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lunedì 9 gennaio 2017

Prete diocesano "confratelli sacerdoti: i giovani vogliono la Messa antica, in cui trovano meglio Dio".

Riportiamo lo splendido appello natalizio di un sacerdote diocesano rivolto ai suoi confratelli circa l'interesse sempre più crescente della Messa antica sui giovani. 
La notizia è data da Paix Liturgique 2.1.2017 ripresa da CNSP del 04.1.2017. 
Roberto

In questo inizio dell’anno 2017, nel corso del quale celebreremo il decimo anniversario del Motu Proprio Summorum Pontificum, siamo lieti di divulgare lo splendido appello in favore della celebrazione della forma straordinaria del rito romano lanciato con fervore da un sacerdote diocesano sulle frequenze di Radio Maria. Un appello tanto più toccante perché partito da un luogo altamente simbolico: la città di Trento, che ha «canonizzato» la messa romana.
Martedì 29 novembre 2016, Radio Maria trasmetteva il rosario, i vespri e la messa (forma ordinaria) dalla chiesa della Santissima Annunziata di Trento, sita nei dintorni della Cattedrale dove si aprì, nel 1545, il famoso Concilio. In quell’occasione, don Rinaldo Bombardelli, rettore della chiesa nella quale si celebra ogni domenica la forma straordinaria del rito romano, ha tenuto una bellissima predica sulla «ricerca di Dio», alla quale è chiamato ognuno di noi.
In particolare, don Rinaldo, sacerdote diocesano che celebra entrambe le forme del rito romano col desiderio di partecipare all’arricchimento spirituale dei suoi fedeli, proprio come auspicava Papa Benedetto XVI quando emanò il Summorum Pontificum, ne ha approfittato per invitare espressamente i suoi confratelli a «riscoprire la Santa Messa tradizionale» che attira tanto i giovani! Proposito stimolante, che siamo felici di offrire alla vostra meditazione e a quella dei nostri pastori.
***
Fratelli e sorelle,
Le letture di oggi ci parlano del desiderio di Dio, del bisogno di cercare Dio e finalmente di poterlo trovare nella persona di Gesù. Isaia parla di nazioni che lo cercano con ansia, Gesù si rivela essere Lui e nessun altro la nostra salvezza. Il profeta descrive nei particolari sia la nostalgia di Dio che alberga nel cuore degli uomini sia la pienezza che solo Dio può offrire loro.
C’è un bellissimo motto che risale ai tempi di San Benedetto che fonda gran parte della spiritualità benedettina e che descrive molto bene l’atteggiamento dell’uomo che desidera aprirsi al mistero di Dio: QUAERERE DEUM. Cercare Dio.
Oggi più che mai il compito della Chiesa di ciascuno di noi battezzati laici e sacerdoti, è quello di cercare Dio e aiutare i nostri fratelli a trovarlo insieme con noi. La cosa bella è che il Signore ci dà tanti aiuti e strumenti perché la
nostra ricerca non sia vana o non si perda nelle mille preoccupazioni della vita e nei vicoli ciechi che troppo spesso essa ci offre.
La nostra bella fede cattolica ci offre la possibilità di poter ascoltare la sua parola vivente nel Vangelo, nel magistero millenario della Chiesa, nella sicurezza che ci offre la dottrina, nella grazia dei sacramenti, della preghiera e della liturgia.
E a proposito di liturgia.
In questa chiesa dedicata a Maria Santissima Annunziata a Trento, (senza nascondere una punta d’orgoglio per appartenere a quella chiesa Tridentina che ha avuto il dono di ospitare qui a poche decine di metri da dove vi sto parlando uno dei più grandi concili della storia della Chiesa, il Concilio di Trento, concilio che ha portato una grande riforma nella chiesa interpretata da uno stuolo di Santi e di Sante)… bene a proposito di liturgiaabbiamo la grazia di celebrare qui tutte le domeniche la Santa Messa secondo il rito antico.
Una liturgia che contiene in sé nei suoi silenzi, nella sua sacralità, nella centralità che essa lascia al sacrificio di Gesù sulla Croce la risposta a quel Quaerere Deum, cercare Dio, di cui dicevo all’inizio. È una liturgia che attira molto i giovani, anche se questo può sembrare incredibile.
In realtà e qui mi permetto di dare un consiglio ai miei confratelli sacerdoti che ora mi stanno ascoltando: noiabbiamo tentato in tanti modi di attirare le giovani generazioni in chiesa e alla Santa Messa. Ricordo da piccolo le “messe beat”, poi talora le messe rock o le messe caratterizzate da particolari e talora stravaganti modi di attirare i giovani. Lo abbiamo fatto in buona fede, magari con grandi aspettative che spesso ci hanno lasciato delusi.
Cari confratelli sacerdoti, provate a riscoprire la Santa Messa Antica, oltre che essere un nutrimento straordinario per la nostra spiritualità sacerdotale essa attira, e molto, i giovani. Succede in tutto il mondo. Succede anche qui. Perché non dovrebbe succedere anche da voi?
Il mondo ha bisogno di Dio. Le nazioni cercano Dio. La Chiesa può e deve offrire Dio. È il nostro compito, è nostro preciso dovere ed è allo stesso tempo la gioia che riempie la nostra vita. Quella gioia ha un nome preciso: Gesù Cristo Figlio di Maria Santissima.
Ho cominciato la mia riflessione con un motto benedettino, la concludo con un altro motto questa volta attribuito a San Bruno fondatore dei monaci certosini: STAT CRUX DUM VOLVITUR ORBIS, “La Croce sta ferma mentre il mondo vi gira atorno”. Gesù è la via, la verità e la vita. Gesù è la nostra salvezza. Abbiamo avuto la fortuna, e Gesù ci chiama beati per questo, di aver visto, di aver sentito e così di avere creduto.
E quando le preoccupazioni, l’incertezza per il futuro, le angosce del presente, il peso del nostro passato rischieranno di chiuderci di nuovo il cuore guardiamo la Croce, guardiamo a Gesù. Aggrappiamoci ai sacramenti, in particolare la confessione e la Santa Messa.
La Croce sta ferma mentre il mondo vi gira attorno, e stare accanto alla Croce qualsiasi cosa accada, significa avere la possibilità di essere tra coloro che vedranno le luci dell’alba del mattino di Pasqua, le lacrime asciugarsi, lo spettacolo del trionfo della vita sulla morte.
Sia lodato Gesù Cristo!

