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Rupnik: dopo il servizio de Le Iene, le vittime avranno finalmente giustizia? - @redazioneiene #leiene #rupnik

Cos'altro deve essere detto e fatto dalle povere vittime per vedere Giustizia? Se i molti articoli di MiL (che, ricordiamo, è stato il p...

sabato 15 marzo 2025

Le contraddizioni di mons. Wintzer, Arcivescovo di Sens-Auxerre: il cacciatore di abusi che celebra con un prete scomunicato… per abusi!

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1175 pubblicata da Paix Liturgique il 14 marzo, in cui si ricostruisce e si ripercorre dettagliatamente una scandalosa vicenda che ha coinvolto l’Arcidiocesi di Sens-Auxerre, da agosto 2024 retta da mons. Pascal Wintzer, «un Vescovo che si atteggia pubblicamente a paladino della causa delle vittime di abusi sessuali» (su mons. Wintzer abbiamo già scritto QUI, QUI, QUI, QUI e QUI su MiL).
La vicenda riguarda un sacerdote scomunicato a seguito di abusi sessuali ed assoluzione della complice, il quale fu privato del suo ministero dall’Arcivescovo mons. Hervé Giraud, ma «reintegrato di nascosto» (e senza averne il potere) dal successore mons. Pascal Wintzer, che non ha esitato addirittura a concelebrare (illecitamente) con lui.

L.V.


Fate quello che dico… ma non quello che faccio!

Il 6 ottobre scorso, i fedeli dell’Arcidiocesi di Sens-Auxerre hanno assistito sbalorditi all’insediamento del loro nuovo Arcivescovo, mons. Pascal Jean Marcel Wintzer. Mons. Wintzer, ossessionato dalla questione degli abusi – il cui orrore è indiscutibile, ma il cui uso demagogico è piuttosto sospetto – e che nel 2023 aveva scritto un libro in cui invitava a trarre lezioni dalla Commission indépendante sur les abus sexuels dans l’Eglise [QUI: N.d.T.], ha ribadito il concetto nella sua omelia di insediamento:

Il grido delle vittime, la Commission indépendante sur les abus sexuels dans l’Eglise, ciò che si apprende sull’abbé Pierre [Henri Antoine Grouès: N.d.T.], non può essere senza conseguenze sul funzionamento della Chiesa cattolica.

E mentre diceva questo, in questa Messa, concelebrava con un prete colpito da scomunica per abusi sessuali, condannato dalla giustizia canonica, i cui ricorsi erano stati respinti. E aveva precedentemente convalidato la reintegrazione di nascosto del prete ancora scomunicato.

Mons. Pascal Jean Marcel Wintzer: fate quello che dico…

Mons. Pascal Jean Marcel Wintzer, con le sue posizioni iconoclaste, beniamino dei Cattolici di sinistra – soprattutto perché vuole sacerdoti sposati e stipendiati dalle loro Parrocchie – è il Vescovo più meritevole secondo la rivista Golias, che gli attribuisce cinque mitrie nel Trombinoscope des évêques pubblicato nel dicembre 2024, e che moltiplica con una servilità un po’ insolita i passaggi di lustro. Così, fin dall’inizio del suo ritratto a pagina 143 [QUI: N.d.T.]:

La nomina di mons. Pascal Wintzer in Borgogna non è né un declassamento, né il riconoscimento romano che l’ex Arcivescovo metropolita di Poitiers avrebbe fallito nel suo compito. Al contrario, l’uomo è non solo affascinante, ma capace di momenti di lucidità su se stesso che potrebbero ispirare i suoi detrattori se questi ultimi avessero fede.

O ancora, a pagina 146:

Mons. Pascal Wintzer, lui, non sarà mai un anonimo, ma rimane un uomo di grande pudore, non abbastanza conosciuto né riconosciuto. Ha un sicuro gusto letterario, come dimostra Lola Lafon e il suo ultimo libro: Quand tu écouteras cette chanson (Stock, 2022), che consiglia ed è davvero molto raccomandabile. Incarna a modo suo ciò che dice papa Francesco sulla necessità dei benefici della lettura.

