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martedì 20 giugno 2017

Don Milani: veramente una "traccia luminosa" per i parroci di oggi o educatore con gravi... ambiguità?


http://www.barbiana.it/Lettera%20a%20Gianni%20Meucci%20-%2021.06.htm

Oggi il S. Padre si è recato in visita privata (QUI) (non è perciò un viaggio ufficiale) a Bozzolo (Mn) e Barbiana (Fi) sulle tombe di don Primo Mazzolari (1890-1959) e don Lorenzo Milani (1923-1967). Vedere i discorsi QUI e QUI

Voci insistenti raccontano che il vero scopo del viaggio sia stato la proposizione della nuova  figura di esempio sacerdotale che deve superare i vecchi stereotipi old wave (il nuovo parroco 2.0?). Sembra inoltre che il vero obiettivo del viaggio sia don Milani: don Mazzolari potrebbe essere stato scelto in maniera quasi ancillare: il soggiorno a Barbiana infatti ha avuto un incontro con i discepoli di don Milani e vi è stato un discorso pubblico più ufficiale a sacerdoti e discepoli (QUI).
Si aggiunga che inizialmente nei luoghi di incontro con il S. Padre (a Bozzolo almeno) dovevano essere presenti SOLO sacerdoti, per rimarcare l'indirizzo dato alla visita, e solo una specie di rivolta popolare locale ha permesso di aprire ai laici una parte dei posti disponibili, rigorosamente scelti e possessori di un pass personale.

Su don Primo Mazzolari, personaggio  sfaccettato e significativamente diverso dalla descrizione che una parte dei suoi discepoli hanno veicolato, non trattiamo. Ribadiamo solo che l'Arciprete di Bozzolo è molto diverso dalla vulgata progressista che ci hanno propinato alcuni suoi esegeti e aveva un rigore morale e dottrinale non discutibile.

Trattiamo invece di un aspetto di don Lorenzo Milani che lo cronache di queste settimane hanno seguito:
è da circa un mese che Mondadori, nella sua prestigiosa collana I Meridiani ha pubblicato in due volumi  le opere complete del parroco di Barbiana. Un'opera mastodontica di quasi tremila pagine e del costo di € 140 (QUI) curata dall'esponente della Scuola di Bologna  Alberto Melloni, confidente e intimo del s. Padre. L'opera e stata presentata addirittura dal Papa Francesco  stesso, con  un filmato (QUI) molto favorevole,   alla prestigiosa fiera del libro di Milano "Tempo di Libri".
Negli stessi giorni è uscito però  un romanzo - Bruciare tutto - di un noto scrittore progressista, Walter Sitti (vincitore del Premio Strega), su un sacerdote con tentazioni di pedofilia (non però praticata) che l'autore stesso ha, in qualche modo, identificato in don Milani stesso (la dedica del libro è "All'ombra ferita e forte di don Lorenzo Milani"). Sitti in un'intervista molto prudente  a Repubblica (QUI) - a caso scoppiato -  afferma (sottolineati e neretti sono nostri):


"Che cosa vuol dire la dedica: all'ombra ferita e forte di don Milani?
"Tutto nasce, mentre stavo covando il libro, dall'aver letto in un vecchio e quasi introvabile libro di Santoni Rugiu (Il buio della libertà, De Donato-Lerici 2002) alcune frasi dell'epistolario di don Milani, che ora dovrebbero figurare nel Meridiano di prossima uscita: "E so che se un rischio corro per l'anima mia non è certo di aver poco amato, piuttosto di amare troppo (cioè di portarmeli anche a letto!)" - e poco più avanti, in una lettera a un giornalista poi suo biografo: "E chi potrà amare i ragazzi fino all'osso senza finire di metterglielo anche in culo, se non un maestro che insieme a loro ami anche Dio e tema l'Inferno ?" - già anni prima in una lettera a un amico, aveva scritto: "Vita spirituale? Ma sai in che consiste oggi per me? Nel tenere le mani a posto". Forse forzando l'interpretazione, mi è parso che don Milani ammettesse di provare attrazione fisica per i ragazzi, e ho trovato eroica la sua capacità di tenersi tutto dentro il cuore e i nervi, senza mai scandalizzarne nessuno. La dedica è un modo per dichiarare la mia stima e la mia ammirazione profonda per lui". (W. SITTI, All'ombra ferita e forte di don Lorenzo Milani)
Immediatamente sono nate enormi polemiche sulla vicenda (una delle lettere era addirittura ad un giornalista amico). La risposta di alcuni  studiosi è stata che, in particolare in due lettere sicuramente autentiche, don Milani fa in un certo qual senso outing su certe sue "predisposizioni" riguardo ai ragazzi.

