.it avevamo analizzato l’ipertrofica attività normativa utilizzando (ed abusando) lo strumento del motu proprio (QUI); ora ci si sofferma anche sui libri e sugli interventi che riguardano ormai i più disparati argomenti, lontani da qualsiasi riferimento teologico ed insegnamento magisteriale, ma perfettamente allineato alle «aspettative del mondo», ai «segni dei tempi imposti da lobby che dovrebbero giustificare tale abbandono della teologia morale».

L.V.


Auguriamo una pronta guarigione a papa Francesco, afflitto da una brutta bronchite. E gli auguriamo anche di potersi riposare un po’.

Perché oggi ci sono Capi di Stato democratici che si sentono obbligati a parlare in continuazione per riempire lo spazio mediatico, distrarre i loro oppositori, confonderli e cercare di raggiungere i loro scopi. E oggi c’è un Papa non democratico, che si sente obbligato a scrivere su tutti gli argomenti, e i cui scritti occupano uno scaffale intero in ogni biblioteca del seminario. La loro lista, riportata sul sito del Vaticano, è riprodotta in allegato.

Se non si è troppo appassionati di bolle – il sito del Vaticano ne indica solo due, quella per il Giubileo della Misericordia nel 2015 e quella per il Giubileo del 2025 [QUI: N.d.T.], le esortazioni apostoliche [QUI: N.d.T.] e soprattutto i motu proprio piovono a dirotto – il sito del Vaticano li elenca su cinque pagine [QUI: N.d.T.]! Dalla ripartizione del territorio della Diocesi di Roma [QUI: N.d.T.] alla modifica della legge propria del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica [QUI: N.d.T.], passando per «trasparenza, il controllo e la concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici della Santa Sede» [QUI: N.d.T.], le Prelature personali [QUI: N.d.T.], la riforma del diritto penale delle Chiese orientali [QUI: N.d.T.], il patrimonio della Sede apostolica [QUI: N.d.T.], lArchivio segreto vaticano [QUI: N.d.T.], la «formazione liturgica del popolo di Dio» (è vero che ce n’è bisogno…) [QUI: N.d.T.], il Fondo pensioni del Vaticano [QUI: N.d.T.] e quant’altro? Papa Francesco vuole decisamente lasciare il segno ovunque, erigendo un monumento di leggi, decreti, interventi, alcuni diranno un monumento di carta per le generazioni future.

Ovviamente non dimentica i grandi e importanti argomenti. In primo luogo, la caccia ai fedeli della vecchia Messa, con la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970 [QUI: N.d.T.]. La fratellanza universale? Certo, con la lettera enciclica Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale [QUI: N.d.T.], tranne che per quei rompiscatole, pidocchiosi, rognosi, trasandati, che nessuna vergogna macchia, i fedeli della Santa Messa tradizionale, i rinnegati della grande kermesse sinodale, e poi anche i Siro-malabaresi in India… che vogliono la Messa di fronte al popolo. La famiglia? Ne parla l’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia sull’amore nella famiglia [QUI: N.d.T.], un testo che fa esplodere la morale familiare e che ha diviso e sconcertato, per non dire altro. Papa Francesco lo adora. Anche l’ecologia, perché ha un’opinione in merito, nella lettera enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune [QUI: N.d.T.], tranne che sono stati sacrificati tanti alberi per stampare le numerose opere di papa Francesco!

Ha anche le sue idee «sul ruolo della letteratura nella formazione», una lettera inviata non solo ai seminaristi ma a tutti i Cristiani, tradotta in otto lingue, il 17 luglio scorso, scritta forse per sfuggire alla torpore indotto dal caldo di un’estate romana, poiché egli stesso evoca coloro che sono «nella noia delle vacanze, nel caldo e nella solitudine di alcuni quartieri deserti» [QUI: N.d.T.]. Papa Francesco, solo nel suo ufficio climatizzato, consiglia loro, in un lungo sviluppo con forti citazioni, di leggere grandi romanzi. Un’intelligenza artificiale un po’ scherzosa potrebbe riprendere questa lettera e duplicarla all’infinito su tutti gli argomenti importanti che papa Francesco non ha ancora affrontato: i vantaggi comparati della cucina con il burro e della cucina con l’olio, della medicina omeopatica, della corsa, del car pooling ecc.

