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sabato 2 luglio 2022

Bux: “Quanti ecclesiastici credono oggi che la Chiesa, corpo di Cristo, sia il soggetto della liberazione del mondo?

Un libro da leggere.
Luigi

Giugno 18 2022 di Sabino Paciolla

Il libro può essere acquistato qui

Gli episodi cui stiamo assistendo in questi ultimi giorni lasciano a bocca aperta, di sasso, confusi e sconcertati. Mi riferisco a quelli in cui un sacerdote come don Marco Pozza, colui che ha intervistato il Papa, si felicita per l’unione omosessuale del suo amico giornalista Alberto Matano, o un sacerdote come don Gabriele Davalli, responsabile della pastorale della famiglia della diocesi di Bologna, quella del Card. Matteo Zuppi, neopresidente della CEI, che officia una messa di ringraziamento a cui partecipano due giovani omosessuali appena uniti civilmente, nella cornice, tipica dei matrimoni, fatta di fiori, abiti delle grandi occasioni, i canti, il fotografo, con i due “sposini” in prima fila come protagonisti. Don Davalli precisa di aver informato il card. Zuppi.

Quelli menzionati sono solo alcuni dei tanti, amari, episodi che attraversano la Chiesa in Italia. La particolarità, in questi due casi, è che i due sacerdoti hanno avuto in qualche modo a che fare con i vertici della Chiesa: il Papa, nel primo caso, che avrà scelto per una qualche ragione proprio quel sacerdote come interlocutore da mostrare alle telecamere, e il Presidente della CEI nel secondo. Parliamo dei vertici della Chiesa cattolica nel mondo e in Italia.

Lo sconcerto, diciamo pure lo scandalo, è così grave che uno potrebbe essere preso da profondo sconforto tanto da rischiare la tentazione di abbandonare la messa e financo la Chiesa. Si è chiaramente al cospetto di episodi che inducono a vedere la Chiesa come appiattita sul mondo, una Chiesa che fa l’occhiolino al mondo, pur di piacergli. Una Chiesa che ha abbandonato l’insegnamento di sempre. Una Chiesa che alcuni, amareggiati da tanto dolore, si spingono a definire “falsa chiesa” o “fake”, per usare un termine oggi in voga.

Il cardinale Carlo Caffara solo alcuni anni fa osservava: “Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione“. E in tempi di confusione, oltre che pregare il Vieni Santo Spirito, affinché lo Spirito Santo ci mandi un raggio della sua luce, drizzi ciò ch’è sviato, sia conforto nel pianto, si cerca quella chiarezza che dissipa la nebbia, quel porto sicuro rappresentato dalla testimonianza di fede e di sana dottrina.

In questi giorni mi è capitato di leggere un piccolo libro intitolato, Salute o salvezza – La Chiesa al bivio, edito da Fede & Cultura, frutto di conversazioni tra il teologo Nicola Bux, professore presso la Facoltà Teologica Pugliese e già Consultore di vari Dicasteri vaticani, e il suo amico Vito Palmiotti avvenute durante i lunghi tragitti in auto negli spostamenti in Italia e all’estero per conferenze e incontri cui il monsignore è invitato. Complice un registratore. Mi è parso proprio quel “raggio di sole” di cui si ha bisogno quando si sente molto freddo addosso. Quel raggio di sole che scalda.

Libro di piccole dimensioni, un libretto potremmo dire, non quei tomi che spaventano solo a vederli, ma denso e “semplice” allo stesso tempo. Denso perché affronta in profondità tanti di quei temi che potrebbero apparire ostici per il fedele medio, ma allo stesso tempo semplice perché spiega questi temi in maniera così chiara e limpida tanto che tutti, ma proprio tutti, possono capire l’intimo significato di verità di fede ed ottenere le coordinate per capire quello che sta avvenendo. Il libro beneficia inoltre della forma colloquiale, il che rende più gradita la lettura. Assomiglia quasi al Compendio del Catechismo della fede cattolica, con in più l’accattivante e godibile colloquialità del maestro che spiega e risponde pazientemente e in maniera comprensibile alle domande di attualità, che poi sono quelle di sempre, poste dal discepolo, il fido Palmiotti, ovvero da tutti noi.

