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Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

giovedì 10 novembre 2022

Controstoria del Movimento liturgico #54 - Un vescovo omosessuale, protettore di preti pedofili, fu il promotore della riforma liturgica dopo il Concilio V. II (di A. Porfiri)

Dopo un anno, ci avviamo verso la conclusione di questo ciclo a cura del M° Aurelio Porfiri sulla "controstoria" (cioè una visione non convenzionale e, se vogliamo, a tratti polemica della "storia" tradizionalmente intesa) del Movimento Liturgico nella Chiesa.
Quest'oggi ci viene presentata la pessima figura di S. E. (!) mons. Rembert Weakland OSB, nostro contemporaneo essendo morto lo scorso agosto. 
Omosessuale (amico di p. J. Martin SJ), abate genarale benedettino, reo confesso di avere pagato c
oi soldi della diocesi per avere rapporti sessuali con uomini e per comparare il silenzio del suo amante (ex seminarista), vescovo protettore di preti pedofili della propria diocesi (perchè non capiva, dice, l'abominevole crimine commesso a danno dei minori), incallitto sostenitore del  sacerdozio femminilecontrario ai divieti su aborto, contraccezione, divorzio e celibato per i sacerdoti , aspro critico nel 2000 della "Dominus Jesu", fu nominato da Paolo VI membro del Consilium per redigere l'Ordinario della  "nuova" Messa riformata, guidò i "demolitori liturgici" verso l'autodemolizione della Chiea (cit. Paolo VI) insabbiando gli appelli a contenere le "innovazioni" che stavano per essere approvate e promosse la danza e il jazz in ambito liturgico. 
 
Di seguito, proponiamo il medaglione preparato dal M° Aurelio Porfiri.
Qui gli altri post

Liturgismo progressista americano: 
Rembert Weakland (1927-2022)

Il 22 agosto 2022 è morto a Greenfield negli Stati Uniti, l’arcivescovo emerito di Milwaukee, mons. Rembert Weakland.
Il padre gesuita James Martin, ben noto per le sue posizioni controverse sulla morale sessuale e per il suo ruolo di tramite con il mondo LGBTQ, in un tweet ha detto che lo considerava un amico e ne piangeva la scomparsa, pur menzionando alcuni aspetti controversi della sua vita.
Proprio questi aspetti controversi causeranno proteste verso il gesuita che dovrà scusarsi con alcuni suoi followers. Questo perché il vescovo Weakland ha avuto più di qualche problema nella sfera morale, che in questo ambito ci interessano relativamente ma di cui faremo menzione visto che essi sono noti alla stampa. 
Quello che ci sembra più importante è il suo ruolo nella riforma liturgica, specie nell’ambiente americano, ambiente in cui, non lo dimentichiamo, molte “novità” liturgiche sono state incubate e poi esportate, fatto dovuto all’influenza di quella eresia perniciosa che va sotto il nome di Americanismo, già fortemente condannata da Leone XIII con la Testem Benevolentiae e che possiamo trovare da un lato e dall’altro dello spettro cattolico, pure se purtroppo alcuni trovano ospitalità in blog e siti italiani che sbandierano ortodossia. Ovviamente non vale per tutti i cattolici americani, ma gli “americanisti” danno comunque “soddisfazione”, sia in campo progressista che in quello tradizionalista. 

Ma torniamo a Rembert Weakland, che è meglio (si fa per dire).

Era nato nel 1927. Nel 1945 entrava nell’ordine benedettino, studiando teologia, liturgia e musica. All’interno dell’ordine ascenderà a posizioni sempre più importanti, fino a divenirne abate generale. Nel 1977 Paolo VI lo nomina arcivescovo di Milwaukee, posizione da cui si ritira nel 2002.

Rembert Weakland è stato uno degli alfieri del cattolicesimo progressista degli ultimi 50 anni, non solo nella teologia ma anche e soprattutto nella liturgia. Egli promosse battaglie per il sacerdozio femminile, contro i divieti sull’aborto, contraccezione, divorzio, e per il celibato per i sacerdoti.

Non di secondo piano fu il suo ruolo nella riforma liturgica. Carl Bunderson (catholicnewsagency.com) informa: “Studioso di musica, fu nominato consultore del Consilium, il comitato che interpretava la Sacrosanctum Concilium e che aveva il compito di preparare l'Ordine della Messa rivisto dopo il Concilio Vaticano II, nel 1964. Fu nominato membro del Consilium nel 1968”
Questo ci dice già abbastanza sulle influenze sulla riforma liturgica.

