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Luis Badilla. Francesco fa scomparire la "Chiesa Universale". Intanto i vescovi presenti al Sinodo sono rimasti zitti #sinodo #sinodalità

Grazie a Luis Badilla per questa utile analisi sulla quasi sparizione di ogni riferimento alla " Chiesa Universale ". Luigi C. ...

giovedì 12 dicembre 2024

Luis Badilla. Francesco fa scomparire la "Chiesa Universale". Intanto i vescovi presenti al Sinodo sono rimasti zitti #sinodo #sinodalità

Grazie a Luis Badilla per questa utile analisi sulla quasi sparizione di ogni riferimento alla "Chiesa Universale".
Luigi C.

"Il tutto è superiore alle parti", dice Papa Francesco ma con un colpo di bacchetta ha fatto scomparire la "Chiesa Universale". Intanto i vescovi presenti al Sinodo sono rimasti zitti.

          In quasi 26.000 parole del Documento Finale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo, la parola “universale” appare solo 6 volte e tra queste solo una volta associata alla parola Chiesa. In sostanza, dal testo è scomparsa una delle espressioni più care al cattolicesimo: “Chiesa Universale”.

          Nel paragrafo 119 del Documento finale si legge:

"119. Anche la valorizzazione dei luoghi “intermedi” tra Chiesa locale e Chiesa universale – come la Provincia ecclesiastica e i raggruppamenti di Chiese a base nazionale o continentale – può favorire una più significativa presenza della Chiesa nei luoghi del nostro tempo. L’accresciuta mobilità e le odierne interconnessioni rendono fluidi i confini tra le Chiese e spesso chiedono di pensare e agire all’interno di un «vasto territorio socio-culturale», in cui, esclusa ogni forma di «falso particolarismo», la vita cristiana sia «commisurata al genio e all’indole di ciascuna cultura» (AG 22 -  Concilio Vaticano II, Decr. Ad gentes - 7 dicembre 1965)

            Questo paragrafo appare piuttosto confuso e pretestuoso e non indica con trasparenza dove si vuole arrivare. Sembrerebbe voler profilare un concetto di chiesa universale – inesistente - frutto della somma di istanze, dalla provincia ecclesiastica ai raggruppamenti di Chiese a base nazionale o continentale e quindi da smontare perché non adeguato ai tempi. E cioè, si costruisce un pupazzo per poi lanciargli sassi. Questa chiesa universale non esiste semplicemente perché la vera Chiesa Universale è un’altra cosa. Quando nel Documento si mette insieme Province ecclesiastiche e raggruppamenti, si mescolano cose sostanzialmente diverse che nulla hanno a che fare con il concetto di Chiesa Universale. La provincia è una circoscrizione territoriale religioso-amministrativa e i raggruppamenti sono coordinamenti ecclesiali, e ovviamente non sono livelli della Chiesa Universale.

La vicenda della dicitura “Chiesa Universale” è una cosa che non è stata detta o riconosciuta apertamente e pochi, anzi, quasi nessuno ha voluto accorgersi del vero evento.

La Santa Sede un Headquarters? Mai più!

Curiosamente, nella conferenza stampa per la Presentazione del Documento Finale (26 ottobre 2024), sulla materia parlò, in modo generico ma con espressioni di perplessità nonché visibilmente imbarazzato, P. Giacomo Costa, S.I., Segretario Speciale del Sinodo, come mons. Riccardo Battocchio.

Dal minuto 56m 56s al minuto 58m 26s del video della Conferenza stampa della presentazione del Documento finale del Sinodo, padre Costa dice: 

"Volevo sottolineare un aspetto di novità di questo documento che poi, magari, non ricada … può sviluppare che è fondamentale, tranne in un punto in cui - anche noi dobbiamo… imparare a trovare un linguaggio, e una maniera di capire adatta … però non si parla più di Chiesa Universale … e non si vede la Chiesa come livelli, allora tipo una multinazionale che ha le sedi, le filiali poi le sedi regionali, poi il Vaticano come Headquarters di un centro commerciale. È una comunione di chiese, vale a dire una chiesa che è una comunione che insieme camminano e vivono. Quindi, parlare piuttosto di Chiesa tutta, di Chiesa intera, non Chiesa Universale come se fosse una cosa altra rispetto alla Chiesa locale. È un insieme di chiese locali che in cui ognuna si dà ma allo stesso tempo con questo scambio di doni possano veramente crescere ed essere anche in un mondo di violenze, di contrapposizioni, invece essere una testimonianza che è possibile nella diversità essere uniti, uniti nella dottrina, soprattutto nella fede e in questo essere, in Cristo, uno solo corpo.”

