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giovedì 25 gennaio 2024

13ª conferenza del Centre international d’Études liturgiques: presentazione del secondo volume "Le CIEL sur la terre" a cura del prof. Rubén Peretó Rivas

A Roma, presso l’Istituto Maria Santissima Bambina, sta proseguendo la 13ª conferenza del Centre international d’Études liturgiques su La concelebrazione e le Messe private nella storia della liturgia., con l’autorevole e prestigiosa presenza, sin dall’inizio, di S.Em.R. card. Raymond Leo Burke.
La Redazione di MiL-Messainlatino.it continua a tenervi aggiornati in diretta.
I lavori sono giunti alla presentazione del secondo volume Le CIEL sur la terre a cura del prof. Rubén Peretó Rivas.
Di seguito vi proponiamo il testo integrale dell'intervento, tradotto in lingua italiana a cura degli organizzatori.

L.V.

Presentazione degli atti

Poco meno di un anno fa, in occasione del dodicesimo colloquio CIEL, abbiamo
preséntate il primo volume degli atti selezionati dei colloqui storici organizzati dalla nostra istituzione. Siamo riusciti a portare avanti il nostro proposito iniziale e oggi presentiamo il secondo volume.

Si traita, come è facile intuiré, di un compito di selezione arduo, poiché consiste nel selezionare, tra dieci volumi di grande spessore, le opere che hanno un signifícate particolarmente rilevante, sia per i loro autori, sia per l'argomento trattato o per la loro attualità. In questo caso, inoltre, abbiamo iniziato ad aggiungere le opere che sono state lette ai colloqui del 2022 e del 2024, e il tema centrale ma non esclusivo delle opere pubblicate è il posto dell'altare nelle celebrazioni del culto litúrgico cristiano.

Il volume che presentiamo ora - il secondo della serie - riunisce dodici lavori che coprono vari argomenti legati alia liturgia. In primo luogo, in ordine alfabético, troviamo la conferenza letta l'anno scorso da Padre Claude Barthe, noto liturgista e prezioso amico del CIEL, che presenta una storia dettagliata dell’evoluzione della posizione dell'altare nella Chiesa cristiana, dall'antichità alia riforma del Concilio Vaticano IL Il suo scopo è quello di dimostrare che molti degli argomenti utilizzati per giustificare la celebrazione versus populum come un ritomo alie usanze primitive sono discutibili da diversi punti di vista.

Padre Jerome Bertram, ex sacerdote dell'Oratorio di Oxford e membro della Société Archeologica Britannica, sviluppa nel suo articolo uno studio approfondito sul luogo dell'altare secondo gli insegnamenti dei Padri e dei Maestri del Cristianesimo. In esso, mette in relazione testi di autori paleocristiani come Sant'Ignazio di Antiochia e San Cipriano con autorité liturgiche medievali come Amalario di Metz, attraverso secoli di riflessione sull'altare come elemento centrale della liturgia.

Una teoría simile è discussa nella seguente opera di Padre Emmanuel de Butler, moñaco dell'abbazia di Le Barroux. Si basa su un fatto preciso: fino all'edizione del 1962 del Messale Romano, il sacerdote rimaneva a capo dell'altare durante la prima parte della messa solenne. Li cantava il Gloria e il Credo, oltre alie preghiere e dava la benedizione ai ministri. Dopo la riforma litúrgica, si è verifícate un cambiamento significativo: il celebrante rimane seduto fino all'offertorio. Senza discutere l'opportunité di questa riforma, l'autore cerca di verificare se questa nuova posizione del sacerdote abbia dei precedenti nella storia della liturgia.

Anthony Conten traccia l'evoluzione del materiale con cui sono stati costruiti gli altari: dall'altare di legno, simile a un tavolo, nei primi secoli, all'altare di pietra, spesso costruito suite tombe dei martiri, dimostrando che, indipendentemente dal tipo di materiali utilizzati, la dignité dell'altare era sempre la stessa.

