Alcuni autori recenti negano che il sacrificio sia un concetto centrale nella Bibbia. Karl Rahner esprime dubbi circa il fatto che Gesù abbia interpretato la sua propria morte come un sacrificio espiatorio. Rahner trova che l'idea del sacrificio in alcuni tardi testi neotestamentari fu iperinfluenzata, secondo lui, da nozioni primitive che erano state successivamente superate. Reinterpretando l'evento per la coscienza moderna, Rahner espunge il concetto di sacrifio espiatorio e lo sostituisce con il concetto di causalità simbolica o quasi-sacramentale, della quale ho già riferito.
per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
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domenica 26 aprile 2009
Gli ispiratori di mons. Zollitsch
In riferimento alle strabilianti recenti affermazioni di mons. Zollitsch, presidente della conferenza episcopale germanica, il quale nega la natura sacrificale della morte in croce di Cristo, riducendola ad un modo per 'esprimere solidarietà' con l'uomo sofferente (aspetto che la concezione non diciamo tradizionale, ma semplicemente ortodossa - e ribadita chiaramente dal Concilio Vaticano II e dal Catechismo della Chiesa Cattolica - non nega, ma riassorbe nella più alta idea di un Dio che offre se stesso per "togliere i peccati del mondo"), Cathcon risale all'origine dottrinale di questo grave errore teologico. E' il solito Rahner:
Da in un saggio di Avery Dulles S.J.:
Nessuna sorpresa, allora: Zollitsch è stato il candidato favorito dal suo predecessore alla presidenza della conferenza episcopale, card. Lehmann, che si è dimesso prima del tempo proprio per impedire all'appena nominato Arcivescovo di Monaco di essere eletto per la carica [è risaputo che l'Arcivescovo Marx era il candidato favorito da Papa Benedetto]). Il cardinale Lehmann era assistente ricercatore di Rahner. La principale influenza filosofica di Rahner fu il nazista Heidegger.
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RispondiEliminaIgnoravo che Lemann fosse stato assistente di Rahner. Ciò spiega molte cose. Di vescovi e cardinali in odore di eresia ne abbiamo avuto a iosa; a quando cambiare musica ed avere prelati in forte odore di ortodossia?
RispondiEliminaRisposta non c'è o, forse, chi lo sà? caduta nel vuoto sarà.
Antonello
Uno dei commenti al post su Zollitsch ha secondo me colto il punto: il vescovo di Friburgo ha senza dubbio detto una cosa corretta quando ha affermato che Cristo è solidale con tutti noi, uomini peccatori, e per questo è morto sulla croce. Questo a mio parere significa che la morte di Cristo è un vero sacrificio, in cui il Redentore è Sacerdote e Vittima; l'unico sacrificio che è sacramentalmente presente in ogni messa. Questo fatto, sviluppato dalle scritture (lettera agli Ebrei) è poi al centro della teologia di S. Anselmo, come ha richiamato inopportuno. Molti teologi moderni - non solo Rahner- credono che parlare di "sacrificio" non sia il modo corretto di presentare la verità di fede etc.. Io francamente proprio non capisco queste idee (che hanno guidato Rahner e, credo, anche Zollitsch). Di un qualsiasi enunciato bisogna sempre chiedersi se è vero o se è falso, non se sarà accolto o rifiutato da coloro a cui ci rivolgiamo. Ciò è ancora più vero, per me, in materia di fede. Proprio non capisco perciò questo rifiuto a volere parlare di "sacrificio", sia in riferimento alla passione di Nostro Signore, sia in riferimento alla santa messa. In proposito consiglierei la lettura del manuale di Cristologia del card. Schoenborn (Gott sandte seinen Sohn), in cui si sottolinea come sia stato Lutero a rifiutare la nozione di "sacrificio", elaborata compiutamente da S. Anselmo, e di come sia necessario per la fede cattolica superare questa tesi - indubbiamente eretica - tornando alla cristologia elaborata dal santo di Aosta (e da san Tommaso d'Aquino, aggiunge il cardinale).
RispondiEliminaUn caro saluto, Luca.
C'è bisogno di rinnovare ancora i complimenti al blog? In ogni caso lo faccio. buon lavoro!
