
Lo riportiamo unitamente alle fotografie... che fanno davvero paura. E indignazione.
Ci si domanda davvero se era il caso e perchè il Cardinale abbia autorizzato un simile spettacolo INDEGNO e (come minimo) BLASFEMO, se non addirittura SACRILEGO della Cattedrale. Perché mai ha autorizzato che si violasse così l'edificio santo e il presbiterio?
Ma non finisce qui.
Ci si domanda davvero se era il caso e perchè il Cardinale abbia autorizzato un simile spettacolo INDEGNO e (come minimo) BLASFEMO, se non addirittura SACRILEGO della Cattedrale. Perché mai ha autorizzato che si violasse così l'edificio santo e il presbiterio?
Ma non finisce qui.
Roberto
Vienna, il fine sociale non giustifica la profanazione
di R. Barile, del 14.12.2018 da La NBQ.

Certamente è un segno che nelle chiese non si prega più.
“Corruptio optimi pessima”: così recita una massima latina che si potrebbe parafrasare : “la corruzione di ciò che era ottimo arriva a un risultato che è il peggio del peggio”. Così è avvenuto all’inizio di questo mese di dicembre a Vienna: uno spettacolo nella Cattedrale di Santo Stefano con la finalità di raccogliere fondi per i malati di Aids promosso dall’attivista gay Gery Keszler e con la partecipazione dell’attore Philipp Hochmair, anch’egli come Keszler, ed esibitosi a torso nudo (foto) con la benedizione dell’arcivescovo di Vienna Schönborn.
La “corruptio optimi pessima”
scatta quando si pensa a che cosa è stata ridotta la Cattedrale di Vienna e all’arcivescovo card. Schönborn che ha presenziato alla manifestazione e alla fine si è fatto fotografare insieme al gruppetto degli organizzatori che esibivano un manifesto con la cifra incassata (foto): un successo per i soldi raccolti e, lo si lascia intendere, un successo umanitario in termini di accoglienza dei “diversi”.
scatta quando si pensa a che cosa è stata ridotta la Cattedrale di Vienna e all’arcivescovo card. Schönborn che ha presenziato alla manifestazione e alla fine si è fatto fotografare insieme al gruppetto degli organizzatori che esibivano un manifesto con la cifra incassata (foto): un successo per i soldi raccolti e, lo si lascia intendere, un successo umanitario in termini di accoglienza dei “diversi”.
Le reazioni provenienti dal versante tradizionale hanno stigmatizzato la profanazione. Concordo, ma vorrei proporre alcune riflessioni complementari.
Anzitutto credo che visionare una galleria un po’ abbondante di immagini fornisca una valutazione esatta dell’accaduto perché si troveranno figure diabolicamente cornute, atteggiamenti scomposti, e... una profanazione nella profanazione. Infatti, oltre alla sconvenienza dello spettacolo, si scopre che Hochmair fa uso di una croce e di un crocifisso al collo, che in certe foto appaiono insieme a una grande fibbia sotto l’ombelico a forma di teschio con le due ossa incrociate a x.



Schönborn, frate domenicano poi vescovo, era un bravo ragazzo e poi un giovane vescovo tradizionale ma non tradizionalista; aperto ma saldissimo nella dottrina; discepolo di Ratzinger; colui che aveva messo mano alla redazione del Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) e che aveva concesso un’intervista a dieci anni dall’uscita del CCC; un personaggio intervistato volentieri dal mensile “30 Giorni”; un arcivescovo che ci teneva a formare i seminaristi portandoli con sé in vacanza; un arcivescovo e cardinale che si era recato pellegrino a Medjugorje ecc. Affidiamoci a lui!