E poco più avanti, il suo passaggio su Vie des Diocèses del 14 novembre 2022, riguardo alla sua presa in considerazione della Commission indépendante sur les abus sexuels dans l’Eglise e alla crisi degli abusi, occupa un’intera pagina:

Mons. Pascal Wintzer è stato scosso dalla crisi degli abusi e dalle continue rivelazioni di preti o Vescovi molestatori. Questa volta non tergiversa più, mette i piedi nel piatto. […] Mentre i Vescovi vogliono voltare pagina sugli abusi, per stanchezza e voglia di passare ad altro, mons. Pascal Wintzer si ribella: «Io stesso ricordo di aver espresso un pensiero del genere, tre anni fa, riguardo alle “vicende”. Oggi ritengo di non avere più il diritto di dirlo. Questi drammi rivelano disfunzioni che dobbiamo correggere a tutti i costi per essere in linea con la missione e sradicare il male. Le vittime non possono voltare pagina. E noi non abbiamo il diritto di abbandonarle».

Ma non quello che faccio io…

Patatrac! Due settimane dopo che i buoni fogli del Trombinoscope des évêques hanno iniziato a comparire qua e là nella stampa cattolica, Natalia Trouiller, figura giornalistica della cattofosfera, specializzata nella lotta contro gli abusi sessuali del clero, abusologa si dirà, mette i piedi nel piatto sul social network  X [QUI: N.d.T.].

Si dà il caso che l’Arcidiocesi di Sens-Auxerre, come molte altre, abbia alcuni sacerdoti autori di abusi. E mons. Pascal Wintzer ne ha ereditato alcuni [QUI: N.d.T.].

Siamo quindi nell’Arcidiocesi di Sens-Auxerre, il 20 marzo 2017.
Mons. Hervé Jean Robert Giraud è allora l’Arcivescovo metropolita.
Riceve un’e-mail.
Una donna, vittima tra i quattordici e i diciotto anni di un prete che commette su di lei aggressioni sempre più gravi.
Prende immediatamente un appuntamento con lei.
(Lo preciserò, perché è raro: mons. Hervé Giraud sarà per tutta la durata di questa vicenda di una delicatezza e di un sostegno infiniti nei confronti della vittima.)
Viene a sapere che la giovane donna è stata aggredita dai quattordici ai diciotto anni da don Jean Tribut.
Don Jean Tribut è una «figura» dell’Arcidiocesi. Un Parroco carismatico, simpatico, sempre pronto a scherzare, disponibile, con omelie che colpiscono nel segno, ah se ci fossero più preti come lui le chiese sarebbero piene.
Tuttavia, ciò che mons. Hervé Giraud sente quel giorno è orribile.
Così, la vittima racconta come, alla fine dell’ultima aggressione, don Jean Tribut le abbia spiegato in sostanza che non avrebbe potuto comunicare alla Messa che stava per celebrare, visto quello che LEI aveva appena fatto.
Che quindi doveva confessarla prima.
Questo ha un nome.
Nel diritto canonico, si chiama «assoluzione del complice».
Il termine non è terribile, ma la realtà è che un prete che fa questo viene scomunicato latae sententiae.
Automaticamente
Non c’è bisogno di un processo: è così grave che l’atto comporta di per sé la sua condanna.
Mons. Hervé Giraud avvia immediatamente le procedure, sia statali che canoniche.
Avvisa il Procuratore di Sens.
Viene avviata un’indagine.
Sarà archiviata per prescrizione, il che non significa che don Jean Tribut non abbia fatto nulla. Cito la Procuratrice: «I fatti rivelati o denunciati nel procedimento costituiscono effettivamente un reato, ma il termine stabilito dalla legge per poterli giudicare è scaduto».

Ma convocato dal suo Arcivescovo, il sacerdote riconosce altri fatti: ha commesso gravi molestie su una minorenne. Natalia Trouiller pubblica sul suo profilo i resoconti delle giurisdizioni canoniche.