ATTENTI AI GIUDIZI AFFRETTATI: un certo giovane teologo di nome Joseph Ratzinger era addirittura collaboratore e coautore di testi con Karl Rahner....
RispondiEliminaMeditate gente prima di estrapolare frasi e sparare bordate "teologiche"...
Gantile don Tiddi, credo sia sufficiente leggere l'autobiografia di Ratzinger per concludere che l'attuale pontefice era da sempre consapevole della distanza che lo separava dalle visioni teologiche di Rahner. Ciò non toglie che Rahner non sia certamente "eretico". Ciò che io trovo piuttosto fastidioso nella sua elaborazione teologica è la sostituzione della filosofia aristotelica e tomista con un trascendentalismo di vaga ispirazione kantiana che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto rispondere a quelle domande esistenziali che si pone ogni uomo, per la stessa struttura formale della sua soggettività (heideggerismo orecchiato, anche in questo caso; magari lo Heidegger di "Kant e il problema della metafisica").
RispondiEliminaIo penso che ogni proposizione teologica sia la conclusione di un sillogismo in cui la premessa maggiore è di filosofia e la minore è di fede. Ma se si accoglie una filosofia falsa (come a mio parere sono sia il kantismo che l'heideggerismo), la conclusione sarà sempre non delle migliori, anche se la premessa minore rimane di fede cattolica. Prendete la teologia del Schillebeeckx: credo che la sua posizione di fronte alla santa messa possa essere definita contraria a quella cattolica. Ma ciò non è che la conclusione di un sillogismo in cui al realismo aristotelico e tomista, nella premessa maggiore è stata sostituita una filosofia "più moderna" probabilmente, ma anche, senza dubbio, più falsa.
Caro don Tiddi, tutto si può dire di Siri, tranne che esprimeva giudizi superficiali basati su estrapolazioni. Mi perdoni la schiettezza, ma tra la sua opinione e quella di un grande vescovo, un grande cardinale ed un grande teologo come Siri io non ho dubbi su chi seguire. Rahner è pericoloso, è il più pericoloso dei teologi. A me basta questo per starne ben alla larga, anche dal leggere le sue eventuali posizioni ortodosse. Dio non ci fa certo mancare opere di grandissimi teologi perfettamente ortodossi. ho amici preti che studiano anche Rahner per poterne confutare gli errori e in questo caso è giusto e doveroso leggerlo, ma io non ho nè tempo nè voglia di confutare nessuno, il mio obietrtivo unico è coltivare l'ortodossia della fede e per far questo non ho certo bisogno di attingere da Rahner.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la collaborazione tra Ratzinger e Rahner la conoscono pure le pietre, come si conosce la presa di distanze operata da Ratzinger quando capì la pericolosità di certe posizioni.
I Padri della Chiesa avevano terrore dell'eresia e degli eretici, i cattolici di oggi pensano di poter passeggiare in mezzo al fango senza sporcarsi ma ciò è impossibile.
Rahner dice anche cose ottime, ma che bisogno c'è di andare a setacciare quintalate di fango per trovare una pagliuzza d'oro puro, quando nelle opere teologiche ortodosse abbiamo tutto l'oro puro che vogliamo, senza fango?
Chi ama il pericolo in esso perirà ci avverte lo Spirito Santo e l'ortodossia della fede è troppo fragile per esporla volutamente a scossoni e perturbazioni; non è esente da colpa chi senza necessità espone la propia fede a possibili contaminazioni.
Antonello
Oggi celebrando la Messa della terza domenica di Pasqua, anno B, mi sono caduti gli occhi su queste parole di San Giovanni (seconda lettura): "Egli (Gesù) è vittima di espiazioni per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo". Quì si parla "di vittima di espiazione", quindi stiamo di fronde ad un vero sacrificio, San Giovanni parla chiaro con buona pace di Rahner, Zollitsch e compagnia briscola...
RispondiEliminaUna considerazione su quanto detto da Antonello...mi ha lasciato un po' perplesso la sua dichiarazione sulla debolezza dell'Otodossia....io credo che l'Ortodossia della Fede sia forte e vincente, di fronte all'eresia....altra cosa, invece, credo che sia la fede personale...e non possiamo fare altro che chiedere a Dio di rafforzarla ancora di più...spero di essermi spiegato bene, e soprattutto di aver capito bene...