Non dimentichiamo la decina di libri scritti prima del suo pontificato, che ora si trovano su quei famosi scaffali, e tutti quelli, generalmente in italiano, che ha scritto o fatto scrivere durante il suo pontificato. Sono già diciassette.

Per quanto riguarda il Magistero della Chiesa, aspetterà.

Un Papa non dovrebbe scrivere questo

Dell’ultimo libro di papa Francesco, Spera [QUI; QUI su MiL: N.d.T.], abbiamo ricordato soprattutto il passaggio che riguarda coloro che sono fedeli alla Santa Messa tradizionale, un raduno che «si accompagna alle sartorie ricercate e costose, ai pizzi, ai merletti, ai rocchetti» indossate da preti che sono malati mentali: «questi travestimenti celano squilibri, deviazioni affettive, difficoltà comportamentali […] qualcosa che non va, qualcosa che porta a celare la propria personalità in contesti chiusi o settari» [QUI e QUI; QUI e QUI su MiL: N.d.T.]. In breve, sarebbe prudente che i Vescovi segnalassero al più presto questi sacerdoti ai Procuratori e che la Commission indépendante sur les abus sexuels dans l’Eglise si occupasse di risarcire le vittime che assistono alle Sante Messe di questi squilibrati.

L’Union Lex Orandi ha manifestato il suo stupore [QUI: N.d.T.]:

Non immaginiamo che San Giovanni Paolo II o Papa Benedetto XVI osino fare simili amalgami. Ma papa Francesco, fin dalla lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes, ci ha abituati al principio dell’accusa senza fondamento e della punizione collettiva. Queste parole di Spera non devono quindi stupirci. Possono, invece, affliggerci. In un certo senso, devono farci riflettere: come comprendere il soggettivismo che guida queste parole, come se il punto di vista di papa Francesco sull’attaccamento alla liturgia tradizionale potesse essere costruito solo per autoreferenzialità, senza considerare il sacro mistero in gioco o coloro che ne traggono nutrimento? Come comprendere il ricorso a tali caricature e a tali amalgami? Come comprendere il riferimento esclusivo a ciò che è transitorio, fugace, in movimento, e questa condanna di ciò che è radicato, stabile, permanente: «Se non procede, se non si muove, la vita, quella vegetale, quella animale, quella umana, muore. Camminare vuol dire cambiare, affrontare scenari nuovi, accettare nuove sfide». Quest’ultima citazione di Spera non ha alcuna parentela di pensiero con quest’altra citazione: «I filosofi non hanno fatto che interpretare il mondo in modi diversi; ciò che conta è trasformarlo» (Karl Marx, Thesen über Feuerbach, 1845)?

L’Union Lex Orandi pone l’accento su ciò che alla fine pone più problemi. Un tempo – e si spera che lo sarà anche in futuro – i Papi scrivevano per la Chiesa, la Cristianità, il credo, l’eternità. Si inserivano nel solco del magistero, quello della storia della Chiesa, e lo prolungavano per i Cristiani di oggi e di domani. È vero che, dopo il Concilio Vaticano II, non è più sempre così evidente, ma c’erano ancora bei resti che miravano essenzialmente al magistero morale (lettera enciclica Veritatis splendor circa alcune questioni fondamentali dell’insegnamento morale della Chiesa). Quanto a papa Francesco, scrive solo per se stesso, in funzione di se stesso e di ciò che percepisce delle aspettative del mondo, dei «segni dei tempi» imposti da lobby che dovrebbero giustificare tale abbandono della teologia morale, tale polvere negli occhi sinodale.

I testi che hanno diviso maggiormente – in primo luogo la dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni [QUI: N.d.T.], sulla benedizione delle coppie al di fuori dei normali standard morali, respinto da molti Vescovi africani, asiatici, dei paesi dell’Europa dell’Est e dell’Asia centrale, di buona parte degli Stati Uniti – senza dubbio la maggior parte dei Cristiani nel mondo – sono stati ispirati dal desiderio di dare garanzie al mondo, in linea con il liberalismo cattolico così ben rappresentato a Roma negli ultimi sessant’anni.

Estenuante. Anche spaventoso. Quousque tandem abutere, Francisce, patientia nostra?

