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giovedì 31 luglio 2025

Mons. Touvet, Vescovo di Fréjus-Tolone, una caricatura di militare!

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1240 pubblicata da Paix Liturgique il 23 luglio, in cui si prosegue l’esame della pessima gestione della Diocesi di Fréjus-Tolone da parte di mons. François Touvet (ne abbiamo scritto da ultimo QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI su MiL).

L.V.


«Non c’è più, non ci sarà mai più la Cristianità. – Perché? – Perché non ci sono più soldati. Niente soldati, niente Cristianità. […] Non sono i soldati che mancano! – Soldati? Chiamateli militari» (Georges Bernanos, Journal d’un curé de campagne, 1936) [Diario di un curato di campagna: N.d.T.].

L’isteria militare che sta colpendo la vecchia Europa, dove paesi piegati dai debiti stanno reimparando la guerra di trincea, sacrificano la loro industria all’avanguardia per produrre proiettili a catena e si ritirano dalla convenzione sulle mine antiuomo per disseminarsene lungo i confini, il tutto senza avere un soldo per le spese sociali, le scuole, le infrastrutture o una crescita economica elementare, sembra aver raggiunto anche la Diocesi di Fréjus-Tolone, che mons. François Touvet cerca con accanimento di trasformare in un campo trincerato.

In realtà, non ci sono ancora trincee né filo spinato intorno alla residenza vescovile, ma «un consiglio ristretto che lui stesso chiama il suo stato maggiore», composto esclusivamente da militari in pensione o figli di militari, tra cui il parroco-arciprete della Cathédrale Notre-Dame-de-la-Seds di Tolone, figlio di un ammiraglio.

Un economo, ufficiale di marina per la «trasformazione pastorale»

Così l’economo, Xavier Landot, incaricato di risanare una Diocesi che sarebbe mal gestita e in deficit. Ci si sarebbe potuto aspettare un esperto contabile, un ex revisore dei conti, un serial risanatore di aziende. Ma il suo curriculum su LinkedIn delude: nessuna esperienza contabile di alto livello o nei suoi studi, a parte un lontano diplôme d’études supérieures spécialisées in difesa, sicurezza e intelligence economica nel 2001-2002, che comunque non avrebbe potuto formarlo al risanamento di una Diocesi: è stato ufficiale di marina dal 1985 al 2022, membro del Comité d’éthique de la défense [Comitato etico delle forze armate: N.d.T.], dall’aprile 2023 e economo della Diocesi di Fréjus-Tolone dall’ottobre 2024.

Del resto, la denominazione della sua carica, «Trasformazione pastorale», lascia perplessi, poiché non è affatto compito di un economo laico: l’impulso pastorale spetta, logicamente, ai sacerdoti. Ma poiché mons. François Touvet diffida di loro, preferisce andare controcorrente, purché sia secondo i suoi ordini.

La sua presentazione al Comité d’éthique de la défense è appena più precisa: «navigatore aereo e laureato in relazioni internazionali [si tratta del suo master 2 ad Assas nel 2007-8], Xavier Landot alterna l’impegno operativo e le responsabilità di stato maggiore, in particolare all’interno dello stato maggiore della Marina o del centro di pianificazione e conduzione delle operazioni dell’École militaire d’administration. Sarà inoltre impegnato con mandato NATO nell’International Security Assistance Force e come aggiunto interforze presso il comando delle forze francesi di stanza a Gibuti».

Ancora una volta ci si chiede cosa in questo curriculum gli permetta di essere l’economo di una Diocesi da risanare. D’altra parte, per preparare la Diocesi di Fréjus-Tolone a manovre interforze nell’Oceano Indiano contro gli yemeniti, forse è la nomina giusta, ma è davvero questa la missione della Diocesi di Fréjus-Tolone?

Che la Diocesi di Fréjus-Tolone diventi come Châlons

Francamente, ci si può chiedere cosa ci faccia l’Episcopale di Châlons-en-Champagne in questo pasticcio. «Ha accettato la missione per la gloria», osserva un amico di famiglia, «ma se la Chiesa funzionasse normalmente, non sarebbe mai dovuto finire qui». La rivista Golias scrive di lui nel 2025 nel suo Trombinoscope des évêques:

Mons. François Touvet è originario della capitale, cresciuto in una famiglia di militari che veglia con fermezza sui propri figli – la sorella ha sposato il generale Pierre Le Jolis de Villiers Saintignon [Capo di Stato Maggiore dell’Esercito dal 2014 al 2017: N.d.T.], il fratello è diventato Prefetto – e questo piccolo mondo ha frequentato i migliori istituti di Parigi.