RispondiEliminahttp://www.rinascimentosacro.com/2009/04/benedetto-xvi-nel-rapporto-con-la.html
RispondiEliminaAnonimo ha detto...
Come Cardinale Ratzinger ha scritto:
"L’adorazione, la giusta modalità del culto, del rapporto con Dio, è costitutiva per la giusta esistenza umana nel mondo; essa lo è proprio perché attraverso la vita quotidiana ci fa partecipi del modo di esistere del “cielo”, del mondo di Dio, lasciando così trasparire la luce del mondo divino nel nostro mondo ".(Introduzione allo spirito della liturgia, p. 17).
Ecco con questo bramo ci confrontiamo un filosofia della liturgia che è puramente naturale. La teologia della liturgia è fondata su il Depositum Fidei non su le considerazione filosofiche. Se Don Gagliari non commincia con ammirazione per la filosofia liturgicale non riuscerà capire la liturgia tradizionale, perchè è precisamente in questo sbaglio che cadevano gli scrittori della liturgia nuova, che si pensa di essere sufficiente se esprime le grandi verità filosofica che riguardano l'uomo e Dio.
Così si possa fare la diplomatica cattolica, ma non la liturgica cattolica.
24 aprile 2009 7.26
homo liturgicus ha detto...
Ha ragione mrs. Anonimo del 24-4-09 7:26
Difatti se la Zenit ha proprio coraggio, si deve confrontare con questa critca severissima del niente tradizionale libro di Ratzinger
http://certitudes.free.fr/nrc08/nrc08106.htm
che è stata silenziata con brutto imbarazzo e l'autore stesso è stato rimproverato dai suoi superiori
Invece ha ragione su tutta la linea.
26 aprile 2009 8.13
certo, il mio riferimento alla "debolezza" dell'ortodossia della fede è riferito a quella personale.
RispondiEliminaOggettivamente fede ed ortodossia cattolica sono una costruzione che ha Nostro Signore come fondamenta e quindi "portae inferi non praevalebunt".
Io mi riferivo all'aspetto soggettivo: la fede di ciascuno di noi è debole e possiamo perderla da un momento all'altro, è per questo che imploriamo la perseveranza. Ed è per questo che dobbiamo proteggerla con una adeguata ed attenta "profilassi".
Ciascuno di noi protegge la propia salute dal freddo, dal sole o da una malattia contagiosissima. Perché invece per quanto riguarda la fede e la sua ortodossia dobbiamo esporla a pericoli e rischi? Abbiamo il dovere di proteggere la salute ma pure la fede!
L'indice dei libri proibiti non c'è più, e sinceramente al giorno d'oggi sarebbe stato poco efficace, non tanto perché avrebbe dato più pubblicità ad un opera quanto perché con la sterminata produzione libraria sarebbe impossibile controllare tutto (caso mai oggi sarebbe forse più utile un indice dei libri "non proibiti" o "permessi" e sicuramente sarebbe più facile da realizzare) ma il fine dell'Indice era propio quello di salvaguardare la fede dei fedeli da contagi.
L'indice non c'è più ma il dovere, per ciacun battezzato, di proteggere la fede resta immutato. Lreggere Rahner può causare all'anima nostra una polmonite (come minimo); ne vale la pena?
Antonello
Many thanks to you, Gillibrand: you’re doing a wonderful job in making known lots of misdeeds of Austrian and German churchmen.
RispondiEliminaGod bless you.
Non conosco Rahner, quindi non posso giudicare...ringrazio comunque Antonello della sua risposta
RispondiElimina:)
Roberto
Robdeal91 dice di non conoscere Rahner! Neppure io lo conosco: non ho mai letto nulla scritto da lui!
RispondiEliminaSono superficiale?
Se una persona che non ha mai avuto il colera prende le precauzioni necessarie per evitarlo diciamo che è saggia e previdente, la lodiamo e la imitiamo.
Chi invece non vuole assaggiare l'acqua inquinata di Rahner che può causargli un "colera" all'anima dobbiamo definirlo superficiale?
Chi vuole assaggiare l'acqua di Rahner, o di Zollich, o di chiunque non è totalmente ortodosso lo faccia.
Io non lo fò.
Antonello.
Attention please!
