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Il canto della Kalenda nella liturgia romana

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mercoledì 17 maggio 2023

L’Arcivescovo italiano proibisce la comunione sulla lingua e l’acqua santa nei fonti nonostante la fine della pandemia COVID (e la lettera del Card. Zuppi)

Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo di Louis Knuffke, pubblicato da LifeSiteNews il 12 maggio 2023, in cui si riprende il comunicato di mons. Bruno Forte reso pubblico in anteprima da MiL (QUI), con cui l’Arcivescovo di Cheti-Vasto «ritiene opportuno che in ragione dell’attuale situazione, […] si continuino a mantenere le seguenti prassi: la comunione eucaristica sia distribuita esclusivamente sulle mani».
L’articolo aggiunge molti interessanti dettagli, tra cui il fatto che «le restrizioni dell’Arcivescovo non sono applicate ovunque in modo spietato e universale: alcune chiese mantengono l’acqua santa nelle fonti all’ingresso e distribuiscono senza problemi la Santa Comunione sulla lingua ai fedeli che la desiderano».
C’è ancora molto del buono tra i sacerdoti dell’Arcidiocesi di Chiesti-Vasto, nonostante l’Arcivescovo.
Si veda nuovamente qui la lettera del Card. Zuppi (Presidente della CEI) sulla fine della pandemia e il ritorno "
delle attività ecclesiali, liturgiche, pie devozioni" al pre-pandemia.

L.V.


Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto continua a far rispettare i divieti anche dopo la fine delle restrizioni.

CHIETI, Italia (LifeSiteNews) - Secondo quanto riportato dal blog italiano Messainlatino, mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, ha dato istruzioni ai suoi sacerdoti di non distribuire la Santa Comunione sulla lingua e di non mettere l’acqua santa nelle fonti delle chiese.

L’11 maggio, Messainlatino ha riferito che

«con un comunicato del 20 aprile 2023 firmato da mons. Fabio Iarlori, Vicario episcopale per i religiosi e Referente dell’Area sacerdotale (liturgia e sacramenti) dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto, e fatto giungere ai sacerdoti a mezzo messaggio sul telefono cellulare, si informava che “in aggiornamento alle attuali norme anti Covid, l’Arcivescovo ritiene opportuno che in ragione dell’attuale situazione, nella nostra Arcidiocesi si continuino a mantenere le seguenti prassi:
- la comunione eucaristica sia distribuita esclusivamente sulle mani;
- non si ponga l’acqua Santa nelle acquasantiere”».

Messainlatino ha dichiarato che per verificare la notizia appena appresa, dato che l’istruzione non è stata pubblicata sul sito web dell’Arcidiocesi,

«è stata chiesta conferma con e-mail direttamente alla Segreteria arcivescovile, la quale ha risposto: “le confermiamo che il comunicato corrisponde al vero e che è stato inoltrato a tutti i sacerdoti qualche settimana fa per volere del nostro Arcivescovo”».

Il 5 maggio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato che la Covid-19 «non costituisce più un’emergenza sanitaria di rilevanza internazionale». Dopo la dichiarazione, l’8 maggio il presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha diramato una lettera a tutti i Vescovi d’Italia in cui si afferma che

«tutte le attività ecclesiali, liturgiche, pie devozioni, possono tornare a essere vissute nelle modalità consuete precedenti all’emergenza sanitaria».

Già lo scorso anno, la Comunione sulla lingua era stata nuovamente consentita nelle «linee guida» della Conferenza Episcopale Italiana prima della Settimana Santa 2022. Mons. Forte ha quindi mantenuto le sue restrizioni con apparentemente poche giustificazioni da parte di organismi medici o ecclesiastici.

Messainlatino ha lamentato il fatto che a causa di queste misure

«inutilmente ed irragionevolmente […] restrittive per i fedeli, ai quali viene ancora impedito di potersi accostare alla Santa Eucarestia secondo la modalità che ritengono più vicina alla loro sensibilità e di utilizzare l’acquasantiera».

