«Noi amiamo pensarlo ormai come protettore dal cielo
di un cammino che ogni giorno
ci si rivela più impegnativo ma inderogabile»
Mario Palmaro ci ha lasciato, riempiendo il nostro cuore di tanta afflizione ma confermandoci nella certezza che il Signore sa quello che permette e che quindi quello che adesso ci appare ed è come una perdita irreparabile potrà avere il volto di una ulteriore prova di maturazione per la nostra fede e per la nostra azione missionaria. Mario infatti è stato un laico, un laico cattolico, che ha vissuto lo statuto battesimale con piena responsabilità e con totale dedizione alla vita della Chiesa e al bene del popolo. La sua straordinaria intelligenza, che gli consentiva di padroneggiare sia il contesto vivo della dottrina sociale della Chiesa e dei dogmi che ad essa si riferiscono, sia, d’altra parte, la capacità non comune di penetrare le questioni bioetiche su cui si gioca il presente e il futuro non soltanto della nostra Chiesa ma dell’intera società, lo hanno reso una presenza insostituibile nel cammino che la nostra Chiesa ha fatto in questi anni tormentati ma insieme carichi di tante promesse.
Non ha mai dubitato dell’intero dogma della Chiesa né ha scelto in esso quello che più immediatamente sentiva corrispondente alla sua formazione e alla sua sensibilità. Ha servito il dogma della Chiesa, la sua morale, la dottrina sociale, in maniera continuativa, sistematica, implacabile.
Onore alla sua vita piena di fede e piena di carità ecclesiale e onore anche a quella testimonianza in forza della quale ha saputo porre alcuni problemi gravi che la vita della Chiesa è chiamata ad affrontare nell’immediato e nel futuro.
A lui, che resterà nella storia della nostra cristianità come un laico, generoso e impegnato, capace di sacrificare tutto, anche gli interessi personali, financo la propria vita, perché fino agli ultimi giorni, nonostante la malattia che gli aveva irrimediabilmente minato le energie fisiche, ha saputo servire la Chiesa e la sua missione di evangelizzazione e di cultura in modo assolutamente impagabile.
Noi amiamo pensarlo ormai come protettore dal cielo di un cammino che ogni giorno ci si rivela più impegnativo ma inderogabile.
Onore alla sua vita piena di fede e piena di carità ecclesiale e onore anche a quella testimonianza in forza della quale ha saputo porre alcuni problemi gravi che la vita della Chiesa è chiamata ad affrontare nell’immediato e nel futuro.
A lui, che resterà nella storia della nostra cristianità come un laico, generoso e impegnato, capace di sacrificare tutto, anche gli interessi personali, financo la propria vita, perché fino agli ultimi giorni, nonostante la malattia che gli aveva irrimediabilmente minato le energie fisiche, ha saputo servire la Chiesa e la sua missione di evangelizzazione e di cultura in modo assolutamente impagabile.
Noi amiamo pensarlo ormai come protettore dal cielo di un cammino che ogni giorno ci si rivela più impegnativo ma inderogabile.
Monsignor Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa
Fonte: Cultura Cattolica.it
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