Già avevamo scritto che la battaglia iniziata dopo la diffusione della bozza di «opinion» con cui la maggioranza della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America sarebbe pronta a rovesciare la storica sentenza Roe v. Wade e revocare il diritto all’aborto a livello federale (QUI la notizia su MiL, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI commenti ed analisi) sarebbe stata lunga e – contro un nemico disposto a tutto e che non intende arrendersi – dura ed avevamo auspicato l’«alleanza dei buoni».
Dall’Arcidiocesi di San Francisco (al momento di redazione di questo articolo, il sito istituzionale risulta non raggiungibile) giunge questa importante notizia, che segna senz’altro un importante e certo confine nel rapporto tra la Chiesa Cattolica ed il Sacramento dell’Eucarestia da una parte ed il politici che manifestamente ed impenitentemente propagandano e sostengono posizioni incompatibili e contrarie alla dottrina cattolica, soprattutto in merito ai «principi che non sono negoziabili».
La presa di posizione ufficiale è di mons. Salvatore Joseph Cordileone, arcivescovo metropolita di San Francisco, prelato molto vicino alla Tradizione (QUI, QUI, QUI e QUI; tra l’altro avrebbe dovuto celebrare la Santa Messa pontificale nell’Arcibasilica di San Pietro in occasione del Pellegrinaggio internazionale dello scorso anno) e da sempre coraggioso ed indomito alfiere della sana dottrina, in particolare in materia di vita e di famiglia (QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI).
In conformità al canone 915 del codice di diritto canonico, il 19 maggio l’arcivescovo ha notificato alla deputata Nancy Pelosi – speaker della Camera dei Rappresentanti e leader del Partito Democratico eletta nel distretto sottoposto alla giurisdizione di mons. Cordileone, da sempre paladina del diritto all’aborto – quanto segue: «alla luce della mia responsabilità come Arcivescovo di San Francisco di essere “preoccupato per tutti i fedeli cristiani affidati alle [mie] cure” (Codice di Diritto Canonico, can. 383, §1), con la presente comunicazione Le comunico che non potrà presentarsi alla Santa Comunione e, qualora lo facesse, non sarà ammessa alla Santa Comunione, fino a quando non ripudierà pubblicamente la sua posizione a favore della legittimità dell’aborto e non si confesserà e riceverà l’assoluzione di questo grave peccato nel sacramento della Penitenza» (QUI il testo integrale, QUI il testo tradotto in italiano).
Nella sua lettera, mons. Cordileone conclude chiedendo «a tutti i fedeli dell’arcidiocesi di San Francisco di pregare per tutti i nostri legislatori, specialmente per quelli cattolici che promuovono l’aborto procurato, affinché con l’aiuto e sotto la guida dello Spirito Santo, possano subire una conversione del cuore in questa gravissima questione e la vita umana possa essere protetta e promossa in ogni fase e condizione della vita». Uniamo ed invitiamo i nostri lettori ad unirsi in questa preghiera e, nella preghiera, sostenere mons. Cordileone, sul quale – temiamo – si scatenerà a breve una tempesta mediatica senza precedenti.
Riportiamo di seguito l’articolo di Luke Coppen, pubblicato il 20 maggio sulla Catholic News Agency, che riassume la vicenda dal suo inizio e, in calce, la comunicazione notificata alla deputata Pelosi.
L.V.
L’arcivescovo Salvatore Cordileone ha annunciato venerdì che la presidente della Camera Nancy Pelosi non potrà essere ammessa alla Santa Comunione nell’arcidiocesi di San Francisco, né presentarsi a ricevere l’Eucaristia, finché non ripudierà pubblicamente il suo sostegno all’aborto.
Cordileone ha dichiarato il 20 maggio che il passo è stato «puramente pastorale, non politico» ed è avvenuto dopo che Pelosi (Democratica-California), che si è descritta come una «devota cattolica», ha ripetutamente respinto i suoi tentativi di contattarla per discutere del suo sostegno all’aborto.
