I media continuano a ripeterci in questi giorni che, se l’inflazione risulterà contenuta (con tutte le distorsioni di calcolo accennate alla fine di questo articolo), le banche centrali (Fed e BCE in testa) potranno finalmente “pompare” il mercato iniettando nuova liquidità, facendoci vivere “felici e contenti”. Si tratta infatti di una chimera poco più evoluta rispetto ai vaneggiamenti tipicamente cinque-seicenteschi (di cui abbondando gli archivi di condanne inquisitorie) con cui si cercava fortuna invocando il demonio per chiedergli di rivelare dove poter trovare dei tesori. Visto che questa è un’illusione politica (quella di poter controllare il leviatano, come ci ha spiegato John Horvath qua e qua) molto diffusa anche tra i cattolici, con questo post cerchiamo di trasmettere il concetto che non conta quanta carta moneta circola, quanto piuttosto, quanta ricchezza di beni reali si produce: l’emissione di nuova moneta, infatti, crea inflazione, povertà tra la gente comune, distorsione nella corretta allocazione delle risorse economiche ed ulteriore potere per lo stato. Sintetizziamo questi concetti riportando alcuni stralci del libro “Cosa ha fatto lo Stato con i nostri soldi?” (edizione italiana e pdf in inglese) dell’economista austriaco Murray N. Rothbard di cui abbiamo già riportato considerazioni di ordine diverso in questo post. A questo fine, dobbiamo passare anche per una brevissima digressione iniziale di definizione di alcuni concetti economici essenziali.
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L’IMPORTANZA DEI PREZZI. "Se un televisore viene scambiato con tre once d’oro e un’automobile con sessanta once d’oro, allora tutti possono constatare che un’automobile “vale” venti televisori sul mercato. Questi rapporti di cambio sono i prezzi e la merce-denaro serve da denominatore comune per tutti i prezzi. Solo l’istituzione di prezzi di mercato sotto forma monetaria permette lo sviluppo di un’economia civilizzata, perché soltanto essi permettono agli uomini d’affari di effettuare valutazioni economiche. Gli imprenditori possono […] giudicare quanto [con la propria attività d’impresa] soddisfano la domanda dei consumatori confrontando i prezzi di vendita dei loro prodotti con i prezzi che devono pagare ai fattori produttivi. […] Poiché tutti questi prezzi sono espressi in termini di denaro, gli imprenditori possono determinare se stanno realizzando profitti o perdite. […] Solo tali calcoli possono allocare le risorse ai loro usi più produttivi, a quegli usi che soddisferanno maggiormente le richieste dei consumatori. [In definitiva] il “prezzo del denaro” è una matrice degli infiniti rapporti di cambio per tutti i vari beni sul mercato".
I MOVIMENTI DEL VALORE DEL DENARO. "Cosa determina il prezzo del denaro? Le stesse forze che determinano tutti i prezzi sul mercato: […] "domanda e offerta". […] Mentre un aumento dell’offerta di moneta, come un aumento dell’offerta di qualsiasi bene, ne riduce il prezzo, [l’aumento della quantità di moneta in circolazione] non conferisce, a differenza di altri beni, un beneficio sociale. [Ne consegue che] non importa quale sia l’offerta di moneta".
INFLAZIONE. "L’inflazione può essere definita come qualsiasi aumento dell’offerta di moneta nell’economia che non consista in un aumento delle scorte del metallo monetario".
L’AZIONE DEL GOVERNO. "I governi, a differenza di tutte le altre organizzazioni, non ottengono le loro entrate come pagamento per i loro servizi. […] I privati che desiderano acquisire più beni e servizi dagli altri devono produrre e vendere una quantità maggiore di ciò che gli altri desiderano; per i governi, invece, è sufficiente trovare un metodo per espropriare beni senza il consenso del proprietario. […] Ma se il governo riesce a trovare il modo di impegnarsi nella contraffazione (la creazione di nuova moneta dal nulla) può produrre rapidamente la propria moneta senza prendersi la briga di vendere servizi o estrarre oro".
