Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo della giornalista vaticanista Diane Montagna, pubblicato il 4 luglio, in cui ritorna sulla sua pubblicazione dei documenti, ma divulgati in precedenza, i quali scoprono le menzogne che sono state alla base delle motivazioni dichiarate Traditionis custodes di papa Francesco del 2021 che limita la Santa Messa tradizionale (QUI; QUI, QUI, QUI e QUI su MiL) ed ora confermate anche dal libro scritto da mons. Nicola Bux e dal dott. Saverio Gaeta (QUI).
In particolare il libro appena pubblicato in Italia contiene non solo le sezioni del rapporto vaticano che sono state pubblicate da Diane Montagna il 1º luglio, ma anche importanti ulteriori risultati dell’indagine della Congregazione per la dottrina della fede sui Vescovi.
L.V.
È appena uscito un nuovo libro che fa seguito alla mia pubblicazione dei documenti chiave del Vaticano che contestano le motivazioni addotte da papa Francesco nella lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes sull’uso dei libri liturgici anteriori alla riforma del Concilio Vaticano II, l’atto del 2021 che limita il rito romano tradizionale.
Il libro, intitolato La liturgia non è uno spettacolo. Il questionario ai Vescovi sul rito antico: arma di distruzione di Messa?, contiene non solo le sezioni del rapporto ufficiale della Congregazione per la dottrina della fede sul sondaggio del 2020 tra i Vescovi che ho pubblicato il 1º luglio, ma anche una sezione aggiuntiva fondamentale.
Pubblicato il 2 luglio in prevendita e su Kindle, è scritto a quattro mani da don Nicola Bux, liturgista italiano ed ex consultore della Congregazione per la dottrina della fede e della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, e dal dott. Saverio Gaeta, giornalista italiano ed ex redattore del quotidiano L’Osservatore Romano.
Inizialmente prevista per ottobre 2025, l’uscita del libro è stata anticipata dall’editore, che mi ha confermato per iscritto il 4 luglio, dopo aver visto il mio rapporto del 1º luglio con le sezioni del rapporto della Congregazione per la dottrina della fede.
Il libro contiene ciò che ho già pubblicato, ovvero il giudizio complessivo dei risultati dell’indagine della Congregazione per la dottrina della fede e una raccolta di citazioni ricevute dalla Diocesi che avevano lo scopo di fornire a papa Francesco un campione rappresentativo delle risposte dei Vescovi. Ma contiene anche una sezione del rapporto finora inedita, ovvero la sintesi della Congregazione per la dottrina della fede sull’attuazione della lettera apostolica in forma di «motu proprio» Summorum Pontificum sull’uso straordinario dell’antica forma del Rito Romano per continente e per paese.
Un capitolo del libro, intitolato «La consultazione segreta», contiene quella che definisce «la parte più interessante del dossier, ovvero il Giudizio Complessivo». Il testo corrisponde alla versione originale italiana che ho pubblicato il 1º luglio.
Un altro capitolo del libro, intitolato «Il florilegio dal dossier», include la raccolta di citazioni tratte dalle risposte ricevute dalle Diocesi. Corrisponde alla raccolta di citazioni che ho pubblicato in italiano il 1º luglio, anche se indica solo il Paese di provenienza, mentre io ho rivelato la Diocesi.
Un terzo capitolo del libro, intitolato «Il questionario in dettaglio», presenta ciò che non è stato divulgato fino ad ora: estratti selezionati dalle sintesi di ciascun continente e dei paesi all’interno di tali continenti.
Il 1º luglio ho osservato che queste sintesi, che non avevo visto, facevano parte della seconda parte della relazione della Congregazione per la dottrina della fede. La prima parte, ho scritto, offre un’analisi dettagliata dei risultati e delle conclusioni dell’indagine per continente e per paese, e include tabelle e grafici che illustrano i dati e le tendenze. La seconda parte, intitolata «Sintesi», contiene una sintesi per ciascun continente, una valutazione complessiva dei risultati dell’indagine e una raccolta di citazioni tratte dalle risposte ricevute dalle Diocesi e organizzate per temi.