Cordileone ha dichiarato di aver inviato la notifica a Pelosi, «un membro della nostra arcidiocesi», il 19 maggio. La leader democratica non ha risposto pubblicamente all’annuncio di Cordileone dopo che questo è stato diffuso ai media venerdì pomeriggio. In un’intervista del 2008 con C-SPAN, Pelosi aveva detto che il fatto che le venisse negata la Comunione sarebbe stato «un duro colpo», descrivendosi all’epoca come una «comunicante regolare».
Le istruzioni di Cordileone si applicano solo all’arcidiocesi di San Francisco. Altri vescovi hanno giurisdizione su tali questioni quando Pelosi si trova a Washington e in altre diocesi negli Stati Uniti e all’estero.
In una lettera del 20 maggio indirizzata ai laici cattolici, Cordileone ha spiegato di aver emanato l’istruzione in conformità al canone 915 del Codice di diritto canonico, che stabilisce che «coloro che… perseverano ostinatamente in un peccato grave manifesto non devono essere ammessi alla Santa Comunione».
«Dopo numerosi tentativi di parlare con lei per aiutarla a comprendere il grave male che sta perpetrando, lo scandalo che sta causando e il pericolo per la sua stessa anima che sta rischiando, ho stabilito che è giunto il momento di dichiarare pubblicamente che non sarà ammessa alla Santa Comunione a meno che e fino a quando non ripudierà pubblicamente il suo sostegno ai “diritti” dell’aborto e non si confesserà e riceverà l’assoluzione per la sua cooperazione a questo male nel sacramento della Penitenza», ha scritto Cordileone nella lettera.
Lettera separata inviata ai sacerdoti
In una lettera separata ai sacerdoti dell’arcidiocesi di San Francisco, anch’essa pubblicata venerdì, Cordileone ha risposto preventivamente alle critiche di «armare l’Eucaristia».
Ha insistito sul fatto che la sua decisione è una «semplice applicazione dell’insegnamento della Chiesa».
«Sono sempre stato molto chiaro, sia nelle mie parole che nelle mie azioni, che il mio motivo è pastorale, non politico», ha affermato nella lettera.
Nella stessa lettera, l’arcivescovo ha descritto i suoi ripetuti tentativi di incontrare la Pelosi – che rappresenta il 12º distretto di San Francisco, in California, al Congresso – da quando, nel settembre 2021, ha annunciato che avrebbe cercato di codificare la Roe v. Wade nella legge statunitense.
Ha detto di aver scritto alla Presidente della Camera nell’aprile di quest’anno, «descrivendo la posizione estrema in cui si è mossa sulla questione dell’aborto e spiegando lo scandalo che sta causando e il pericolo per la sua stessa anima».
«Le ho chiesto di ripudiare questa posizione, oppure di astenersi dal fare riferimento alla sua fede cattolica in pubblico e dal ricevere la Santa Comunione», ha scritto.
«Le ho anche detto che se si fosse rifiutata di farlo, sarei stato costretto a fare un annuncio pubblico che non sarebbe stata ammessa alla Santa Comunione».
Ha detto di non aver ricevuto alcuna risposta, ma ha contattato di nuovo la Pelosi un mese dopo, quando lei si è descritta come una «devota cattolica» mentre spiegava perché sosteneva l’aborto, sulla scia della fuga di notizie di una bozza di parere che suggeriva che la Corte Suprema avrebbe potuto abbattere Roe v. Wade.
«In conseguenza di tutto questo e di tutto ciò che lo ha preceduto», ha detto Cordileone ai sacerdoti, «è mia ferma opinione che questa resistenza al consiglio pastorale si sia protratta troppo a lungo, e che a questo punto non ci sia più nulla da fare per aiutare la Speaker a comprendere la gravità del male che la sua difesa dell’aborto sta perpetrando e lo scandalo che sta causando».
«Per questo motivo le ho inviato la suddetta Notifica di non ammissione alla Santa Comunione», ha scritto.
Un’impasse che dura da tempo
Cordileone e Pelosi si sono scontrati ripetutamente sull’aborto da quando Benedetto XVI ha nominato Cordileone alla guida dell’arcidiocesi di San Francisco nel 2012.
