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domenica 29 settembre 2024

Difesa della Messa Tradizionale: 157ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi C.

157ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

Riguardo ai nemici della pace, e per riassumere la situazione attuale, di solito dico: “Loro hanno perso, ma noi non abbiamo ancora vinto!” In realtà, loro non sanno ancora di aver perso. Si comportano come negli anni successivi al Concilio, quando ai riformatori tutto sembrava permesso. Ma la verità è che non è più così, e se essi oggi, in quei campi di rovina che sono la pastorale della Chiesa, rimangono ancora attaccati alla loro ideologia, il piccolo resto dei cattolici non è più con loro.
La prova: cosa sono diventate le vocazioni. I pochissimi giovani che restano nei seminari diocesani hanno un profilo sempre più simile a quello di coloro che frequentano in gran numero i seminari tradizionali (dati dell'inizio di quest’anno scolastico, forniti dal padre di Tanoüarn su Monde et Friday October in attesa di pubblicazione: 25 iscrizioni al seminario FSSP di Wiraztbad, 29 al seminario FSSPX di Flavigny, 12 al seminario IBP di Courtalain, 21 al seminario ICRSP di Gricigliano). Perché il 36% delle vocazioni nella diocesi di Versailles va alle comunità tradizionali, e l'11% delle vocazioni nella diocesi di Parigi. E tra coloro che frequentano ancora i seminari diocesani, secondo un sondaggio del La Croix del 22 dicembre 2023 – realizzato tra coloro che osano rispondere alle domande del La Croix – il 14% afferma di voler celebrare in entrambi i riti e il 7% si aspetta di celebrare regolarmente la messa tradizionale.

Ma non è così solo in Francia. In Spagna, il padre Salvador Barcadit, rettore del seminario di Barcellona, ha dichiarato a ElPuntaVui.cat il 13 agosto: “I seminaristi di oggi sono 'reazionari'”, osservando “una svolta a destra” tra i seminaristi. Al che si è poi subito affrettato a dare questa spiegazione: “le nuove generazioni, in tempi di crisi come quello attuale, cercano la sicurezza e questi stili, queste tendenze più fondamentaliste e più conservatrici”. E ha aggiunto che, però, i custodi dell’ideologia sono ben attenti: «Papa Francesco e anche i vescovi sono preoccupati per questa realtà e vogliono provare a reindirizzarla». Lo stesso padre Barcadit, nel suo seminario, si sforza di dare a questi giovani “una visione più ampia, con uno spirito di dialogo e una mentalità più aperta alla diversità delle persone”.

Nel sud-est della Francia i vescovi della regione ecclesiastica di Marsiglia si sono incontrati anche loro per affrontare questo tema. Il suo contingente di seminaristi è il più numeroso di Francia grazie al numero di seminaristi di La Castille, nella diocesi di Fréjus-Tolone, che, come già sappiamo, quest'anno, dopo che il coadiutore, mons. Touvet, ha assunto la guida della diocesi, non avrà nuovi candidati, ma che conserva comunque i seminaristi precedentemente attratti dalla fama di mons. La soluzione per “riciclarli”? Che studino negli istituti cattolici, ha affermato l'arcivescovo di Aix, in questo caso presso il Centro di Teologia e Scienze Religiose dell'UCLy, che "unisce un insegnamento all'avanguardia della teologia cattolica e una formazione pratica che risponde alle realtà della Chiesa e della società."

E tra di noi, a Parigi, ho avuto modo di dirvi che mons. Ulrich ha nel mirino, senza dubbio seguendo le indicazioni del nunzio Migliore, le due creazioni di spirito “classico” del Cardinale Lustiger (o meglio, di un classicismo molto relativo), ovvero il seminario di Parigi e la scuola di Notre-Dame. Al seminario di Parigi, suddiviso in diversi centri di accoglienza nella capitale, creato allora per allontanare i seminaristi parigini dal seminario regionale di Issy-les-Moulineaux, molto "di sinistra", viene ora promessa una fusione con quest'ultimo. I seminaristi di entrambi i seminari, divenuti classicissimi, ai quali si aggiungerebbe il seminario universitario del Carmes, vicino all'Istituto Cattolico, diventerebbero tutti studenti dell'Istituto Cattolico di Parigi, che resta un luogo di spicco del progressismo, come quello di Lione (il che, di fatto, toglierebbe alla Scuola di Notre-Dame il suo primato).

Ma tutto questo non servirà a nulla. O meglio, non farà che continuare a scoraggiare le vocazioni diocesane, e quelle che restano diventeranno sempre più classiche (abito talare nelle loro stanze, frequentazione di siti tradizionalisti su Internet, le messe a Saint-Nicolas-du-Chardonnet o a Saint-Roch durante le feste).

Non dormiamo adunque, ma vegliamo, dice san Paolo (1 Tessalonicesi 5, 6). Continuiamo allora a pregare il rosario davanti alla sede dell'arcidiocesi, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13,30, a Saint-Georges de La Villette, 114 ave. Simón Bolívar, mercoledì alle 17, davanti a Notre-Dame du Travail, 59 rue Vercingétorix, domenica alle 18,15.