6 commenti:

  1. Infatti, un Papa che scrive, scrive... come mínimo, uno si chiede a ché lettore è rivolto? Mi riferisco all'ultimo libro di Francesco, per me libro ENIGMATICO, già sólo nel:
    - Titolo
    - Copertina (immagine + dichiarazione contenuto)

    Il titolo 'Spera', con i suoi vari significati, è vago.

    Spera dal latino sphaera, sfera, palla (forse con quest'ultimo termine, riferito al contenuto?)...
    O 'Spera' nel senso di sperare? Ma il titolo non è 'Spera in Dio', o magari sólo 'Spera', con una immagine di Dio, ma bensì quel 'spera' è legato alla immagine di Bergoglio.! .. cioè? Dobbiamo 'sperare' in Bergoglio?...
    In che senso? A chi è rivolto? Ai suoi? se ancora non vedono la piena applicazione della sua ' idea' di chiesa?...
    O 'Spera' nel senso di Speranza come virtù? Allora perché non l'ha intitolato 'La speranza' o solo 'Speranza' così come il titoli dello stesso libro tradotto in altre lingue? Poi, se questo è il caso, cosa c'entra la virtù della 'speranza' con una 'biografia' del Papa?...
    O 'Spera' come sinonimo di 'spera di sole'?... Cioè, il contenuto di queste sue parole, sono un 'raggio di luce'? Quando il contrario di questo è stato il pontificato?...
    O 'Spera' nel senso di 'ancora', che 'ferma' l'imbarcazione? E quale, quella di Pietro? Cioè, si deve 'fermare' qui, cosi, con tutti questi 'sviluppi' in mezzo al mare?...
    O 'Spera' che, dal senese, è uno 'specchio da tavolo'?... Con questo senso, il tutto quadra. Il Papa, che si guarda allo specchio, scrive la sua storia, accompagnata dalla sua immagine.
    O 'Spera' dal dialetto trevignano, come 'travicello', col senso di 'costruzione'?... Cioè, la 'nuova chiesa'?... O dallo stesso dialetto, come modo di dire 'fare il travicello'? Di cui in senso ironico di fare il travicello, di cui ne deriva la morale della favola di G. Giusti del 'Re' travicello'? , che dice: "un sovrano inetto o una persona che occupa una posizione importante, ma che non ha autorità o capacità a esercitare il potere".
    ...
    Insomma, non ho capito il 'senso' di questo titolo, cosa c'entra la sua immagine, il perché di questo libro!, quando, è una ennessima biografia (magari con qualche particolare o 'chiaccheriggio' diverso) e sopratutto vorrei capire per quale motivo, voleva che questo libro uscisse soltanto dopo la sua morte, ciò che poi ha 'contradetto' !

    Insomma, tutto un 'enigma'!

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    1. Errore, insieme al 'chiacchericcio', leggasi trevigiano, no trevignano.

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  2. Ancora una volta mi chiedo: perché tutti quelli che scrivono sul Papa attuale non si rivolgono direttamente a Papa Francesco contestandogli gli errori che espone e invitandolo a correggerli, seguendo le orme di Cristo, di cui egli è il Vicario?
    Il sottoscritto, che è un fedele laico - e non appartiene a nessuno dei vari movimenti ecclesiali - ha scritto una lettera al Santo Padre, una prima volta per chiedergli di revocare la 'Fiducia Supplicans' (pubblicata su Duc in altum il 9 aprile 2024), e una seconda correggendolo per lo speech di Singapore su tutte le religioni equivalenti (lettera pubblicata su MiL il 14 ottobree 2024: per cercarla digitare: 'professore del policlinico Gemelli scrive ...].
    Io credo che sia sacrosanto che qualunque battezzato operi l'evangelica correzione fraterna, e invece non lo fa quasi nessuno, forse per un malinteso senso dell'autorità (anche di quella apicale, pontificia) nella Chiesa.
    Invitando tutti a inondare di lettere personali l'indirizzo di Santa Marta (dsm@org.va), dopo aver pregato per il Papa e la sua salute, un cordiale saluto. Angelo Di Marzo, medico.