I difensori del parroco di Barbiana parlano solo di un linguaggio molto crudo, di cui don Milani era famoso (vedere sotto il suo linguaggio disgustoso su Pio XII e de Gasperi in una lettera), e null'altro. Anche se la stessa agiografa Silvia Ronchey accenna ad una sua "non celata omosessualità nella Firenze di fine anni Trenta" (QUI).
Al di la di ogni polemica, riproponiamo più sotto uno dei testi in integrale chiedendoci l'opportunità di tale visita a Barbiana da parte del S. Padre e dell'intenzione di passare - come modello di parroco - dal S. Curato d'Ars a don Milani. Sul linguaggio osceno di don Milani riproponiamo un'altra sua lettera.

Per  ben altri motivi - per la sua mancanza di prudenza, per le liti continue con tutti, per i suoi attacchi alla proprietà e alla vita militare, per il suo pacifismo  assoluto  e tanti altri - riteniamo don Milani certamente NON un modello sacerdotale e ci pare - come minimo -  una rara mancanza di prudenza proporcelo. 

Sul personaggio, vedere anche Marcello Veneziani (QUI) e Studi Cattolici  QUI. Per interessanti notizie su Don Milani, sulla vicenda della pedofilia al Forteto e sulla sua corrispondenza (con l'integrale di una delle lettere), vedere QUI e Magister (QUI). Sulle polemiche di questi giorni vedere anche  QUI. Ricordiamo la definizione che ne diede Giovanni XXIII: "pazzo scappato dal manicomio" (QUI).

Ci permettiamo infine  di dubitare, visto tutte le tare caratteriali e dottrinali di don Lorenzo Milani, che sia una "traccia luminosa", "profondo equilibrio tra durezza e carità" , "il prete trasparente  e duro come un diamante continua a tramettere la luce di Dio sul cammino della Chiesa" (come ha detto oggi il S. Padre) per i parroci di oggi.
L

http://www.barbiana.it/Lettera%20a%20Gianni%20Meucci%20-%2021.06.htm :

"Caro Giorgio… Quando si vuole bene davvero ai
ragazzi, bene come gliene può volere solo la
mamma che li ha fatti o il maestro che li ha partoriti
alla vita dello spirito o il prete che non ha
donna o figli fatti per mezzo del pipi, ma solo
figli fatti per mezzo dei Sacramenti e della Parola
allora il problema della scuola confessionale
o non confessionale diventa assurdo, ozioso.
Quei due preti mi domandavano se il mio scopo
finale nel fare scuola fosse nel portarli alla Chiesa
o no e cosa altro mi potesse interessare al mondo
nel far scuola se non questo. E io come potevo
spiegare a loro cosí pii e cosí puliti che io i miei
figli li amo, che ho perso la testa per loro, che
non vivo che per farli crescere, per farli aprire,
per farli sbocciare, per farli fruttare? Come facevo
a spiegare che amo i miei parrocchiani piú che
la Chiesa e il Papa? E che se un rischio corro per
l’anima mia non è certo quello di aver poco amato,
ma piuttosto di amare troppo (cioè di portarmeli
anche a letto!). E chi non farà scuola cosí
non farà mai vera scuola e è inutile che disquisisca
tra scuola confessionale e non confessionale e
inutile che si preoccupi di riempire la sua scuola
di immaginette sacre e di discorsi edificanti perché
la gente non crede a chi non ama e è inutile
che tenti di allontanare dalla scuola i professori
atei … E chi potrà mai amare i ragazzi fino
all’osso senza finire col metterglielo anche in culo
se non un maestro che insieme a loro ami anche
Dio e tema l’Inferno e desideri il Paradiso?"
(Lettera di don Milani a Giorgio Pecorini, in:
GIORGIO PECORINI, Don Milani! Chi era costui?,
Baldini e Castoldi 1996, pp. 386–391)
 *
"IERI mi hai fatto un po’ patire perché noialtri campagnoli quelle poche notizie che ci vengono dalla città le beviamo per vere […] Fino a ieri p. es. usavo consolare i miei ragazzi colla promessa di una redensibilità della parte migliore della Dc.
Dicevo loro che con le preferenze potremmo costruire un partito cristiano fatto tutto di sindacalisti e di massaie. Della Cisl m’hai insinuato invece il sospetto di infiltrazioni dell’area del dollaro. Dell’Acli massa di manovra ecclesiastica. Di Fanfani conformismo. Di La Pira paternalismo. Dell’Aci MERDA. Di Pio XII MERDA. Di De Gasperi MERDA. Di Adesso MERDA. Di Giuseppe [Dossetti, N.d.R.] disperazione. Oppure no, forse qualcosa di peggio. Di Dossetti stima illimitata. Ma in questa stima per l’uomo che si è trovato solo nel deserto quasi un invito anche a me a dire, siamo soli […] Sentirci due o tre dalla parte di Dio e tutto il resto nel più sporco tradimento."
21 GIUGNO 1952
LETTERA DI DON MILANI A GIAN PAOLO MEUCCI.
Fonte: Maurizio Di Giacomo, Don Milani tra solitudine e
vangelo, 1923 1967, Borla, Roma 2001, pp. 61 62.

