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giovedì 1 febbraio 2024

Sul bisogno di immaginazione in economia - John Horvat II per #300denari

Cari amici di 300 denari (seguiteci anche su Instagram, Telegram, Facebook o X per i nostri approfondimenti di economia, finanza e d'impresa in ambito cattolico), oggi abbiamo di nuovo il piacere di leggere l'autorevole studioso americano di economia John Horvath II (presentazione in calce*)
. Gli abbiamo chiesto di riflettere sul bilanciamento dei rapporti tra Stato e mercato in un ottica tradizionalista ed è uscito un articolo scritto in esclusiva per MiL che apprezziamo e di cui siamo riconoscenti.


L’uomo moderno soffre di un’acuta mancanza di immaginazione economica. La tendenza è di pensare solo in termini di libero mercato e di Stato come motore economico che permette alla società di funzionare.
Pertanto, i liberali hanno sempre favorito il libero mercato come soluzione principale al dolore moderno.
I socialisti considerano lo stato come l’erogatore di aiuti e servizi a cui essi hanno il diritto. Lo scontro tra queste due entità economiche ha definito il periodo post bellico come gara per la supremazia di uno sull’altro. Ciò ha inzavorrato l’economia con cicli economici, regolamentazione eccessiva ed intemperanza frenetica.

Alternative ibride
Del momento che l’ordine economico liberale in essere sta gradualmente venendo meno, nuove proposte ibride che opacizzano le distinzioni tra mercato e stato stanno emergendo.
Alcuni conservatori cercano di canalizzare il forte modello governativo propugnato dai socialisti al fine di giungere a dei buoni fini.
Sommersi dai numerosi problemi della vita quotidiana, questi difensori della tradizione stanno cedendo alla tentazione di sostenere uno Stato forte di modo da supportare aiuto e conforto morale alla loro agenda tradizionalista.
Infatti, il governo pare loro essere l’unica forza con una forza proporzionale ai pericoli di questa decomposizione sociale. Questi conservatori credono di riuscire a controllare un governo leviatano prima che questi trascenda in socialismo.

L’inadeguatezza del Leviatano
Pertanto, questa nuova dipendenza dallo Stato, porta con sé delle conseguenze negative. Dà infatti origine a un circolo vizioso di un governo che serve come sempre maggiore erogatore di servizi e richiede una sempre maggiore pressione fiscale volta a finanziare questi servizi. In questo modo va a soffocare la società che dovrebbe sostenere.
Tali prospettive non riescono a considerare alcune verità fondamentali sulla vera natura dell’economia e sul suo ruolo secondario nella società.
Queste visioni attribuiscono funzioni allo Stato oltre il suo (sebbene limitato) essenziale ruolo di riordino del bene comune.
Davanti alla decomposizione della società, nessun governo nel mondo riesce a provvedere a tutti i beni e servizi necessari. Nessun sistema fiscale, indipendentemente da quanto sia forte, può fornire abbastanza denaro per sostenere una società decadente. Molto di più sarà richiesto.

“Un vasto mondo di auto-sufficienza”
Qualsiasi soluzione deve considerare il quadro generale di come la società e l’economia funzionano.
Le origini remote dell’economia non vanno trovate nel governo ma nella famiglia, la comunità e la Fede. Vasti settori dell’attività umana hanno luogo fuori dagli schemi e i conteggi contabili.
Tale processo non economico, crea ciò che lo storico francese Fernand Braudel chiama “il vasto mondo dell’auto-sufficienza”.
Questi producono un immenso benessere materiale e spirituale nelle istituzioni sociali che largamente non viene ricompensato, non resta registrato e contabilizzato e si sottrae a qualsiasi quantificazione.
Il sociologo Robert Nisbet afferma che in qualsiasi economia di successo, ci sono “associazioni e incentivi nutriti da processi non economici di legami parentali, religione e varie altre forme di relazioni sociali”.
Se dobbiamo risolvere la crisi attuale, la gente deve guardare all’immenso benessere generato da questi vasti settori non economici che costituiscono il cuore e l’anima dell’economia. Questi devono rigenerare tali istituzioni, specialmente la Fede Cattolica, per un vero ritorno all’ordine.
Queste istituzioni naturali di intermediazione preservano la libertà del mercato e prevengono le azioni coercitive dello Stato.
I conservatori di matrice tradizionalista devono avere l’immaginazione economica necessaria per guardare oltre ai paradigmi liberali scevri dalla religione. La Fede permette loro di sognare un mondo (e un’economia) splendente fondata sulla civiltà cristiana.


John Horvath II è membro del board of directors dell’American Society for the Defense of Tradition, Family and Property (TFP). Nel 2022 presentammo sul MiL il suo testo "Return to Order" (quiquiqui e qui), che Fede e Cultura ha tradotto in italiano mentre, recentemente, abbiamo rilanciato un suo post originariamente pubblicato sul suo blog returntoorder.org

PS a proposito di TFP, pubblicizziamo il recente video di Julio Loredo sull'incontro del DIALOP a Papa Francesco a cui avevamo già accennato in questo post.



Gabriele

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