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martedì 14 gennaio 2025

Per la 173ª settimana, le sentinelle continuano la loro preghiera in difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcidiocesi di Parigi

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1148 pubblicata da Paix Liturgique il 13 gennaio, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique, riflette sulla rinuncia al governo della Diocesi di Fréjus-Tolone da parte di mons. Dominique Rey, l’unico Vescovo in Francia ad applicare il motu proprio Summorum Pontificum, un Vescovo che trasformò la sua Diocesi in un laboratorio di ricristianizzazione, in un contesto di idee conservatrici, e che fece fiorire il suo seminario diocesano (QUI e QUI; QUI e QUI su MiL).
L’articolo evidenzia che si tratta di una rinuncia giunta dopo fortissime pressioni da parte del Vaticano, secondo uno schema già utilizzato in altre Diocesi nel mondo (Albenga-Imperia, San Luis, Ciudad del Este, San Rafael ecc.), colpevoli di non essere allineate al «nuovo corso».
Per mons. Rey e per tutti i Vescovi nella sua stessa condizione questa settimana saranno recitati i Santi Rosari davanti all’ufficio dell’Arcivescovo e nelle altre chiese di Parigi.

L.V.


Cari amici,
la notizia, la triste notizia, che domina le cronache religiose in Francia in questi giorni è l’annuncio, dato il 7 gennaio, delle dimissioni di mons. Dominique Jean Marie Rey Comm. l’Emm., Vescovo di Fréjus-Tolone.

Sacerdote della generazione di San Giovanni Paolo II dell’Arcidiocesi di Parigi, membro della Communauté de l’Emmanuel e Parroco della Parrocchia della Santa Trinità, mons. Rey era stato nominato Vescovo di Fréjus-Tolone nel 2000, all’età di 48 anni. Il card. Forunato Baldelli, Nunzio apostolico in Francia, gli aveva affidato il compito di far fiorire il Séminaire de l’Immaculée Conception di La Castille, fondato dal suo predecessore mons. Joseph Théophile Louis Marie Madec.

Ha trasformato la sua Diocesi in un laboratorio di ricristianizzazione all’americana, in un contesto di idee conservatrici. Questo Vescovo, che voleva riconquistare i Cattolici, diede una possibilità a tutte le «forze vive» rimaste nella Chiesa. Correndo dei rischi, anche finanziari, spalancò le porte, accogliendo una ventina di nuove comunità, sia carismatiche brasiliane che tradizionaliste, come la Société des Missionnaires de la Miséricorde Divine, la cui Église Saint-François-de-Paule divenne la sede di una parrocchia personale tradizionale nel centro della vecchia Tolone, cioè nel mezzo di una città musulmana.

Per alcuni anni ebbe più di novanta seminaristi nel suo Séminaire de l’Immaculée Conception di La Castille, una tenuta vinicola vicino a Tolone, dove jeans e tonache convivevano, ma anche in comunità e monasteri fuori dal seminario. Durante il suo Episcopato, ha ordinato 164 sacerdoti, una cifra mai vista nella Chiesa francese di oggi. Con un clero giovane di 250 sacerdoti attivi, ha realizzato il suo progetto di avere Parroci e Vicari per tutte le Parrocchie della sua Diocesi.

Nel 2008 ha spinto per la nomina di mons. Marc Marie Max Aillet, Vicario generale di Fréjus-Tolone e membro della Communauté Saint-Martin, al Vescovato di Bayonne, Lescar e Oloron. Ed è stato l’unico Vescovo ad applicare la lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum nella sua interezza, e sottolineo che mons. Dominique Jean Marie Rey è stato l’unico Vescovo in Francia ad applicare la lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum. L’unico Vescovo in Francia e senza dubbio anche altrove. Solo lui, in conformità con il motu proprio del 2007, ha dato ai suoi Parroci piena libertà di accettare le richieste dei «gruppi stabili» e di istituire Sante Messe parrocchiali tradizionali senza dover fare riferimento al Vescovo.

Alla fine del Pontificato di Papa Benedetto XVI si era parlato di dargli maggiore influenza nominandolo ad un Arcivescovado maggiore, dove avrebbe potuto diventare Cardinale. Ma Papa Benedetto XVI si tirò indietro.

