Post in evidenza

Messainlatino ha vinto la causa contro Google!

Il piccolo Davide-MiL ha fiondato Googlia, si parva licet componere magnis . (Per inciso: è significativo che l'aggettivo 'filisteo...

lunedì 18 agosto 2025

Non è il tempo del silenzio: appello all’Arcivescovo di Perugia

Vi proponiamo l’appello pubblico inviato dalla signora Marina Marinelli a mons. Ivan Maffeis, Arcivescovo di Perugia - Città della Pieve, per supplicare il suo intervento pubblico su due gravi fatti avvenuti in tale Arcidiocesi:
  1. il suicidio assistito da parte della giornalista Laura Santi (QUI), consigliere generale dell’associazione Luca Coscioni A.P.S., praticato lo scorso 21 luglio;
  2. il formale e pubblico riconoscimento, da parte del Comune di Perugia, della genitorialità per cinque bambine nate all’interno di tre coppie di madri, attribuendo la maternità non solo alla madre biologica, ma anche alla madre intenzionale (QUI), avvenuto lo scorso 18 luglio.
La pubblicazione della lettera si è ritenuta necessaria dopo che la Curia dell’Arcidiocesi di Perugia - Città della Pieve ha riferito alla scrivente che l’Arcivescovo non intende esprimersi con un intervento pubblico su questi due fatti.
Qualora i nostri lettori – con rispetto e filiale devozione – volessero aderire a questo appello, li invitiamo a scrivere alla Curia arcivescovile di Perugia - Città di Castello (info@diocesi.perugia.it), a mons. Simone Sorbaioli, Vicario generale (vicario.generale@diocesi.perugia.it), e alla Segreteria arcivescovile (segreteria.arcivescovo@diocesi.perugia.it).

L.V.

Non è il tempo del silenzio

Lettera aperta a mons. Ivan Maffeis, Arcivescovo di Perugia - Città della Pieve

Eccellenza, chi Le invia questo appello è una semplice fedele della Diocesi di Terni-Narni-Amelia; tutti i miei recapiti li ho già inviati al rev. mons. Simone Sorbaioli, Vicario generale della Diocesi, con cui ho interloquito più volte e di cui ho apprezzato la cortesia e la gentilezza. Le scrivo dunque questo appello dopo aver chiesto in modo informale un Suo intervento. Sono quindi disponibile a vederLa quando vuole.

Le scrivo in virtù del canone 212 del Codice di diritto canonico che permette ai laici di manifestare ai Pastori il proprio pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa e renderlo manifesto agli altri fedeli.

Sempre lo stesso diritto canonico ricorda che al di sopra di ogni legge c'è la salvezza delle anime che deve essere per ognuno di noi ed in modo particolare per chi nella Chiesa esercita l’autorità il Bene Supremo da conseguire e per cui dare la vita.

Nei giorni scorsi sono accadute due cose gravissime nella Diocesi da Lei governata: il suicidio assistito di Laura Santi ed il riconoscimento di «due mamme» presso il Municipio di Perugia atto rivendicato dal Sindaco di Perugia come gesto di civiltà e di inclusione.

Nel primo caso le cronache giornalistiche raccontano (non smentite) di un Suo incontro con la giornalistica in cui la signora raccontava compiaciuta di averLa informata di essersi «sbattezzata» e della sua battaglia per costringere le istituzioni ad ottenere il suicidio assistito. Ella non manca di sottolineare di non aver ricevuto da Lei alcun ammonimento o richiamo in merito a tali terribili scelte, né che Lei abbia mai nemmeno citato Dio ma di aver espresso la Sua vicinanza umana. Mi permetto di esprimere il dolore che questo provoca non solo a me ma a tanti Cattolici che combattono (si è una battaglia) perché tali «valori» non deteriorino la nostro civiltà già così disgregata.

Naturalmente tutta la stampa La loda come esempio di Pastore moderno e misericordioso ma tra le opere di misericordia non c’è «accompagnare amorevolmente i peccatori nel proprio errore» ma ammonirli sapendo che non vi è Amore più grande dell’annuncio della Verità.

Ancora più gravi le parole pronunciate nel giorno della morte della Santi in cui parla del momento del «silenzio» quando era il momento di gridare per il Bene delle anime a Lei affidate, parla di percorso «condiviso» (percorso verso dove?) e sembra mettere sulla stesso piano chi ha fatto una scelta così tragica con quelli che lei chiama gli «operatori di Speranza» senza esprimere netta differenza tra queste due vie.

Nemmeno una parola invece ha inteso spendere per il gravissimo atto del Sindaco di Perugia che, avvalendosi di una interpretazione giudiziale molto opinabile e violando le leggi naturali dataci dal Creatore, ha dichiarato «madre» la compagna omosessuale della madre biologica di alcuni bambini; tale gravidanza in realtà è stata ottenuta utilizzando il seme di alcuni donatori anonimi (quindi al di là delle ideologie per concepire un bambino c’è ancora bisogno di un maschio!) negando a questo creature in modo preordinato di poter avere un padre.

Soltanto nella Sua coscienza sa perché ha inteso compiere tali scelte ma da fedele cattolica ritengo questo Suo atteggiamento un gravissimo errore e Le chiedo viceversa di ribadire con chiarezza alla Sua Diocesi come tali fatti siano gravemente contrari alla Legge di Dio ed anche alla retta ragione umana.

Che san Costanzo che ha dato la sua vita per la Verità di Cristo La illumini!

Sia lodato Gesù Cristo.

5 commenti:

  1. Brava signora ma credo che sia inutile comunque mi farebbe molto piacere sapere come evolverà almeno ci rendiamo conto di quanto è grave la situazione e che sacerdoti, vescovi abbiamo almeno si manifestassero pubblicamente sul come vogliono "gestire" le loro diocesi grazie

    RispondiElimina
  2. Pastori pusillanimi... O non credono più nella morale cattolica?

    RispondiElimina
  3. I Vescovi non sono forse i successori degli Apostoli che "fino all'effusione del sangue" si fanno portavoci/eco dell' Unica Legge di Dio? I Vescovi potrebbero "dare in testa/rimproverare" in merito alle leggi degli uomini contro la salvezza dell'uomo, o devono chiedere il permesso a Pietro?

    RispondiElimina
  4. Ma questo vizio di dire agli altri come devono vivere la propria vita non passa proprio mai?
    Cosa dovrebbe dire un vescovo di fronte a queste scelte da parte dello stato laico?

    RispondiElimina
  5. Un padre che solo abbraccia e mai difende il vero, non fa crescere dei veri uomini.

    RispondiElimina