Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 1025 pubblicata da Paix Liturgique il 15 aprile, in cui si continua l’analisi della vicenda di madre Marie Ferréol, già Domenicana del Santo Spirito che – a seguito di una visita apostolica gestita dal card. Marc Armand Ouellet P.S.S. presso l’Institut des Dominicaines du Saint-Esprit – ha subito l’allontanamento e poi la riduzione allo stato laicale motivazioni pretestuose (ne abbiamo già scritto QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI su MiL).
Dopo essersi rivolta alla giustizia civile, il Tribunale di Lorient ha severamente condannato i persecutori di madre Marie Ferréol, con una dura sentenza che – nel ricostruire le tante bugie e scorrettezze di questa vicenda – getta più di un’ombra sulla Congregazione e sul Vaticano.
L.V.
Abbiamo già scritto dell’aridità e della palese mancanza di carità del comunicato con cui le Domenicane del Santo Spirito di Pontcallec annunciano di ricorrere in appello contro la sentenza del Tribunale di Lorient che condanna loro e gli altri persecutori di madre Marie Ferréol.
Tuttavia, nel loro comunicato stampa, le suore hanno utilizzato – per ignoranza o incompetenza – un argomento pretestuoso e impreciso, ovvero che la decisione del Tribunale di Lorient era stata emessa da un singolo giudice e non da un organo collegiale. Evidentemente incapaci di distinguere tra un giudice unico e un giudice relatore in una formazione collegiale – organizzazione che non era stata osteggiata dai loro avvocati – le suore stanno ancora una volta minando la loro difesa e compromettendo le loro argomentazioni.
Questa sentenza, pronunciata nell’ambito di una procedura di patteggiamento a giudice unico e non in camera di consiglio, è criticabile sotto diversi punti di vista e abbiamo incaricato i nostri avvocati di presentare immediatamente un ricorso presso la Corte d’appello di Rennes. Questa procedura di appello ci permetterà di evidenziare i numerosi errori di fatto e di diritto commessi dal primo giudice.
L’avv. Adeline le Gouvello de la Porte, avvocato di madre Marie Ferréol, ha rilasciato una dichiarazione per mettere le cose in chiaro e – ancora una volta – mettere la Chiesa al centro del villaggio:
Molte persone sono rimaste turbate dalla presunta mancanza di collegialità nella sentenza emessa dal Tribunale di Lorient il 3 aprile scorso, che condanna l’associazione Dominicaines du Saint-Esprit, il card. Marc Armand Ouellet P.S.S. e i visitatori apostolici, a risarcire i danni subiti dalla signora Ferréol.
Sembra quindi necessario che tutti possano leggere la sentenza su questo punto:
Composizione della corte durante il dibattito e le deliberazioni:
- sig.ra Picard, 1º Vicepresidente, Giudice Relatore;
- sig. Perrussel, Vicepresidente;
- sig.ra Pariguet, giudice.
Cancelliere: sig.ra le Hyaric, durante l’udienza e la pronuncia della sentenza
All’udienza, i dibattiti si sono svolti, come di consueto, davanti a un giudice relatore. Anche in questo caso la sentenza:
«Poiché gli avvocati delle parti non si sono opposti, la sig.ra Picard, 1º Vicepresidente, è stata incaricata della relazione e ha tenuto l’udienza da sola per ascoltare le memorie, sulle quali ha riferito alla Corte ai sensi dell’articolo 805 del codice di procedura civile».
«Nessuno degli avvocati si è quindi opposto a che l’udienza si svolgesse con un giudice relatore, né ha chiesto che si svolgesse con più giudici (opzione aperta e ben nota agli avvocati)», ha sottolineato l’avv. Adeline le Gouvello de la Porte, che ha trovato «più che sorprendente il tentativo di far credere che la decisione non sia stata collegiale, usando un linguaggio ambiguo; lamentarsi di una situazione che si è sottoscritta…».