Insomma. Il 26 febbraio 2020, l’Officialité Interdiocésaine di Parigi, che è riuscita a eludere la prescrizione grazie a mons. Hervé Giraud che ha ottenuto un procedimento amministrativo, giudica don Jean Tribut colpevole di abuso su minore, conferma la scomunica e lo condanna a cinque anni di privazione del ministero.
Qui è necessario un po’ di diritto canonico.
Può sembrare strano che a un prete scomunicato venga anche privato del ministero.
Quando si è scomunicati, non si possono ricevere i sacramenti, quindi ovviamente non si possono neanche celebrare.
In effetti, nel diritto canonico ci sono due tipi di sanzioni:
  • le sanzioni cosiddette «mediche», che servono a curare la tua anima e a portarti al pentimento. Finiscono… quando ti penti. La scomunica è una di queste;
  • le sanzioni penali, per punire.
La privazione del ministero è una sanzione penale.
Il ragionamento dei giudici è questo: se don Jean Tribut si pentirà nei prossimi cinque anni, dovrà comunque scontare la pena prima di essere completamente riabilitato.
Solo che don Jean Tribut non si è pentito.
Al contrario.
Prima ha fatto appello.
L’istanza successiva è la Congregazione per la dottrina della fede a Roma.
Deposita un ricorso.
Poi urla di persecuzione in tutta l’Arcidiocesi.
Ovviamente si guarda bene dal menzionare le vere ragioni della sua disgrazia.
È l’Arcivescovo cattivo che lo perseguita.
È una donna squilibrata (ovviamente non minorenne, eh) che ce l’ha con lui.
È una questione di abuso di autorità che gli viene rimproverata, niente di sessuale, vediamo.

Mentre nel settembre 2021, a causa della mancanza di sacerdoti, mons. Hervé Jean Robert Giraud si ritrova amministratore di una Parrocchia, i fedeli sulla pagina Facebook della Diocesi lo accusano di aver sospeso don Jean Tribut ingiustamente: «Quello che rimprovero a questo Vescovo è la sua mancanza di empatia […] ha sfruttato l’espulsione di don Jean Tribut senza prima aver parlato con lui e averlo confrontato con la persona che ha detto delle bugie». Più in basso, un altro: «Il Vescovo ha ascoltato la testimonianza di una donna in stato di depressione nervosa che ha accusato don Jean Tribut di cose false».

Tranne che i fatti sono accertati e la Congregazione per la dottrina della fede respinge il ricorso, confermando la pena di scomunica e riducendo la privazione del ministero a due anni:

Il 30 ottobre 2020, la Congregazione per la dottrina della fede conferma la colpevolezza, la scomunica e la privazione del ministero, riducendola a due anni invece che a cinque, considerando che, poiché don Jean Tribut è sospeso dal 2017, tra due anni saranno trascorsi cinque anni.
E cosa fa don Jean Tribut?
Beh, presenta un altro ricorso.
Ultima decisione di Roma.
Che sottolinea, tra l’altro, la credibilità della vittima, ma anche il trauma che ha subito.
E il discredito di don Jean Tribut agli occhi dei giudici.
La sentenza finale conferma la colpevolezza (quindi la scomunica), ma revoca la privazione del ministero.
Siamo quasi alla fine dei cinque anni iniziali, forse è per questo.
O forse i giudici cominciano ad avere seri dubbi sulla capacità di don Jean Tribut di pentirsi.

L’imputato continua a non accettare e presenta un’ultima istanza, respinta dalla Congregazione per la dottrina della fede il 23 settembre 2021.

Natalia Trouiller continua il suo racconto:

Inoltre don Jean Tribut non accetta ancora la sua condanna.
Il suo fan club, nell’Arcidiocesi, continua a gettare fango sull’Arcivescovo e sulla vittima.
Al punto che mons. Hervé Giraud prende in considerazione la possibilità di pubblicare le sanzioni.
Ne parla al suo Vicario giudiziale, l’incredibile can. Gérard Nison.
Il can. Gérard Nison spiega quindi, da buon canonista della vecchia scuola, che qualsiasi pubblicazione della sentenza provocherà immediatamente un’epidemia di peste, una pioggia di rane, le acque dell’Yonne trasformate in sangue e il crollo delle donazioni al Denier de l’Église.
La sentenza rimane segreta.