LifeSiteNews ha potuto verificare localmente che le restrizioni dell’Arcivescovo non sono applicate ovunque in modo spietato e universale: alcune chiese mantengono l’acqua santa nelle fonti all’ingresso e distribuiscono senza problemi la Santa Comunione sulla lingua ai fedeli che la desiderano. Sembra che la sensibilità pastorale dei sacerdoti forse impedisca loro di rifiutare la Santa Comunione ai fedeli che desiderano ricevere il Corpo di Cristo con maggiore riverenza, secondo le modalità di ricezione universalmente previste dalla Chiesa per molti secoli.

Messainlatino ha espresso la speranza

«che l’Arcivescovo possa presto rivedere la propria decisione […] e porre fine a tale vessazione, per il bene dei propri fedeli ed in una ottica di autentica “inclusione” verso tutte le legittime sensibilità».

Tale rifiuto di dare la Comunione sulla lingua a un Cattolico battezzato è contrario alla legge universale della Chiesa sulla ricezione della Santa Comunione da parte dei fedeli laici. L’Ordinamento generale del Messale Romano afferma che:

«Se la Comunione si fa sotto la sola specie del pane, il sacerdote, eleva alquanto l’ostia e la presenta a ciascuno dicendo: Il Corpo di Cristo. Il comunicando risponde: Amen, e riceve il sacramento in bocca o, nei luoghi in cui è stato permesso, sulla mano, come preferisce» (n.161).

Allo stesso modo, il Codice di diritto canonico, che vincola tutti i Vescovi e i sacerdoti del Rito Romano, stabilisce quanto segue:

«I ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli» (can. 843 §1 c.d.c.)

«Ogni battezzato, il quale non ne abbia la proibizione dal diritto, può e deve essere ammesso alla sacra comunione» (can. 912 c.d.c.)

Anche l’istruzione Redemptionis sacramentum su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia, pubblicato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha affrontato la questione, riaffermando la legge universale della Chiesa che permette la Comunione sulla lingua in qualsiasi momento. La sezione sulla distribuzione della Santa Comunione nel capitolo 4 del documento recita:

«Nella distribuzione della santa Comunione è da ricordare che “i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli”. Pertanto, ogni cattolico battezzato, che non sia impedito dal diritto, deve essere ammesso alla sacra comunione. Non è lecito, quindi, negare a un fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucaristia in ginocchio oppure in piedi» (n. 91).

«[…] ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca» (n. 92).

Il card. Francis Arinze, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha affermato i diritti sacramentali dei fedeli in un’intervista rilasciata al sito Church Militant nel maggio 2020, dichiarando:

«Nessun prete ha il diritto di esigere questo, e nemmeno nessun Vescovo ha il diritto di esigere che si riceva sulla mano».

I divieti sulla comunione sulla lingua sono anche in contraddizione con le dichiarazioni dei medici di vari Paesi, che all’inizio della pandemia di Covid consigliavano che la comunione sulla lingua era più sicura di quella sulla mano.

Secondo un comunicato stampa del settembre 2020, 27 medici scrissero ai Vescovi tedeschi che non vi erano «ragioni mediche per vietare la Comunione sulla lingua». All’inizio dello stesso anno, 21 medici in Austria hanno sostenuto l’opinione professionale del prof. Filippo Maria Boscia, secondo cui «la Comunione sulla lingua è più sicura di quella sulla mano». Il prof. Boscia è il Presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani. A questa opinione hanno fatto eco anche medici in Polonia.

24 commenti:

  1. Che pena questi continui rimbalzi di polemiche!
    Date voce a chiunque, tranne ai diretti interessati. Avete provato a sentire la diocesi e chiedere spiegazioni?