Finito il suo intervento, p. Costa, nella conferenza stampa del 26 ottobre, passò la parola a mons. Battocchio il cui intervento abbiamo trascritto per quanto riguarda ciò che disse sul carattere normativo delle conclusioni sinodali. Però, mons. Battocchio questa volta volle dare anche una breve opinione sulla Chiesa Universale di cui padre Costa aveva poco anzi decretato la scomparsa. Ecco quanto disse mons. Battocchio:

"Non mi impegno in questa riflessione che è importante perché corrisponde al percorso che si è fatto dalle chiese, dalle chiese locali, attraverso i vari passaggi che non sono appunto livelli. Sono modalità di vivere le relazioni. Il passaggio al locale, al nazionale, il passaggio continentale. Qui si prospettano anche forme di rapporti tra le chiese che non sono legate semplicemente al continente. Pensate per esempio all'esperienza dell'Amazzonia. Qui si prospetta qualcosa di analogo per il mare Mediterraneo. Quindi relazioni tra chiese in cui c'è uno scambio di esperienze, di doni, anche di sperimentazione".

Dopo il pensiero confuso di Costa, il pensiero confuso di Battocchio.

          Ci dispiace ma non possiamo nascondere che anche quanto detto da mons. Battocchio sulla Chiesa Universale è confuso e incomprensibile. Padre Costa è stato più chiaro ma, purtroppo, non ha chiarito in modo solido e documentato cosa i cattolici devono intendere quando loro annunciano, nel contesto di un Sinodo di Vescovi, che la Chiesa Universale è scomparsa, senza nemmeno ricordare e acclarare che la parola “cattolica/cattolico” significa, appunto, universale.

Mons. Battocchio, inoltre, anticipò che le chiese dell’area mediterranea potrebbero riunirsi in una Conferenza ecclesiale del Mediterraneo sul modello della Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia. Questo è il tipico esempio del vescovo che purtroppo dice un brutto strafalcione. Parlando di coordinamenti ecclesiali - che non si capisce perché suppongono la fine della Chiesa Universale a beneficio delle aree minori o periferiche - spiega che la Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia (CEAMA – 2017) offre apporti di chiese diverse perché semplicemente non sono legate al continente. Ma è proprio il contrario. Le 9 chiese membri del CEAMA lo sono perché l’Amazzonia si trova in Sudamerica e questi Paesi sono tutti sudamericani (Brasile, Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana, Perú, Suriname, Venezuela e Amazzonia francese).

E cosa se ne fa del Papa?

E poi un ultimo appunto sulla questione, anzi una domanda scontata dopo quanto abbiamo letto: ora che nel Sinodo recente si è deciso di cancellare la "Chiesa Universale", come hanno spiegato in conferenza stampa i due Segretaria speciali del XVI Assemblea del Sinodo dei Vescovi, p. G. Costa e mons. R. Battocchio (26 ottobre 2024), cosa ne facciamo del Pastore universale, e cioè di Papa Francesco?

Promemoria. Chiesa Vaticano-centrica

          La Chiesa Universale che p. Costa e mons. Battocchio associano ad altri concetti e realtà storiche con una certa imprecisione e superficialità, fanno venire in mente le famose dichiarazioni che La Repubblica (Eugenio Scalfari) attribuì a Papa Francesco il 1° novembre 2013 quando parlò di comportamento "Vaticano centrico". Ecco il testo di Scalfari:

«"La corte è la lebbra del papato", afferma il Papa. Ma qual è la corte? Allude forse alla Curia? Chiede Scalfari. "No, in Curia ci sono talvolta dei cortigiani, ma la Curia nel suo complesso è un'altra cosa. È quella che negli eserciti si chiama l'intendenza, gestisce i servizi che servono alla Santa Sede. Però ha un difetto: è Vaticano-centrica. Vede e cura gli interessi del Vaticano, che sono ancora, in gran parte, interessi temporali. Questa visione Vaticano-centrica trascura il mondo che ci circonda. Non condivido questa visione e farò di tutto per cambiarla. La Chiesa è o deve tornare ad essere una comunità del popolo di Dio e i presbiteri, i parroci, i vescovi con cura d'anime, sono al servizio del popolo di Dio. La Chiesa è questo, una parola non a caso diversa dalla Santa Sede che ha una sua funzione importante ma è al servizio della Chiesa. Io non avrei potuto avere la piena fede in Dio e nel suo Figlio se non mi fossi formato nella Chiesa e ho avuto la fortuna di trovarmi, in Argentina, in una comunità senza la quale non avrei preso coscienza di me e della mia fede".» (Fonte. La Repubblica, 1° ottobre 2013)