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lunedì 18 agosto 2025

Don Milani, esempio da imitare o da evitare? Un caveat, importante, a Leone XIV

In un DISCORSO DEL SANTO PADRE LEONE XIV AL CLERO DELLA DIOCESI DI ROMA del 12 giugno scorso, Leone XIV ha affermato: "In tempi recenti abbiamo avuto l’esempio di santi sacerdoti che hanno saputo coniugare la passione per la storia con l’annuncio del Vangelo, come [...] don Lorenzo Milani, profeti di pace e di giustizia".
Al riguardo QUI proponiamo un articolo de Il Fatto Quotidiano (in cui si ricorda la condanna del S. Uffizio di una delle opere del sacerdote toscano) e QUI Marcello Veneziani dove si riprendono alcune pessime notizie su don Milani stesso.
Siamo rimasti sorpresi da questo invito papale: don Milani ha delle "zone d'ombra" particolarmente SCURE (vedere foto a fianco e testo sotto).
Quindi riproponiamo un nostro post del 2017 (QUI) per ricentrare la figura del prete e invitare, salva reverentia,  il S. Padre a proporre  esempi migliori da imitare.
A conferma della discutibilità circa la “santità” di don Milani, ricordiamo QUI il Card. Betori, Arcivescovo Emerito di Firenze: "Centenario di don Milani. Il card. Betori del 2017: "Non credo alla sua santità: no al santuario a lui dedicato"".
QUI Sandro Magister.
Luigi Casalini


20-6-2017 
Oggi il S. Padre si è recato in visita privata (QUI) (non è perciò un viaggio ufficiale) a Bozzolo (Mn) e Barbiana (Fi) sulle tombe di don Primo Mazzolari (1890-1959) e don Lorenzo Milani (1923-1967). Vedere i discorsi QUI e QUI.
Voci insistenti raccontano che il vero scopo del viaggio sia stato la proposizione della nuova figura di esempio sacerdotale che deve superare i vecchi stereotipi old wave (il nuovo parroco 2.0?). Sembra inoltre che il vero obiettivo del viaggio sia don Milani: don Mazzolari potrebbe essere stato scelto in maniera quasi ancillare: il soggiorno a Barbiana infatti ha avuto un incontro con i discepoli di don Milani e vi è stato un discorso pubblico più ufficiale a sacerdoti e discepoli (QUI).
Si aggiunga che inizialmente nei luoghi di incontro con il S. Padre (a Bozzolo almeno) dovevano essere presenti SOLO sacerdoti, per rimarcare l'indirizzo dato alla visita, e solo una specie di rivolta popolare locale ha permesso di aprire ai laici una parte dei posti disponibili, rigorosamente scelti e possessori di un pass personale.
Su don Primo Mazzolari, personaggio sfaccettato e significativamente diverso dalla descrizione che una parte dei suoi discepoli hanno veicolato, non trattiamo. Ribadiamo solo che l'Arciprete di Bozzolo è molto diverso dalla vulgata progressista che ci hanno propinato alcuni suoi esegeti e aveva un rigore morale e dottrinale non discutibile.
Trattiamo invece di un aspetto di don Lorenzo Milani che lo cronache di queste settimane hanno seguito:
è da circa un mese che Mondadori, nella sua prestigiosa collana I Meridiani ha pubblicato in due volumi le opere complete del parroco di Barbiana. Un'opera mastodontica di quasi tremila pagine e del costo di € 140 (QUI) curata dall'esponente della Scuola di Bologna Alberto Melloni, confidente e intimo del s. Padre. L'opera e stata presentata addirittura dal Papa Francesco stesso, con un filmato (QUI) molto favorevole, alla prestigiosa fiera del libro di Milano "Tempo di Libri".
Negli stessi giorni è uscito però un romanzo - Bruciare tutto - di un noto scrittore progressista, Walter Sitti (vincitore del Premio Strega), su un sacerdote con tentazioni di pedofilia (non però praticata) che l'autore stesso ha, in qualche modo, identificato in don Milani stesso (la dedica del libro è "All'ombra ferita e forte di don Lorenzo Milani"). Sitti in un'intervista molto prudente a Repubblica (QUI) - a caso scoppiato - afferma (sottolineati e neretti sono nostri):

"Che cosa vuol dire la dedica: all'ombra ferita e forte di don Milani?

"Tutto nasce, mentre stavo covando il libro, dall'aver letto in un vecchio e quasi introvabile libro di Santoni Rugiu (Il buio della libertà, De Donato-Lerici 2002) alcune frasi dell'epistolario di don Milani, che ora dovrebbero figurare nel Meridiano di prossima uscita: "E so che se un rischio corro per l'anima mia non è certo di aver poco amato, piuttosto di amare troppo (cioè di portarmeli anche a letto!)" - e poco più avanti, in una lettera a un giornalista poi suo biografo: "E chi potrà amare i ragazzi fino all'osso senza finire di metterglielo anche in culo, se non un maestro che insieme a loro ami anche Dio e tema l'Inferno ?" - già anni prima in una lettera a un amico, aveva scritto: "Vita spirituale? Ma sai in che consiste oggi per me? Nel tenere le mani a posto". Forse forzando l'interpretazione, mi è parso che don Milani ammettesse di provare attrazione fisica per i ragazzi, e ho trovato eroica la sua capacità di tenersi tutto dentro il cuore e i nervi, senza mai scandalizzarne nessuno. La dedica è un modo per dichiarare la mia stima e la mia ammirazione profonda per lui". (W. SITTI, All'ombra ferita e forte di don Lorenzo Milani)".