RispondiEliminaI nuovi teologi, come già detto, sono pericolosi anche laddove sembrano recepire ed accettare la dottrina ortodossa ma...... ma?
Ma insinuano in maniera subola dubbi che a prima vista sembrano insignificanti, ma che pian piano crescono e divorano.
Anche il bacillo del colera è insignificante.
Antonello
Gli errori di Rahner sono stati esaminati in un convegno tenuto a Firenze presso i francescani dell'Immacolata l'altr'anno e i cui atti sono usciti recentemente per le edizioni Cantagalli. Interventi interessantissimi ad opera di noti ed eccelsi teologi, tra cui mons. Brunero Gherardini.
RispondiEliminaLa morte di Cristo come vero sacrificio satisfattorio e propiziatorio si trova nel Vangelo: qui si incontrano termini come Hostia (in greco thusìa), sacrificio, ilastèrion (victima propitiatoria) ecc. Nell'Apocalisse si parla di Agnello ucciso, ad es.
Da poveri post-tridentini impenitenti noi sappiamo sin da bambini che l'offesa dei progenitori a Dio era stata infinita avendo ferito l'infinita maestà, l'infinito amore, l'infinita giustizia di Dio.
Occorreva un sacrificio di riparazione infinito che l'uomo finito non poteva offrire. Ecco dunque che Dio offre se stesso come vittima nella persona del Verbo, per redimerci dal male, da Satana, non per riscattarci dal potere sacerdotale! Sacrificio d'infinito amore.
Sino al 3 maggio compreso son impegnato per 12 ore al giorno a far il mercante di fiori nella mostra-mercato annuale che si tiene a Firenze.
Mercante, ma non nel tempio (e con prezzi da altri stabiliti!).
L'eresia è come la calunnia del Barbiere di Siviglia
RispondiEliminaun venticello, un'auretta assai gentile, che insensibile sottile ......
Chi conosce l'opera sa come prosegue e finisce.
Buoni affari, Pastorelli, ma dopo legga il link
RispondiEliminahttp://certitudes.free.fr/nrc08/nrc08106.htm
e ci dica il suo pensiero.
Non volevo offendere Antonello, ne ho mai pensato fosse superificiale...se l'ho fatto chiedo perdono...errare humanum est...
RispondiEliminanoooooooooo
RispondiEliminaRobdealb91, tu non m'hai offeso e io non mi riferivo a te; il discorso era in generale e rivolto pensando a chi ritiene "utile" e/o "arricchente" leggere opere eterodosse, e quindi potenzialmente pericolose.
Antonello.
Ringrazio Dante Pastorelli della segnalazione bibliografica. Sembra un ottimo volume (c'è anche un contributo del profondo p.Cavalcoli, apprendo da Internet). cordialmente.
RispondiEliminaCol tempo che i meteorologi ci annunziano, e già oggi la previsione è stata azzeccata, pioggia e temporali, gli affari saran poco cospicui.
RispondiEliminaCospicui invece il freddo, l'umidità e le doloranze da questi e dal piegarsi per sollevar pesanti vasi provocate.
Guarderò.
Carissimi,
RispondiEliminaringraziando Ratkis, desidero riportare questo testo di San Giovanni; "Figlioli miei, vi scrivo queste cose perche' non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesu' Cristo giusto. Egli e' vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo."
Uno dei drammi della nostra eta' e' che ci si debba interogare su Rahner e Zoellitsch, quando un Apostolo ed Evangelista chiude loro la bocca con un bel ceffone.
Ma si sa che per i modernisti gli Apostoli non avevano ancora ben compreso tutto.....
Un'altra cosa preoccupante e' che una bella foto di Rahner fa bella mostra sul sito ufficiale della Societas Jesu quale mirabile esempio di speculazione teologica.
Ovviamente la cosa non sorprende chi conosce un po' la SJ.
Cordiali saluti, F.d.S.
Altra pubblicazione su Rahner, questa qui recensita:
RispondiEliminahttp://wxre.splinder.com/post/20362078/solo+un+po%27+di+pazienza
p.s. Non vorrei cadere sotto gli strali di qualcuno di voi, ma può essere interessante dare un'occhiatina anche a pubblicazioni "esterne"; se vi procurate questo vecchio articolo:
Grillo, Andrea: "Sacramenta propter angelos" : Karl Rahner e un "principio" della sacramentaria di S. Tommaso. In: Ecclesia orans 14 (1997), S. 391-412
potrete agevolmente scoprire che il titolo datogli dal Fabro (deformator thomisticus radicalis) non è per nulla immeritato.
