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martedì 8 luglio 2025

Il cuore del Papa è in mano al Signore… che lo dirige dovunque egli vuole

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1232 pubblicata da Paix Liturgique il 7 luglio, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), commenta la pubblicazione, da parte della giornalista vaticanista Diane Montagna, dei documenti non divulgati in precedenza, i quali svelano la menzogna sulle motivazioni dichiarate da papa Francesco per Traditionis custodes che limita la celebrazione della Santa Messa tradizionale (QUI; QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI , QUI, QUI e QUI su MiL).
L’autore nota che «Papa Leone XIV, fin dai primi momenti del suo Pontificato, ha parlato di “Pace”, che tutti hanno capito inizialmente come pace nella Chiesa. […] Poiché la liturgia è diventata uno dei luoghi più sensibili di divisione da quasi sessant’anni, restituire ufficialmente la totale libertà alla liturgia tradizionale sarebbe un atto di pacificazione profonda».
Quindi ora «ciò che dobbiamo chiedere al Signore in questo inizio di Pontificato è che inclini dolcemente […] il cuore del Pontefice, verso alcuni semplici gesti di pacificazione».

L.V.


Le sentinelle continuano per la 198ª settimana le loro preghiere per la difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30

Cari amici, la settimana scorsa vi parlavo di una libertà concreta, «conservativa», da ottenere per la Santa Messa tradizionale [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]. Ritengo infatti che, all’inizio di un nuovo Pontificato, occorra cercare soluzioni realistiche in tal senso che consentano di «vedere cosa succede».

In questo campo ci troviamo in un clima di attesa. Mi riservo di parlare più approfonditamente di uno dei segni di questa atmosfera, che qui mi limito a evocare, ovvero la vicenda che sta agitando i social network tradizionali: una fuga di notizie dal Dicastero per la dottrina della fede ha reso pubblico ciò che io ho continuato a ripetere sulla base delle mie fonti: l’indagine condotta su richiesta di papa Francesco dalla Congregazione per la dottrina della fede presso tutti i Vescovi del mondo, che ha preceduto la lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes sull’uso dei libri liturgici anteriori alla riforma del Concilio Vaticano II, contrariamente a quanto affermato da papa Francesco nella pubblicazione del suo motu proprio, ha dimostrato che la maggioranza dei Vescovi ha valutato complessivamente positivi gli effetti prodotti dalla lettera apostolica in forma di «motu proprio» Summorum Pontificum sull’uso straordinario dell’antica forma del Rito Romano [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]. Di queste fughe di notizie hanno beneficiato, da un lato, una giornalista americana che vive a Roma, Diane Montagna, e dall’altro due autori, don Nicola Bux e un altro giornalista romano, il dott. Saverio Gaeta, che ne hanno tratto un libro che presenterò durante il prossimo incontro Pax liturgica, il 24 ottobre prossimo, a Roma [QUI; QUI su MiL: N.d.T.].

Questa divulgazione, alla quale la Sala Stampa della Santa Sede ha dato una risposta imbarazzata a una domanda che le era stata posta al riguardo, alimenta l’atmosfera di attesa riguardo alla posizione che il nuovo Papa dovrà necessariamente prendere sulla questione della celebrazione della Santa Messa tradizionale [QUI da 18:52; QUI su MiL: N.d.T.].

Cosa ci si aspetta dal Capo della Chiesa? Nella migliore delle ipotesi, naturalmente, ci si aspetta che affronti con decisione l’interminabile crisi contemporanea, di cui la crisi liturgica è un aspetto importante. Che affermi, in nome di Cristo, nel suo Magistero, le verità della salvezza in cui bisogna credere, e che condanni gli errori, in particolare liturgici, che oggi vi si oppongono. E, nello stesso tempo, che nomini alla guida delle Diocesi pastori che conducano le anime alla verità di Cristo, fuori dalle paludi dove si perdono per sempre.

Mi direte che sto sognando ad occhi aperti. No: ho la fede cattolica e coltivo la speranza che mi assicura che le porte dell’inferno non prevarranno contro la Chiesa.

Ma prima di tutto, noto che Papa Leone XIV, fin dai primi momenti del suo Pontificato, ha parlato di «Pace», che tutti hanno capito inizialmente come pace nella Chiesa. Sembra infatti chiaro che egli sia stato eletto come pacificatore da un Sacro Collegio che non ha nulla di tradizionale, ma che è consapevole della necessità di impedire che il Cattolicesimo esploda. Poiché la liturgia è diventata uno dei luoghi più sensibili di divisione da quasi sessant’anni, restituire ufficialmente la totale libertà alla liturgia tradizionale sarebbe un atto di pacificazione profonda.

Ma prima ancora, potrebbero intervenire immediatamente alcuni gesti significativi di distensione caritatevole, ad esempio in uno di quei momenti emblematici in cui si celebra la «Messa di sempre». Nella Cathédrale Notre-Dame di Chartres, mons. Philippe Maurice Marie Joseph Christory Comm. l’Emm., Vescovo di Chartres, il lunedì di Pentecoste, nel suo discorso di benvenuto ai pellegrini, ha detto: «Sappiamo che Papa Leone XIV prega affinché ogni pellegrino viva un incontro personale con Cristo» [QUI da 2:02:10: N.d.T.]. Papa Leone XIV ha quindi detto, a proposito di questo evento, che pregava «per ogni pellegrino». Per ogni pellegrino. Immaginate che, senza nemmeno inviare la sua benedizione ufficiale al pellegrinaggio, come si usa fare per innumerevoli manifestazioni pie, egli abbia semplicemente detto che pregava per il pellegrinaggio. Un gesto piccolo, ma di immenso significato. Si presenteranno molte altre occasioni.

«Il cuore del re è un canale d’acqua in mano al Signore: lo dirige dovunque egli vuole» (Proverbi 21, 1). Ciò che dobbiamo chiedere al Signore in questo inizio di Pontificato è che inclini dolcemente il cuore del re, il cuore del Pontefice, verso alcuni semplici gesti di pacificazione.

È questa l’intenzione che propongo a tutti e in particolare alle nostre sentinelle parigine, nei Rosari che recitano davanti agli uffici dell’Arcivescovado (rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nell’Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, nel XIX arrondissement), il mercoledì e il venerdì alle ore 17:00, davanti all’Église Notre-Dame-du-Travail (rue Vercingétorix, 59, nel XIV arrondissement).

Echi della veglia: un sorriso nel caldo. «Non vado alla Santa Messa tradizionale, ma trovo normale che la reclamiate. Trovo ingiusto che non vi sia concessa e vi incoraggio a continuare», dichiara un passante alzando il pollice…

In unione di preghiera e amicizia.

2 commenti:

  1. Il Signore non toglie il libero arbitrio. Neanche al papa!

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  2. Il Papa è nel libero arbitrio, sta a lui scegliere la via giusta, ma se continua con la solfurea via sinodale e non toglie Traditionis Custodes, Amoris Laetitia, Abu Dhabi e Fiducia Supplicans va dritto pure lui come il predecessore dritto dritto verso il disastro. Con il Depositum Fidei, il Favor Veritatis e la Salus Animarum non si scherza , un Papa dovrebbe saperlo e averne piena contezza e completa coscienza.

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