Immediatamente sono nate enormi polemiche sulla vicenda (una delle lettere era addirittura ad un giornalista amico). La risposta di alcuni studiosi è stata che, in particolare in due lettere sicuramente autentiche, don Milani fa in un certo qual senso outing su certe sue "predisposizioni" riguardo ai ragazzi.

I difensori del parroco di Barbiana parlano solo di un linguaggio molto crudo, di cui don Milani era famoso (vedere sotto il suo linguaggio disgustoso su Pio XII e de Gasperi in una lettera), e null'altro. Anche se la stessa agiografa Silvia Ronchey accenna ad una sua "non celata omosessualità nella Firenze di fine anni Trenta" (QUI).
Al di la di ogni polemica, riproponiamo più sotto uno dei testi in integrale chiedendoci l'opportunità di tale visita a Barbiana da parte del S. Padre e dell'intenzione di passare - come modello di parroco - dal S. Curato d'Ars a don Milani. Sul linguaggio osceno di don Milani riproponiamo un'altra sua lettera.

Per ben altri motivi - per la sua mancanza di prudenza, per le liti continue con tutti, per i suoi attacchi alla proprietà e alla vita militare, per il suo pacifismo assoluto e tanti altri - riteniamo don Milani certamente NON un modello sacerdotale e ci pare - come minimo - una rara mancanza di prudenza proporcelo.

Sul personaggio, vedere anche Marcello Veneziani (QUI) e Studi Cattolici QUI. Per interessanti notizie su Don Milani, sulla vicenda della pedofilia al Forteto e sulla sua corrispondenza (con l'integrale di una delle lettere), vedere QUI e Magister (QUI). Sulle polemiche di questi giorni vedere anche QUI. Ricordiamo la definizione che ne diede Giovanni XXIII: "pazzo scappato dal manicomio" (QUI).
Ci permettiamo infine di dubitare, visto tutte le tare caratteriali e dottrinali di don Lorenzo Milani, che sia una "traccia luminosa", "profondo equilibrio tra durezza e carità" , "il prete trasparente e duro come un diamante continua a tramettere la luce di Dio sul cammino della Chiesa" (come ha detto oggi il S. Padre) per i parroci di oggi.
L

"Caro Giorgio… Quando si vuole bene davvero ai
ragazzi, bene come gliene può volere solo la
mamma che li ha fatti o il maestro che li ha partoriti
alla vita dello spirito o il prete che non ha
donna o figli fatti per mezzo del pipi, ma solo
figli fatti per mezzo dei Sacramenti e della Parola
allora il problema della scuola confessionale
o non confessionale diventa assurdo, ozioso.
Quei due preti mi domandavano se il mio scopo
finale nel fare scuola fosse nel portarli alla Chiesa
o no e cosa altro mi potesse interessare al mondo
nel far scuola se non questo. E io come potevo
spiegare a loro cosí pii e cosí puliti che io i miei
figli li amo, che ho perso la testa per loro, che
non vivo che per farli crescere, per farli aprire,
per farli sbocciare, per farli fruttare? Come facevo
a spiegare che amo i miei parrocchiani piú che
la Chiesa e il Papa? E che se un rischio corro per
l’anima mia non è certo quello di aver poco amato,
ma piuttosto di amare troppo (cioè di portarmeli
anche a letto!). E chi non farà scuola cosí
non farà mai vera scuola e è inutile che disquisisca
tra scuola confessionale e non confessionale e
inutile che si preoccupi di riempire la sua scuola
di immaginette sacre e di discorsi edificanti perché
la gente non crede a chi non ama e è inutile
che tenti di allontanare dalla scuola i professori
atei … E chi potrà mai amare i ragazzi fino
all’osso senza finire col metterglielo anche in culo
se non un maestro che insieme a loro ami anche
Dio e tema l’Inferno e desideri il Paradiso?"
(GIORGIO PECORINI, Don Milani! Chi era costui?,
Baldini e Castoldi 1996, pp. 386–391)
*

"IERI mi hai fatto un po’ patire perché noialtri campagnoli quelle poche notizie che ci vengono dalla città le beviamo per vere […] Fino a ieri p. es. usavo consolare i miei ragazzi colla promessa di una redensibilità della parte migliore della Dc.
Dicevo loro che con le preferenze potremmo costruire un partito cristiano fatto tutto di sindacalisti e di massaie. Della Cisl m’hai insinuato invece il sospetto di infiltrazioni dell’area del dollaro. Dell’Acli massa di manovra ecclesiastica. Di Fanfani conformismo. Di La Pira paternalismo. Dell’Aci MERDA. Di Pio XII MERDA. Di De Gasperi MERDA. Di Adesso MERDA. Di Giuseppe [Dossetti, N.d.R.] disperazione. Oppure no, forse qualcosa di peggio. Di Dossetti stima illimitata. Ma in questa stima per l’uomo che si è trovato solo nel deserto quasi un invito anche a me a dire, siamo soli […] Sentirci due o tre dalla parte di Dio e tutto il resto nel più sporco tradimento."
21 GIUGNO 1952
LETTERA DI DON MILANI A GIAN PAOLO MEUCCI.
Fonte: Maurizio Di Giacomo, Don Milani tra solitudine e vangelo, 1923 1967, Borla, Roma 2001, pp. 61 62.