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    1. Anonimo 17/5/23 h 09:05. Se leggi ben attentamente cosa c'è scritto negli articoli di MiL a riguardo, è riferito che è stata proprio la Diocesi di Chieti a confermare che la notizia è vera e che è stata una diretta volontà del loro vescovo, Mons. Forte. Più chiaro di così!!! Questi continui rimbalzi di polemica che fanno pena, sono solo i tuoi.

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    2. Gentilissimo Anomino delle ore 09.05 la voce dei diretti interessati sono i continui documenti dettati dal Vescovo, redatti ed emanati dal Mons. Fabio Iarlori, affissi all'entrata delle parrocchie,in cui si obbliga a ricevere l Eucarestia sulle mani asserendo che se si richiede il contrario si è contro la comunione con la Chiesa e i suoi Ministri. Allora quello che la Chiesa altrove da libertà di praticare (con il permesso della conferenza Episcopale) per la diocesi di Chieti è peccato grave.

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    3. Abbiamo chiesto direttamente alla diocesi che ha confermato tutto. Prima di scrivere rifletta

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    4. “Abbiamo” chi? Sei un gestore del sito o un anonimo commentatore? Metteteci la faccia.

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    5. Sono Luigi, di MiL, abbiamo chiesto alla Diocesi, ci hanno confermato la notizia. di un bel tacer non fu mai scritto. Un consiglio, cambi blog

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  2. Il birus è una scusa alla quale si sta aggrappando, tra l'altro in modo ridicolo. Preti così non vedevano l'ora di imporre la Comunione in mano, in certi ambienti clericali ne parlavano già da anni.. E ci sono riusciti, perché anche dove danno la possibilità di comunicarsi in bocca, pochissimi ora lo fanno.

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    1. È la stessa Eucaristia.

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    2. Quanta tristezza nel vedere manipolata pesantemente la coscienza dei fedeli cercando in ogni modo di imporre la
      Santissima Comunione sulle mani con ogni pretesto, stratagemma e imposizione. Negando la scienza e addirittura smentendo di fatto la stessa conferenza Episcopale a cui la Diocesi appartiene.

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    3. Se cerchi coscienze manipolate, rivolgiti alla san pio decimo.

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    4. Chi utilizza gli stessi metodi si mette alla pari

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    5. Cos’è il “birus”? Una malattia che colpisce chi scrive? O uno dei tanti sciocchi messaggi cifrati che usate? Tipo cacchino o sierati?

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  3. Nella mia parrocchia il parroco non fa doscriminazioni. Domenica ho visto una coppia di giovani riceverla in ginocchio e sulla lingua. Chi si è lamentato? Due vecchi cattocomunisti che negli anno 70 frequentavano le comunità di base e oggi girano col rolex e le macchine a noleggio.

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    1. In diverse chiese che ho frequentato ho visto persone di tutte le età inginocchiarsi e venir tranquillamente comunicate.
      Nessuno si è mai lamentato.
      Possibile che solo i tradizionalisti siano testimoni di proteste o sollevamenti? Tra l’altro persone che, per coerenza, nelle messe in forma ordinaria non dovrebbero nemmeno mettere piede?



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    2. Anonimo18 maggio 2023 alle ore 06:11
      Finché ci saranno persone come te che non hanno capito nulla dsi “tradizionalisti”, noi saremo sempre discriminati.
      I tradizionalisti entrano in chiesa eccome, e spesso partecipano alla Messa Novus Ordo. Non trovano nulla di male! Spesso sono persone impegnate in parrocchia ecc.
      Per coerenza i tradizionalisti seguono quello che disse Benedetto XVI sulle due forme del rito: uno arricchisce l’altro.
      Quindi caro signor anonimo, sappia che non ci sono solo tradizionalisti “estremisti”: questi sono la minoranza (come in ogni ambiente), anche se va di moda far passare tutti i tradizionalisti come esaltati e estremisti oppositori del rito moderno

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    3. Eh sì, nessuno ha capito niente del tradizionalismo.

