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lunedì 9 ottobre 2023

Laudate Deum, il catastrofismo sostituisce la fede cattolica #laudatedeum

In questi momenti difficili, la nostra attenzione è giustamente focalizzata sul Sinodo: non dobbiamo cessare di pregare perché il Signore non ne permetta l'esito disastroso che ne sembra, purtroppo, già programmato, e - da parte nostra - non dobbiamo smettere di denunciare quanto sta accadendo. Però, purtroppo, i fronti aperti sono più d'uno, e quest'oggi vogliamo tornare brevemente ad occuparci della Laudate Deum (ved. qui, qui, qui, qui e qui), proponendovi questa riflessione di Riccardo Cascioli, comparsa su La bussola di sabato 7 ottobre.

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Laudate Deum, il catastrofismo sostituisce la fede cattolica
di Riccardo Cascioli

A volte si spera davvero che a un certo punto escano fuori gli autori a urlare che siamo su “Scherzi a parte”. Perché se non è uno scherzo è davvero drammatico constatare che il Papa, vicario di Cristo sulla terra, nello stesso momento in cui mette in discussione le verità di fede e i pronunciamenti «definitivi» dei suoi predecessori, impone invece come dogma le convinzioni sulle cause umane del riscaldamento globale, insultando scienziati e cattolici che non si adeguano.

È ciò a cui stiamo assistendo – sconcertati – anche in questi giorni, epicentro il 4 ottobre. Da una parte l’avvio del Sinodo, organizzato e condotto per rovesciare i fondamenti della Chiesa così come l’abbiamo conosciuta per Duemila anni; dall’altra la pubblicazione dell’Esortazione apostolica Laudate Deum, seconda puntata dell’enciclica Laudato Si’, in cui si definisce in modo dogmatico la “religione” cambioclimatista.

Un documento quest’ultimo a dir poco imbarazzante: scritto in modo frettoloso e superficiale da persone che hanno fatto copia-incolla di luoghi comuni sul riscaldamento globale triti e ritriti; pieno di affermazioni presunte scientifiche senza alcuna prova a sostegno se non «è evidente» e «non si può negare». Ghiacciai che si sciolgono, caldo anomalo, «siccità e alluvioni, prosciugamento di laghi e popolazioni spazzate via da maremoti o inondazioni», livello dei mari che si alza, specie animali e vegetali che scompaiono: «Il mondo che ci accoglie si sta sgretolando». Non solo: «milioni di persone perdono il lavoro a causa delle varie conseguenze del cambiamento climatico» (dove e perché?), mentre invece, miracolosamente, la transizione energetica è «in grado di generare innumerevoli posti di lavoro in diversi settori» (quali, dove e quando?).

Tutte cose ovvie, dice il Papa, se non fosse per quelli che si ostinano a negare la catastrofe climatica causata dallo «sfrenato intervento umano sulla natura negli ultimi due secoli»: «Sono costretto a fare queste precisazioni, che possono sembrare ovvie, - dice papa Francesco - a causa di certe opinioni sprezzanti e irragionevoli che trovo anche all’interno della Chiesa cattolica» (no. 14).

La Bussola lo scorso 25 marzo ha organizzato a Milano un seminario a cui hanno preso parte diversi scienziati ed esperti: vale la pena riguardarsi quegli interventi (inclusa l’introduzione di monsignor Giampaolo Crepaldi che spiega bene cosa sia un approccio di fede al tema dell’ambiente) per comprendere cosa sia veramente la scienza a confronto delle tante castronerie che si leggono in questa Esortazione: gas serra e anidride carbonica usati come sinonimi (no. 11); anidride carbonica giudicata come inquinante, quando è essenziale per la vita; la pandemia da Covid-19 attribuita ancora all’errato rapporto dell’uomo con «gli altri esseri viventi e l’ambiente» (no. 19) quando dovrebbe ormai essere chiaro anche ai sassi che è un virus “sfuggito” da un laboratorio (il Papa se lo faccia spiegare dal suo consigliere Jeffrey Sachs che lo ha detto in tutte le salse); l’esaltazione dell’energia “verde” per cui bisogna fare presto e la contemporanea condanna della tecnologia necessaria alla agognata transizione (no. 22). E questo solo per fare qualche esempio.

Né vanno trascurati altri passaggi: quando vuole fare un esempio positivo «dell’interazione dell’uomo con l’ambiente», a papa Francesco non viene affatto in mente l’opera dei monaci benedettini e neanche l’approccio del “suo” san Francesco, ma soltanto «le culture indigene», continuando a diffondere un mito – quello dell’armonia tra uomo e ambiente tipico delle società primitive – che è soltanto nella fantasia dei reduci degli anni ’70 del XX secolo.

Inoltre, nella parte dedicata alla politica internazionale,papa Francesco, a conclusione di pensieri spezzettati e confusi a sostegno di un multilateralismo «dal basso» più efficace, pare sostenere la necessità di una organizzazione internazionale capace di imporre decisioni drastiche per la riduzione dell’anidride carbonica, e in grado di piegare «gli interessi di circostanza di qualche Paese o azienda» (no. 59 e 60), già dalla prossima Conferenza sul clima che si svolgerà a Dubai.

A questo servono anche «le azioni di gruppi detti “radicalizzati”», cioè quelli che bloccano le strade impedendo alla gente di andare a lavorare o dal medico o dovunque voglia, o che imbrattano i monumenti o che aggrediscono quanti si oppongono a questa ideologia violenta. Il Papa si schiera decisamente dalla loro parte perché «essi occupano un vuoto della società nel suo complesso, che dovrebbe esercitare una sana pressione, perché spetta ad ogni famiglia pensare che è in gioco il futuro dei propri figli» (no. 58). Insomma il fine giustifica i mezzi e la colpa è nostra che non facciamo altrettanto. Sono parole di una gravità sconcertante, incredibile trovarle in un documento magisteriale della Chiesa cattolica.

E da ultimo, l’incitamento all’odio contro l’uomo occidentale, l’unico vero responsabile della catastrofe climatica e del tentativo di ostacolare la transizione ecologica, che è diventato ricco a spese di quelli che sono stati fatti sprofondare nella povertà. Siamo davanti ad analisi politico-economiche che sfociano nel ridicolo.

Purtroppo però esse danno il via libera a quanti stanno cercando di imporre un totalitarismo globale cavalcando il catastrofismo climatico, e danno man forte a chi vuole costringere al silenzio quegli scienziati seri e onesti che continuano a dire la verità.