Dom Hervé Courau, l'attuale abate di Notre-Dame de Triors, scrive sul rito della consacrazione dell'altare in uno studio esaustivo in cui traccia in dettaglio la storia di questo rito nei

primi secoli cristiani, e come si è affermato e codificato nelle varie tradizioni liturgiche, sia orientali che occidentali.

Padre Finnegan traccia nel suo libro lo sviluppo dell'uso del latino, ma anche delle lingue volgari, nella liturgia, soprattutto nella Santa Messa. Egli mostra che la presenza del latino nelle cerimonie della liturgia cattolica occidentale era quasi assoluta, anche se in certi casi e in certi luoghi, vi era la presenza di lingue proprie di ogni regione.

Brunero Gherardini analizza il rifiuto di Lutero non solo della messa come sacrificio, ma anche del sacrificio come opera buona, capace in quanto tale di esercitare un potere suH'equilibrio della giustizia divina a favore dell'uomo. Analizzando le opere di Lutero in ordine cronológico, l'autore conclude che la lógica della liturgia luterana si concentra su una risposta umana sotto forma di preghiera, desiderio e gratitudine, ma senza alcun riferimento al carattere sacrifícale.

Joseph Gribbin, storico degli ordini religiosi, nel suo lavoro cerca di dimostrare che la partecipazione dei laici alia liturgia medievale era reale ed effettiva. Inizia esaminando una serie di testi ed esempi, che chiariscono che i fedeli, soprattutto durante l'elevazione, partecipavano effettivamente ai riti e alie celebrazioni liturgiche.

Reinhardt Knittel dimostra nel suo intervento che, contrariamente a quanto spesso si sostiene, il Concilio di Trento non procedette affatto nei suoi decreti riguardanti la questione litúrgica con un'intenzione centralizzatrice, ma che la sua ricerca di unificazione era dovuta a una misura comune, presa per il bene della Chiesa nelle particolari circostanze che stava attraversando, caúsate da una serie di veri e propri abusi che andavano avanti da moho tempo e i cui precedenti tentativi di riforma per correggerli erano falliti.

Pubblichiamo anche la conferenza tenuta dal professor Marc Levatois al colloquio dello scorso anno. In essa, egli propone di orientarsi verso una lettura simbólica dello spazio sacro, esaminando in dettaglio la costruzione e la posizione dell'altare nelle chiese paleocristiane, in particolare a Roma, per dimostrare, in un modo difficile da confutare, che l'orientamento dell'altare si trova in tutte queste chiese.

Un tema particolarmente intéressante è quello sviluppato da Marcel Pérès al colloquio del 2020 e pubblicato in questo volume. Il rinomato musicólogo riflette sul canto romano antico e sostiene che ci ricorda che la Chiesa è universale, sia nello spazio che nel tempo. Attraverso ció che questo canto ci trasmette, entriamo in comunione con l'energia degli uomini che, dal quarto secolo, hanno raggiunto una sintesi tra la scienza dei rituali precristiani e la rivelazione dell'alleanza spéciale che Dio ha stretto con l'umanità attraverso il sacrificio di Cristo.

Infine, il professor Robert Spaeman, filosofo di fama, offre una profonda analisi filosófica del concetto di sacrificio. Pariendo dall'aífermazione che quando l'uomo offre un sacrificio, entra in relazione con il mondo invisibile che è considerate il fondamento del mondo visibile, Spaeman mette in discussione alcune posizioni razionaliste secondo le quali tutti i sacrifici si basano sulla repressione del meccanismo che li sottende, ossia la nécessité di contrallare la violenza sociale

distruttiva. Infine, l'autore si chiede se sia possibile un cristianesimo non sacrifícale. La domanda, risponde, non è se sia possibile, ma se sia realizzabile.

Siamo convinti che questi studi, tutti di notevole serietà e interesse, contribuiscano allô studio e alla conoscenza della liturgia che, al di là degli approcci pastorali o 'militanti', è anche un oggetto culturale, che mérita approcci da prospettive scientifiche e discussioni in ámbito accademico.

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