25 commenti:

  1. Ul paradosso sta alla base del mito di don Milani: i suoi ammiratori comunisti erano per e nella scuola statale, mentre don Milani di fatto gestiva una scuola privata!

    Tra l’altro, la professoressa famosa contro cui don Milani si scagliò era di sinistra e insegnava nella scuola statale!

    Dal punto di vista didattico, il mito di don Milani non regge, fu criticato allora pubblicamente dalla prof. Rita Calderini (che si guadagnò uno sguardo truce di Turoldo e l’accusa di «non comprendere i profeti») e poi da un libretto dell’ispettore scolastico Roberto Berardi.

    Un aneddoto: una volta regalai una copia di questo libro a un papavero salesiano dell’UPS, il quale appena ne vide la copertina lo buttò da parte con aria di sufficienza.

    Tornando a don Milani, viene velatamente menzionato dallo scrittore toscano Rodolfo Doni laddove ricorda come nel dopoguerra egli cercasse figure sacerdotali che gli facessero da guida ma lasciasse perdere uno che metteva in primo piano sé stesso anziché Cristo: non ne fa il nome ma secondo me alludeva a Milani.
    Suggerisco infine la lettura di questo: http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2017-02-24/io-sto-la-professoressa-180752.shtml?uuid=AEa7iDY

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    1. Perché non vi leggete questa paginetta ( http://www.barbiana.it/biograf_nevio.html ) su don Milani?

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    1. No caro prussico la frutta l'è finita già da un pezzo... ci siamo alzati da tavola e ora l'è il momento del conto...

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    2. Non volevo essere così realista. Se si fosse alla frutta ancora ci sarebbe tempo per un emendamento, ma se siamo al conto ... chi lo paga?

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  3. "Cari fratelli e sorelle, sono venuto a Barbiana per rendere omaggio alla memoria di un sacerdote che ha testimoniato come nel dono di sé a Cristo si incontrano i fratelli nelle loro necessità e li si serve, perché sia difesa e promossa la loro dignità di persone, con la stessa donazione di sé che Gesù ci ha mostrato, fino alla croce". Queste le parole Bergoglio. Il sacerdote (!) è (era, per fortuna) don Milani, che ha testimoniato la sua ... concupiscenza pedofila e il suo sforzo per, sono sue le parole, "non finire di metterlo in culo" ai ragazzi amati "fino all'osso", il tutto con un bel condimento di "MERDA". Adesso aspetto che i soliti benpensanti misericordiosi farisei (e molto probabilmente cattocomunisti)vengano a dire che questo blog è anticristiano e propala soltanto sospetti e calunnie.

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  4. Oltre che fare un post su Don Milani (il suo modello "educativo" ha portato ai giovani scapestrati di oggi, senza morale, nè valori etici che non riconoscono l'autorità nè tantomeno gli insegnanti e i genitori...) dovreste anche parlare dell'altro "beato" Don Primo Mazzolari....

    Da Wikipedia...


    "Conosciuto come il parroco di Bozzolo, fu una delle più significative figure del cattolicesimo italiano nella prima metà del Novecento. Il suo pensiero anticipò alcune delle istanze dottrinarie e pastorali del Concilio Vaticano II (in particolare relativamente alla "Chiesa dei poveri", alla libertà religiosa, al pluralismo, al "dialogo coi lontani", alla distinzione tra errore ed erranti), tanto da venire definito "carismatico e profetico"......

    LA CANONIZZAZIONE DEL CONCILIO VATICANO II

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    1. Concordo. Ma non dimentichiamo che persone come Milani e Mazzolari erano una estrema minoranza all'interno della Chiesa. Se queste persone in cerca di notorietà (più che lavorare nell'ombra e in senso spirituale, volevano l'applauso sociale) hanno potuto attecchire e stravolgere la Chiesa, è perché il terreno era già fertile, fecondo, in senso negativo ovviamente, e sta portando all'annullamento della cattolicità. La Chiesa si era già arresa al mondo, e continua ad arrendersi, anche chi non ha certe idee (penso a Ratzinger) abbandona il campo. Insomma se all'attacco di forze anti-cattoliche si risponde con pigrizia e codardia (penso alle dimissioni di Ratzinger) non bisogna prendersela con il nemico ma con noi stessi. I vescovi rimasti cattolici devono reagire, lo devono fare per rispetto del popolo rimasto cattolico, più si va avanti e più questo popolo perde la fiducia nel clero. Occorre un'azione di forza, eclatante, la gente vuole fatti, altrimenti perde la fede o va dagli ortodossi...