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    4. Anonimo18 maggio 2023 alle ore 08:26
      Esatto.
      Nessuno ha ancora capito niente del tradizionalismo. Perchè se ancora dopo 10 anni i detrattori dei fedeli tradizionalisti sparano ancora le solite trite cartucce ("Siete solo pizzi e merletti", "siete contro la Messa nuova", "alle Messe nuove voi non ci andate mai",) se cioè si strumentalizzano solo e sempre quelle frange estremiste (che ci sono, certo, ma come ci sono in ogni ambiente, comprese tra i fedeli della Messa "nuova") con l'intento di far passare tutta la categoria per una manica di esaltati, settari e intransigenti cattolici, allora vuol dire che non avete ancora capito nulla! Oppure avete capito, ma vi spaventa vedere che tra colleghi, vicini di casa, catechisti, confratelli delle confraternite, educatori, consiglieri parrocchiali ecc, ritenute tutte persone "normali", ci sono quelli che poi però, terminato il proprio impegno parrocchiale, vanno anche alla Messa tradizionale, per il solo motivo che desiderano anche una liturgia diversa. E questo proprio a voi "nuovi" cattolici, non va giù. E non capite che non vi è NESSUNA INCOMPATIBILITA' tra la liturgia antica e la vita normale in parrocchia.
      Quindi la frase dell'anonimo "Voi alle messe in forma ordinaria non dovreste mettere piede" dimostra che non chi ha scritto (e chi ha commentato) non ha capito nulla della Tradizione.

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    5. Bah, sarò stato sfortunatissimo io, ma, dei tradizionalisti che ho conosciuto, NESSUNO andava anche alla messa nuova…al massimo, i più “aperti” partecipavano solo in casi di reale emergenza.
      E ne ho conosciuti eh: dai sedevacantisti fino ai fedeli dei vari Motu Proprio.
      Anzi, tutti ebbero il dente avvelenato con Benedetto XVI quando parlò del reciproco arricchimento, tanto che ci fu chi si chiuse ancora più a riccio rifiutando in toto il messale del 1962 rifugiandosi in edizioni ancora precedenti.

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  4. Gli Alleati dell'Eucarestia e del Vangelo t.me/alleanza3 hanno inviato decine di mail al vescovo di Chieti con la richiesta di rimuovere queste ingiustificate disposizioni. Attendiamo risposta

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  5. Anonimo del 18 05, ore 5,58, mi scuso, non capisco. 🤷‍♂️

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  6. L'acqua santa DEVE ritornare nelle Chiese.
    BASTA scuse.
    L'OMS ha decretato la fine della pandemia, ergo non c'è più nessuna ragione razionale per impedire ai fedeli di purificarsi spiritualmente con l'uso dell'acqua santa.
    Idem per le ostie date sulla lingua. Al limite, il sacerdote, può utilizzare una pinzetta per alimenti, oppure un guando sterile per distribuirle , senza doverle toccare con le mani.

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    1. La situazione, pian piano, si normalizzerà.
      Dove sono io, in alcune chiese c’è l’acqua santa, in altre no…dove c’è la prendo, se no non ne faccio una malattia.
      Continuare queste assurde polemiche è proprio snervante, ma, evidentemente, c’è chi vive di queste cose.

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  7. Buongiorno,
    Mi chiamo Giovanni e mi rivolgo a tutti i concittadini di Chieti e alle persone nei dintorni.
    Mi piacerebbe tanto poter istituire un'associazione locale che promuova la Missa Vetus Ordo coinvolgendo più sacerdoti possibili a celebrarla, difenda la Dottrina della Fede e che quindi vada contro il modernismo che sta distruggendo la Santa Chiesa Cattolica.
    Contattatemi al link Telegram di fianco al mio nome.
    Un caro e fraterno saluto nel Nome di Nostro Signore Gesù Cristo

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