E per concludere: «Non possiamo che rammaricarci che le comunicazioni si basino su elementi non oggettivamente fondati, con un’ambiguità che mira a minare la credibilità di una decisione giuridica».
Domenicane del Santo Spirito: una serie di approssimazioni e parole non dette
Non è la prima volta che le comunicazioni delle Domenicane del Santo Spirito screditano la loro difesa. Il 13 ottobre 2023, hanno riferito dell’udienza del 4 ottobre a Lorient:
Sabine Baudin de La Valette, dimessa dallo stato religioso dal Santo Padre nel 2021, chiede attraverso la giustizia civile, e in riparazione di una decisione che appartiene al Papa e alla Chiesa, la somma di quasi un milione di euro e la sua reintegrazione in una comunità religiosa.
In realtà si tratta di poco meno di 870.000 euro, e la decisione, come da prassi, non è stata ancora presa. La decisione, come ha dimostrato il Tribunale di Lorient che ha rilevato l’assenza di prove di un mandato del Papa al card. Marc Armand Ouellet P.S.S., non appartiene chiaramente al Papa e tanto meno alla Chiesa.
Più avanti, il comunicato stampa non esita a contraddirsi in due paragrafi:
Le suore del nostro Istituto sapevano di poter contare sulla stretta riservatezza dei loro scambi con i Visitatori apostolici, che è la regola in queste circostanze e che costituisce un diritto legittimo di ogni religioso nel contesto di una visita apostolica. Dopo la citazione a comparire davanti al Tribunale di Lorient, le nostre suore hanno presentato una quarantina di testimonianze in preparazione dell’udienza, sottolineando quanto il comportamento di Sabine Baudin de La Valette fosse stato problematico e dannoso, ed esprimendo il loro sollievo per essere state ascoltate e per il fatto che Sabine Baudin de La Valette non faceva più parte dell’Istituto.
Durante l’udienza, si è appreso che a madre Marie Ferréol era stato negato l’accesso al fascicolo canonico e alle rimostranze a causa del desiderio di proteggere la riservatezza dell’identità delle suore, ma che le attestazioni riportavano la loro identità (!).
Queste attestazioni continueranno a minare la difesa della Congregazione: quattordici della trentina di attestazioni sono opera di suore che non hanno vissuto in comunità con madre Marie Ferréol, e la maggior parte di esse presenta assurdità, la storia di una sciarpa persa e ritrovata nella sua stanza, di allieve meno sorridenti con le altre suore dopo aver lasciato la sua classe, la storia di un peluche, generalità, dicerie, dicerie e meschinità, come ci ha descritto una fonte vicina al caso durante l’udienza.
Correttezza e carità non si trovano: madre Marie Ferréol braccata fino in Texas
Il 26 aprile 2021, la Congregazione ha rilasciato una dichiarazione a seguito del licenziamento definitivo di madre Marie Ferréol, sempre con lo stesso stile di scrittura asciutto che è stato utilizzato in tutte le dichiarazioni dall’inizio della vicenda:
Nel contesto della visita apostolica iniziata lo scorso luglio, ci dispiace informarvi che oggi, 26 aprile 2021, madre Marie Ferréol è oggetto di una decisione di dimissione dall’Institut des Dominicaines du Saint-Esprit da parte del Santo Padre Francesco. Purtroppo, tutti i passi compiuti non hanno portato a nulla e madre Marie Ferréol non ha mostrato alcun desiderio di seguire il cammino di ritiro, di penitenza e di ritiro che il Santo Padre le ha chiesto.
In questo caso, un’altra menzogna – perché in mancanza di prove dell’esistenza di un mandato del Papa al card. Marc Armand Ouellet P.S.S., non è papa Francesco che sta dietro alle richieste, ma il card. Ouellet, e a madre Marie Ferréol non si può certo rimproverare di non aver seguito ordini ingiusti motivati da vendetta personale.