E arrivò papa Francesco. Comunità, Diocesi e seminari fiorenti, ora etichettati come «clericali», sono diventati luoghi sospetti. Mons. Mario Oliveri, Vescovo di Albenga-Imperia, in Italia, che aveva molti seminaristi, fu costretto a dimettersi. Anche mons. Pedro Daniel Martinez Perea, Vescovo di San Luis, in Argentina, che non aveva sentito parlare dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia sull’amore nella famiglia, fu costretto a dimettersi. Il fiorente Seminario mayor San José di Ciudad del Este, in Paraguay, è stato messo in ginocchio. Il Seminario diocesano Santa María Madre de Dios di San Rafael, in Argentina, troppo «rigido», è stato chiuso.

A Tolone, il processo classico è iniziato con una denuncia locale. Nel 2020, una lettera pubblica di padre Arnaud Adrien, ex Rettore del Séminaire de l’Immaculée Conception di La Castille, accusava mons. Dominique Jean Marie Rey di dare al suo seminario «una linea sempre più tradizionalista». Mons. Celestino Migliore, Nunzio apostolico in Francia, il buon apostolo, si è commosso. Mons. Rey dovette giustificarsi davanti a una sorta di tribunale presieduto dal card. Beniamino Stella, allora Prefetto della Congregazione per il clero. Seguì una «visita amichevole» nel 2020 di mons. (ora card.) Jean-Marc Noël Aveline, Arcivescovo metropolita di Marsiglia e metropolita di Fréjus-Toulon, ordinata dalla Congregazione per i vescovi del Prefetto card. Marc Ouellet P.S.S. È stato il Vescovo a non capire che doveva dimettersi. Così, nel giugno del 2022, il card. Ouellet vietò le ordinazioni che avrebbe dovuto celebrare. E il 13 febbraio 2023 iniziò una visita canonica, vera e propria questa volta, volta a uccidere, con due visitatori, i più ostili al Vescovo locale, mons. Antoine Henry Pierre Marie Hérouard, Arcivescovo metropolita di Digione, e mons. Joël Michel Marie Luc Mercier, Segretario emerito della Congregazione per il clero.

Di conseguenza, il 23 dicembre 2023, Roma ha nominato mons. François Touvet, allora Vescovo di Châlons-en-Champagne, Vescovo coadiutore con pieni poteri sulla Diocesi. Il Vescovo in carica, ridotto a benedire crisantemi, non sembrava ancora capire che gli era stato chiesto di farsi da parte. Le pressioni sono continuate fino a quando non le ha ritenute insopportabili e ha annunciato le sue dimissioni. Non gli permisero di celebrare il suo 25º anniversario come Vescovo, che avrebbe raggiunto nel settembre successivo.

Avrebbe potuto rifiutare, si potrebbe dire. Senza dubbio avrebbe potuto. Ma negli ultimi cinquant’anni ho visto due tipi di Vescovi, in Francia e altrove: Vescovi conciliari cattivi che demoliscono, e Vescovi conciliari gentili, troppo gentili, che cercano di ricostruire, poi alla fine si allineano o si dimettono.

Noi, che non siamo conciliari, facciamo in modo di resistere, sapendo che l’oppressione subita dalla Chiesa durerà solo fino a un certo punto. Un simbolo della nostra incrollabile resistenza è la preghiera del Santo Rosario davanti all’ufficio dell’Arcivescovo (10 rue du Cloître-Notre-Dame) dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, mentre nell’Église Saint-Georges di La Villette (114 avenue Simon Bolivar, XIXe) altri veglianti recitano il Santo Rosario anche il il mercoledì alle ore 17:00 nell’Église Notre-Dame-du-Travail (59 rue Vercingétorix, XIVe) altri ancora la domenica alle ore 18:15. Questa settimana pregheremo tutti per mons. Dominique Jean Marie Rey e… per le prossime vittime episcopali delle politiche orchestrate dal nostro amato Nunzio apostolico.

Eco delle veglie: un Africano con un collare romano ben visibile passa per strada: «Sono un sacerdote fidei donum che serve una Parrocchia francese e conosco diversi fedeli che mi hanno chiesto di celebrare una Santa Messa tradizionale per loro, ma mi è stato proibito di assecondare la loro richiesta… E non posso nascondere che trovo la cosa piuttosto anormale, quindi voglio che sappiate che sto pregando con voi per la stessa intenzione».

In unione di preghiera e amicizia.

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