Certo, bisogna stare sempre attenti quando si parla di crisi nella Chiesa, occorre avere umiltà e prudenza, perché, come giustamente riporta mons. Nicola Bux nel libro, Santi come Madre Teresa, a chi Le chiedeva chiarimenti su questo argomento, soleva rispondere: “Cosa non va nella Chiesa? Io e lei”. E tuttavia, dinanzi a fatti come quelli evidenziati all’inizio, occorre fare la fatica di porsi delle domande e cercare delle risposte. Quelle che mons. Bux avanza nel suo libro.

Esso è attraversato da una costante domanda: perché c’è tanta confusione nella Chiesa? Quali le cause profonde?

Le origini vanno ricercate in vari periodi storici, ma per rimanere vicini a noi, “Dopo gli anni ‘60 del secolo scorso il mondo è stato ingenuamente esaltato e al contrario la Chiesa umiliata.”, si legge nel libro, “Quindi Cristo e la Chiesa sono stati ridotti a simulacri, a pretesto per parlare d’altro e a illudere il mondo che la salvezza sarebbe arrivata da quest’ultimo”.

La questione è più profonda, avverte Bux, “Quanti ecclesiastici credono oggi che la Chiesa, corpo di Cristo, sia il soggetto della liberazione del mondo?”. A tal proposito, nel libro viene ricordato il filosofo Marcello Pera che il 7 aprile del 2018, in un convegno romano, alla domanda sulla confusione che attraversa la Chiesa cattolica oggi, rispondeva: “E’ ancora una proposta di salvezza eterna o è diventata un’offerta di liberazione terrena? È un messaggio escatologico o ideologico?“.

“Credo che si sia ridotto innanzitutto il senso dell’incarnazione, cioè la ragione per cui Dio si è fatto carne;” dice Bux, “non capendo più questo, siamo caduti in una sorta di deismo per il quale basta credere in un Dio qualsiasi… Di conseguenza, non c’è motivo di ripetere l’invito di Cristo a convertirsi e credere al Vangelo”. Cade dunque il senso della missione, il cui significato viene addirittura stravolto: è la Chiesa che si converte al mondo, anziché il mondo a Dio. Ecco la ragione di tanto conformismo mondano che si respira nella Chiesa, ecco la radice di un vero e proprio banale scimmiottamento.

“Un tempo si usava il termine ‘apostolato’, molto più appropiato di ‘pastorale’, che a rigor di termini riguarda i pastori, perché si riferiva all’azione apostolica dei fedeli laici nel mondo, e indicava la necessità di riportare l’uomo nella casa, nella sua vera casa che è la Chiesa di Dio Vivente”, si legge nel libro.

Giustamente mons. Bux ricorda il versetto dal VII coro ripreso da La Rocca del drammaturgo inglese Thomas S. Eliot, tanto caro a don Luigi Giussani, che diceva: “È l’umanità che ha abbandonato la Chiesa o è la Chiesa che ha abbandonato l’umanità?“. E per meglio specificare questo passaggio, Bux sottolinea che “essa [la Chiesa] abbandona l’umanità, non quando non compie le opere per i poveri, ma quando non annuncia Dio ai poveri, intendendo per poveri, l’umanità che ha bisogno di Dio, che cerca la verità che ha bisogno di Dio, perché anche chi chiede il pane, a suo modo, cerca Dio.”

Oggi, al contrario, la missione della Chiesa viene dispersa, o addirittura fatta coincidere con la risoluzione dei mali sociali: l’iniqua distribuzione delle ricchezze, la mancata accoglienza dei migranti, gli armamenti, l’ambiente, il clima, l’inclusione di ogni diversità, la legalità, eccetera, eccetera. In questo modo la Chiesa fa propria l’ideologica opzione fondamentale marxista: l’uomo sarà liberato quando tutti questi problemi saranno risolti. Dimentica però che l’uomo è fatto di spirito e corpo, e che i mali spirituali sono più importanti di quelli materiali e che, anzi, questi ultimi discendono da quelli spirituali.

