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giovedì 4 aprile 2024

Sussidiarietà: abolizione delle banche centrali e privatizzazione del conio? #300denari

Il principio di sussidiarietà, cardine nella dottrina sociale della Chiesa, se preso seriamente potrebbe condurre a una contrazione molto radicale dell'intervento dello Stato in economia. Addirittura a privatizzare l'emissione e il controllo della moneta? Vediamo!
I punti 185 e 186 del Compendio Della Dottrina Sociale Della Chiesa recitano: “La sussidiarietà è tra le più costanti e caratteristiche direttive della dottrina sociale della Chiesa, presente fin dalla prima grande enciclica sociale. […] Siccome è illecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e l'industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori comunità si può fare”.

Delle miriadi di compiti che (non) svolge lo stato moderno, sicuramente è legittimo interrogarsi sulla reale necessità del ruolo delle banche centrali e sulla prerogativa statale nel battere moneta. Per fare questo, ci aiutiamo con alcuni brevi stralci del capitolo 7 di “Cosa ha fatto lo Stato con i nostri soldi?” (edizione italiana e pdf in inglese) dell’economista austriaco Murray N. Rothbard. Rimandiamo al resto del libro per uno sviluppo più articolato del medesimo tema.



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L’idea della moneta privata sembra oggi così strana [n.d.r. l'autore scrive nel 1963] che vale la pena esaminarla attentamente. Siamo abituati a pensare al conio come a una “necessità di sovranità”. […] Come funzionerebbe la moneta privata? Allo stesso modo, abbiamo detto, di qualsiasi altra attività. Ogni conio produrrebbe qualunque dimensione o forma di moneta sia più gradita ai suoi clienti. Il prezzo sarebbe fissato dalla libera concorrenza del mercato. L’obiezione standard è che sarebbe troppo complicato pesare o testare i pezzi d’oro ad ogni transazione. Ma cosa impedisce ai coniatori privati di battere moneta e di garantirne il peso e il titolo? […] Le persone userebbero le monete di quei coniatori con la migliore reputazione per la buona qualità del prodotto. […]

Gli oppositori della monetazione privata sostengono che la frode sarebbe dilagante. Tuttavia, questi stessi oppositori si fiderebbero del fatto che il governo fornisca la moneta. Ma se ci si deve fidare del governo, allora sicuramente, con la moneta privata, ci si potrebbe almeno fidare del governo per prevenire o punire le frodi. […] È sicuramente una follia affermare che il governo debba socializzare tutta la proprietà per impedire a chiunque di rubarla. Eppure il ragionamento alla base dell’abolizione della moneta privata è lo stesso.

Inoltre, tutte le imprese moderne si basano sulla garanzia degli standard. La farmacia vende una bottiglia da otto once di medicinale; il confezionatore di carne vende mezzo chilo di carne bovina. L'acquirente si aspetta che queste garanzie siano accurate, e lo sono. […] Poche persone suggeriscono che il governo debba nazionalizzare l’industria delle macchine utensili come parte del suo lavoro di difesa degli standard contro le frodi. La moderna economia di mercato contiene un numero infinito di scambi complessi, la maggior parte dei quali dipende da standard definiti di quantità e qualità. Ma la frode è al minimo, e quel minimo, almeno in teoria, potrebbe essere perseguito. Così sarebbe se esistesse una moneta privata. […]

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In conclusione, diverse considerazioni di ordine logico (e storico) portano alla conclusione che i mezzi di pagamento possano essere emessi e gestiti efficientemente anche (o esclusivamente) dai privati. Di moneta avevamo già parlato in precedenti post su John Law, sull'inflazione e sul de-banking. In un post successivo, prendendo spunto dallo stesso pamphlet, vedremo invece perché al governo conviene gestire la moneta e qual è il profitto che ne fa a spese dei cittadini.
A proposito di spese, rimandiamo ad alcune considerazioni riportate in questo recente post di Kairos Partners in relazione alle modalità di calcolo dell'inflazione negli USA che, recuperando la metodologia in uso fino al 1984, stima l'inflazione 2023 al 18%. Che si possa affermare qualcosa di simile anche per l'Europa?



Gabriele
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1 commento:

  1. Ormai ci vuole un governo mondiale, laico e democratico.

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La Redazione