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sabato 17 agosto 2024

Sulla manipolazione wokista dei Giochi della XXXIII Olimpiade

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1085 pubblicata da Paix Liturgique il 16 agosto, in cui il giornalista Rémi Fontaine ritorna sulla cerimonia di apertura ed in generale sulla ideologia alla quale si sono informati i Giochi della XXXIII Olimpiade (QUI, QUI QUI, QUI, QUI, QUI, QUIQUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI su MiL).

L.V.


Sappiamo che stanno mentendo. Loro sanno di mentire. Loro sanno che noi sappiamo che stanno mentendo. Noi sappiamo che loro sanno che noi sappiamo che stanno mentendo. Eppure si ostinano a mentire

diceva Aleksandr Isaevič Solženicyn [in realtà la frase è a lui erroneamente attribuita: N.d.T.]. Perché le persone di questo
 establishment mediatico-politico esercitano il potere senza alcuna coscienza morale e senza alcun rispetto per il popolo della maggioranza silenziosa. Questo è il segno distintivo del totalitarismo ideologico, sia esso morbido o duro, subdolo o palese…

Poiché il male è metafisicamente un’infermità, un’ombra, una mancanza, un’assenza di bene, essi possono solo decostruire, o addirittura «decretare» per dirla con Charles Péguy – cioè esistere in quanto tali come servi del Tentatore – prendendo in prestito il loro essere dal bene nazionale e religioso che vogliono distruggere senza distruggere se stessi. Come pretenziosi parassiti pieni delle loro «virtù impazzite» (Gilbert Keith Chesterton)! Da qui le loro parodie blasfeme. O queste bellezze reali incastonate in questo spaventoso spettacolo parigino che hanno progettato di distruggere sottilmente in uno spirito di decadenza romana. Illustrando involontariamente la parabola del grano e della pula. Senza confondersi, il bene e il male, il bello e il brutto, il vero e il falso si intrecciano e si «anastomizzano» innegabilmente.

La Francia rivoluzionaria di ieri e di oggi è l’essere sempre più sminuito, svilito e sfigurato della Francia cristiana. Ma è pur sempre l’essere della nostra patria, analogo a una persona. E se il male così commesso può ancora, a Dio piacendo, «volgersi al bene», è nella misura in cui rimane nell’essere francese (che questo male mette anche malvagiamente e deliberatamente alla prova) il potenziale di bene. Non è il male in quanto tale a essere fecondo, cioè la patria rivoluzionaria in stato di peccato mortale (nel senso di Jean de Viguerie), ma l’essere (fisico e morale) della vera Francia che sussiste in essa: la grazia sempre possibile della conversione del figliol prodigo, fino alla morte del ladro!

A coloro che trovano attenuanti a questa terribile istigazione pubblica alla dissolutezza, o che non vogliono impegnarsi nella cosiddetta «polemica» con questi sacrileghi decretatori (anche tra i nostri Vescovi), dedichiamo queste parole di Albert Einstein:

Il mondo non sarà distrutto da coloro che fanno il male, ma da coloro che li guardano senza fare nulla.

Anche Aleksandr Isaevič Solženicyn disse:

La menzogna non passerà attraverso di noi.

1 commento:

  1. Io mi soffermerei sulla manipolazione conservator-tradizionalista.
    Un coacervo di cattiverie, bugie, bufale e strumentalizzazioni indegno!

    Ah, poi vorrei sapere come mai tutti si sono morbosamente soffermati sui genitali di Imane Khelif ed è passata quasi sotto silenzio la presenza di un atleta condannato per aver circuito e poi violentato una bambina di 12 anni!
    Dove sono tutti quelli che devono “proteggere i piccoli” dalle pericolosissime lobby gay?
    Uno spettacolo indecoroso: ignoranza, superficialità, cattiveria ed estremismo.

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