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giovedì 2 gennaio 2025

3 gennaio. Santa Francesca Cabrini, con i migranti ma secondo giustizia

Festeggiamo S. Francesca Cabrini già dalla Vigilia della sua Festa secondo il calendario tradizionale (Messa Votiva).
"L’esempio di madre Cabrini ci faccia riflettere sul dramma dell’immigrazione percependolo come una emergenza da sanare, non una politica sociale da incoraggiare. Le persone hanno il diritto di trovare la propria fortuna dove ritengono essa possa essere, ma hanno anche il dovere di contribuire nel proprio paese di origine. Lo stato invece ha diritti e doveri verso i propri cittadini, garantendo che la vita della comunità locale non sia turbata".
Luigi C.

Aurelio Porfiri, 22-12-24

Penso sia lecito dire che uno dei temi più ricorrenti di questo pontificato, riguarda la pastorale dei migranti. Si badi bene, la cura di coloro che per necessità devono migrare fa parte del nostro dovere come cristiani, come agli stati nazionali è dovuto di regolare i flussi migratori a seconda delle possibilità di accoglienza, per non ingenerare dei fenomeni di instabilità sociale. Quindi è giusto essere a favore dei migranti, è sbagliato innalzare l’immigrazione a sistema indiscriminato. Io immagino che questo accento particolare sul tema dei migranti sia dovuto al background di papa Francesco, argentino figlio di immigrati italiani. È un tema imprtante, spesso usato strumentalmente dalla politica per accalappiare voti e consenso. Un tema che la situazione di grave instabilità geopolitica in cui oggi viviamo, ha portato ancora di più all’attenzione del mondo intero.
Parliamo di questo tema, ricordando la festa liturgica di santa Francesca Saverio Cabrini (1850-1917) che cade il 22 dicembre. Questa umile maestrina lombarda raccolse attorno a sè un nucleo di consorelle, formando le suore missionarie del Sacro Cuore e mettendole sotto la protezione del grande missionario san Francesco Saverio. Con esse andò negli Stati Uniti, prestando servizio alla comunità italiana che si andava ingrandendo grazie alla massiccia immigrazione del secolo scorso.

Alcuni possono fare un confronto fra la corrente immigrazione e quella degli Italiani in America di inizio secolo passato, ma non è esattamente la stessa cosa, perché l’America era paese giovane che aveva bisogno di forze fresche per il suo sviluppo, l’Europa ora non è nella stessa situazione. Anzi, essa è un continente stanco, con alcuni evidenti segni di decadenza, e l’immigrazione non fa che accentuare un progresso di degrado che sembra quasi irreversibile e che produce i vari populismi e nazionalismi che non sono un problema, ma un sintomo.

Comunque Santa Francesca Saverio Cabrini, desiderava andare missionaria in Cina, forse proprio seguendo l’esempio di san Francesco Saverio. Ma come lui non ci arrivò mai, anzi fu convinta da Leone XIII che la sua Cina sarebbe stata l’America, dove fra tante difficoltà profuse la sua opera evangelizzatrice.

Pio XII, in un discorso il 9 luglio 1946, pochi giorni dopo averla canonizzata, diceva:

“Fra le Sante dell'età nostra Francesca Saverio Cabrini grandeggiò non solo per instancabile operosità e beneficenza verso tutti i poveri e gli infelici, ma ancora per tutte quelle virtù che fanno di una Superiora religiosa l'esemplare della sua Congregazione e delle regole da lei dettate per le sue figlie. Maestra come suddita nell'insegnare e nel praticare l'obbedienza, riserbando a sé, quand'era Superiora e comandava alle altre, umilissimi uffici e servigi, amò sommamente la povertà, quella povertà di spirito, a cui Dio suole dare per giunta i beni di questa terra, necessari alla vita per i suoi bisogni di opere e di bene. La fede, operante per mezzo dell'amore (Gal. 5, 6), nella speranza dell'eterno premio in una vita oltremondana, sempre animò, guidò e sostenne lo spirito di lei nella grandiosa sua attività di Missionaria del Cuore di Gesù, finché questo medesimo Cuore non le concesse di riposare eternamente nelle fiamme del suo divino amore”.

L’esempio di madre Cabrini ci faccia riflettere sul dramma dell’immigrazione percependolo come una emergenza da sanare, non una politica sociale da incoraggiare. Le persone hanno il diritto di trovare la propria fortuna dove ritengono essa possa essere, ma hanno anche il dovere di contribuire nel proprio paese di origine. Lo stato invece ha diritti e doveri verso i propri cittadini, garantendo che la vita della comunità locale non sia turbata.

1 commento:

  1. Giusto per pulire le menti offuscate dalla propaganda (che in realtà ripropone gli stessi temi ma usati al contrario della verità dei fatti) da buon meridionale sottolineo come la volontà di emigrare degli italiani era arginata dalla necessità del possesso del "passaporto rosso", emesso in maniera contingentata secondo i numeri dettati dal governo degli Stati Uniti e dei paesi RICHIEDENTI MANODOPERA. Nessuna immigrazione irregolare, dunque. Nè, tantomeno, lo spopolamento pianificato delle zone di provenienza. Vale la pena dare risalto al fatto che la seconda guerra mondiale non era neanche immaginabile ed i relativi "accordi di pace" non sottoscritti. Nessuna sudditanza da perdenti, dunque, semplicemente funzionava così... come dovrebbe.

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