Più che d'ispiratori di Zollitsch io parlerei di cattivi maestri. Lehman s'è dimesso (per seri motivi di salute) l'anno scorso da presidente della conferenza episcopale tedesca ma non da vescovo di Mainz. Se i motivi di salute erano tanto seri ... perchè non ha lasciato anche la diocesi di Mainz? Per un motivo molto semplice: trovare un sodale che continuasse imperterrito nella sua linea teologica (rapporto burattino - burattinaio). Alessandro
RispondiEliminaSolo una osservazione. Anche se numerosi teologi di provata ortodossia e di formazione tomista (il compianto p. Fabro, il p. Cavalcoli, mons. Gherardini) criticano fortemente Rahner, bisogna ricordare che la Chiesa non lo ha mai condannato.
RispondiEliminaTuttavia, come osserva giustamente il p. Cavalcoli (ne "Il mistero della Redenzione"), il n. 65 della Veritatis Splendor di Giovanni Paolo II, criticando la distinzione fra categoriale e trascendentale, condanna una dottrina la cui elaborazione si deve indubbiamente a Rahner: per il papa questa distinzione è deleteria in teologia morale (oggetto della enciclica), perchè porta alla strana teoria della "opzione morale fondamentale" (trascendentale), per cui tutti saremmo buoni (sembra di ricordare i "cristiani anonimi" di rahneriana memoria). Se questo è un problema per la teologia morale, lo è in generale per la teologia. Aggiungo però che senza la distinzione (di chiara derivazione kantiana e heideggeriana) fra momento trascendentale della soggettività (naturaliter cristiano) e momento categoriale cade tutto l'edificio della speculazione rahneriana.
Se l'enciclica condanna un errore che possiamo ragionevolmente attribuire al pensiero di Rahner, bisogna però ricordare, a mio parere, che il p. Rahner non è stato mai condannato dal magistero. E questo per una ragione semplice: eresie esplicite non ne pronuncia. I suoi errori - perchè sono convinto che siano tali - sono più che altro filosofici. Ma questo, ripeto, non può non avere conseguenze sull'intero impianto teologico del nostro. Credo che il problema sia non tanto che una simile elaborazione esista (ormai ci si può fare ben poco), ma che goda di un grande apprezzamento, senza che nessuno muova un dito (a parte i Francescani dell'Immacolata e grandi teologi come quelli che abbiamo citato ma che, ahimè, con il marchio - superficiale - di "tradizionalisti" sono per lo più ignorati). Sarebbe bello se questa discussione servisse a chiarire le idee a qualche lettore.
Cordialmente.
Caro Luca, partire dal Vaticano II la Chiesa ha smesso di condannare; gli erriri però hanno continuato a proliferare; è un dato di fatto.
RispondiEliminaRahner non dice eresie?
E Siri allora perché lo definì "il più pericoloso dei teologi"?
Non dirà eresie ma le semina a piene mani ed infatti Siri aggiunse: "ha l'aria di essere ortodosso"; detto in parole povere Rahner si finge ortodosso ma non lo è. Come da più tipico eretico!
Ovvia, perché intestardirci su Rahner e compagni?
Perché non occuparci di teologi di indubbia e incontestabile ortodossia? Perché voler passeggiare sull'orlo di un dirupo?
Ti cito due cosette scritte da Rahner (le prendo da chi lo ha letto perché io, come già detto, non l'ho letto e non ho intenzione di leggerlo):
"noi abbiamo il dovere di prendere il più possibile sul serio il principio protestante della sola Scrittura, perch'esso sottintende un'esperienza religiosa autentica" (K. Rahner, Sacra Scrittura e Tradizione; ed. Paoline 1968 pag. 192)
Non è una eresia, è vero, ma spinge a prendere sul serio una eresia, la "sola Scriptura"; ti sembra poco?