23 commenti:

  1. Credo che presto questo confratello farà una brutta fine...

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    1. Condivido anch'io:non è stato ancora trasferito?

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    2. Condivido in toto! non è stato ancora rimosso?

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  2. Un po' di linfa ricomincia a circolare...

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  3. Come aveva scritto papa Benedetto nel SP, è noto l'interesse dei giovani semplici fedeli o sacerdoti per il VO, questi ultimi ostacolati dai superiori. E' necessario, tuttavia per attrarre il popolo al VO, celebrarlo in modo non troppo chiuso come accade non raramente,specialmente nelle Messe Solenni, dove talvolta si celebra secondo il Messale anteriore a Pio XII e non proclamando il Vangelo e l'Epistola nella lingua parlata, come raccomanda il SP. Anche il VO 1962 aveva bisogno di ulteriori revisioni rubricali che potrebbero stabilirsi de facto nel corso dei Convegni SP.

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    1. Tutto il contrario. I giovani si appassionano di più proprio alla Messe più solenni, nelle quali le rubriche sono rispettate con il maggior rigore. Ok alla rilettura delle letture in italiano dopo il canto ma non è certo questa una determinante dell'interesse giovanile. La esigenza di adattamenti rubricali e propria delle vecchie generazioni che volenti o nolenti hanno assorbito il pastoralisno del 20 secolo. Non vogliono il proprio gregoriano, la Messa solenne, le letture canto perché non sono più in grado di capirli, mai giovani, che non hanno pregiudizi, amano proprio quello

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    2. Revisioni rubricali che potrebbero stabilirsi de facto nei convegni SP??? Ma siamo matti? Si decide di cambiare la liturgia nei convegni? De facto??? Ma se neanche un vescovo può stabilire variazioni alle rubriche? Non cito Pio V ma Sacrisanctum Concilium. La avete letta Universae Ecclesiae?"i libri liturgici si applicano così come sono scritti " (cit.). Ma tornate al NO invece far danno sul Vetus!

