Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1159 pubblicata da Paix Liturgique il 7 febbraio, in cui Martial Dumont presenta un excursus sui principali atti di papa Francesco che hanno portato divisioni e fratture all’interno della Chiesa cattolica o addirittura tra i Cristiani.
E ricorda l’ammonimento dello stesso papa Francesco: «la divisione è uno dei peccati più gravi, perché la rende segno non dell’opera di Dio, ma dell’opera del diavolo, il quale è per definizione colui che separa, che rovina i rapporti, che insinua pregiudizi».
L.V.
Una rubrica di Martial Dumont
In una lettera precedente ci siamo attenuti all’argomento universale per la decapitazione dei Vescovi, soprattutto se hanno successo e i loro seminari sono pieni, quello dei malcontenti che inevitabilmente creano e delle Diocesi «divise» [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]. Ma chi controlla gli ispettori? In dodici anni di pontificato di papa Francesco, le divisioni sono diventate sempre più evidenti, le dichiarazioni eterodosse si sono moltiplicate, così come i processi che tendono a trasformare la Chiesa in un’altra entità – la sinodalità ne è un esempio – e siamo ovviamente arrivati al punto in cui il Papa si sottrae apparentemente a grandi Paesi cristiani come Francia e Stati Uniti, con i quali il dialogo sembra essersi interrotto.
I viaggi di papa Francesco: Mongolia o Bahrein piuttosto che Parigi o la Germania
Papa Francesco ha recentemente visitato la Corsica – ma ha rifiutato la riapertura della Cathédrale Notre-Dame di Parigi – e nel settembre 2023 ha annunciato la sua visita in Provenza, dicendo «andrò a Marseille, ma in Francia no» [QUI: N.d.T.] – due visite che sono costate molto alle Diocesi interessate: 2 milioni di euro in Corsica e più di 1,5 milioni di euro a Marsiglia. Fino ad allora, aveva fatto solo una breve sosta per tenere un discorso a Strasburgo nel 2015. Il «popolo di Dio» francese, probabilmente troppo conservatore, dovrà aspettare.
Allo stesso modo, è stato negli Stati Uniti solo una volta, nel 2015 – con Cuba, dove è tornato nel 2016 – e la benedizione inviata al Presidente Donald J. Trump con il suo voto che «si impegni sempre nella costruzione di una società più giusta» in cui descrive gli Stati Uniti come «terra di opportunità e di accoglienza per tutti» sembra lontana anni luce dal programma del nuovo Presidente americano… e difficilmente riaprirà il dialogo [QUI: N.d.T.].
Per un papa che vuole avvicinare i Cristiani e che non ha esitato a viaggiare molto, papa Francesco ha avuto la tendenza a evitare i principali Paesi cristiani: è andato in Brasile una volta nel 2013, in Corea del Sud nel 2014, nelle Filippine nel 2015, in Polonia nel 2016, in Portogallo nel 2017 e in Irlanda nel 2018, cioè tante volte quante ne ha visitate la Bosnia (2015), la Repubblica Centrafricana (2015), la Georgia e l’Azerbaigian (2016) e il Bangladesh (2017), gli Stati baltici (2018), gli Emirati Arabi Uniti (2019), il Marocco e la Macedonia del Nord (2019), Malta (2022), il Kazakistan per un incontro ecumenico (2022), il Bahrein (2022) e la Mongolia (2023), un Paese con 1.450 Cattolici.
Certo, papa Francesco «potrebbe visitare l’India prima del previsto», dato che il subcontinente non ha visto un Papa dai tempi di San Giovanni Paolo II nel 1999, ma importanti Paesi cattolici come la Spagna, la Russia, la Germania e l’Austria sono stati puramente e semplicemente ignorati da papa Francesco, la cui visione della diplomazia e dell’attenzione per i suoi fedeli nel mondo è piuttosto traballante? o semplicemente in Europa.
