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martedì 11 febbraio 2025

I nuovi tre moschettieri!

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1160 pubblicata da Paix Liturgique il 10 febbraio, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), riporta e commenta gli interventi del card. Gerhard Ludwig Müller, del card. Robert Sarah e del card. Raymond Leo Burke (soprannominati «i tre moschettieri») in occasione del 3º incontro internazionale della Confraternity of Catholic Clergy (Roma, 13-17 gennaio), nonché l’ultima lettera aperta del «quarto moschettiere», mons. Joseph Edward Strickland (28 gennaio): tutti a difesa della libertà della liturgia tradizionale, libertà che è parte della libertà della Chiesa.

L.V.


Le sentinelle continuano per la 177ª settimana le loro preghiere per la difesa della Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (10 rue du Cloître-Notre-Dame) dal lunedì al venerdì dalle ore 13:00 alle ore 13:30

Cari amici,
questa è una delle buone notizie per la Chiesa nostra Madre, che deve sostenere il nostro morale: sono tre Cardinali, come tre moschettieri, a difendere la liturgia tradizionale, il card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, il card. Robert Sarah, Prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ed il card. Raymond Leo Burke, Patrono emerito del Sovrano Militare Ordine di Malta. Tutti e tre sono venuti a incoraggiare settantacinque sacerdoti della Confraternity of Catholic Clergy, del clero di Australia, Stati Uniti, Regno Unito e Spagna, che si sono riuniti a Roma dal 13 al 17 gennaio 2025 [QUI: N.d.T.].

I tre Cardinali erano venuti innanzitutto per incoraggiare questi sacerdoti «classici», per lo più giovani, che rappresentano un’associazione di cinquecento sacerdoti nel mondo, non amati e maltrattati dai loro Vescovi. Così, il card. Gerhard Ludwig Müller ha sottolineato che i sacerdoti devono essere considerati come rappresentanti di Gesù Cristo e non come funzionari [QUI: N.d.T.]. Il card. Robert Sarah ha messo in guardia dal soggettivismo del credo, della morale e del culto, che conduce le anime all’inferno. E ha denunciato i comportamenti «inappropriati» durante la celebrazione della Messa, raccomandando una «riforma della riforma», una riforma del nuovo Ordo Missæ [QUI: N.d.T.]. Il card. Raymond Leo Burke ha parlato dell’emarginazione del Cristianesimo nella sfera pubblica e ha incoraggiato i sacerdoti a riconoscere «il fallimento umano della nostra cultura». Ha osservato che «le forze che ci porterebbero sulla via della morte culturale attraverso la negazione delle radici cristiane della nostra cultura sono forti» [QUI: N.d.T.].

Inoltre, il card. Robert Sarah ha aggiunto un elogio del rito tradizionale, approvato dagli altri due Cardinali, che hanno convenuto sul fatto che

nel cuore della Chiesa è emersa una nuova generazione di giovani. Questa generazione è composta da giovani famiglie, che dimostrano che questa liturgia ha un futuro perché ha un passato, una storia di santità e bellezza che non può essere cancellata o abolita dall’oggi al domani.

Hanno già affrontato l’argomento più volte, ciascuno per conto proprio (card. Gerhard Ludwig Müller: la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes ha rappresentato una «brutale intolleranza», una decisione «pastoralmente controproducente» e un «esempio spaventoso di incompetenza teologica» [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]; il card. Raymond Leo Burke ha dichiarato: «Semplicemente non è vero che la liturgia riformata sia l’unica forma valida del rito romano» [QUI: N.d.T.]; il card. Robert Sarah ha affermato: «L’autorità del Papa non è illimitata; essa è al servizio della Sacra Tradizione» [QUI: N.d.T.]).

I tre moschettieri di Alexandre Dumas erano quattro, come è noto. Il quarto qui, che non è Cardinale (dovrà aspettare un prossimo Pontificato), è mons. Joseph Edward Strickland, Vescovo emerito – o meglio, emerito forzatamente – di Tyler, in Texas. Più o meno nello stesso periodo, il 28 gennaio 2025, in una lettera aperta sul «tentativo di sopprimere la Santa Messa tradizionale», mons. Strickland non ha usato mezzi termini [QUI: N.d.T.]:

La Santa Messa tradizionale è stata a lungo considerata l’apice della riverenza e una profonda espressione delle sacre tradizioni della Chiesa. Emanando la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes, che limita l’accesso alla Santa Messa tradizionale, papa Francesco ha alienato coloro che trovano un nutrimento spirituale più profondo in questa forma di culto, e ha cercato di sminuire il ricco patrimonio liturgico della Chiesa che promuove la riverenza e la continuità con le generazioni passate. […]
Voglio anche affermare che la pratica di papa Francesco di consentire flessibilità nelle pratiche liturgiche, come consentire deviazioni dalla liturgia tradizionale incorporando preferenze culturali, ha portato a una mancanza di riverenza, ed è inoltre estremamente pericolosa perché è la precisione della liturgia che assicura che il sacro mistero sia celebrato.

Poi, mons. Joseph Edward Strickland ha accennato alle parole offensive di papa Francesco nella sua ultima autobiografia (Spera, Mondadori, 15 gennaio 2025), nei confronti di coloro che si nutrono della Santa Messa tradizionale, parole che ho riportato in una precedente lettera alle sentinelle: «Spesso questa rigidità si accompagna alle sartorie ricercate e costose, ai pizzi, ai merletti, ai rocchetti. […] A volte questi travestimenti celano squilibri, deviazioni affettive, difficoltà comportamentali, un disagio personale che può venire strumentalizzato» [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]. Mons. Strickland ha commentato: «Questa è una questione grave». Che il Papa tratti alcuni dei suoi figli (dei suoi sacerdoti) come squilibrati è davvero grave.

Siamo profondamente grati a questi prelati per aver difeso in questo modo la libertà della liturgia tradizionale, libertà che è parte della libertà della Chiesa. Che Dio dia loro la forza in tutti gli ambiti della confessione di fede! Lo chiederemo per loro questa settimana nelle nostre veglie parigine davanti agli uffici dell’Arcivescovado (10 rue du Cloître-Notre-Dame), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30 nell’Église Saint-Georges di La Villette (114 avenue Simon Bolivar, XIXe), il mercoledì alle ore 17:00, davanti all’Église Notre-Dame-du-Travail (59 rue Vercingétorix, XIVe), la domenica alle ore 18:15, dove recitiamo i nostri Santi Rosari alla Vergine Maria.

Echi delle veglie: un uomo ci avvicina: «Sono un convertito che proviene dal luteranesimo e che è diventato Cattolico per onorare e adorare la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Capite quanto sono scandalizzato dalla mancanza di rispetto per la Comunione nella mano generalizzata nella liturgia conciliare!».

In unione di preghiera e amicizia.

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