Assunta questa posizione, è facile osservare come la speranza cristiana, intesa come tensione verso la vita eterna, venga sostituita dalla prassi marxiana di soluzione dei problemi, il popolo di Dio venga sostituito dal corpo sociale, il Magistero con le sue verità eterne venga sostituito dalle cangianti dottrine politiche e dalle soluzioni tecnologiche, il Dio del giudizio ultimo venga sostituito dalla storia che giudicherà il nostro operato. Acutamente, dice Bux, stiamo ripercorrendo la strada che portò al tentativo di costruzione della Torre di Babele, il cui esito, come tutti sappiamo, fu assolutamente disastroso.

Funzionale a tutto questo è anche il cambiamento delle parole: “invece di peccato si parla di fragilità e imperfezione, in modo che si possa arrivare a dire che l’Eucaristia non è il cibo per i perfetti. Un equivoco che porta a pensare che al sacramento ci si possa accostare in stato di peccato”, ovvero, a benedire durante la messa le coppie omosessuali come primo passo verso la normalizzazione del “matrimonio” omosessuale. La Chiesa tedesca ci precede in questo.

Ciò che ho riportato è solo un piccolo “spuntino” dei tanti temi trattati.

Riporto di seguito giusto qualche altro flash per lasciare poi il desiderio ed il piacere al lettore di scoprire il resto attraverso la lettura dell’intero libro che si legge molto facilmente.

Dialogo interreligioso

“Tra i cattolici, analogamente al dialogo ecumenico che ha indotto non pochi a ritenere che la chiesa cattolica sia complementare ad altre chiese, il dialogo interreligioso ha portato non di rado a ritenere la rivelazione di Gesù Cristo complementare alle altre religioni, in quanto nessuna da sola avrebbe la verità. A questo punto si può ancora parlare del cristianesimo come la vera religione?”.

La risposta che mons. Nicola Bux dà è un netto sì. Ed è la stessa che fu data nel Grande Giubileo del 2000, con la dichiarazione Dominus Jesus sull’unicità e sull’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa. Dichiarazione che fu approvata in forma specifica da Giovanni Paolo II.

“Chi, dunque, nell’itinerario del dialogo interreligioso odierno, omette l’annuncio di Cristo Redentore o tace la scelta divina dell’Incarnazione, compie una retrocessione dell’economia salvifica e favorisce il deismo, soprattutto quello massonico”, precisa Bux.

“Quindi, i programmi di neoumanesimo, di fratellanza universale, di dialogo interreligioso, senza Cristo sono destinati al fallimento.” avverte Bux, “Meglio farebbero le chiese europee a spendere tutte le forze, anche finanziare, anzi la loro vita, nell’unico compito che Cristo ha affidato loro: far conoscere il Vangelo a tutte le genti e chiamarle alla conversione.”

La nuova religione della Terra

“Ci vuol poco a capire che Greta Thunberg – elogiata dal cardinal Tukson e salutata dal Papa – è un totem messo su dai poteri mondialisti, al fine di omologare quanto più possibile le menti.”

“L’ecologismo è assimilabile al nuovo paganesimo, all’insidia di un nuovo regime mondiale subdolo. Si parla persino di ‘peccato ecologico’ da introdurre del catechismo.”

Salute e salvezza

“Anche Benedetto XVI, in Caritas in veritate, spiega che in un mondo impregnato di cultura nichilista gli strumenti così avanzati creati dall’uomo prenderanno autonomia morale e si ritorceranno contro di lui. Di sicuro, l’uomo non riesce a creare il paradiso sulla terra, ma solo anticamere del Purgatorio se non dell’inferno”.