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    2. Non nomini Ratzinger, lui è stato solo l'altra faccia della medaglia, veda gli elogi ai Luterani e agli anglicani, le preghiere nelle moschee, davanti agli ebrei.....grande innovatore, estimatore e teologo del Conciliabolo!

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  5. Don Milani era un violento, ed ha provocato molte psicosi nei suoi alunni e nei suoi adepti in generale (più che altro sensi di colpa, grazie ai quali anche il semplice benessere diventa una cosa da evitare, un'attitudine insana che va contro la vita stessa).

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  6. Proprie le parole dette da un uomo di Dio....potremmo metterle assieme a Santa Caterina, San Tommaso D'Aquino, il S. Curato D'Ars, Sant'Agostino....

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  7. Poi un qualche giorno verrà un Papa che riconoscerà il ruolo svolto da chi ha difeso e amato la Tradizione, e ammetterà che la Chiesa non ha saputo comprenderne lo spirito profetico e li ha anzi perseguitati, e si scuserà con loro........................

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    1. Quanto ci manca don Camillo e Guareschi!!!

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  8. "o il prete che non ha donna o figli fatti per mezzo del pipi": in queste poche parole c'è tutto il dramma di un povero psicopatico bisognoso di cure e che invece è stato lasciato a se stesso in attesa di ... beatificazione.

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  9. è terribile..... sono confuso, annichilito, basito, dispiaciuto a dir poco ; ma una volta il patrono dei Parroci, dei buoni Parroci, non era il Santo curato d'Ars ? e che dire di Don Cafasso: forse non aveva abbastanza misericordia? San Giovanni Bosco non ha creato scuole e laboratori? Che bisogno c'è e perchè si deve accedere a questi nuovi Guru ? Cosa hanno da insegnare di piu' di quello che gia' sappiamo ?

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  10. Ho un parente carissimo che da ragazzo desiderava farsi sacerdote, conobbe poi la figura di don Milani, lo entusiasmò, e non solo perse la vocazione, ma anche la fede, ora crede in un sincretismo universale di tutte le religioni e tutte le fedi.
    Non è forse la stessa cosa che sta avvenendo con Francesco?

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  11. Io resto sempre ancorato al mio vecchio parroco di paese burbero ma CATTOLICO. Dio lo ha chiamato a sé da tempo ma per me resta sempre un faro di luce.

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  12. Al pari di Padre Pio, don Bosco, S. Giovanni d'Avila e il Curato d'Ars ... Don Milani è proposto come nuovo modello sacerdotale... Mah... Com'è difficile stare al passo coi tempi...

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  13. Illuminante l'articolo di Marcello Veneziani... grande giornalista non allineato e messo da parte, ma che almeno noi qui dobbiamo conoscere e rispettare...

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  14. Ma il comitato delle vittime del Forteto dov'è finito???

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  15. Ah, ma quelli sono amicissimi degli amici di Tiziano......Renzi, non so se mi spiego, dice la vela alla barca.....

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  16. Quello che mi colpisce e' il linguaggio di don Milani. Un linguaggio confuso, pieno di espressioni emotivamente colorite che lo rende pesante e irriflessivo. Si capisce che era un uomo in evidente stato di alterazione emotiva, incapace di affrontare la realta' razionalmente ma schiavo delle sue pulsioni. Un linguaggio artificioso e inutilmente "carico", mi fa dubitare che amasse veramente cosi' tanto i suoi "ragazzi". L'amore e' dono di sé, non e' la risposta a un bisogno pulsionale. Da quello che sto leggendo in questi giorni, mi sembra chiaro che don Milani avesse delle carenze affettive che ne compromettevano l'equilibrio mentale. Che uno cosi' venga oggi additato come esempio da seguire e' veramente allucinante.

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  17. Bergoglio, sovversivo schiavo dell'ideologia gesuitica e modernista che la Chiesa, che nei secoli è stata maestra di fede e, nel contempo, di carità, ha sbagliato, la disconosce e la insulta quando afferma che bisognava aspettare dei preti, alquanto discussi, perché si tentasse finalmente di cambiarla ( !?!)cioé, come fa lui, di distruggerla.

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