Un papa che condanna le divisioni… ma le moltiplica
Fin dall’inizio del suo pontificato, papa Francesco ha attaccato le divisioni nella Chiesa, condannandole e criticandole. Il 27 agosto 2014, in un’udienza generale, ha affermato con forza che «in una comunità cristiana, la divisione è uno dei peccati più gravi, perché la rende segno non dell’opera di Dio, ma dell’opera del diavolo, il quale è per definizione colui che separa, che rovina i rapporti, che insinua pregiudizi… La divisione in una comunità cristiana […] è un peccato gravissimo, perché è opera del Diavolo» [QUI: N.d.T.].
E cosa ha fatto papa Francesco? Dopo aver fatto questa osservazione… ha moltiplicato le divisioni, in particolare con i testi che ha convalidato e che hanno generato divisioni crescenti. Nel 2015, non erano certo solo i Cristiani più conservatori ad opporsi alla lettera enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune (Cath CH 28/8/2015), che vedevano come se la Chiesa fosse al servizio della «frode ecologica» e della «lobby malthusiana», e, dall’altra parte, gli ecologisti non cristiani che deploravano il fatto che papa Francesco non incoraggiasse la limitazione della demografia (RCF 28/8/2017) – in altre parole l’aborto e la contraccezione. È difficile immaginare un Papa che approvi l’aborto per salvare il pianeta, anche se si tratta di papa Francesco. Così queste critiche molto marginali sono passate inosservate.
Ma nel 2016 erano già quattro Cardinali, il card. Walter Brandmüller, il card. Raymond Leo Burke, il card. Carlo Caffarra ed il card. Joachim Meisner, a presentare umilmente i loro «dubia» a papa Francesco dopo l’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia sull’amore nella famiglia [QUI; QUI su MiL: N.d.T.] – una mossa storica, mentre la stampa cattolica in Italia e negli Stati Uniti notava «divisioni ai vertici della gerarchia» nella Chiesa sui testi e le iniziative di papa Francesco.
Accresciute dall’Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per la regione panamazzonica, dal clamore suscitato dall’adorazione delle pachamama – rappresentazioni di una dea pagana – il 4 e il 7 ottobre 2019, prima che un Cattolico austriaco [Alexander Tschugguel: N.d.T.] inorridito da questa doppia profanazione le recuperasse, esposte in una chiesa vicina al Vaticano [Chiesa di Santa Maria in Transpontina: N.d.T.], e le gettasse nel fiume Tevere il 21 ottobre, queste crescenti divisioni sono state ignorate da papa Francesco.
Anzi, durante la pandemia di covid, papa Francesco moltiplicò i segni di sottomissione alla dittatura sanitaria, invitando regolarmente i Cristiani a vaccinarsi «come atto di amore» [QUI: N.d.T.]. Allo stesso tempo, il Vaticano ha minacciato di licenziare i dipendenti che avessero rifiutato il vaccino – cosa che alla fine è avvenuta, nonostante le smentite della Santa Sede – e il 15 ottobre 2021 il giornale svizzero in lingua francese L’Illustré ha pubblicato le testimonianze di sei guardie svizzere «cacciate come la peste» perché rifiutavano il vaccino [QUI: N.d.T.] – evidentemente, «l’amore» e gli abbracci gratuiti vanno bene per cinque minuti, ma papa Francesco preferisce gli atti di autorità.
Ma l’autorità che non ispira rispetto alla fine fallisce. La caccia alle streghe mondiale contro i fedeli della Santa Messa tradizionale, introdotta dalla lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970 nel luglio 2021 – un vero e proprio lasciapassare sanitario liturgico simile ai lasciapassare sanitari allora richiesti da un numero crescente di Stati occidentali e del Sud-Est asiatico, promettendo il bando sociale ai non vaccinati – ha continuato a minare l’autorità naturale del Papa e il rispetto dovuto alle sue iniziative continuarono a disintegrarsi, e divenne sempre più chiaro che papa Francesco stava deviando verso qualcosa di molto lontano dal magistero tradizionale della Chiesa, e anche della Chiesa in generale.