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  3. Scrivere al Papa? E a che pro?
    Per "contestare gli errori che espone e invitarlo a correggere"?
    Quando, invece, Papa Francesco desidera fare tutto da solo e, 'di errori e consigli' non ne vuol sentir parlare?
    Perché?, si è visto che 'riunisce' e interpella forse i suoi fratelli nell'episcopato per 'consigliarsi' davanti a una decisione da intraprendere, che riguarda tutta la Chiesa?
    Ha dato risposta 'mirata' ai Cardinali e il loro quesiti dei 'dubia'?
    O il comportamento che ha avuto verso il Card. Zen, che con i suoi 90 anni, 90 anni!!, ha fatto il viaggio dalla Cina per parlare con Papa Francesco, che non solo non l'ha voluto ascoltare, ma nemmeno accolto?
    O quando, come 'vescovo' evita per anni, anni e anni (oltre alla scusa del covid) l'incontro coi sacerdoti della sua diocesi, appunto perché cercano una sua risposta alle loro tante domande?
    ....
    Allora, scrivere, a che pro?
    Mi dica, dott., lei che ha scritto, invece con lei è accaduto diversamente?

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    1. Illustre anonimo, il Santo Padre non ha risposto a nessuna delle mie due lettere, ma che importa? Molti lettori forse hanno apprezzato uno stile di comunicazione, senza livore, a chiare lettere ma con affetto.
      E inoltre, la levata di scudi di molti vescovi contro la Fiducia Supplicans (quasi tutti gli africani, episcopati dell'est Europa, parte degli americani, ecc.) ha avuto certamente una ripercussione positiva, inducendo Francesco a dichiarare che la benedizione patrocinata dalla Fiducia Supplicans non era rivolta alla coppia (il che significherebbe approvare il peccato omosessuale), ma ai singoli soggetti.
      Probabilmente i 4 cardinali dei Dubia sono stati troppo arrendevoli, perdendosi oltretutto in un mare di parole, e non hanno insistito, senza mezzi termini, col Papa (e due di loro sono anche morti).
      Io sono arciconvinto che sia utile comunicare direttamente col Santo Padre, e trattarlo come un padre che sta sbagliando: e poiché Francesco tiene molto al consenso dei cattolici (ripete infatti di non pregare contro, ma a favore), egli non sarebbe di certo indifferente alle critiche aperte, ma rispettose, di molti suoi figli.
      In questo momento il Padre comune è malato, e tutti pregano per lui, perché ci sono legati sentimentalmente e non vogliono perderlo, ma la preghiera dei fedeli deve essere obiettiva: questa è una prova che la Provvidenza manda al Papa (e anche al popolo di Dio) per farlo convertire.
      E allora io dico: " Santità, pensi alla sua anima, che vivrà in eterno, e torni sui suoi passi: permetta a milioni di cattolici di celebrare la Santa Messa Tridentina (e chieda perdono per gli insulti che ha loro riservato), pensi bene delle famiglie con molti figli (non sono dei conigli, ma spesso sono cristiani che si stanno santificando), sia Cristo presente tra i cristiani, riconoscendo che la nostra è la religione più efficace di tutte, non per merito degli uomini, ma per volontà di Dio".
      E aggiungo anche: "Santo Padre, ora che è malato, noi preghiamo per Lei, perché guarisca, ma soprattutto perché si converta e viva: si identifichi con la donna adultera e con l'uomo infermo da trentotto anni sul bordo della piscina di Bezathà, a cui Cristo disse: << Non peccare più, affinché non ti succeda di peggio >>.
      Angelo Di Marzo

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  4. Ringrazio, dott, la sua risposta, la quale immaginavo. Ritengo valido il suo pensiero, non so se l'agire lo sia altrettanto, quando si conosce l'interlocutore che, come ho detto sopra, non vuol sentir parlare di correzione. Personalmente conosco come e quando il Signore agisce in me, riconosco quel moto dentro che mi spinge all'azione, e di questa se ne serve. A volte senza sapere il 'dove' ne il 'perché', io vado, ho la certezza che nel silenzio darà, prima o poi, risposta e capirò. Così fa con me. Con Papa Francesco non ho mai provato questo, soltanto ora nella sua fragilità, nella sua malattia, nei suoi ultimi giorni, sarei lì, con la mia 'rigidità', a suo fianco, e capirebbe quanto sia dolce e, sopratutto importante che, persona 'rigida' (qualunque persona rígida, ancor meglio se prelato) sia in questo momento a suo fianco.
    Invece diversamente mi accadeva verso il suo predecessore, chissà perché?

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