Ma continuiamo:
"il dogma [dell'Immacolata Concezione, n.d.r.] non significa in nessun modo che la nascita di un essere umano sia accompagnata da qualche cosa di contaminante, da una macchia, e che per evitarla, abbia perciò dovuto avere un privilegio. L'immacolata concezione della Santa Vergine consiste dunque semplicemente nel possesso dall'inizio della sua esistenza della vita di grazia." (K. Rahner, Maria, Meditazioni, Herder-Morcelliana, Brescia 1970, terza edizione, pag. 50).
E questa è una eresia bella e buona!
Su, per favore, non cerchiamo di far passare per cordiale un veleno!
Antonello.
"gli erriri però hanno continuato a proliferare"
RispondiEliminaQuesto sì che è linguaggio performativo...
mea culpa. errata corrige: "erriri" si legga "errori".
RispondiEliminaAntonello
L'"Humani generis" condanna in blocco la "nouvelle théologie" in tutte le sue forme.
RispondiEliminaNon esageriamo, De Lubach e von Balthasar sono ben altro. Il problema di Rahner emerge chiarissimo nella seconda citazione di Antonello e nel link di Lycopodium.
RispondiEliminaPer Rahner tutto è già dato all'uomo, senza bisogno di quel "di più" che viene da Dio.
Così non ci possono essere nè persone oggette di singolari privilegi (come Maria), nè riti e segni (come la liturgia e i sacramenti) anch'essi portatori di uno specifico privilegio.
Da qui a dire che il mondo è Dio, il passo è breve; non l'ha fatto del tutto Rahner (il suo lavoro sul Sacro Cuore è perfetttamente cattolico), l'hanno fatto appieno i suoi epigoni; per le ricadute sulla teologia liturgica, consiglio anche il libro di Andrea Bozzolo, La teologia sacramentaria dopo Rahner, che illustra la progressiva svalutazione dello specifico del rito sacramentale in chi ha subito l'influenza della svolta antropologica.
Per il prof. Dante Pastorelli: credo che la nouvelle theologie sia un fenomeno complesso, anzi un'etichetta per molte correnti teologiche diverse. Possiamo usarla per De Lubach per Teilard de chardin (a mio parere proprio eretico) forse anche per Rahner e per von Balthasar.
RispondiEliminaMentre su Rahner abbiamo sollevato tutti (me compreso!) dubbi giustificati, credo che sulla ortodossia di von Balthasar nessuno dubito. E ricordiamoci che De Lubac fu fatto cardinale e che "Surnaturel" non è esplicitamente condannata nella enciclica di Pio XII. Anche se certamente molte delle espressioni dell'allora p. De Lubac fanno un po' innervosire quanti - me compreso - condividono l'impostazione data alla questione dei rapporti fra natura e grazia da san Tommaso e dalla sua scuola.
Io credo che la Chiesa ammetta e valorizzi un giusto pluralismo teologico, in cui c'è spazio sia per il tomismo che per prospettive che strettamente tomiste non sono (de Lubac, von Balthasar, lo stesso Ratzinger... o se volete il beato Duns Scoto o Antonio Rosmini).
Ciò a cui Pio XII ci richiama però è l'attenzione all'uso della ragione. Anche se non c'è una "filosofia cattolica" (un accostamento indubbiamente strano) non è vero che c'è la possibilità di scegliere qualunque sistema filosofico. E la Humani Generis ci richiama al realismo della tradizione tomista in modo molto esplicito. Questo richiamo non è senza dubbio tenuto nel debito conto da Rahner e da altri autori ancora più strampalati e giustamente lasciati nel dimenticatoio (vedi alla voce: Theilard de chardin).
Aggiungo una chiosa scherzosa. Il problema è che i preti arrivano sempre tardi. Io studio filosofia in una università statale e Heidegger è già il passato. Per non parlare di Hegel. Per certi teologi odierni sembrerebbe invece il futuro e Rahner, inevitabilmente (assieme ai Kueng ai Bruno Forte - ops, l'ho detto) diventa un profeta. Se proprio devono dire scempiaggini, che le dicano up to date. Se invece vogliono essere old fashioned, be'... che si rileggano un po' la Summa...
Cordialmente, Luca.
Si può tradurre in italiano l'articolo del prof. Dulles?
RispondiEliminaViene citato il "pluralismo teologico", vero e propio cavallo di battaglia dei novatores che si appellano al Vaticano II nel cui indice dei concetti però tale termine "pluralismo teologico" non compare propio!
RispondiElimina