Crisi aperta: con la dichiarazione Fiducia supplicans, la maggioranza dei Cristiani rifiuta un testo papale
E quello che doveva accadere è successo il 18 dicembre 2023 con la dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni, un testo pasticciato del card. Víctor Manuel Fernández, Prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, autore di romanzi mistico-erotici in gioventù [QUI; QUI su MiL: N.d.T.] e connazionale di papa Francesco, che consente la benedizione non sacramentale alle coppie che si trovano in una situazione irregolare per la Chiesa – e in particolare alle unioni LGBT.
Con il pretesto di controllare gli eccessi che si erano già verificati nelle Diocesi dell’Europa occidentale – in particolare in Belgio, Austria e Germania, in alcuni Paesi dell’America Latina (Uruguay, Argentina) e in alcune Diocesi americane «progressiste» – le chiese si sono decorate con bandiere LGBT, carri parrocchiali in occasione di eventi gay-pride, Vescovi apertamente pro-LGBT, liturgie per la benedizione di unioni LGBT come nelle Diocesi fiamminghe, e certamente per fare bella figura con i grandi, papa Francesco si è scontrato con un muro di mattoni.
In Francia, solo una mezza dozzina di Vescovi ha approvato la dichiarazione Fiducia supplicans (tra cui Metz, Nancy, Verdun, Le Havre e Poitiers), mentre i dieci Vescovi della Provincia ecclesiastica di Rennes hanno pubblicato un testo congiunto nel gennaio 2024 in cui si chiede alla Chiesa di non benedire le coppie dello stesso sesso, ma solo i singoli individui [QUI: N.d.T.]. Il Patriarcato di Mosca ha condannato il testo e i copti ortodossi hanno interrotto il dialogo teologico con la Chiesa cattolica – il testo è riuscito a dividere i Cristiani un po’ più in là, oltre la Chiesa cattolica.
La dichiarazione Fiducia supplicans è rifiutata – nella misura in cui permette la benedizione delle unioni omosessuali – anche dai Vescovi o dalle Conferenze episcopali di Polonia, Ungheria, Ucraina (rito latino), Bielorussia, Russia, Kazakistan, Stati Uniti, Singapore… e soprattutto da tutte le Conferenze episcopali dell’Africa, tranne quelle del Nord Africa, che rappresentano Chiese ultra-minoritarie in Paesi quasi interamente musulmani. Il 16 gennaio, il card. Fridolin Ambongo Besungu O.F.M.Cap., Arcivescovo metropolita di Kinshasa e Presidente del Simposio delle Conferenze episcopali dell’Africa e del Madagascar, ha accusato «l’Occidente di perdere terreno in termini di valori» e la sua «morale decadente» [QUI: N.d.T.].
Mentre i Vescovi tedeschi, perseverando nei loro errori, parlavano di tagliare i sussidi che inviano ai Cattolici in Africa, e in particolare a quelli del Malawi che sono stati i primi a respingere bruscamente la dichiarazione Fiducia supplicans [QUI; QUI su MiL: N.d.T.], il Vaticano ha iniziato a ritrattare dolorosamente, proponendo il 4 gennaio una benedizione «di 10 o 15 secondi» [QUI: N.d.T.], lasciando poi che i Vescovi africani la ignorassero. Ciò non ha impedito al card. Fridolin Ambongo Besungu O.F.M.Cap. di tornare in auge a marzo, sostenendo che i Cattolici africani avevano sentito il testo come una «colonizzazione culturale» occidentale, e poi ad agosto «la dichiarazione Fiducia supplicans è sepolta, non ne parleremo più» [QUI: N.d.T.], affermazione non smentita da papa Francesco.