Tuttavia, secondo le nostre informazioni, la situazione si sta complicando, il Vescovo viene regolarmente preso di mira durante i suoi spostamenti, fermato e talvolta minacciato. Al punto che finisce per offrirsi volontario per qualsiasi incarico pur di essere esfiltrato dall’Arcidiocesi di Sens-Auxerre. È con notevole sollievo che riceve la sede di Viviers, vacante dalla partenza di mons. Jean-Louis Balsa, e torna a casa per riunirsi alla sua famiglia…

Mentre i suoi nuovi ex fedeli offrono a mons. Giraud una gallina come regalo di benvenuto,

don Jean Tribut assedia il Vicario generale, diventato amministratore diocesano: mons. Joël Rignault.
Quest’ultimo non resiste a lungo.
Riammette don Jean Tribut.
Don Jean Tribut ha finito per ottenere ciò che voleva con l’usura: è stato riabilitato di fatto.
Tuttavia, mons. Joël Rignault non ha assolutamente il diritto di revocare la sua scomunica, solo il Dicastero per la dottrina della fede può farlo.
Ma questo… dopotutto, visto che nessuno è a conoscenza delle sanzioni, eh.

Mons. Pascal Wintzer, al suo arrivo, avrebbe dovuto ristabilire la situazione e vietare a don Jean Tribut di celebrare, in applicazione della decisione di privazione del suo incarico curiale da parte della Congregazione per la dottrina della fede pubblicata dal suo predecessore… Ma non è così.

Mons. Antoine Henry Pierre Marie Hérouard, Arcivescovo metropolita di Digione, il Vescovo che lava più bianco, concelebra due Messe illecite in due mesi

Peggio ancora, il 6 ottobre

La Messa di insediamento è bella.
Don Jean Tribut, tutto contento, concelebra.
È un peccato.
Questo rende la Messa di insediamento di mons. Pascal Wintzer illecita, anche se valida.
Canone 1331, § 2, 1.
[…]
Perché c’è stata la Messa illecita di insediamento di mons. Pascal Wintzer, alla quale erano presenti: mons. Celestino Migliore, Nunzio apostolico in Francia…
ALLORA MONS. MIGLIORE CELEBRA ILLEGALMENTE?
Da sinistra a destra: mons. Grégoire François Bruno Drouot, Vescovo di Nevers, davanti a mons. Antoine Henry Pierre Marie Hérouard, Arcivescovo metropolita di Digione [specialista in licenziamenti di Vescovi «di destra»], mons. Jacques Blaquart, Vescovo di Orléans, mons. Benoît Marie Pascal Rivière, Vescovo di Autun, mons. Dominique Julien Claude Marie Lebrun, Arcivescovo metropolita di Rouen, mons. Yves François Patenôtre, Arcivescovo emerito di Sens-Auxerre, mons. François Kalist, Arcivescovo metropolita di Clermont, mons. Francis Victor Bestion, Vescovo di Tulle [ma già nominato a Blois], mons. Christian Philippe Pierre Robert Nourrichard, Vescovo emerito di Évreux.
E don Jean Tribut nel gruppo dei sacerdoti, quindi.

Tutti i partecipanti a una Messa illecita in applicazione del diritto canonico, il concelebrante illecito viziando l’intera celebrazione.

Si ripete il 2 dicembre alla Messa funebre di mons. Georges Edmond Robert Gilson, Arcivescovo emerito di Sens-Auxerre e Prelato emerito della Prélature territoriale de la Mission de France ou de Pontigny, dove don Jean Tribut rende illecita l’Eucaristia alla presenza di mons. François Marie Aimé Marius Fonlupt, Arcivescovo di Avignone, mons. Grégoire Cador, Vescovo di Coutances, mons. Jean-Pierre Vuillemin, Vescovo di Le Mans.
Mons. Antoine Hérouard, due Messe illecite in due mesi, è quasi da ghiottoni.

È vero che per un Vescovo che ispeziona altre Diocesi rimproverando ai suoi colleghi Vescovi di mancare di discernimento, questo è un po’ strano… ma anche di mons. Jean-Pierre Vuillemin, Vescovo di Le Mans, di mons. Grégoire Cador, Vescovo di Coutances, e di altri.

C’erano anche mons. Hervé Giraud e mons. Pascal Wintzer. Una piccola topo di sagrestia mi ha raccontato che quando mons. Hervé Giraud ha visto don Jean Tribut indossare la casula, ha avuto una discussione virile con mons. Pascal Wintzer. Che l’ha mandato in rovina.
Quali sanzioni per mons. Pascal Wintzer, signor Nunzio apostolico?