La fine del comunicato stampa è particolarmente in contrasto con quanto segue:
L’Institut des Dominicaines du Saint-Esprit agirà con equità e carità nei confronti di madre Marie Ferréol e ha preso provvedimenti in tal senso.
È senza dubbio per questa «correttezza e carità» che persone benevole hanno dato la caccia a madre Marie Ferréol ovunque cercasse lavoro… compresa una scuola in Texas, nella Diocesi di Tyler.
Mentre era stata avviata un’indagine canonica contro mons. Joseph Edward Strickland, Allora Vescovo di Tyler, in Texas, apparentemente in seguito ai suoi virulenti commenti contro gli errori propagati da papa Francesco, Paix Liturgique (lettre 946 ter) [QUI su MiL: N.d.T] ha riferito che un blog specializzato statunitense aveva rivelato il vero motivo:
«Il blog Where Peter is è stato informato da diverse fonti all’interno della Diocesi di Tyler che mons. Joseph Edward Strickland ha dato asilo a un’ex suora francese, Marie Ferréol, che è stata dimessa dallo stato clericale da papa Francesco nel 2021 dopo aver trascorso trentaquattro anni con le Domenicane del Santo Spirito a Pontcallec in Bretagna».
Date le descrizioni, non può che trattarsi di madre Marie Ferréol. Il blog americano cita l’articolo del quotidiano francese La Croix, che sostiene la tesi dell’accusa.
Secondo diverse fonti della Diocesi di Tyler, la donna ha trovato in qualche modo la strada per tornare a Tyler e si presenta ancora come una suora, nonostante il suo definitivo allontanamento dalla vita religiosa. Secondo un’e-mail inviata ai genitori degli studenti della Bishop Gorman High School all’inizio di quest’anno, «una suora» di nome «Suor Marie de la Valette» si è unita alla loro facoltà a gennaio, dove «ha assistito nelle lezioni di lingua mondiale e ha lavorato in biblioteca».
La sentenza del Tribunale di Lorient non ha trovato alcuna equità o carità nelle azioni della Congregazione nei confronti di madre Marie Ferréol:
Non solo l’associazione come entità legale aveva il dovere di rispettare i propri statuti, ma la comunità come membro del Sodalité des Vierges Dominicaines du Saint-Esprit, aveva il dovere di rispettare la propria costituzione. Inoltre, come comunità religiosa e come associazione dichiarata, non poteva ignorare né il diritto canonico né le regole generali del diritto relative al rispetto dei diritti della difesa, oltre ai diritti fondamentali dell’individuo.
Bugie e cose non dette sull’imbalsamazione di madre Marie Ferréol a Solesmes
Il 27 ottobre 2020, lo stesso giorno in cui madre Marie Ferréol è stata espulsa da Pontcallec e rinchiusa a Solesmes senza alcun legame con il mondo esterno, l’Institut des Dominicaines du Saint-Esprit di Pontcallec ha rilasciato una dichiarazione sulle conclusioni della visita apostolica.
I visitatori apostolici hanno anche voluto […] sottolineare il valore del nostro impegno per l’educazione, l’insegnamento e il sostegno nelle scuole dell’Istituto, così come la gioia contagiosa che vi regna. […] Sono state affrontate questioni specifiche riguardanti persone o situazioni difficili, e sono state cercate e attuate soluzioni adeguate.
Non una parola su madre Marie Ferréol. Lo stesso giorno, ecco cosa ha vissuto, come descritto quest’estate dalla rivista Golias (lettre di Paix Liturgique n. 1021) [QUI su MiL: N.d.T.]:
Il [27] ottobre 2020 […] suor Marie Ferréol era attesa dai due visitatori. Don Jean-Charles Nault O.S.B., Abate di Saint-Wandrille, e madre Emmanuelle Desjobert O.Cist., Badessa di Sainte-Marie de Boulaur, la invitano a pregare lo Spirito Santo e poi a sedersi. «Quello che stiamo per dirle è violento». Statuaria sulla sedia, non ricordava più la preghiera che aveva recitato. Papa Francesco aveva appena emesso una sanzione di esclaustrazione nei suoi confronti, definita medicinale […].
