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giovedì 2 gennaio 2025

Bergamo: concerto natalizio-mefistofelico in Cattedrale #bergamo #mefistofele

Lo scorso sabato 28 dicembre, presso la Cattedrale di Sant’Alessandro di Bergamo, si è tenuto il tradizionale concerto di Natale alla presenza del Vescovo mons. Francesco Beschi.
Un appuntamento che ha richiamato un folto pubblico (le nostre fonti ci riferiscono di una cattedrale piena), sicuramente attirato anche dal livello degli artisti presenti sulla locandina, tra i quali spiccava senza dubbio il coro I Piccoli Musici di Casazza.
Ma alcuni nostri lettori ci hanno scritto per segnalarci un aspetto che ci ha lasciato basiti e che abbiamo voluto approfondire.
Leggendo il programma del concerto, salta immediatamente all’occhio che, tra una lunga lista di brani tipicamente natalizi (dal gregoriano al Novecento) coerenti con il tempo ed il luogo dell’esecuzione, figura – in chiusura, quasi a coronamento della serata – un titolo alquanto «insolito»: Son lo spirito che nega, l’aria di Mefistofele, tratta dal primo atto dell’omonima opera di Arrigo Boito, sulle cui idee, frequentazioni e pratiche anti-cattoliche – tra occultismo e massoneria – ci sono pochi dubbi.


Ebbene sì, proprio la celebre aria con cui il protagonista Mefistofele (divenuto, nella cultura di massa, sinonimo di perfidia, malvagità ed astuzia satanica), esaltando la propria figura ed i propri poteri demoniaci, si presenta e tenta Faust, inducendolo a concedergli l’anima in cambio della sapienza e della giovinezza.
Ecco cosa canta questo personaggio demoniaco:

Son lo spirito che nega
sempre, tutto; l’astro, il fior.
Il mio ghigno e la mia bega
turban gli ozi al creator.
Voglio il nulla e del creato
la ruina universal.
È atmosfera mia vital
ciò che chiamasi peccato,
morte e mal!
Rido e avvento ~ questa sillaba:
«No.»
Struggo, tento,
ruggo, sibilo.
«No.»
Mordo, invischio,
fischio! fischio! fischio!

Parte son d’una latèbra
del gran tutto: oscurità.
Son figliuol della tenèbra
che tenèbra tornerà.
S’or la luce usurpa e afferra
il mio scettro a ribellion,
poco andrà la sua tenzon,
v’è sul sole e sulla terra
distruzion!
Rido e avvento ~ questa sillaba:
«No.»
Struggo, tento,
ruggo, sibilo.
«No.»
Mordo, invischio,
fischio! fischio! Fischio!


Comprensibilmente increduli, nonostante plurime e concordanti segnalazioni di nostri lettori presenti, abbiamo ulteriormente verificato la notizia ed abbiamo trovato sui social network questo video che riporta proprio l’esecuzione in questione.



Insomma, durante il concerto di Natale nella Cattedrale di Sant’Alessandro di Bergamo, alla presenza del Vescovo, è stata inserita nel programma ed eseguita un’aria che celebra la potenza del demonio (ricordiamo che Mefistofele è un diavolo).
Perché? A mo’ di excusatio non petita, le nostre fonti ci raccontano che, in principio di concerto, il direttore artistico abbia così spiegato tale scelta: «Per evidenziare la contrapposizione dialettica tra la nascita di Cristo ed il Nemico».
Occorre innanzitutto chiarire che don Gilberto Sessantini, il direttore artistico della rassegna, possiede un curriculum musicale di tutto rispetto (Maestro in canto gregoriano e musica sacra, diplomato in organo e composizione organistica, è stato Vice-Direttore dell’Ufficio liturgico per la sezione musica sacra ed ora è direttore dell’Accademia musicale di Santa Cecilia, la scuola diocesana fondata «con lo scopo di formare adeguatamente organisti e direttori di coro per l’animazione musicale della liturgia») e quindi è assai improbabile che non abbia avuto contezza del contenuto e del significato di tale aria inserita nel programma del concerto.
E vogliamo essere molto chiari, anzi banali, ricordando i principi fondamentali della teologia cattolica: tra il Verbo che si è fatto carne ed il principe di questo mondo non vi può essere una «contrapposizione dialettica» come se fossero tesi ed antitesi, perché non vi può essere sintesi tra Bene e Male, tra Verità e Falsità, quindi tra Dio ed il Demonio. A meno che… a meno che proprio questo non sia stato il fine dell’aria mefistofelica inserita nel programma del concerto natalizio in cattedrale, che è quello ormai in voga: il relativismo teologico della neo-chiesa, la soggettivizzazione della norma morale, la scomparsa del peccato, insomma il dialogo tra il Verbo che si è fatto carne ed il principe di questo mondo.
Dunque? Dunque è stata l’obbedienza ad un «ordine superiore» per dare un segnale di conquista? Attendiamo con speranza smentite convincenti.
E in tutto questo – tra il pubblico che, stando alle nostre fonti, non ha unanimemente apprezzato l’inserimento dell’aria di Mefistofele nel programma natalizio in cattedrale – mons. Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo, presente al concerto (e tutt’altro che digiuno di cultura musicale, essendo diplomato in violino ed amando ancora esibirsi in concerti pubblici), ha mostrato disappunto per tale esecuzione?