Per descrivere le sue idee riguardo la musica sacra, il musicologo Ferdinand Haberl nel 1967, commentando sul ruolo dell’allora abate generale dei benedettini Weakland durante un congresso di musica sacra cattolica diceva: “L'abate maggiore Rembert G. Weakland, O.S.B., presidente della Church Music Association of America, attirò la discussione sul fatto che la musica sacra non deve venir ristretta alla musica vocale, dato che la voce è soltanto una parte dell'uomo. Bisogna tener conto anche di movenze corporali, danza e jazz nella musica liturgica” (Haberl, Ferdinand, and Giulio Cogni. “IL QUINTO CONGRESSO INTERNAZIONALE PER LA MUSICA SACRA CATTOLICA (Chicago, 21-25 Agosto; Milwaukee, 25-28 Agosto 1966).” Rivista Italiana Di Musicologia, vol. 2, no. 1, 1967, pp. 162–73). 

Paul Likoudis (catholicculture.org) insiste sul ruolo di Weakland nella riforma liturgica: “Il compianto mons. Richard Schuler della Chiesa di Sant'Agnese a St. Paul, Minnesota, ha avuto la sfortuna di osservare da vicino Weakland mentre guidava la squadra di demolitori liturgici che aveva requisito la neonata Church Music Association of America nel 1964. mons. Schuler ha scritto in A Chronicle of the Reform: Catholic Music in the 20th Century (Sacred Music: 1990) che Weakland e i suoi co-cospiratori in tutto il mondo erano uniti nella loro opposizione al rinnovamento liturgico richiesto dal Vaticano II. Hanno regolarmente ignorato gli appelli della Santa Sede a fermare le loro innovazioni "inutili e dannose". Hanno portato avanti una massiccia campagna di pubbliche relazioni e propaganda sia sulla stampa laica che cattolica, nonché in comunicazioni ingannevoli e ufficiali a sacerdoti e religiosi, distorcendo ciò che la Chiesa desiderava in termini di arte sacra e musica”. 

Sandro Magister ha detto che “era una delle menti più fini - e stimate - dell´élite progressista della Chiesa mondiale”. Colui che ben ha rappresentato quella voga liturgica che ha portato a quello che lo stesso Paolo VI definì un’autodemolizione nella Chiesa. 

Ma questo non è tutto.

Nel 2002 un ex seminarista, Paul Marcoux, rivela di essere stato l’amante di mons. Weakland circa 20 anni prima e che aveva ricevuto circa 450000 dollari per stare in silenzio in una relazione che, secondo Marcoux, era connotata anche da stupri. In una intervista con il New York Times in occasione della presentazione della sua autobiografia qualche anno dopo, Weakland ammise di sapere della sua omosessualità dall’adolescenza e che aveva avuto relazioni sessuali con vari uomini, pagando a volte con i soldi della diocesi. Fu anche violentemente criticato per le sue coperture verso sacerdoti che abusavano minori. Nella sua autobiografia fa una affermazione sorprendente: “Tutti consideravamo l'abuso sessuale di minori come un male morale, ma non capivamo la sua natura criminale”. 
Certo una cosa del genere da parte di una persona certamente istruita ci lascia esterefatti. Il rimedio, sempre secondo mons. Weakland, era di coprire l’accaduto perché le vittime si sarebbero fatte una ragione di quello che gli era accaduto. In questo caso non possiamo non osservare come non esiste soltanto il peccato morale in cui, in vari ambiti, si può anche cadere, ma tutto questo viene portato avanti con azioni criminose anche a danno della sua stessa diocesi. 

Purtroppo le notizie su alcuni Vescovi francesi in questi giorni ci fanno capire che questi mali sono lungi dall’essere risolti.

2 commenti:

  1. Dicono fosse una persona molto intelligente ,visti i risultati raggiunti,molto meglio per lui sarebbe stato nascere completamente stupido.Per me come certi sciagurati siano potuti arrivare a cariche tanto importanti resta un mistero.Quelli come lui non sono semplici peccatori ma veri e propri diavoli.E poi ci sorprendiamo se i media ci attaccano e la gente non va più in chiesa.

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    1. Arrivano a cariche importanti perché si vendono ai poteri forti. Sono loro i nuovi farisei, non certo i cosiddetti tradizionalisti.

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