Il dialogo

“Tutti hanno testimoniato Cristo col sangue. Ma su questa realtà prevale un ottimismo romantico, che porta Bassetti (già Presidente della CEI, ndr) a illudersi che l’uso blasfemo del nome di Dio in odio al fratello venga disarmato con il dialogo. Proprio il documento più ottimista del Concilio afferma: ‘Tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall’origine del mondo e che durerà, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno’. Per sottrarre l’uomo da tale potere, Dio ha inviato suo Figlio. Bassetti ha trascurato il fatto che il martirio è l’esito dell’odium fidei, a causa del nome di Cristo.”

Il relativismo ed il suo superamento

“Romano Guardini affermava che senza l’incarnazione di Gesù Cristo non è possibile comprendere il mondo: perciò, è intorno a essa che si fa l’unità del pensiero. Questo è il contenuto essenziale da proporre nel clima attuale di generale relativismo gnoseologico, ma anche la via per superare il sincretismo e uscire dallo snaturamento mistico del cristianesimo, cioè la sua riduzione teista e spiritualista, in opposizione alla ragione.”

Fratelli tutti

“La dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II chiede ai cristiani di comportarsi come fratelli verso tutti gli uomini, non di riconoscerli ontologicamente tali; poi, di tenere una condotta impeccabile tra i pagani; se possibile, stare in pace con tutti gli uomini in ragione del fatto che tutti gli uomini sono creati a immagine e somiglianza di Dio e per dimostrare di essere figli del Padre celeste. Per questo la Chiesa ha evangelizzato i cosiddetti barbari, e oggi dovrebbe farlo con i migranti.”

Nuovo umanesimo e fratellanza umana

“Il problema odierno è che oggi non pochi uomini di Chiesa disconoscono Gesù Cristo. Se si parla di un nuovo umanesimo o di fratellanza umana, ma senza Gesù Cristo, noi siamo in quella che, secondo la terminologia classica, in greco si chiama apostasia, cioè allontanamento dalla fede, ed è tanto più grave, perché questo allontanamento proviene soprattutto dai pastori, non dai laici. Non che si neghi Gesù Cristo, come nel IV secolo, no, semplicemente, come diceva ancora il grande cardinale Biffi, Gesù Cristo è diventata una scusa per parlare d’altro.”

Legalità, ovvero la sostituzione del Vangelo con la Costituzione italiana

“Oggi non pochi preti sostengono che la Chiesa deve interessarsi di legalità, quando notoriamente la Chiesa nel mondo si è sempre preoccupata di evangelizzare anche i malvagi e i briganti. I preti che si battono per la legalità dicono di farlo non in nome del Vangelo, ma della Costituzione italiana.”

A quanto scritto da mons. Bux, agiiungo che è appena il caso di sottolineare che la Chiesa deve obbedienza alla legge di Dio, una legge che è superiore a qualsiasi legge umana. Per questo, la Chiesa ha un criterio che è superiore alla legge umana, un criterio che giudica anche la legge. E la giudica secondo un criterio di bene o di male che non è quello degli uomini, ma di Dio.
«Vi avevamo espressamente ordinato di non insegnare più nel nome di costui, ed ecco voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quell’uomo». Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini…»” (atti, 5, 28-29).
La Chiesa deve dunque avere premura di insegnare il criterio di Dio piuttosto che la “legalità”. Proprio in questi due anni di pandemia in cui i diritti più fondamentali degli uomini e la loro dignità sono stati violentemente calpestati abbiamo potuto constatare che la Costituzione è diventata carta straccia. E la Costituzione è diventata carta straccia anche grazie alla Chiesa.
Si noti, infine, che i diritti sono stati calpestati proprio invocando la legalità.

Come avrete potuto vedere da questi piccoli cenni, la materia è ampia e attuale, il giudizio è chiaro ed illuminante. Proprio quello che serve in questi tempi di confusione. Credo che questo libro debbano leggerlo tutti, in particolare, mi permetto di suggerire, i pastori, perché, come dice San Bonifacio, evangelizzatore della Germania, nella citazione riportata nel libro:

“Non siamo dei cani muti, non siamo spettatori silenziosi, non siamo mercenari che fuggono il lupo, ma pastori solleciti e vigilanti sul gregge di Cristo”.