Errare humanum est, perseverare diabolicum

Natalia Trouiller decide di avvertire il nuovo Arcivescovo di Sens-Auxerre:

Chiamo quindi mons. Pascal Wintzer, convinta che si tratti di un malinteso.
Mi imbatto in un Arcivescovo che mi sembra preoccupato di fare bene, un po’ perso nei meandri del diritto canonico (come molti).
Mi dà la sua interpretazione: Roma ha ridotto la scomunica a due anni.
Gli spiego che non è possibile: la condizione per revocare una scomunica è la resipiscenza del colpevole. Non si può ridurla così. È implicito nel testo perché per un canonista è ovvio. O dovrebbe esserlo.
Non è convinto.
Non importa: gli propongo di inviare un’e-mail al Tribunal pénal canonique national [competente in materia di perizia canonica per i responsabili della Chiesa] per chiedere il loro parere, che ha valore di legge.
Accetta.
Scrivo quindi un’e-mail al Tribunal pénal canonique national, con mons. Pascal Wintzer in copia.
Il Tribunal pénal canonique national conferma che don Jean Tribut è stato scomunicato.
Lo comunichiamo a mons. Pascal Wintzer il 16 dicembre.
Tornando a occuparmi delle vittime, mi sento rassicurata.
Due giorni dopo ricevo un’e-mail da mons. Pascal Wintzer: «Buongiorno signora, ho potuto cercare tutte le informazioni utili su don Jean Tribut. L’autorità che ha deliberato su di lui è il Dicastero per la dottrina della fede. Come le ho scritto, la pena di scomunica non è stata confermata (cosa che mi è stata ben notificata dalle istanze francesi da cui dipende questo caso). Le sanzioni imposte e attuate sono la revoca del ministero di parroco e delle nomine presso i giovani. Ma a don Jean Tribut non è vietato celebrare i sacramenti, compreso quello dell’Eucaristia, in pubblico. Questo è ciò che, durante la vacanza della sede episcopale, lo ha portato a essere sollecitato per le celebrazioni nel Decanato di Auxerre. Arrivato nell’Arcidiocesi il 6 ottobre, non ho messo in discussione la cosa. Mi è stato confermato che non dovevo farlo. Tuttavia, gli ho chiesto di rimanere nel sud del dipartimento dell’Yonne e di non celebrare nel nord. Non gli ho nemmeno permesso di celebrare al di fuori dell’Arcidiocesi. Mi pongo una domanda: le ha espresso il suo rammarico, una richiesta di scuse da parte sua? Le assicuro la mia attenzione e la mia dedizione».
Richiamo il Tribunal pénal canonique national con un messaggio del tipo «Ma che casino è questo?». Rimangono di stucco.
Richiamano mons. Pascal Wintzer.
Che si ostina, perché al telefono ha avuto (se si legge tra le righe) l’Officialité interdiocésaine di Parigi, quindi il can. Gérerd Nison, che ancora una volta ha fatto un casino.
E mons. Pascal Wintzer chiede conferma al Dicastero per la dottrina della fede.

Il 19 dicembre risponde a Natalia Trouiller che ha «consultato i canonisti competenti in materia. Mi hanno confermato che le sanzioni erano quelle di cui vi ho parlato».

Arriva la risposta del Dicastero per la dottrina della fede.
Sì, confermano la scomunica di don Jean Tribut.

Ma mons. Pascal Wintzer si ostina. E nel frattempo don Jean Tribut continua a celebrare Messe, davanti a fedeli che non sospettano minimamente della loro illegalità.

Rileva il portale Riposte Catholique [QUI: N.d.T.]:

La stampa locale, l’Yonne Républicaine [QUI: N.d.T.], ha persino scoperto che ha celebrato una Messa di Natale ad Augy.
È un luogo che è ben lungi dall’essere parte del «sud dell’Yonne», rurale e declassato: Augy si trova tra Auxerre e Champs sur Yonne, sulla linea per Clamecy e Avallon, a 5,5 Km a sud della Cathédrale Saint-Étienne di Auxerre. Fa parte della Parrocchia di Auxerre.