Dopo un periodo nei fucilieri marini, è stato ordinato sacerdote da mons. Michel Louis Coloni a Digione nel 1992. Il suo successore, mons. Roland Minnerath, «che succede a mons. Coloni, sceglie nuovamente don François Touvet come Vicario generale. Un omone che sa obbedire, è sempre utile». Quando a Langres «mons. Philippe Jean Marie Joseph Gueneley chiese dei sacerdoti per aiutarlo in quella Diocesi ultra-povera, il Vicario generale Touvet rispose presente e fu catapultato nell’Alta Marna, dove finì per diventare… Vicario generale». Nel frattempo, mons. Minnerath e don Touvet avevano litigato…

A cinquant'anni, Vicario generale a Langres, mons. François Touvet è sulla strada maestra per diventare Vescovo di nessun luogo, in una di quelle Diocesi fantasma del nord-est della Francia, colpite dalla diagonale del vuoto, dalla deindustrializzazione e dall’apostolato dei preti-operaio della Prelatura territoriale della Missione di Francia o di Pontigny. Sarà Châlons-en-Champagne dove viene nominato alla fine del 2015 e dove, contrariamente a quanto indicato nel suo ritratto, sarà ordinato nel 2022. L’unico ordinato è un seminarista… di Fréjus-Tolone che era stato diacono e aveva litigato con il Rettore del seminario. All’epoca, mons. Touvet non aveva nulla da ridire sulla formazione del Séminaire diocésain de l’Immaculée Conception di La Castille, che gli aveva dato un unico sacerdote in otto anni in mezzo al deserto. Lui che critica la «mancanza di discernimento» di mons. Dominique Jean Marie Rey Comm. l’Emm. per le vocazioni, ha dovuto fare tutto il lavoro per lui Fréjus-Toulon.

Ma anche a Châlons,

ispira fiducia alla Conférence des évêques de France, viene nominato presidente del consiglio per la comunicazione, il che gli vale di recarsi al Festival de Cannes dove presiede la celebrazione per i membri della giuria ecumenica. Nel 2021 e nel 2022 ha persino salito le scale. Ah, non disdegna le mondanità!

All’epoca, del resto, il Trombinoscope des évêques della rivista Golias diceva di lui:

Nella Marna, mons. François Touvet mette in mostra i muscoli […] Immaginiamo che infilare perle in una Diocesi seriamente scristianizzata debba pesargli. Dovrebbe fare di meglio e più in grande entro breve tempo. Non è che sia più competente degli altri – anzi, tutt’altro – ma è giovane e scalpita come un toro prima della monta.

«Gestisce la Diocesi come un campo scout»

Insomma, alla fine è diventato Vescovo coadiutore di Fréjus-Tolone, con «presunti poteri speciali» che «gli fanno credere di poter ignorare tutti, di poter fare assolutamente tutto ciò che vuole, di essere il capo e il luogotenente di Dio sulla Terra. Si è circondato solo di militari o ex militari, che bevono le sue parole ed eseguono fedelmente i suoi ordini più assurdi, e considera la Diocesi come un campo scout. Io decido, voi eseguite. Solo che nella Chiesa non funziona così», constata un sacerdote piuttosto progressista di Tolone, che riconosce che «coloro che hanno contribuito alla partenza di mons. Dominique Jean Marie Rey alimentando i pregiudizi romani contro di lui hanno dato vita a un mostro. Mons. Touvet non è in grado di risollevare la Diocesi e con il suo modo di essere non fa altro che riaprire le ferite e aggravare le divisioni».

Il risultato è che mons. François Touvet «come un generale da operetta, moltiplica i colpi di testa e l’autorità che non ha, e lo fa tanto più che tutti sono stufi e non gli obbediscono. In realtà, gestisce la Diocesi come una caserma, ma nell’esercito, quando un capo è completamente fuori gioco, i suoi ordini vengono ignorati o interpretati», osserva un laico impegnato.

E conclude: «Mons. François Touvet non ha mai capito come funziona una Diocesi e che Tolone non è Langres o Châlons. Oggi tutti si fanno da spalla all’isteria del generale da operetta, ma anche i sacerdoti che non sono molto latinisti dicono in petto, de Touvet libera nos, Domine».

2 commenti:

  1. Poi non vi fan fare le vostre messe e vi chiedete anche il perché.

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  2. Speriamo faccia bene .In Francia la situazione, e non solo della Chiesa, è drammatica.Riguardo ai preti operai cosa volessero dimostrare è un mistero.Fare otto ore in fabbrica non è uno scherzo e fare il prete non è un passatempo,conciliare le due cose e farle anche bene sarebbe impresa difficilissima.Ed infatti fu un fallimento doloroso ma annunciato.

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