Ciò che don Nicola Bux ed il dott. Saverio Gaeta hanno scoperto sono sintesi contenenti dati dettagliati e preziosi e approfondimenti su come la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Summorum Pontificum è stata attuata, o talvolta ignorata, paese per paese. Ad esempio, essi osservano che «delle 178 Diocesi latine degli Stati Uniti, ben il 65 per cento ha risposto, presentando 115 relazioni» e che «il 62 per cento dei Vescovi riferisce che la forma straordinaria risponde a un’esigenza pastorale espressa da persone che, grazie ad essa, conducono una vita di fede ricca, profonda e feconda».
Al contrario, si nota «la partecipazione estremamente bassa delle Diocesi sudamericane», che «ha indotto i funzionari della Congregazione per la dottrina della fede a suggerire che ciò potrebbe essere dovuto alla “presenza della Fraternità sacerdotale San Pio X, poiché la fraternità è presente in tutti i paesi del Sud America, con un totale di un seminario maggiore, dieci priorati, sessantuno cappelle e otto scuole”. Infatti, non è stata ricevuta alcuna risposta dall’Argentina, dal Cile, dall’Ecuador, dalle Isole Falkland, dal Perù e dal Venezuela», si legge.
Analogamente, ma «presumibilmente a causa dell’assenza di celebrazioni della Messa in forma straordinaria», non è stata ricevuta alcuna risposta da numerosi paesi africani. La sintesi sul continente africano rileva tuttavia che «nelle tre regioni in cui è stata celebrata, le risposte hanno espresso pieno sostegno: Benin (“Ci sono solo aspetti positivi; contribuisce all’arricchimento e alla pace”), Gabon (“Aspetti positivi: il silenzio, la meditazione, la solennità del rito; la forma favorisce l’approfondimento della fede, trasporta in regni celesti; aspetti negativi: la varietà limitata dei testi, la lingua latina può creare una barriera o portare a distrazioni mentali”), Mauritius (“Soddisfazione generale dopo un periodo di incomprensioni”)».
Nel frattempo, la sintesi sulla Francia rileva che «delle novantacinque giurisdizioni latine presenti in Francia, ben ottantasette hanno presentato una relazione». Le risposte hanno rivelato che «nell’80 per cento di esse la Messa nella forma straordinaria è stata celebrata in almeno un luogo, rispondendo a una specifica esigenza pastorale».
Prendendo atto degli aspetti positivi e negativi evidenziati dai Vescovi francesi e delle loro raccomandazioni, la sintesi afferma che: «il 42 per cento dei Vescovi chiede che, in un modo o nell’altro, sia incoraggiato l’arricchimento reciproco delle due forme; il 17 per cento sottolinea la necessità di garantire che i fedeli legati alla forma straordinaria non vivano troppo isolati dal resto della Diocesi, promuovendo sempre uno spirito di apertura e di rispetto reciproco; [mentre] il 13 per cento suggerisce che non dovrebbe essere cambiato nulla nell’equilibrio pacifico che la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Summorum Pontificum ha portato».
Questo è solo un esempio dei riassunti dei continenti e dei paesi. Il libro contiene anche altri dati e analisi finora inediti.
Con l’uscita del nuovo libro il 2 luglio, è stata resa pubblica quasi tutta la seconda parte del rapporto ufficiale della Congregazione per la dottrina della fede sull’indagine dei Vescovi riguardante la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Summorum Pontificum.

Francesco perchè?
RispondiEliminaControllate la stesura della premessa firmata da L.V., per favore. Ci sono 2 errori di battitura che rendono faticosa la lettura!!
RispondiEliminaChe tempismo! A voler essere cattivi, si potrebbe pensare che sia tutto pilotato.
RispondiEliminaMa noi non siamo complottisti, vero?