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giovedì 6 dicembre 2012

Il Vescovo di Verona "licenzia" il cattolico prof. Zenone

Roba da non credere! Da un lato abbiamo un'insegnante rea confessa di essere concubina e non praticante che grida allo scandalo perchè la Curia non le dà il benestare per l'insegnamento della religione cattolica (si veda qui), dall'altro abbiamo un Vescovo che licenzia un professore, sposato, praticante, con SEI figli, e, servissero a dimostrarne la coerenza e la fede, titoli a non finire!
Quello che è sospetto è che la motivazione a cui si aggrappa il prelato, non potendo ovviamente contestare al professore nè la non conoscenza della dottrina cattolica ad un esimio direttore di una casa editrice di specchiata ortodossia, nè la incoerenza nei costumi alla fede e alla morale cattoliche, è la carenza di metodologie didattiche!
Peccato però che tale valutazione esorbita dalle competenze del Vescovo: solo lo Stato, il Dirigente Scolastico e chi altri competente può valutare l'idoneità didattica dei docenti. (si veda qui)
Roberto

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di Francesca Castellaneta, da Corrispondenza Romana del 05.12.12
 Può un Vescovo togliere l’insegnamento della religione cattolica ad un docente con più titoli degli altri, fedele alla Chiesa, assiduo alla preghiera, ai sacramenti, sposato con sei figli? Può far relegare quell’insegnante al ruolo di bidello in una biblioteca raddoppiando le sue ore di lavoro? Può una Diocesi motivare la rimozione con presunte «carenze pedagogiche e didattiche», nonostante il fatto che personalità della cultura e della Chiesa Cattolica (tra cui Padre Giovanni Cavalcoli, già Officiale della Segreteria di Stato della Santa Sede) intervengano a suo sostegno e che almeno tre dei suoi alunni abbiano manifestato la volontà di entrare in Seminario?
Sta accadendo a Giovanni Zenone, il quale, oltre che insegnante, è direttore di “Fede & Cultura”: 280 titoli pubblicati negli ultimi sette anni, per diffondere nell’intero Paese gli insegnamenti cristiani. Nel mese di ottobre, il Vescovo di Verona, Mons. Giuseppe Zenti, ha confermato alla madre di Zenone la decisione presa due anni fa di estromettere suo figlio dall’insegnamento. «Non mi resta – sostiene Zenone – che procedere con un ricorso canonico alla Santa Sede e uno civile per contrastare e respingere quella che appare come una gravissima ingiustizia». Per ora, appare come una storia di persecuzione, incomprensibile e deleteria per l’immagine e l’identità di una Diocesi intera. (Francesca Castellaneta)