Peggio ancora, l’amministratore diocesano, tornato Vicario generale, spiega alla stampa locale che non c’è alcun problema – anche se il Dicastero per la dottrina della fede ha confermato la scomunica. Ma anche questo i fedeli non lo sanno [QUI: N.d.T.]:

Ad oggi, l’Arcidiocesi di Sens-Auxerre non conferma la scomunica latae sententiae del sacerdote e la concelebrazione delle Messe. «Si attendono ancora risposte, perché ci sono interpretazioni canoniche… Non celebra, perché non tutto è finalizzato…», spazza via il Vicario generale mons. Joël Rignault. Mons. Pascal Wintzer, invece, non ha risposto alle nostre numerose richieste.

Alla fine, mons. Pascal Wintzer si ostinerà ancora per due settimane, spiega Natalia Trouiller:

Riprendiamo. Siamo poco prima di Natale, mons. Pascal Wintzer ha avuto conferma della scomunica di don Jean Tribut da parte del Dicastero per la dottrina della fede.
Al di sopra di tutto c’è Dio.
Bisognerà aspettare il 4 gennaio perché ceda e faccia capire al mascalzone che questa volta la festa è finita.
Immagino che Roma sia intervenuta.

E gli ci vogliono altri dieci giorni per mettere a verbale il suo errore: il 14 gennaio scrive agli «attori della Diocesi». E questo cinefilo abituato alle critiche cinematografiche per l’Observatoire Foi et Culture [QUI: N.d.T.] – non ha trovato il tempo di rispondere alla stampa sul caso di don Jean Tribut, ma ha visto il film Conclave – fa finalmente il necrologista del suo film episcopale [QUI: N.d.T.]:

Ho avuto la certezza che don Jean Tribut era sotto sanzione, che rimaneva: il Dicastero per la dottrina della fede ha emesso una sentenza di scomunica. Gliel’ho confermato di persona nel mese di dicembre, ricordandogli che, di conseguenza, non poteva celebrare i sacramenti.

Il che non gli ha evidentemente impedito di celebrare a Natale. Insomma, ci è voluto

Un mese.
Un mese di braccio di ferro perché un Arcivescovo applichi una sanzione canonica già applicata dal suo predecessore.
È da urlare.
Come se ottenere sanzioni non fosse già abbastanza difficile, ora bisogna fare i giudici dell’applicazione delle pene.
Ma volete la morte della Chiesa?

Tornando al suo insediamento, Paix Liturgique aveva visto giusto [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]:

Eppure non cambia nulla, e dopo aver svenduto tutto a Poitiers ed essersi vantato con amici e parenti di avere nel suo ufficio un armadio con le «pentole» dei suoi sacerdoti, soprattutto in termini di abusi, furti e distruzioni – uno dei suoi sacerdoti ha fatto polverizzare con un’ascia i confessionali rinascimentali – mons. Pascal Jean Marcel Wintzer è stato trasferito nell’Arcidiocesi di Sens-Auxerre, e potrà ricostruire un armadio.

Per fortuna che mons. Pascal Wintzer aveva cinque mitrie sulla rivista Golias… Proprio la rivista Golias, presentando la Provincia ecclesiastica di Digione, scrisse con grande ottimismo riguardo al nuovo titolare di Sens-Auxerre:

L’unica buona notizia è l’arrivo nella Yonne di mons. Pascal Wintzer, che cerca di rinnovarsi nel suo ministero episcopale e succede così a mons. Hervé Giraud, partito per l’Ardèche. Mons. Wintzer scoprirà un’Arcidiocesi che non dispone di molti mezzi, ma dove potrà infondere, sperimentare, dare impulso. Il grande Pascal è migliorato molto nel tempo. La crisi degli abusi gli ha aperto gli occhi sulle impasse dell’attuale sistema ecclesiale. Si attende con una certa impazienza di vederlo all’opera.

Lo abbiamo visto e non siamo rimasti delusi! Ma poiché, a differenza di un Vescovo della Francia meridionale, non ha ordinato più di 160 sacerdoti in un quarto di secolo di episcopato, il che sarebbe decisamente sospetto, mons. Pascal Wintzer non sarà ispezionato dal suo metropolita mons. Bœuf-Carottes (Bœuf Carottes = la polizia delle polizie – soprannome di mons. Antoine Hérouard dato dalla stessa rivista Golias).

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