[…] Suor Marie Ferréol fatica a comprendere ciò che le è stato appena detto. […] «Non è il momento di discutere, ma di obbedire!» Don Jean-Charles Nault O.S.B. era rosso in viso.
Scioccata […] è stata esfiltrata dalla sua congregazione come una criminale, con solo il suo zainetto contenente le ultime copie della sua quarta classe, le opere complete di San Giovanni della Croce, il suo pigiama, il suo spazzolino da denti, trenta euro che corrispondono a tre mesi di indennità pagata dalla sua comunità (!) e un pacchetto di pastiglie di Vichy. Non le è permesso di salutare le suore, di parlare con il cappellano, di pregare sulla tomba di sua sorella, di prendere il suo computer o il suo Breviario. […] Non le è permesso di continuare il baccalaureato canonico che stava preparando online. Suor Marie de Saint Charles, Priora generale, l’ha accompagnata sul retro del castello. Un’auto era parcheggiata dietro la cappella esterna di Sainte Anne des Bois. Una coppia che non conosceva la stava aspettando da diverse ore per portarla in un luogo a lei sconosciuto.
Ha trascorso settantanove giorni di penitenza nell’Abbaye Sainte-Cécile di Solesmes. Rinchiusa senza capire di cosa fosse accusata, trascorse i primi giorni in uno stato di collasso, piangendo nella sua cella. Le suore erano state avvertite di essere discrete e non le parlarono quasi mai. […] Non avendo notizie di lei e nel silenzio della sua congregazione, la sua famiglia presentò una denuncia. Nessuno sa, vuole o è in grado di dire loro dove si trova.
L’Institut des Dominicaines du Saint-Esprit tace completamente su questa prigionia senza diritto di corrispondenza, che alcuni Paesi riservano agli assassini di massa, ai criminali gravi e ai pedofili. In un comunicato stampa del 30 novembre, scrivono tranquillamente, infarcendo il tutto di eufemismi e menzogne:
Prima di tutto, rassicuriamo tutti, madre Marie Ferréol non è una «prigioniera», tagliata fuori dalla sua famiglia o dalla vita intellettuale, come ci ha sorpreso, per non dire stupito, leggere. La sua presenza in questa abbazia è avvenuta, ovviamente, con il suo accordo e consenso.
Un’altra bugia, che segue la prima: «le ragioni che hanno portato a questo allontanamento le sono perfettamente note». Come ha rilevato lo stesso Tribunale di Lorient, né madre Marie Ferréol né il suo avvocato civile né tantomeno il Tribunale di Lorient hanno avuto accesso al fascicolo canonico, e madre Marie Ferréol è stata definitivamente licenziata – senza che le fosse consegnato il fascicolo – dopo che aveva chiesto di consultarlo, come ha sottolineato ancora la rivista Golias quest’estate. Il Tribunale bretone ha anche sottolineato nella sentenza che «non conoscendo i fatti, qualsiasi difesa era impossibile» per madre Marie Ferréol.
Le Domenicane del Santo Spirito di Pontcallec hanno accumulato per anni approssimazioni, eufemismi e menzogne spudorate e la loro comunicazione sul caso di madre Marie Ferréol non è certo degna di una comunità religiosa, soprattutto se sotto il patrocinio dello Spirito Santo. Soprattutto, dal primo comunicato stampa all’ultimo, in cui si afferma falsamente e senza prove che la Congregazione è stata condannata da un solo giudice, accusato a metà di parzialità, questa comunicazione poco caritatevole e ancor meno genuina mina la difesa della Congregazione e, in definitiva, serve la causa di madre Marie Ferréol.