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  4. Un fissato, come i talebani

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  5. Penso ai cattivi e ironici commenti che molti sacerdoti avranno fatto sentendo questo eroico confratello esprimere chiaramente la sua soluzione alla diserzione da parte di giovani ed adulti. Sarà politicamente poco corretto e controcorrente ma veritiero e, ringraziando Dio, non è il solo a pensarla così.

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  6. E' noto che tanti giovani, siano essi fedeli laici o sacerdoti, sarebbero favorevoli al NO così come hanno capito l'inganno del sessantottismo nella Chiesa,ma ne sono ostacolati da vescovi o superiori di Ordini. Tuttavia è necessario attrarre il popolo al VO mediante una celebrazione meno chiusa, specialmente nelle Messe solenni e proclamare, come vuole il SP, le letture nella lingua parlata, cosa che molti non fanno, alcuni seguendo le rubriche anteriori alla riforma di Pio XII.

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    1. Pastoralisti tornate nel NO14 gennaio 2017 alle ore 15:28

      Il sp non vuole ma permette la proclamazione in volgare - solo dopo quella in latino se la messa è in canto. Cosa sarebbero poi le rubriche anteriori alla riforma di Pio XII e tutto da spiegare, dato che la riforma delle rubriche la ha fatta Giovanni XXIII, ad eccezione della settimana santa. E poi da notare che la stessa Pomtificia Commisdione Ecckesia Dei permette L uso di talune rubriche pre 1962, come nel caso del benedicamus Domino .

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  7. E' ben noto che tanti giovani, siano essi laici o sacerdoti sarebbero favorevoli al VO, se non venissero ostacolati soprattutto da vescovi o da superiori di Ordini che si sono opposti con insulti a papa Benedetto e non hanno accettato, nella loro faziosità o cecità pastorale, il superamento dell'ingannevole sessantottismo nella Chiesa, iniziato con il CVII.

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  8. Che i giovani siano attratti dalla Messa V.O. è credo abbastanza chiaro a tutti (o quasi)...le reazioni negli ambienti eclesiastici nascono proprio da questa consapevolezza...
    Anche a Torino gli assidui fedeli che frequentano la chiesa della Misericordia la domenica non sono di certo solo vecchietti nostalgici,anzi una gran parte di essi sono nati post Concilio e tanti sono i ragazzi ventenni...

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    1. Torino non è un esempio, semmai un contro esenpio. La eta media e molto più alta delle altre assemblee VO, il gruppo dei ministranti e coristi addirittura decrepito, gli abusi nella celebrazione sono sistematoci. Non c e nessuna vita di fede legata alla Messa della domenica e la chiesa e solo la sede di concerti e conferenze. L atteggiamento di chiusura e diffidenza verso il sentire tradizionalista del celebrante ha respinto nel corso dei decenni tanti ragazzi, che spesso sono approdati alas fsspx o a mbc. La singolare mancanza di vocazioni in numero minimo rispetto a quello che normalmente caratterizza i gruppi VO e il segno più evidente della sterilità di quella esperienza. Quando le celebrazioni iniziarono un intellettuale laico ma sensibile come Guido Ceronetti scrisse sulla stampa che sperava che quella Messa non si limitasse ad essere solo un museo della domenica. Invece così é stato.

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  9. A tutte le S. Messe V.O. che ho assistito gli assenti erano proprio gli anziani, mentre l'età dei presenti e' dai 50 in giù.... Non si può certo parlare di nostalgici

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  10. Stia attento questo prete che se viene a saperlo Francesco I son guai.

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  11. Questo sacerdote non ha fatto altro che applicare alla lettera quanto avrebbe voluto Benedetto XVI vale a dire affiancare nelle parrocchie la doppia celebrazione NO/VO. Purtroppo le direttive del SP sono state per lo più disattese e le celebrazioni VO sono state confinate in "riserve indiane". Il proposito di Benedetto XVI era però quello del sacerdote che definisco coraggioso alla luce dei fatti.

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La Redazione