LA CONTRAFFAZIONE. "Supponiamo che l'economia abbia una fornitura di 10.000 once d'oro e che i contraffattori, così astuti da non poter essere individuati, pompano altre 2.000 "once" d'oro. […] Quali saranno le conseguenze? In primo luogo, i contraffattori trarranno un chiaro vantaggio. Prendono il denaro appena creato e lo usano per acquistare beni e servizi. […] La spesa locale, infatti, riceve una spinta in più. La nuova moneta si fa strada, passo dopo passo, in tutto il sistema economico. Man mano che la nuova moneta si diffonde, fa salire i prezzi: come abbiamo visto, la nuova moneta può solo diluire l’efficacia di ciascun dollaro. Ma questa diluizione richiede tempo ed è quindi disomogenea; nel frattempo, alcune persone guadagnano e altre perdono. In breve, i contraffattori e i loro rivenditori locali hanno visto aumentare i loro redditi prima di qualsiasi aumento dei prezzi dei prodotti che acquistano. Ma, d’altro canto, le persone che vivono in aree remote dell’economia, che non hanno ancora ricevuto il nuovo denaro, vedono aumentare i loro prezzi di acquisto prima dei loro redditi".
CONCLUSIONI. "L’inflazione, quindi, non conferisce alcun beneficio sociale generale; al contrario, ridistribuisce la ricchezza a favore dei primi arrivati e a scapito dei ritardatari nella corsa. […] Fortunatamente, l’inflazione non può durare per sempre. Perché prima o poi le persone si renderanno conto di questa forma di tassazione; si rendono conto della continua contrazione del potere d’acquisto del loro dollaro. […] Questa condizione di iperinflazione è storicamente familiare agli assignats della Rivoluzione Francese, ai Continentals della Rivoluzione americana, e soprattutto alla crisi tedesca del 1923, e a quella cinese e altre valute dopo la Seconda Guerra Mondiale".
Gabriele
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Cosa ha a che vedere questa propaganda politica sovranista con la Messa in latino?!
RispondiEliminaQui non si parla di sovranismo visto che si mette in discussione l’esistenza tout court delle banche centrali.
EliminaGabriele
Sono passati circa 150 anni da quando le grandi economie occidentali (gli Stati Uniti d' America, il Regno Unito e l'Unione Monetaria Latina) sono passate da un sistema monetario basato sul bimetallismo al gold standard. Oggi il Gold Silver Ratio si aggira a quota 1 : 85~90, quando la distribuzione in natura tra oro e argento è stimata a 1: 17,5 .
RispondiEliminaDa appassionato di numismatica la cosa mi fa riflettere... l'ultimo sistema monetario basato sul bimetallismo è stato quello del Regno dell' Arabia Saudita e di fatto è finito nel 1959 : in quell'anno si cambiavano 40 rial sauditi (d'argento) per 1 sovrana britannica (d'oro). Da allora anche nella "regione più retrograda del mondo" - una delle ultime monarchie assolute, sic!- sono subentrati i dollari in Federal Reserve Notes...
Purtroppo anche lo Stato Pontificio verso la fine del pontificato di S.S. Pio VI dovette subire fenomeni inflativi, dovuti all'emissione scoperta delle cosiddette "vaglie" emesse dai Monti di Pietà.
Con la minaccia della calata in Italia delle truppe rivoluzionarie francesi ci fu un panico che portò alla corsa alle banche (i suddetti Monti di Pietà) per cambiare le vaglie in moneta dura. Per un certo periodo ci fu il corso forzoso della suddetta carta moneta, tuttavia con immenso sacrificio della Chiesa e delle grandi famiglie baronali romane si riuscì a pagare tutte le vaglie, salvando così lo Scudo Pontificio.
Lo Scudo Pontificio ebbe circolazione fino al 1866, anno in cui S.S. Pio IX -vista l'adozione del franco germinale da parte del neonato Regno d'Italia nel 1861- decise di far aderire unilateralmente lo Stato Pontificio all' Unione Monetaria Latina, adottando la Lira dello Stato Pontificio.
La Lira dello Stato Pontificio essendo il franco germinale era in quel tempo un sistema bimetallico ed ebbe circolazione fino al 1870, anno della presa di Roma.
Grazie del commento a tono. Ci contatti anche alla mail info@300denari.it
EliminaGabriele
https://it.m.wikisource.org/wiki/Autobiografia_(Monaldo_Leopardi)/Capitolo_XLII
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