La condanna del card. Marc Armand Ouellet P.S.S., una «tegola» per il Vaticano
A forza di coprire il card. Marc Armand Ouellet P.S.S., la sua condanna è diventata una tegola per il Vaticano, conclude il blog La Nuova Bussola Quotidiana.
Un’altra tegola si abbatte sul Vaticano. Il card. Marc Armand Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi negli ultimi due Pontificati, è stato condannato dalla giustizia civile francese per la vicenda relativa alla cacciata di suor Marie Ferréol (all’anagrafe Sabine Baudin de la Valette) dalle Domenicane del Santo Spirito. Insieme all’ex capo Dicastero, sostituito nel gennaio 2023 dallo statunitense card. Robert Francis Prevost O.S.A. a capo della «fabbrica dei vescovi», sono stati riconosciuti colpevoli anche dom Jean-Charles Nault O.S.B. e madre Maylis Desjobert O.Cist., i visitatori apostolici protagonisti dell’indagine che il 21 ottobre 2020 ha portato all’espulsione della suora dall’Institut des Dominicaines du Saint-Esprit di Pontcallec con l’accusa di «cattivo spirito».
Il Tribunale civile di Lorient ha condannato anche l’associazione Dominicaines du Saint-Esprit: una sentenza pesante che rimprovera alla comunità di non aver rispettato la procedura per il licenziamento […].Suor Ferréol avrebbe dunque subito un’ingiustizia non solo per l’espulsione in sé dopo trentaquattro anni passati tra le Domenicane del Santo Spirito, ma anche per il trattamento successivo alla sua dimissione dalla vita religiosa non avendo ricevuto alcun tipo di assistenza: non offrendole alcuna proposta lavorativa, non le sarebbe stato permesso «di beneficiare, nello spirito di equità e carità stabilito dal diritto canonico, di condizioni di vita civile decenti, dopo trentaquattro anni di vita religiosa e di servizio alla sua comunità».
Il blog La Nuova Bussola Quotidiana non si sbilancia:
Nel processo, nato da un’azione legale intentata dall’ex suora, non si è riusciti ad accertare l’esistenza di alcun mandato speciale di papa Francesco al card. Marc Armand Ouellet P.S.S. che in quanto Prefetto del Dicastero dei vescovi non era competente sull’Institut des Dominicaines du Saint-Esprit di Pontcallec.
La nota dell’avv. Adeline le Gouvello de la Porte ha evidenziato che «il Tribunale di Lorient ha anche notato che nessuno degli atti riguardanti suor Marie Ferréol è stato firmato dal Papa, ma piuttosto dal card. Ouellet e dal suo segretario». In merito all’accusa di mancata imparzialità, il Tribunale di Lorient ha duramente rimproverato il porporato canadese esprimendo meraviglia per l’emissione dei decreti di esclaustrazione da parte sua nonostante fosse «amico stretto di una delle suore dell’Institut des Dominicaines du Saint-Esprit, suor Marie de l’Assomption».
Il blog La Nuova Bussola Quotidiana conclude:
La sentenza della giustizia civile francese è un duro colpo per l’immagine della Santa Sede coinvolta direttamente con la condanna di un porporato all’epoca dei fatti capo di dicastero. In attesa dell’appello, Roma rischia di fare una figuraccia internazionale con il riconoscimento giudiziario di un licenziamento senza giusta causa […] di una religiosa «reduce» da trentaquattro anni di vita comunitaria e può far perdere credibilità ai richiami sui diritti dei lavoratori e sulla giustizia sociale così frequentemente pronunciati da papa Francesco.
Infatti.
Buongiorno! Un dubbio: cosa c'entrava il Card. Ouellet con la vicenda, essendo lui il capo del dicastero per i vescovi? Non doveva essere una cosa del Card. Brás de Aviz?
RispondiEliminaGrazie