E a ragione! Mentre la dichiarazione Fiducia supplicans non è mai stata applicata in Africa o nel mondo russo, ci sono Vescovi e sacerdoti in Europa occidentale e in America latina che continuano a benedire le unioni omosessuali sotto il mantello – soprattutto se il richiedente paga bene o è un personaggio noto, anche se non hanno il diritto di farlo. Ci sono ancora bandiere LGBT e «Messe» nelle chiese in Svizzera e a New York. Insomma, c’è ancora molta confusione, la Chiesa dice ormai tutto e il suo contrario, le divisioni sono cresciute e alcuni fedeli si sentono smarriti. E soprattutto, per la prima volta da moltissimo tempo, la maggioranza dei Cristiani, attraverso i loro Vescovi o direttamente, si è opposta a un testo del Papa, rendendolo nullo. Ma non ufficialmente abrogato.
Papa Francesco e la Tradizione: pizzo e pregiudizio
Nell’agosto 2014, papa Francesco ha detto: «opera del diavolo, il quale è per definizione colui che separa, che rovina i rapporti, che insinua pregiudizi» [QUI: N.d.T.].
E a proposito di pregiudizi, i lettori dell’ultimo libro di papa Francesco, Spera, del gennaio 2025, sono stati ben serviti, quando in due pagine (268 e 269) si accinge a giustificare la sua persecuzione dei fedeli della Santa Messa tradizionale, riferendosi alla Santa Messa tradizionale come a una questione legata «alle sartorie ricercate e costose, ai pizzi, ai merletti, ai rocchetti» indossate dai malati di mente: «questi travestimenti celano squilibri, deviazioni affettive, difficoltà comportamentali […] c’è qualcosa che non va, qualcosa che porta a celare la propria personalità in contesti chiusi o settari» [QUI; QUI e QUI su MiL: N.d.T.].
Diffamare i fedeli e i sacerdoti perché non si è d’accordo con loro, per parafrasare il titolo di un libro fondamentale di interviste politiche, un Papa non dovrebbe dirlo… infatti, anche il correttore di bozze si è stufato, lasciando apparentemente San Vincent de Lérins, citato da papa Francesco per sostenere il suo ragionamento fallace, al… «XV secolo».
E la schizofrenia di papa Francesco colpisce ancora: «Se non procede, se non si muove, la vita, quella vegetale, quella animale, quella umana, muore» [tratto dall’autobiografia Spera: N.d.T.]. Papa Francesco ha sbattuto contro il muro della dichiarazione Fiducia supplicans, ma va avanti come se nulla fosse. Quando si parla di vaccini, ora sappiamo che erano costosi e inefficaci; quando si parla di misure sanitarie, sappiamo che hanno peggiorato le conseguenze sociali e societarie a lungo termine, che hanno fatto più male che bene. Qualunque cosa dica papa Francesco, non farà ammenda per aver sbagliato.
Le sue iniziative sull’ecologia, il divorzio e il matrimonio, la Santa Messa tradizionale e la sinodalità hanno seminato divisioni e perso i fedeli. Ma papa Francesco non si smuove, e chi non è d’accordo è un malato di mente in pizzo – continuerà a usare il pregiudizio contro di loro, a separarli dal resto della Chiesa, a designarli come nemici, a dividere, a perdere e a confondere con le sue dichiarazioni contraddittorie e sempre tonanti coloro che cercano di seguire il filo del magistero della Chiesa.
Quando il clero non vuole più un Vescovo calamitoso, lo trasferisce, come mons. Pascal Jean Marcel Wintzer, da Arcivescovo metropolita di Poitiers ad Arcivescovo di Sens-Auxerre [QUI, QUI, QUI, QUI e QUI; QUI, QUI, QUI, QUI e QUI su MiL: N.d.T.], e mons. Thierry Marie Scherrer, da Vescovo di Laval a Vescovo di Perpignano-Elne. Quando la Cristianità non vuole più un papa calamitoso, chi fermerà il massacro?
Non so, lo si potrebbe mandare per un luuungo periodo sul Monte Athos con il divieto assoluto di rilasciare interviste ai giornalisti, in special modo Fazio e scrivere autobiografie..
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