Ovvio che nessuno sceglie il contesto della propria nascita e dunque a nessuno si possono imputare i condizionamenti derivanti da un certo contesto. Ciò precisato, i condizionamenti ci sono, anche se sono superabili. Un condizionamento dei nobili è di recuperare quello che a loro sembra mancare, cioè la solidarietà con le classi abbienti, il nuovo che avanza e non solo la tradizione della quale sono depositari. Così non solo Schönborn ma un qualsiasi ecclesiastico di rango con una origine nobile avrebbe avuto la tentazione di accogliere e legittimare ciò che era abbastanza estraneo alla serietà della sua origine e dunque di legittimare lo spettacolo svoltosi nella Cattedrale di Vienna. E con l’inconscia convinzione di saperlo gestire e frenare a tempo giusto poiché egli appartiene agli “educatori” del popolo.
Ma ahimè, talvolta certe tendenze, accolte senza precisi paletti, poi sfuggono di mano. È un fenomeno che accade anche nella Chiesa ed è accaduto soprattutto nel post concilio (il pontificato di Montini potrebbe essere analizzato anche con questa categoria). Per cui non bisogna cullarsi in vane illusioni: l’accoglienza in Cattedrale a Vienna di persone, modi di fare, idee ecc. non porterà le persone verso Cristo né ci sarà un uomo nobile capace di gestire ed educare tutto questo senza porre chiaramente dei paletti.
In quarto luogo a Vienna è emersa una motivazione tipica che induce a infrangere le regole soprattutto liturgiche e relative alla dignità del luogo sacro: il fine sociale, nel nostro caso l’aiuto ai malati di Aids. La seconda motivazione - qui assente ma presente in altri casi - è la destinazione dell’evento ai giovani o ai bambini, in funzione dei quali si può fare di tutto.
In realtà la vecchia morale, parafrasando un testo di Rm 3,8, sentenziava: «non sunt facienda mala ut veniant bona / non è possibile fare il male perché ne derivi del bene». E tra i mali da non farsi vanno annoverati anche l’inosservanza delle leggi liturgiche e della santità degli edifici sacri. In realtà un tempo parecchi santi sociali - e segnatamente quelli del 1800 - hanno operato tantissimo bene a favore dei sofferenti e degli emarginati, ma non hanno mai messo in discussione la dottrina e tanto meno la santità dell’atteggiamento da tenersi in chiesa; anzi, tendevano a portare in chiesa i sofferenti, gli emarginati, gli educandi ecc. e a farli pregare, convinti che era il meglio che potessero offrire loro.
In quinto luogo l’evento segna il venire meno della esperienza di preghiera in chiesa e del senso sacro della liturgia e del luogo. È questa esperienza e la sensibilità maturata che avrebbero fatto scattare un moto di rifiuto. Ma quando ormai a pregare così in chiesa sono pochi, dei molti che restano più nessuno rifiuta perché più nessuno avverte l’incongruenza di certe manifestazioni, in barba ai documenti sui concerti nelle chiese.
La domanda che sorge è: “Ma perché i buoni oranti sono rimasti così pochi? È Dio che ha chiuso i rubinetti della grazia o è una pastorale che...?”. E proseguendo mi è venuto da domandarmi: “Una iniziativa del genere avrebbe mai potuto avere spazio in una chiesa dove si celebra in VO (Vetus Ordo, la Messa preconciliare), in una chiesa ortodossa, in una moschea?”. Non ho la certezza assoluta delle risposte, ma ho la certezza che è triste arrivare a sollevare interrogativi del genere.
Conclusione. Continuo ad onorare il carisma episcopale di Schönborn e non fisso né lui e né gli altri in questo evento: l’uomo può cambiare con la sua saggezza e con l’aiuto divino. A me stesso e ai critici dell’evento ripeto con l’Apostolo: «chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere» (1Cor 10,12). Anzi, spero che Dio tocchi il cuore di quanti ho citato e insieme possiamo ritrovarci nella Gerusalemme del cielo.
Per adesso però cito quanto san Tommaso d’Aquino scrisse sulla presunzione, che è il vizio contrario alla speranza per eccesso: «per il fatto stesso che uno desidera la gloria, ne segue che cerchi di raggiungere una gloria che è al di sopra delle sue forze. E ciò riguarda soprattutto il tendere alle novità, che producono una maggiore ammirazione. Di conseguenza opportunamente Gregorio annovera la presunzione come figlia della vanagloria» (II-II, q 21, a 4; per Gregorio Magno cf PL 76,621). Presumere di poter fare di più di quanto è concesso, cercare le novità per una gloria che in fondo è vana: e se rileggessimo tutto daccapo alla luce di questa citazione?
Articolo poderoso e inoppugnabile, ma ... a che serve? Ormai la chiesa bergogliana va alla deriva.
RispondiEliminaLo scisma di fatto è compiuto.
Vi chiedete come quell'eminenza ( dell'apostasia) abbia potuto organizzare un simile vero e proprio sacrilegio in un luogo consacrato. Verificate il curriculum delle sue imprese dell'ultimo decennio e le sue spericolate dottrine comprese quelle sulla morale e lasciate stare il passato ( adeguato), poiché, nell'era di GPII e Ratzinger alla Dottrina della Fede non avrebbe potuto far carriera. Il vero è l'attuale, con il pretesto dei fondi per L'AIDS, che sarebbero una goccia nel mare dei paurosi costi che richiede.
RispondiEliminaL'Aids nacque e si diffuse proprio nel periodo di libertà e promiscuità sessuale, ossia fine anni '60 e '70.
RispondiEliminaInvece di raccogliere soldi e poi pubblicizzare la sodomia e il libero amore (come fanno certe rockstar) come normalità, pensassero al fatto se l'Aids non sia stata una punizione di Dio mandata dopo tanto peccato e offese al Suo Nome e i cardonali e preti insegnassero la castità, la preghiera e il rispetto del proprio corpo!
Schönborn, flagello di Dio.
RispondiEliminache disastro permettere queste cose in chiesa....
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