Le tensioni sono aumentate notevolmente nel 2021, quando la spinta per rovesciare la decisione Roe v. Wade del 1973 ha raggiunto la Corte Suprema e i vescovi statunitensi si sono impegnati in un’accesa discussione sull’opportunità di negare la Comunione ai politici favorevoli all’aborto.
Nel maggio del 2021, Pelosi ha dichiarato di essere «soddisfatta» di una lettera del Vaticano ai vescovi statunitensi che affrontava il dibattito. Ha affermato che il Vaticano aveva dato istruzioni ai vescovi di non essere «divisivi» sulla questione.
In risposta, Cordileone ha detto che il Vaticano stava in realtà promuovendo il «dialogo» tra i vescovi e i politici favorevoli all’aborto, «per aiutarli a comprendere il grave male che stanno contribuendo a perpetrare e accompagnarli a un cambiamento di cuore».
Nel luglio 2021, Cordileone ha criticato aspramente la Pelosi dopo che questa aveva citato la sua fede cattolica difendendo gli sforzi per consentire il finanziamento federale degli aborti elettivi.
L’arcivescovo ha lanciato una campagna di preghiera nel settembre 2021 con l’obiettivo di ispirare «una conversione del cuore» tra i politici che sostengono l’aborto, «a partire dal leader della Camera, la Speaker Nancy Pelosi».
Cordileone ha esortato i cattolici a firmare per la campagna «Rose e rosario per Nancy», che ha consegnato migliaia di rose alla speaker come simbolo di preghiera e digiuno per l’82enne madre di cinque figli.
Nell’ottobre 2021, Pelosi ha incontrato Papa Francesco in Vaticano. Commentando l’udienza, Cordileone ha detto che «i Papi incontrano tutti» e che l’incontro non ha significato un’approvazione papale delle opinioni della presidente della Camera sull’aborto.
Avvertimento sulle rappresaglie
Nella sua lettera ai sacerdoti, Cordileone ha riconosciuto che la sua decisione potrebbe portare a un aumento degli attacchi alle chiese cattoliche.
«Le nostre chiese sono già bersaglio di violenze e i nostri servizi di culto vengono interrotti, il che mi ha spinto a inviarvi il promemoria la scorsa settimana chiedendovi di essere più attenti alle misure di sicurezza nelle vostre proprietà. Ora è probabile che questi attacchi aumentino. Me ne rendo conto», ha detto.
«Ma per noi, fedeli discepoli di nostro Signore Gesù Cristo, questo è un motivo di gioia, perché l’unica ragione per cui questo sta accadendo è la coerente difesa della Chiesa cattolica della santità della vita umana in tutte le fasi e condizioni, e specialmente al suo inizio nel grembo della madre».
Cordileone ha continuato: «Sono convinto che questo sia il momento in cui Dio ci chiama a vivere l’ultima beatitudine: “Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e pronunceranno ogni sorta di male contro di voi falsamente a causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché la vostra ricompensa sarà grande nei cieli” (Matteo 5:11-12)».
Lo voglio come Sommo Pontefice!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaSi ostinano a definirsi cattolici ma non lo sono più da tanto tempo.Ma cosa si raccontano quando vanno a Roma a trovare il Papa?Eppure sembra che le chiacchierate siano quasi sempre molto cordiali ,escono tutti sorridenti e soddisfatti .Biden ,quello che appoggia l'aborto fino al nono mese ,il giorno dopo della visita a Francesco ha fatto la comunione.......
RispondiEliminaImmagino già la disperazione della Pelosi!
RispondiEliminaIl vescovo in questione forse non realizza che atteggiamenti da inquisitore del ‘500 come quello in oggetto sono completamente inutili nella società odierna laicizzata e secolarizzata. Oltre a farsi bello coi circoli tradizionalisti di cui è idolo, mi domando a che serva tale sparata.
Personaggi del genere fanno più male che bene alla Chiesa.
Bravo, rosica per il tuo idolo Pelosi, ma cerca di rosicare compostamente.
EliminaI giudizi temerari vanno confessati, lo sai?
EliminaPreso dall’eccitazione di veder scomunicare qualcuno, non hai capito un accidente di quello che ho scritto. Non mi stupisce; forse avrei dovuto scrivere in latino.