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lunedì 1 luglio 2024

Onore alla Société des Missionnaires de la Miséricorde Divine. Un comunicato stampa dell’Union Lex Orandi

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 1060 bis pubblicata da Paix Liturgique il 29 giugno, in cui si commenta il comunicato di don Jean-Raphaël Dubrule, Superiore della Société des Missionnaires de la Miséricorde Divine (QUI su MiL), nel quale illustra le difficoltà incontrate dalla sua comunità per quanto riguarda le ordinazioni dei seminaristi.
Infatti nella Diocesi di Fréjus-Tolone – dopo due anni di sospensione – le ordinazioni sono riprese, ma diversi seminaristi della Société des Missionnaires de la Miséricorde Divine (comunità di diritto diocesano che ha un particolare attaccamento alla celebrazione della liturgia nel rito tradizionale, nello spirito della lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum) sono ancora in attesa di ordinazione per il rifiuto dell’autorizzazione da parte del Vaticano.

L.V.


Domenica 23 giugno, don Jean-Raphaël Dubrule, Superiore della Société des Missionnaires de la Miséricorde Divine, ha pubblicato un comunicato stampa che non può lasciare indifferente nessun fedele legato alla liturgia tradizionale [QUI; QUI su MiL: N.d.T.].

Vi si legge il rifiuto delle «autorità romane competenti» di autorizzare l’ordinazione di quattro sacerdoti e due diaconi secondo il Missale Romanum del 1962 e, cosa più grave, l’opposizione a che i futuri sacerdoti siano autorizzati a celebrare secondo il rito tradizionale come previsto dagli statuti della comunità.

Questo annuncio è una grande tristezza per tutti i Cattolici: impedire l’ordinazione sacerdotale di candidati legittimamente chiamati dai superiori e dal loro Vescovo per ragioni estranee alla loro fede, alla loro morale o alla loro dottrina è di per sé sconvolgente. Motivare questo rifiuto con l’attaccamento dei candidati e della loro comunità alla liturgia tradizionale è, inoltre, preoccupante. Questo annuncio sembra un preludio alle voci di una decisione romana ostile alla liturgia tradizionale che attualmente infiammano il web. A prescindere dal fatto che la decisione sarà estesa in futuro a tutta la Chiesa, il provvedimento che riguarda la Société des Missionnaires de la Miséricorde Divine è l’ultimo atto di una persecuzione che colpisce i pastori con l’obiettivo di spaventare il gregge, come è stato fatto altrove in altra forma. Espulsione di sacerdoti da un istituto a Quimper, sospensione discrezionale del sacramento dell’Ordine a Tolone: questo è il volto della Chiesa sinodale per i fedeli cattolici il cui crimine è rimanere fedeli alla Tradizione ricevuta dai tempi apostolici. La crisi in cui la Chiesa sta sprofondando ha raggiunto una nuova e cupa fase.

Anche questo annuncio deve essere accolto con rispetto. Di fronte alle minacce che si moltiplicano e che potrebbero concretizzarsi a breve termine, il Superiore della Société des Missionnaires de la Miséricorde Divine e i seminaristi della sua comunità hanno scelto la via dell’onore. Hanno rifiutato di svendere la loro aspirazione a donarsi al sacerdozio quando non c’era alcuna garanzia che sarebbero stati in grado di vivere una vita sacerdotale in linea con la vocazione che lo Spirito Santo aveva ispirato loro. Hanno scelto una via stretta e dolorosa di santificazione nella Chiesa e dalla Chiesa. Nella Chiesa, perché si sottomettono ai suoi giudizi anche quando sono ingiuriosi, e dalla Chiesa, perché accettano di soffrire per la Chiesa a cui hanno dedicato la loro vita, scegliendo di attendere nella verità e nella carità piuttosto che cedere a pretese e pressioni. Ci mostrano la strada. È possibile che, tra non molto, ogni fedele si trovi di fronte alla stessa scelta. In tal caso, dovremo mantenere il nostro amore per la Chiesa e la correttezza delle verità trasmesse. Dovremo resistere alle pressioni e proclamare l’ovvio: nessuna autorità può violare la coscienza dei fedeli che desiderano santificarsi con i mezzi che la Tradizione della Chiesa offre loro in modo inalienabile.

«Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto» (lettera di Sua Santità Benedetto XVI ai Vescovi in occasione della pubblicazione della lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970, QUI).

«Una società che proibisce ciò che per lungo tempo ha considerato come il suo stesso nucleo è impossibile» (Benedetto XVI, Ultime conversazioni, a cura di Peter Seewald, QUI).

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