In una fotografia pubblicata sui social network lo vediamo, al termine del concerto, complimentarsi e stringere con entusiasmo la mano al basso Alex Esposito, interprete dell’aria di Mefistofele…
«Mordo, invischio, fischio! fischio! Fischio!».


Roberto

10 commenti:

  1. Ed infine esattamente come nelle nuove chiese pelagiane pian piano abbiamo digerito anche i rospi dei "concerti" nella Casa di Dio, ex Casa di Preghiera, attuale casa per eventi di ogni genere.
    SLGCP.S.Dolce sentire era musica da film, una volta.

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  2. Tale direttore artistico da un decennio è anche Priore per la nostra Delegazione dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro (o quel che ne rimane) e noi Cavalieri ne subiamo costantemente i pessimi frutti

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  3. Da musicofilo praticante preciso che amo molto il Mefistofele di Boito e amo molto anche Alex Esposito, ottimo basso, ma vado ad ascoltarli a teatro.
    In chiesa non si dovrebbero proprio tenere manifestazioni non liturgiche.
    Templum Dei templum Domini, disse un Pontefice che ai modernisti dovrebbe piacere.
    E anche quanto alla musica sacra da inserire nelle liturgie si dovrebbe scegliere bene evitando pezzi troppo concertistici.
    Autori sommi ma non proprio cristiani hanno composto musica sublime ispirandosi a temi sacri ma affatto religiosa nella sostanza. Anche questa sarebbe bene eseguirla nelle sale da concerto anziché in chiesa. Boito in fin dei conti è stato solo molto più sfrontato.
    Certo se poi si pensa a quello che si ascolta di regola oggi in chiesa nella maggior parte delle messe…

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  4. Anche l'aria del Faust di Gounod è di Mefistofele, e il testo non è poi molto diverso da quello di Boito.

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  5. Cosa c’entra l’aria di Mefistofele con un concerto di Natale, peraltro intitolato «In dulci jubilo»? Una misera marchetta

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  6. Non ho mai avuto dubbi! Ora però dovrebbe essere evidente anche ai “distratti” (si fa per dire)

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  7. Leggo il programma e vedo che non si sono limitati al Mefistofele di Boito ma hanno pensato di dover onorare pure il Faust di Gounod ed il suo Vitello d’oro!!!

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  8. Prima o poi finirà questo malessere della Chiesa cominciato col cv2. Non credo che ci vorrà ancora molto.

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  9. Il non-essere non può mai lottare alla pari con l'Essere, nè l'errore discutere alla pari con la Ragione.
    Questi Prelati e insigni musicologi paiono degni discepoli del già funambolico Cardinalone meneghino, passato alla storia per colui che scandalosamente (per un cattolico e principe della Chiesa) affermava che "ciascuno di noi ha in sè un credente e un non credente che si interrogano a vicenda".

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  10. Ero presente al concerto e le perplessità del numeroso pubblico – Vescovo escluso, purtroppo – sono state evidenti

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